Bibliografia

martedì 3 gennaio 2017

Perché a questo giro lo stimolo fiscale non si concretizzerà





di David Stockman


È praticamente una certezza che siamo in prossimità di un'altra recessione.

Ma ciò che è veramente sorprendente, è che il mercato non sta dando alcun peso al fatto che la situazione fiscale della nazione sta finendo molto rapidamente all'inferno.

E che non vi è praticamente alcuna prospettiva di un altro massiccio stimolo shovel-ready, come il piano di Obama da $800 miliardi.

I segni premonitori della paralisi fiscale imminente sono evidenti: il deficit di bilancio per l'anno appena concluso è salito del 37% — da $438 miliardi lo scorso anno a poco meno di $600 miliardi quest'anno. Ma il risultato è stato in realtà peggiore, a causa dei vari tipi di trovate contabili.

In realtà, il debito pubblico totale è aumentato di $1,400 miliardi nel 2016 e supererà quasi sicuramente i $20,000 miliardi subito dopo che Trump diventerà presidente a tutti gli effetti.




Inutile dire che non ci sarà affatto spazio nel budget per uno stimolo fiscale, o il tipo di enormi pacchetti di stimolo per infrastrutture.

Questa svolta economica è al centro del mio ultimo libro, “Trumped! A Nation on the Brink… And How to Bring it Back”, in cui parlo del perché l'entroterra statunitense ne ha avuto abbastanza di questo sistema truccato.

Trump rimarrà sconvolto alla notizia che il bilancio dell'intero anno 2018 avrà un deficit di $1,000 miliardi in base alle spese ed entrate attuali. E questo prima ancora che un solo centesimo di stimolo possa essere lanciato contro un'economia in recessione.

Questo shock non è semplicemente una questione d'interesse accademico o addirittura "politico". Al contrario, Wall Street ha molta fiducia nel mondo politico affinché implementi un salvataggio fiscale — una nuova versione del post-baldoria economico nel 2009.

Au contraire! È un altro paio di maniche quello che sta accadendo ora.

Questa volta non ci sarà un rapido rimbalzo nel mercato azionario, come nel 2002 e nel 2009. E dopo un periodo di stasi recessiva e senza massiccio stimolo da parte di Washington, gli scommettitori nel casinò si faranno prendere dal panico.

Ciò fungerà da catalizzatore per una gamba ribassista, cosa mai vista sin dagli anni '30.

La FED ha finito la polvere da sparo secca e non ci sarà alcun rilancio post-crash, a meno che non innescato da uno stimolo monetario. Infatti anche i commentatori mainstream sono convinti che le banche centrali abbiano sparato le loro cartucce migliori, e che sia giunto il momento di ricorrere alla politica fiscale.

Si tratta di una volontà evanescente. Infatti la mia convinzione che lo stimolo fiscale sia inutile è immensamente rafforzata dalla compiacenza che caratterizza entrambe le estremità dell'asse Wall Street/Washington. Calciare il barattolo lungo la strada è diventata una strategia talmente efficace che tutti si aspettano che continui senza intoppi.

Per esempio, tra il dicembre 2008 e quest'anno, il debito pubblico è esploso da $10,700 miliardi a $19,600 miliardi. Ciò significa che sotto la presidenza Obama, e in un periodo in cui l'economia era in ripresa dalla peggiore recessione dei tempi moderni, è stato emesso nuovo debito pubblico pari all'83% del debito pubblico totale creato durante i 220 anni precedenti.

Il punto è che $9,000 miliardi di debito pubblico sono emersi durante i cosiddetti "bei tempi" del ciclo economico. Eppure i politici dementi della Città Imperiale non si sono accorti di nulla.

Ma ora ci stiamo dirigendo a ritmo spedito verso il peggio. Anche secondo il Congressional Budget Office (CBO), nel quadro della politica attuale il deficit di bilancio raggiungerà i $1,400 miliardi e il 5% del PIL entro il 2026. Ciò significa che altri $10,000 miliardi sono già stati inseriti nella torta fiscale e si aggiungeranno al debito pubblico nel corso del prossimo decennio.

Eppure ciò significa niente recessione per 17 anni e un tasso del PIL nominale e dei salari del 65% superiore a quello registrato nel corso dell'ultimo decennio. Immaginate che cosa accadrà nel mondo reale quando lo Schema Rosso di Ponzi si sgretolerà definitivamente e l'economia globale finirà in una recessione deflazionistica prolungata.

Ciò che accadrà, infatti, è che il debito pubblico aumenterà di almeno $15,000 miliardi nel prossimo decennio, anche in uno scenario economico semi-decente. Aggiungeteli ai $20,000 miliardi che erediterà Trump ed avrete un PIL da $24,000 miliardi con un debito pubblico da $35,000 miliardi.

Eppure Trump dice che ricostituirà il settore militare, inaugurerà un programma d'infrastrutture da $500 miliardi e non toccherà né il Medicare né la previdenza sociale.

Il punto più grande è che la massiccia repressione dei tassi d'interesse da parte della FED ha generato una cultura fiscale di inganni, doppi giochi, bugie e disfunzionalità varie a Capitol Hill.

Da un lato, ciò significa che gli attuali $19,600 miliardi di debito nazionale possono essere serviti a buon mercato — attualmente ad un rendimento medio ponderato di circa l'1.8%. Di conseguenza i costi del servizio del debito che ammonterebbero a $1,000 miliardi con tassi d'interesse normali (5%), sono attualmente solo circa $350 miliardi.

Così i politici — anche sedicenti falchi fiscali come Paul Ryan — non hanno sentito nessuna pressione finanziaria e si sono abituati a calciare il barattolo. Allo stesso tempo, la truffa fiscale di Washington ha portato ad una previsione ingannevole riguardo il deficit — anche con un finanziamento a buon mercato del debito pubblico.

Le cosiddette proiezioni di base del CBO mostrano una spesa di gran lunga inferiore a quella che in realtà è integrata nel sistema. E non solo a causa delle previsioni economiche ingannevoli secondo cui il ciclo economico è stato abolito e l'economia degli Stati Uniti arriverà al nirvana keynesiano della piena occupazione senza ostacolo alcuno.

Le prospettive a lungo termine riguardo il deficit sono ulteriormente sottostimate a causa delle riforme sociali fasulle che è costretto a riportare il CBO. Proprio così. Il Congresso non ha alcuna intenzione di lasciare che queste riduzioni fiscali diventino effettive, ma ancora insiste a conteggiarle quando parla di 10 anni di risparmi farlocchi.

Eppure quando gli "anni futuri" diventano l'anno in corso, vengono semplicemente sospesi, differiti o coperti con nuove compensazioni provenienti da risparmi fasulli, come quelli nella legge omnibus dello scorso anno.

Per lo stesso motivo, le entrate vengono conteggiate affinché siano di gran lunga superiori a quelle effettive. Ci sono letteralmente centinaia di miliardi all'anno in incentivi fiscali, sussidi e scappatoie, esistiti per anni o addirittura decenni nei codici dell'IRS, programmati per scadere entro un anno o due dalla loro approvazione.

Di conseguenza il CBO registra un aumento proporzionale della base di reddito negli anni futuri, contribuendo in tal modo a far sì che il deficit di lungo termine sembri restringersi. Ma quando arriviamo alla data di scadenza, tali disposizioni non si avverano mai. Il colpevole è qualcosa che si chiama legge "tax extender", che per lo più rinnova le date di scadenza di un anno o due in modo che il CBO possa oliare le proiezioni per gli anni futuri.

Questo è stato evidente con i $680 miliardi di cosiddetti tax-extender contenuti nella legge di bilancio dello scorso anno.

Uno dei casi più eclatanti di questo tipo di doppio riordino riguarda le tre imposte dell'Obamacare, che sono state "rimandate" per diversi anni ad un presunto costo di $28 miliardi.

In realtà siamo più vicini ai $260 miliardi. Ecco perché: ricordiamo che il costo reale dell'Obamacare era in migliaia di miliardi, ma è stato oltraggiosamente travestito da riduttore di deficit attraverso una serie di enormi espedienti, come la modifica del programma di prestito agli studenti. E anche attraverso una serie di imposte sugli assicuratori, sui dispositivi medici e sui cosiddetti piani sanitari Cadillac.

Tuttavia, questi cosiddetti "pay fors" sono stati conteggiati a metà di questo decennio al fine di tranquillizzare l'opposizione politica. In particolare i collegi elettorali democratici, come i sindacati, sono risultati contrari alla cosiddetta "Cadillac tax".

Questo anche dopo che la soglia del piano è stata elevata a $27,000 all'anno, prima che la tassa entrasse in vigore. Quindi la data è stata rinviata — al 2018.

Ebbene quel futuro si sta ormai avvicinando, e come con quasi tutto il resto nell'Obamacare che ha creato opposizione politica, sta tornando il momento di calciare il barattolo. Così lo stesso disegno di legge omnibus ha rinviato la Cadillac tax di due anni, fino al 2020.

Proprio così. Hanno avuto l'audacia di mettere "in pausa" una cosa che non volevano divenisse effettiva. Con questo stesso spirito, è stata messa in pausa  per un anno la health-insurers tax che serve a pagare una parte dei sussidi dell'Obamacare alle famiglie fino a 3 volte il reddito mediano.

La cosa semplice da capire è che nessuna di queste imposte legate all'Obamacare verrà mai riscossa.

Di conseguenza il deficit futuro salirà nell'ordine di trecento miliardi di dollari per i prossimi 10 anni; e questo solo per coprire le tasse dell'Obamacare.

Questa è solamente una truffa fiscale — un processo sistematico attraverso il quale viene mascherata la futura crescita della spesa e viene enormemente esagerata la raccolta delle entrate future.

Di conseguenza se si eliminano le false riduzioni, che sono ancora incorporate nelle proiezioni di base del CBO, la spesa sarebbe di circa $1,000 miliardi superiore dopo che si calcolano anche gli interessi. In breve, il Congresso ha sfornato un budget da $2,500 miliardi!

Quindi, ecco la verità: quando si sommano le migliaia di miliardi di tagli di spesa fasulli, le entrate fantasma presenti nelle proiezioni di base del bilancio corrente e la prossima recessione, ho stimato che l'aumento del debito pubblico sarà di almeno $15,000 miliardi durante i prossimi dieci anni.

E si accumuleranno in cima agli attuali $20,000 miliardi.

Può questa nazione gestire un debito pubblico da $35,000 miliardi in un momento in cui i baby boomer stanno andando in pensione ad un ritmo di 10,000 al giorno? Altamente improbabile.

Quando la Città Imperiale si troverà ad affrontare la prossima recessione, erutteranno conflitti ed acrimonie senza precedenti su un debito pubblico che spaventerà a morte anche i politici spendaccioni di Capitol Hill.

Hanno vissuto in uno stato di trance onirica da quando lo spavento finanziario 2008-09 è stato improvvisamente esorcizzato dalla stampante monetaria della FED. Quando la prossima recessione li risveglierà bruscamente, non sapranno dove scappare e saranno sprovvisti di una qualsiasi base per un accordo su un qualunque tipo di stimolo fiscale.

E quando questo scenario comincerà a svilupparsi, gli scommettitori di Wall Street saranno colti alla sprovvista.

Il momento per prepararsi è ora.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Articolo datato, anche se la sostanza cambia di poco.

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  2. L'articolo di stockman è di ottobre scorso.
    Il seguente è di un mese prima:
    https://www.sovereignman.com/trends/the-us-government-is-about-to-lose-its-1-lender-20240/

    Riccardo Giuliani

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  3. Siccome tutta la faccenda non riguarda un salvataggio bancario, ma un salvataggio politicofinanziario e non solo del PD nostrano, ma di tutte le cosche che dominano e parassitano il nostro paese e la UE e l'Occidente, saranno le scelte politiche a stabilire il nostro futuro, cioè chi paga, chi pagherà e quanto.
    In un mondo dominato da oltre un secolo dall'idea elitaria del primato della politica su tutto, o ci sarà una buona politica che vada a prendere i responsabili della catastrofe oppure ci sarà questa pessima politica della socializzazione delle perdite e dei misfatti altrui che secondo me, però, ha il fiato sempre più corto.
    E quando il fiato finisce si cade a terra stecchiti.

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    1. Ciao Dna.

      Il fiato sta finendo è un'ottima metafora. Soprattutto in considerazione del fatto che ci sono banchieri centrali che si stanno guardando intorno e, come spesso ha detto North, iniziano a vedere come il verbo keynesiano sia vuoto e vogliono saltare sul carro dei vincitori. Non è un caso se Mervyn King nel suo libro, The End of Alchemy, inizi a criticare quella stessa istituzione che tutti qualche tempo fa credevano fosse insostituibile e addirittura citi personaggi Austriaci come James Grant.

      Sono ancora troppo "educati" per citare Rothbard, ma arriverà anche questo di momento.

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