di Gary North
John Maynard Keynes era uno sciroccato. E lo sono anche i suoi seguaci, tutti.
Già posso sentire una risposta sbigottita. "Ma lei non dovrebbe dire queste cose. Non è educato. Mostra una mancanza di galateo. Le persone che dicono queste cose sono a loro volta etichettate come sciroccate." Al che io rispondo: "Etichettate da chi?"
Ecco il mio punto di vista: "Sciroccato è, chi sciroccato fa."
Inoltre: "Sciroccato era, chi da sciroccato scriveva."
Ecco un passaggio tratto dalla Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta (Macmillan, 1936). Questo libro è rimasto in stampa nell'edizione originale sin da allora.
State per entrare nel mondo verbalmente confuso di Keynes. Era un mondo di puro delirio. Era un mondo in cui i pasti gratuiti forniti dallo stato erano praticamente illimitati. Questo passaggio lo ritroviamo a pagina 220-21.
Supponiamo che si adottino provvedimenti intesi ad assicurare che il tasso di interesse sia adeguato al livello dell’investimento che corrisponde alla piena occupazione. Supponiamo inoltre che entri in campo l’azione dello Stato come fattore equilibratore, per far sì che l’aumento dello stock di attrezzature sia tale da avvicinarsi al punto di saturazione ad una velocità che non susciti un gravame sproporzionato sul tenor di vita della generazione presente.
Con questi presupposti immaginerei che una collettività, governata con un certo giudizio, fornita di mezzi tecnici moderni, e la cui popolazione non aumenti rapidamente, dovrebbe essere in grado di abbassare fin quasi a zero, nel corso di una sola generazione, l’efficienza marginale del capitale in condizioni di equilibrio; cosicché si raggiungerebbe la situazione di una collettività quasi stazionaria, nella quale si verificherebbero variazioni e progressi soltanto in seguito a variazioni della tecnica, dei gusti, della popolazione e delle istituzioni, e nella quale i beni capitali si venderebbero ad un prezzo proporzionale al lavoro, ecc. in essi incorporato, precisamente secondo gli stessi principi che governano i prezzi delle merci di consumo nelle quali i costi di capitale entrano in misura trascurabile.
Se ho ragione di supporre che sia relativamente facile rendere i beni capitali tanto abbondanti da ridurre a zero l’efficienza marginale del capitale, questo può essere il modo più sensato di liberarsi progressivamente di molte fra le caratteristiche più discutibili del capitalismo. Un po’ di riflessione mostrerà infatti quali enormi mutamenti sociali risulterebbero dalla progressiva scomparsa di un tasso di remunerazione sulla ricchezza accumulata. Gli uomini sarebbero sempre liberi di accumulare il proprio reddito guadagnato con l’intento di spenderlo in un momento successivo. Ma la loro accumulazione non crescerebbe. Essi sarebbero semplicemente nella posizione del padre di Pope, il quale, quando si ritirò dagli affari, si portò seco un canestro di ghinee nella sua villa a Twickenham e sostenne con esse le spese domestiche a mano a mano che queste occorrevano. (Libro IV, Capitolo 16, Sezione IV)
Questa è puro delirio. Si tratta di una teoria dell'economia in cui lo Stato -- scritto con la lettera maiuscola da Keynes -- ha il potere di fornire pasti gratis per sempre.
Questo è il motivo per cui Ludwig von Mises etichettò il comparto economico di Keynes come la filosofia della trasformazione delle pietre in pane.
GLI SCIROCCATI SONO AL COMANDO
Ecco la realtà: i keynesiani di ruolo non sopportano la sfrontatezza come la mia. I non-keynesiani devono rigare dritto. Così i giovani economisti disperati, con il loro dottorato nuovo di zecca e una montagna di debiti studenteschi, terranno a freno la lingua. Hanno imparato questa lezione al loro primo anno di università. "Non si chiamano le cose con il loro nome in un dipartimento gestito da fanatici."
Ho compreso le regole di questo gioco all'età di 22 anni e ho deciso che non v'avrei partecipato. Preferisco dire pane al pane e vino al vino. Mi sono laureato in storia e ho aggirato la gilda degli sciroccati economici. Non sono diventato dipendente da loro.
Per impedire agli aspiranti economisti di capire che passeranno la loro carriera all'ombra di sciroccati, i professori non assegnano la lettura della Teoria Generale. Questa è una scelta intenzionale. Gli sciroccati sanno che una lettura di questa mostruosità concettuale, potrebbe comportare una scena analoga a quella di Toto nel Mago di Oz. Inizierebbero a cercare il piccolo uomo dietro la tenda. Potrebbero anche prenderlo a calci. Questa sarebbe la risposta adeguata.
La risposta iniziale di questi piccoli uomini, ogni volta che vengono identificati come seguaci di un sistema basato su un libro veramente folle, La Teoria Generale, è quella di negare che Keynes abbia mai detto cose simili. Ma le ha dette. In secondo luogo, ci assicurano che Keynes voleva dire qualcos'altro, nonostante il fatto che ciò che scriveva Keynes, nella misura in cui era marginalmente coerente, è praticamente comprensibile a tutti quelli che sanno leggere a pagina 220: capitale a costo zero, interesse a zero. Voleva dire esattamente quello che ha scritto, nella misura in cui qualcosa nella Teoria Generale possa essere definita esatta.
Keynes era uno sciroccato. È per questo che ha scritto le pagine 220-21.
Questa è l'economia della ZIRP.
C'è voluta più di una generazione per realizzarla. Ci sono voluti un po' più di 70 anni.
C'è voluta la contraffazione del settore bancario centrale.
QUALCOSA IN CAMBIO DI NIENTE
Se lo Stato è al comando, diceva Keynes, il prezzo del capitale scenderà a zero in una sola generazione.
Tuttavia il valore della produzione del capitale necessita di un prezzo. Le persone attribuiscono valore a questa produzione. Sono in competizione per la proprietà. Esiste ancora la scarsità: "A costo zero, c'è una domanda maggiore rispetto all'offerta."
Com'è possibile che qualcosa di scarso -- un bene di consumo -- necessiti di un prezzo, mentre ciò che lo ha prodotto -- il capitale -- debba essere gratis?
Questo è un enigma centrale nell'economia keynesiana. Non c'è una risposta logica a questa domanda. È per questo che Keynes era uno sciroccato e tutti i suoi discepoli sono altrettanto sciroccati.
Fino ad arrivare a riconoscere questo fatto: gli analisti di professione, i banchieri centrali e coloro che popolano gli hedge fund, sono sciroccati. Se non arrivate a comprendere questo, allora non capirete mai il mondo economico moderno.
Quando l'efficienza marginale di qualsiasi cosa è pari a zero, si tratta di un bene gratuito. Non è scarso. Non necessita di alcun prezzo.
Se c'è un asset che lo stato può ottenere in cambio di niente -- il capitale -- e che è essenziale per la produzione di beni che necessitano di prezzi -- beni di consumo -- allora sarebbe saggio cercare dov'è il gioco di prestigio. A meno che non pensiate che lo stato è veramente Dio, produrre qualcosa dal nulla è impossibile. O i pianificatori statali sono davvero degli ottimi maghi, oppure c'è il trucco. Insomma, qualcuno nelle alte sfere sta ingannando i creduloni.
Per me è la seconda ipotesi. Ecco perché non sono uno sciroccato.
PREFERENZA TEMPORALE
A partire dagli scritti dell'economista Austriaco Eugen von Böhm-Bawerk, il fenomeno universale del tasso d'interesse è stato spiegato dalla Scuola Austriaca in termini di ciò che Mises definiva preferenza temporale: lo sconto applicato dagli attori di mercato a beni e servizi futuri se confrontati con gli stessi beni e servizi nel presente.
Se vincete la lotteria e avete una scelta, incassare l'assegno oggi o tra dieci anni, lo incasserete oggi. Il denaro nel presente vale più del denaro nel futuro. Applicate uno sconto al denaro nel futuro. Il tasso di sconto è il tasso d'interesse, o come lo definiva Mises, il tasso d'interesse originario. Non stiamo parlando di rischi o perdite, del rischio della vostra morte tra un anno, o del rischio dell'inflazione dei prezzi.
Allora com'è possibile che la gente investa in titoli di stato che pagano zero interessi (ZIRP), o addirittura che richiedono il pagamento di un interesse (NIRP)?
Stanno comprando una sorta di sicurezza. Stanno comprando la restituzione del loro denaro. Ciò significa che hanno paura della ZIRP.
Non li biasimo. Questo perché accetto la teoria di Mises riguardo il ciclo economico. È innescato dall'inflazionismo della banca centrale.
Gli investitori prudenti preferiscono possedere titoli di stato che non fruttano nulla piuttosto che obbligazioni societarie di aziende che possono andare in default. Inoltre non vogliono possedere azioni.
Stanno pagando per l'assicurazione del capitale. Pensano che ad un certo punto nel tempo saranno in grado di ri-ottenere l'accesso ai loro soldi vendendo i titoli di stato in loro possesso.
Perché non prelevare valuta? Perché le persone con $100,000 da investire -- o $100 milioni -- non possono ritirare il denaro per compensare la loro ricchezza digitale.
CONCLUSIONE
Oggi viviamo nel mondo della ZIRP di Keynes. Non è sostenibile. Ci saranno default aziendali, come si teme. Ci saranno massicce perdite nel mercato azionario, come si teme.
Le teorie economiche da sciroccati lo erano nel 1936 così come lo sono ancora ora.
Gli sciroccati che gestiscono i dipartimenti di economia, le banche centrali e gli hedge fund, hanno avuto i loro giorni lieti. Hanno adottato definitivamente l'economia della ZIRP di Keynes, dove i disavanzi di bilancio non finiscono mai e i tassi d'interesse sono pari a zero.
Ma arriva un giorno in cui gli ubriachi o diventano sobri oppure muoiono. Rimangono a corto di soldi. Arriva anche un giorno in cui i baristi -- acquirenti di titoli di stato -- decidono di non rinnovare tali prestiti. Non ascolteranno le parole dell'ubriaco quando dirà: "Mettilo sul mio conto."
Ma, per ora, gli investitori comprano obbligazioni ZIRP e obbligazioni NIRP.
Non viviamo nel mondo senza fine profetizzato da Keynes. Viviamo nel mondo di Keynes in cui si crede che "lo stato non andrà mai in default".
L'essenza del keynesismo è questa: "Fin qui, tutto bene." Questa è la confessione di fede di un uomo che s'è buttato da un edificio di 30 piani, mentre passa al 15° piano.
Ecco con cosa abbiamo a che fare:
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Il fiatmoney è la rovina dei popoli.
RispondiEliminaSignifica che il mezzo di scambio viene gestito da una ristretta elite di politici e finanzieri.
Finché ci saranno beoti a credere che il mezzo di scambio debba e possa essere uno strumento politico perché hanno fede nello stato salvifico, ci saranno ingiustizie e fallimenti, tassazioni e debiti irresponsabili, schiavitù più o meno palese per i più e prosperità crescente per i pochi gestori del fiatmoney.