Bibliografia
▼
lunedì 5 dicembre 2016
Il sistema bancario italiano sull'orlo del baratro
di James Rickards
C'è un vecchio detto: "Chi la fa, l'aspetti." Il significato è ovvio — se ci si ostina a fare qualcosa agli altri, bisogna essere pronti ad aspettarsi lo stesso trattamento per sé stessi.
È quello che sta accadendo oggi in Europa. E proprio ora il segnale più forte non proviene dalla Germania — proviene dall'Italia. Le banche italiane sono in profonda difficoltà finanziaria (come lo erano le banche a Cipro e in Grecia dal 2011 al 2015). Ciò include anche Banca Monte dei Paschi di Siena (BMP), la più antica banca del mondo ancora in attività, fondata nel 1472.
I problemi per Monte Paschi sono iniziati nel 2007, quando ha accettato di acquistare un'altra banca italiana, Banca Antonveneta SpA. Sborsò €9 miliardi in un affare interamente in contanti proprio nel bel mezzo della crisi finanziaria globale. L'accordo s'è rivelato un disastro per Monte Paschi. Ha danneggiato la sua capacità di sopportare perdite.
Poi sono entrati in scena gli investment banker e hanno venduto contratti derivati di Monte Paschi, cosa che non ha fatto altro che nascondere le perdite della banca agli occhi dei regolatori. Questi affari hanno solamente indebolito le finanze traballanti della banca.
I derivati di BMP sono saltati in aria perché hanno perso la scommessa sul valore dei titoli di stato italiani. La banca ha fatto registrare sin dal 2009 €15 miliardi di perdite e ha visto scendere del 99% le sue azioni.
BMP è stata l'unica grande banca ad essere bocciata nei recenti stress test della Banca Centrale Europea (BCE). Le è stato quindi richiesto un aumento di capitale. Gli sforzi per aumentare il capitale sono stati guidati da JP Morgan e da un consorzio tra cui Goldman Sachs e alcune banche cinesi. JP Morgan ha avuto la meglio su un piano concorrente presentato dal banchiere italiano, Corrado Passera.
Il piano prevede la vendita di circa €28 miliardi di crediti in sofferenza e la raccolta di €5 miliardi in nuovo capitale. Ma le relazioni suggeriscono che l'aumento di capitale non sta andando secondo i piani.
Monte dei Paschi deve completarlo entro la fine di dicembre. Ciò sembra improbabile visto che gli italiani si accingono a votare per un referendum costituzionale che potrebbe spodestare l'attuale governo in carica.
L'Italia vuole salvare BMP con i soldi dei contribuenti. Questo è il copione standard che i governi hanno utilizzato nel 2008. Ma le regole sono cambiate.
Angela Merkel, Cancelliere della Germania, sta insistendo sulla linea dura negando soluzioni che prevedano salvataggi statali delle banche. In realtà, questa è la posizione ufficiale di tutto il G-20, come descritto nel comunicato finale di Brisbane a novembre del 2014.
Lì s'è deciso che i salvataggi statali sarebbero stati sostituiti dal "bail-in". In un bail-in non viene utilizzato denaro dei contribuenti per ricapitalizzare la banca in difficoltà. Sono invece gli obbligazionisti ed i depositanti che subiscono haircut e vengono involontariamente convertiti in azionisti.
Immaginate di avere €500,000 in deposito presso una banca. Poi venite avvisati che il deposito è diventato di €250,000 (la somma assicurata), mentre i restanti €250,000 sono stati convertiti in azioni di una "bad bank", la quale potrebbe o non potrebbe produrre rendimenti in futuro. Questo è ciò che accade in un bail-in.
Se andate a leggere il loro comunicato finale, potrete vagliare i dettagli. Nella prossima crisi finanziaria, quando queste banche troppo grandi per fallire finiranno sotto stress, non verranno salvate con i soldi dei contribuenti, perché i leader sanno che ormai è diventata una strategia troppo impopolare. Ci sara un bail-in.
In un bail-in, il governo dice: "No, non vi aiuteremo. Non useremo il denaro delle tasse. Non useremo il denaro della banca centrale. Prenderemo i soldi che si trovano nella vostra banca e li convertiremo in azioni della bad bank; mentre se siete degli obbligazionisti, non otterrete 100 centesimi a dollaro. Otterrete invece 80 centesimi a dollaro, ecc. ecc."
Useranno i soldi già nella banca, che si tratti di depositanti, obbligazionisti o azionisti, e useranno quel denaro per riparare il bilancio.
Vedremo istituzioni finanziarie commissariate e le perdite saranno ripartite tra i depositanti, gli azionisti e gli obbligazionisti. Questo significa che gli obbligazionisti subiranno haircut, i depositanti non assicurati si ritroveranno in mano nuove azioni e gli azionisti attuali rimarranno con un pugno di mosche in mano.
C'è solo un problema. La Merkel sta applicando questa regola all'Italia, ma ora la banca più grande in Germania, Deutsche Bank, è quella in guai seri. Al fine di mantenere la sua linea dura, la Merkel dovrà applicare il "metodo bail-in" anche a Deutsche Bank. Ciò significa un bagno di sangue di perdite a cui il mercato non è pronto. È tempo di prepararsi, perché un panico finanziario è in arrivo.
Se la Germania forzerà l'Italia ad un bail-in di BMP, allora l'Italia insisterà sul fatto che la Germania dovrà applicare la stessa cosa a Deutsche Bank quando sarà il momento. Entrambe le banche sono troppo grandi per fallire e stanno annaspando, ma BMP è più vicina al bordo del baratro. Infatti per Deutsche Bank rappresenta il proverbiale "canarino nella miniera".
Alla Germania non piacerà, ma se non attuerà un bail-in per Deutsche Bank, l'Unione Europea si sfalderà a causa dell'acrimonia tra l'Italia e la Germania.
Rispetto a questa disputa, il Brexit è una bazzecola. La Grecia è un bazzecola di una bazzecola. L'Italia è il vero problema. Se la Germania e l'Italia non possono cooperare, allora non c'è più un'Unione Europea.
I mercati non aspetteranno mentre i politici tedeschi e italiani gireranno intorno alla questione bail-in. Trarranno le proprie conclusioni e inizieranno una corsa agli sportelli nei confronti di Deutsche Bank. Ciò farà calare di un altro 90% le sue azioni che finora hanno visto molti altri crash di prezzo.
Il governo tedesco lascerà che le azioni di Deutsche Bank scendano a €2 prima d'intervenire. È così che gli azionisti daranno il loro "contributo" per il bail-in. Deutsche Bank non andrà in bancarotta e il titolo non andrà a zero. Ma la discesa da qui è davvero molto ripida.
Per quanto riguarda BMP, mi aspetto che gli italiani votino "No" al referendum. Prima la Brexit, poi Trump, ora il prossimo smacco anti-establishment potrebbe essere l'Italia. Non porterà necessariamente al crollo dell'euro o alla scomparsa immediata dell'Unione Europea, ma è chiaro che la rivolta contro l'agenda globalista continua.
La domanda è: quanto duramente si opporranno le élite?
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Adesso però c'è la maestosa vittoria del No, l'Italia risorge come un'araba fenice..... che popolo d'illusi, patetici!
RispondiEliminaLe elite le facciamo troppo intelligenti. Sono scaltre, false, sociopatiche, arroganti, violente e senza scrupoli, ma non sono affatto più intelligenti della media.
RispondiEliminaSe la stanno facendo sotto. Sono patetiche. Si sono subito affrettate a limitare l'impatto del voto referendario.
Non fanno più paura a nessuno. Ci provano coi media minacciando catastrofi inenarrabili se ci si oppone loro. Ma la strategia della tensione è un arnese vecchio. Almeno per chi ha ben compreso il modus operandi di questi pericolosi criminali attaccati alle poltrone del potere politicofinanziario internazionale.
Sono perfidi, ma non più intelligenti della media.
"Le elite le facciamo troppo intelligenti."
RispondiEliminaPerché si tende a considerarle un blocco unico (alle pecore piace il pensiero monolitico: è rassicurante e disimpegnativo).
A mio ultra modesto parere alcune hanno capito che era il momento di defilarsi dalla vecchia strategia globalista, altre non vogliono cedere (vedi Soros).
Sia chiaro: in generale il gioco è lo stesso per tutti, tuttavia il tempo non è una loro creatura: per quanto bravi, ne sono soggetti.
Sul referendum: poveri italioti, sempre alla ricerca dell'omino forte.
Dio, che tristezza!
Riccardo Giuliani
Lo Stato pronto a salvare Mps: iniezione diretta di fondi.
RispondiEliminaIndirettamente sarà lo zio Mario a sostenere questo baraccone, in forza della sua promessa di sostenere con maggiore liquidità sfornata dalla BCE l'emissione obbligazionaria statale italiana. Funzionerà stavolta? Vediamo:
2007: Monte dei Paschi compra Banca Antonveneta per €9.3 miliardi;
2011: Gli stress test europei scoprono che la banca ha un buco di bilancio di €3.3 miliardi;
2012: Il direttore di MPS viene sostituito;
2013: MPS prende in prestito €4 miliardi dallo stato italiano per rimanere a galla;
2014, giugno: MPS raccoglie €5 miliardi in nuovi capitali e ripaga €3 miliardi dei prestiti precedenti;
2014, novembre: Gli stress test sottolineano che MPS è la banca peggio capitalizzata in Europa. La BCE diventa il suo supervisore. La banca vieni messa ufficialmente in vendita;
2015: MPS raccoglie €3 miliardi in nuovi capitali e ripaga il resto dei prestiti precedenti;
2016: Viene annunciato un piano per raccogliere €5 miliardi e vendere €28 miliardi di NPL.
E adesso siamo daccapo, con una banca messa peggio di prima e la necessità di gettare dentro questa dolina finanziaria ulteriori capitali. Quindi di sceglie il calcio al barattolo e guadagnare tempo, in attesa che un qualche deus-ex-machina si presenti inaspettatamente e risolva il tutto. Forse sì, ma non per il meglio. Infatti martedì prossimo è atteso il piano di Unicredit per raccogliere €13 miliardi in nuovi capitali... e la fila dei morti finanziari che camminano potrebbe aumentare.
Ed ecco che iniziano ad essere sparse bombe ad orologeria finanziarie in tutto l'ambiente economico: Monte Paschi to issue 15 billion euro in debt after EU approves liquidity support.
RispondiEliminaAdesso che i contribuenti italiani rappresentano la garanzia collaterale dietro questa dolina finanziaria, probabilmente qualche fesso si farà avanti per ingurgitare debito di MPS e lo ingloberà nel suo bilancio. Ma MPS con quali soldi ripagherà gli "investitori" visto che sta soffrendo di una fuga gigantesca di depositi e la sua redditività è ridicola? Esatto, una partita di giro coi soldi pubblici. Potreste pensare: "Così aumentano i deficit ed il crowfing out delle risorse economiche scarse." Giusto, ma gli statistici giocano con la contabilità e i soldi vomitati in MPS rappresentano "investimenti", quindi magicamente finiscono nel lato degli attivi del bilancio dello stato.
Ciò che non cambia, invece, è la realtà economica: un investimento improduttivo rimarrà un investimento improduttivo e in quanto tale è destinato a fallire; e tutte le risorse scarse che ingloberà saranno distrutte, impedendo una loro utilizzazione per scopi ritenuti più urgenti da parte degli attori di mercato. Improfumare un morto che cammina non vuol dire che sia vivo.