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giovedì 19 gennaio 2017
La vera missione di Trump dovrebbe essere quella di sradicare le erbacce
di David Stockman
Non può essere sottolineato abbastanza: dopo l'elezione di Trump le classi dirigenti di Wall Street/Washington sono state licenziate e insieme ad esse anche le loro politiche di guerra, debito e bolle.
Quindi dobbiamo iniziare a far sloggiare le uova marce — in particolare la combriccola anti-lavoratori e pro-Wall Street di liberal e sciocchi keynesiani che dimora presso l'Eccles Building.
In tale contesto, è auspicabile che Trump prenda una pagina dal copione di Ronald Reagan del 1981.
Vale a dire, sradicare le erbacce piuttosto che cercare un modo per placare Wall Street e mantenere in vita l'attuale sistema distruttivo della Finanza delle Bolle.
Questo è ciò che fece Ronald Reagan quando diede a Paul Volcker il permesso di uccidere il mostro dell'inflazione, rifiutandosi di "stimolare" l'economia per uscire dalla recessione risultante. Così facendo, si mise contro l'establishment repubblicano.
Infatti il leader della maggioranza al Senato, Howard Baker, maledisse i tagli fiscali di Reagan definendoli un "gioco d'azzardo". Inoltre se la prese spesso con Volcker, chiedendogli di "togliere il suo piede dal collo" degli americani.
Eppure Reagan perseverò ed ignorò il parere conciliante dei clienti abituali della Beltway. E ciò che ne venne fuori fu una vittoria mozzafiato sull'inflazione e un'economia che presto sarebbe rimbalzata da sola senza una mano da parte dello "stimolo" keynesiano.
La leadership repubblicana di oggi è di gran lunga peggiore sul fronte conciliante di quanto non fosse Howard Baker. In realtà lo Speaker Ryan e Mitch McConnell hanno dimostrato più volte d'essere l'equivalente di sedie a sdraio pieghevoli — decisi a soddisfare l'establishment di Washington ed assolutamente disposti a non agitare le acque.
Sono stati tra quei repubblicani che nel settembre 2008 hanno costretto la Camera ad abrogare il rifiuto iniziale al piano di salvataggio TARP; e hanno messo i bastoni tra le ruote al Tea Party su ogni manifestazione riguardo il tetto del debito federale.
Su quest'ultimo punto, infatti, la scusa per alzare bandiera bianca nell'agosto 2011 verteva sulle presunte ricadute politiche. Secondo i media mainstream, la popolazione era indignata nei confronti dei repubblicani perché una manciata di agenzie, come ad esempio il Patent Office and Washington Monument, erano state chiuse visto che — a differenza di tre quarti degli uffici di Washington — non erano considerate "essenziali per la salute e la sicurezza pubblica."
Ma questa è una sciocchezza. Le rimostranze riguardo una responsabilità fiscale strombazzate dai media mainstream e poi abbracciate dalla leadership repubblicana, non erano altro che una foglia di fico. La vera ragione è che la leadership repubblicana è così ignorante dal punto di vista finanziario e così asservita ai suoi finanziatori di Wall Street, che sbraita e cede agli allarmismi ogni volta che le azioni scendono in media di oltre il 4-5%.
Se anche Trump percorrerà questa strada, sarà finito prima ancora di giurare per la carica. Una determinazione onesta dei prezzi nel mercato azionario è stata completamente decimata da decenni di eroina monetaria da parte della FED. Ciò che rimane a Wall Street non è altro che una bisca clandestina per computer ad alta velocità e trader fuoriusciti da un casinò di Las Vegas.
Le medie azionarie non segnalano più niente di concreto, e invece di allocare il capitale affinché Main Street lo usi al meglio, fanno esattamente il contrario. Cioè, allocano malamente il capitale su scala monumentale dandolo in pasto all'ingegneria finanziaria amata dai piani alti delle grandi aziende americane.
Sin dall'ultima crisi, questi ultimi si sono praticamente giocati i flussi di cassa ed i bilanci delle loro aziende in modo da distribuire $15,000 miliardi nelle sale da gioco di Wall Street, sotto forma di riacquisti d'azioni, fusioni & acquisizioni e dividendi finanziati a debito.
Questa è la conseguenza della falsificazione sistematica del prezzo del debito e di altri asset finanziari da parte della FED, la quale è convinta che 94 mesi di ZIRP servano a stimolare l'economia di Main Street.
No, le cose non stanno così. Serve solo a fornire ai giocatori di Wall Street denaro gratis per i loro carry trade e per tenere in vita le bolle nelle azioni e nelle obbligazioni sovrane.
È per questo che niente conta ormai se non una prova di forza da parte di Trump, ovvero, svuotare l'Eccles Building da tutti quei distruttori del mondo del lavoro e della ricchezza reale, a cominciare da Janet Yellen.
Sì, ciò potrebbe causare un crollo del mercato azionario, ma fino a quando il caos finanziario continuerà a succhiare la linfa vitale dall'economia americana, nient'altro conta davvero.
A tale proposito i robo-trader del casinò hanno capito tutto alla rovescia. Sono stati nutriti dagli stimolanti di Washington per così tanto tempo, che a quanto pare credono che con Trump sarà la stessa cosa e che la retorica di quest'ultimo riguardo la crescita degli Stati Uniti ed il rinnovamento del capitalismo americano dovrebbe essere presa sul serio.
E invece no. È solo ars oratoria che sarà presto soffocata dalla trappola fiscale della Città Imperiale.
Ecco perché. Il primo ordine del giorno di Trump sarà un aumento del tetto del debito pubblico di ben oltre $20,000 miliardi. Eppure non c'è una sola possibilità che egli possa avere una maggioranza tra i democratici ostili ed i repubblicani spaccati del Congresso affinché raggiunga un accordo entro il marzo 2017.
Infatti la scadenza del termine del tetto del debito è il problema principale, perché la prossima primavera porterà ad una crisi immediata di governo.
Trump scoprirà presto che ogni blocco di voti che riuscirà a conquistare, richiederà una serie di compromessi su tutto ciò che ha promesso di fare nei primi 100 giorni.
Il presidente Trump potrebbe anche essere costretto a fare marcia indietro riguardo la sua promessa di uccidere l'Obamacare al fine di ottenere i voti democratici per quanto riguarda l'aumento del tetto del debito. E questo perché non c'è una possibilità al mondo che i repubblicani del Tea Party saranno d'accordo con migliaia di miliardi di debito pubblico in più come loro primo ordine del giorno.
Ironia della sorte, sono tre gli individui che rappresentano l'ipocrisia fiscale delle élite della Beltway: l'ex-Speaker John Boehner, il suo successore Paul Ryan, che solo un giorno prima delle elezioni è riuscito a pronunciare in pubblico e ad alta voce il nome di Donald Trump, e il presidente uscente Barack Obama. Ma è stato un accordo dietro le quinte dell'ottobre 2015 di questo trio che ha lasciato questa bomba ad orologeria sulla soglia del nuovo presidente.
Ciò significa che Washington sarà paralizzata per mesi dopo il suo insediamento.
Non esiste alcun taglio fiscale di massa, non esiste alcuna iniziativa infrastrutturale, o qualsiasi altra variazione di "stimolo fiscale", che possa spronare i mercati obbligazionari e faccia salire ad altezze vertiginose le medie azionarie.
Come ho detto in precedenza, il ciclo elettorale 2016 ha cancellato i ponti delle élite e delle famiglie criminali Clinton e Bush. Ma, purtroppo, inizia solo ora il lungo incubo nazionale, che è stato in agguato nelle loro politiche distruttive concernenti guerra, debito, finanza e bolle.
Ed è per questo che Donald Trump dovrebbe seguire un'altra pagina del copione di Ronald Reagan. Non smise mai di dare la colpa alle politiche fallimentari di Jimmy Carter per tutte le avversità che si scagliarono contro di lui e Volcker.
Anche Trump dovrebbe fare lo stesso. Dovrebbe esigere che la Yellen e Fischer rassegnino le loro dimissioni il giorno stesso del suo insediamento, in modo che le scuderie monetarie possano essere spazzate per bene dalla sporcizia keynesiana.
Deve incolpare la Yellen e Barack Obama per tutto il tempo che gli sarà necessario a sradicare le erbacce, e quindi far tornare Wall Street al suo ruolo di allocatore e costruttore di capitali — non il casinò petulante che sta annientando la prosperità americana e la democrazia.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
intanto la yellen... http://www.trend-online.com/ansa/usayellen-prevede-tassi-al-3nel-2019-262052/
RispondiEliminaCiao Gdb.
EliminaE questa dovrebbe essere la fantomatica normalizzazione? Possiamo notare quanto sia stata infima la vendita di asset da parte della FED sin da quando zia Janet ha "aumenato" il fed funds rate. Inoltre si può notare come nel frattempo sia aumentato l'utilizzo del repo facility della FED stessa, proprio da quando zia Janet ha presumibilmente iniziato la sua strada verso la "redenzione economica". In realtà, come si vede dal secondo grafico, la Cina ha iniziato ad incassare dollari per tamponare la fuga di capitali in patria, vendendo titoli di stato USA. Lo stesso sta facendo l'Arabia Saudita, però per finanziare i suoi deficit crescenti. Quindi, con la FED che è in un vicolo cieco ed i maggiori investitori istituzionali in titoli di stato USA in modalità "vendere", siamo di fronte ad un cambiamento epocale d'atteggiamento nei mercati finanziari: i front-runner si trasformeranno in bond vigilantes. Ed è di questo che zia Janet ha tremendamente paura; ed è per questo che finora non abbiamo visto nessuna normalizzazione del bilancio della FED. Nessuno sarebbe disposto ad acquistare il pattume obbligazionario dello zio Sam, facendo schizzare alle stelle il suo rendimento e facendo perdere lo pseudo-controllo che la FED ha sui mercati.
Giusto per la cronaca, i fessi che stanno ingurgitando ciò che Cina e Arabia Saudita stanno vendendo, sono i giapponesi, ma stiamo parlando di seppuku finanziario e loro sono sempre stati maestri in questa arte.
Pensiero del tutto personale.
RispondiEliminaTrump il cafone è come la doppietta nella vecchia 500: un momento di sfiato per poi riprendere la corsa (verso il muro).
Stockman ingenuo.
Riccardo Giuliani