Bibliografia

martedì 13 dicembre 2016

La crescita economica richiede tassi d'interesse più bassi?





di Frank Shostak


Molti commentatori ed esperti economici sono del parere che la Federal Reserve sia a corto di strumenti per sostenere l'economia, dato il livello molto basso dei tassi d'interesse. Si sostiene anche che nonostante una tendenza calante dei tassi sin dal 1980, la crescita dell'economia degli Stati Uniti abbia seguito una tendenza verso il basso.

Questo periodo dev'essere paragonato con quello precedente, quando la tendenza del tasso dei fondi federali era in salita, mentre la crescita dell'attività economica seguiva una tendenza al rialzo.






Perché la crescita economica è lenta?

Molti esperti sono del parere che il motivo principale dietro una crescita economica contenuta, nonostante bassi tassi d'interesse, sia un calo della crescita della popolazione e la mancanza di innovazioni tecnologiche. Si ritiene che una crescita più lenta della popolazione accoppiata ad una velocità inferiore nel progresso tecnologico, indebolisca l'espansione economica.

Un ritmo più lento delle nuove invenzioni indebolisce gli investimenti nelle infrastrutture, cosa che a sua volta indebolisce anche la crescita economica. Oltre ad una crescita più lenta della popolazione, gli esperti attribuiscono il calo della crescita tendenziale dell'attività economica anche ad una produttività sottotono.




Questo declino, a sua volta, si spiega con il rallentamento delle innovazioni e degli investimenti nelle infrastrutture.




La questione principale che ha lasciato perplessi tutti gli economisti è il motivo per cui vi è stata una tendenza al ribasso nella crescita degli investimenti, dato soprattutto il calo dei tassi d'interesse. La maggior parte degli esperti resta in silenzio su questo argomento. Alcuni di loro hanno sostenuto che la tendenza al ribasso dei tassi d'interesse sia stata causata dalla crescita economica modesta, cosa che ha indotto la banca centrale ad abbassare i tassi d'interesse.

Altri esperti hanno abbracciato l'idea che la tendenza al ribasso della crescita economica sia stata causata da fattori di lungo periodo, i quali spingono l'economia su un percorso discendente di crescita economica.

Il problema qui non è di natura ciclica, ma secolare, cosa che non può essere gestita dalla politica monetaria. Quindi si sostiene che la soluzione deve venire da una politica fiscale più aggressiva, in grado di sollevare il trend di crescita economica sottostante, stimolando gli investimenti nelle infrastrutture, cosa che a sua volta darà l'impulso ad ulteriori innovazioni, ecc.

Data l'apparente correlazione positiva tra tassi d'interesse bassi e crescita economica bassa, alcuni commentatori hanno anche messo in dubbio la validità della teoria Austriaca del cicli economico.

Dopo tutto, perché la politica dei tassi d'interesse bassi della Federal Reserve non è riuscita a rilanciare l'attività economica come dice la Scuola Austriaca? Inoltre tra il 1960 e il 1979, quando i tassi d'interesse erano in una tendenza rialzista, anche il trend di crescita degli investimenti stava salendo, contrariamente a quanto suggerisce la teoria Austriaca.



La crescita economica richiede molto più che tassi d'interesse bassi

Anche se dovessimo ignorare i problemi inerenti i vari tipi di misurazione dei dati macroeconomici, la teoria Austriaca del ciclo economico non parla solo della manipolazione meccanica dei tassi da parte della banca centrale.

Parla della politica monetaria della banca centrale e del suo effetto sulla crescita dell'offerta di moneta e sui tassi d'interesse. Inoltre la teoria presta attenzione al danno che causa la politica monetaria allentata al processo di formazione della ricchezza reale.

Un concetto chiave nella formazione della ricchezza reale è che la produzione deve precedere il consumo. È necessario produrre beni utili che possano essere scambiati per altri beni utili.

Quando un panettiere produce pane, non lo produce tutto per il proprio consumo. La maggior parte del pane che produce viene sostituito con beni e servizi di altri produttori, il che implica che attraverso la produzione di pane il fornaio esercita la sua domanda su altri beni.

Per dirla diversamente, la sua domanda è completamente coperta (finanziata dal pane che ha prodotto).



La domanda dipende dalla produzione

La domanda, pertanto, non può stare in piedi da sola ed essere indipendente; è limitata da una produzione precedente, che serve come mezzo per ottenere vari beni e servizi.

Ciò che ostacola la domanda degli individui, è la disponibilità di mezzi a loro disposizione per appropriarsi di tutti i beni e servizi che vogliono. Questi mezzi, però, non escono fuori "dal nulla". Devono essere prodotti.

La produzione di beni e servizi è vincolata al bacino della ricchezza reale: beni finali disponibili affinché forniscano sostentamento nel processo economico. Il bacino della ricchezza reale è la quantità di beni finali disponibili in un'economia a sostegno della produzione futura. Se un uomo necessita di un anno di lavoro per costruire uno strumento, ma ha solo un numero sufficiente di mele risparmiate per un mese, allora lo strumento non potrà essere costruito e l'uomo non sarà in grado di aumentare la sua produttività.[1]



Il ruolo della moneta nell'economia di mercato

In un'economia di mercato, il denaro ha un solo ruolo — mezzo di scambio. Il denaro permette ad uno specialista di scambiare il suo prodotto per quello di un altro specialista.

Lo scambio di qualcosa con qualcos'altro significa anche che il consumo non precede la produzione. Cioè, dobbiamo produrre un prodotto utile prima che possa essere scambiato col denaro e solo allora potremmo scambiare i soldi per i beni che desideriamo. Il consumo è interamente finanziato da una produzione precedente.



Gli effetti del denaro gratis

A causa della politica monetaria allentata e il conseguente aumento dell'offerta di moneta, viene messo in moto un trasferimento di ricchezza da coloro che la creano ai possessori del denaro appena creato. Dal momento che questo nuovo denaro viene generato "dal nulla", abbiamo uno scambio di nulla per qualcosa.

Questo significa che i possessori di denaro appena stampato hanno attinto al bacino della ricchezza reale senza dare nulla in cambio. Di conseguenza questo mette pressione al bacino della ricchezza reale. Analogamente allo stato, questi possessori di denaro di nuova creazione avviano attività che non generano ricchezza. (Queste attività vengono stimolate dal pompaggio monetario. In un ambiente senza ostacoli queste attività, le quali posseggono una bassa priorità tra gli attori di mercato, non sarebbero state affatto avviate.)

Anche in questo caso la politica monetaria allentata indebolisce il processo di creazione di ricchezza e indebolisce il bacino della ricchezza reale.

Si potrebbe però obiettare che qualsiasi forma d'investimento attinga al bacino della ricchezza senza dare nulla in cambio a breve termine. Questo è vero; quindi se l'attuale flusso di produzione di beni di consumo non è abbastanza veloce, allora il bacino della ricchezza finirà sotto pressione nel breve termine.

Nel caso degli investimenti produttivi, ci si dovrebbe aspettare in futuro un rafforzamento del bacino della ricchezza. Questo, tuttavia, non è il caso per quanto riguarda gli investimenti improduttivi.

Successivamente, con un bacino più debole diventa molto più difficile per le imprese mantenere un ritmo degli investimenti in crescita. Di conseguenza anche il ritmo della crescita della produttività subisce lo stesso destino.





Gli effetti sulla preferenza temporale

Si noti che una pressione al ribasso sul bacino della ricchezza reale provocherà un aumento delle preferenze temporali degli individui — una maggiore preferenza nei confronti del consumo presente rispetto al consumo futuro, cosa che metterà una pressione al rialzo sul tasso d'interesse reale.

Per dirla diversamente, un aumento del tasso d'interesse reale avviene in risposta ad un aumento delle preferenze temporali degli individui.

Ciò a sua volta implica un'ulteriore pressione al ribasso sul ritmo degli investimenti, ovviamente una cattiva notizia per la crescita della produttività.

Si prega di notare che, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non è un aumento dei tassi d'interesse in quanto tali che indebolisce gli investimenti, ma l'aumento delle preferenze temporali degli individui. In breve, un calo degli investimenti e un aumento dei tassi d'interesse avvengono in risposta all'aumento delle preferenze temporali degli individui.

Al fine di verificare qualitativamente il danno inflitto al bacino della ricchezza, tutto quello che dobbiamo fare è esaminare i dati relativi all'offerta di moneta.

Nel primo trimestre 1960 la nostra misura della massa monetaria degli Stati Uniti, AMS, era di $147 miliardi. Nel secondo trimestre 2016 questa misura era pari a $4,400 miliardi — un incremento del 2,283%. Da notare che dal primo trimestre 2000 al secondo trimestre di quest'anno, l'AMS è aumentata del 188%.

Con tale pompaggio monetario è ovvio che il processo di creazione di ricchezza sia stato messo sotto forte pressione.




Un altro modo possibile per illustrare la pressione sul bacino della ricchezza reale, è quello di esaminare i cosiddetti tassi d'interesse reali. Dal 1959 al 1979 i rendimenti reali delle obbligazioni societarie AAA Moody's erano in media dell'1.98%, rispetto al 4.26% dal 1980 al luglio 2016. Tralasciando i problemi relativi ai dati e alle distorsioni inflitte dalla FED al mercato obbligazionario societario, si potrebbe sostenere che dal 1980 è probabile che siano aumentate le preferenze temporali. Inoltre si potrebbe sostenere che dal 1980 è probabile che il bacino della ricchezza reale sia finito sotto pressione, ceteris paribus.




Possiamo solo suggerire che, nonostante la politica monetaria allentata, il settore privato è riuscito a creare ricchezza reale; ma col passare del tempo, e a causa dell'enorme pompaggio monetario, la capacità di far crescere il bacino della ricchezza è stata probabilmente ridotta.

Per concludere possiamo suggerire che, contrariamente al pensiero comune, la politica monetaria allentata non può far crescere un'economia, ma sicuramente è in grado di distruggerla.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Richard von Strigl, Capital and Production, Mises Institute, p.8.

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