martedì 20 dicembre 2016
Come andrà a finire – Parte II
di Bill Bonner
OUZILLY, FRANCIA – [...] La stampa riporta che i trader sono tranquilli, chiedendosi quale sarà la prossima cosa stupida che farà la FED.
Si dice che nella riunione odierna potrebbe decidere di alzare i tassi ad ottobre... o forse novembre... o forse mai.
Poco importa. La FED ha creato un'economia innaturale, come una serra.
Né le banche, né le imprese, né gli investitori temono una gelata. Nessuno soffre per la siccità o per le inondazioni.
I federali hanno lavorato duramente e per tanto tempo per proteggerli dal mondo esterno... e ora possono sopravvivere solo nello strano mondo dove la luce, l'acqua e la temperatura sono tutti controllati... e possono ottenere denaro a quelli che sono gli interessi più bassi da 5,000 anni a questa parte.
Aprire le porte? Spegnere l'acqua?
Neanche per sogno. La FED non tornerà mai, mai a tassi d'interesse normali determinati dal mercato – almeno non per suo volere. Ci sono troppe orchidee preziose in quella serra. Votano. Elargiscono contributi elettorali. Impiegano milioni di lavoratori. E non possono sopravvivere al mondo esterno.
Basta guardare i numeri...
Gli Stati Uniti hanno un debito totale di circa $65,000 miliardi. Anche ad un semplice 2%, vuol dire che costa $1,300 miliardi l'anno pagare gli interessi. Oppure circa il 7% del PIL.
Ciò lascia l'economia in un equilibrio precario – dove si ha un reddito sufficiente solo per pagare le spese. La crescita economica, se si crede alle cifre, è inferiore al 2%.
Ora aggiungeteci solo 1% ai tassi d'interesse. Che cosa avete?
Altri $650 miliardi di PIL che devono essere dedicati a pagare gli interessi... o più di 1 su un ogni 10 dollari.
Improvvisamente miliardi – forse migliaia di miliardi – di investimenti, speculazioni, miglioramenti del capitale, famiglie, piccole imprese e grandi aziende, finirebbero nei guai. Molti andrebbero in rovina. E l'intero sistema finanziario potrebbe gelare, proprio come accaduto nel 2008.
Aprire le finestre ad ottobre? Può essere. Ma solo un'anta. E poi chiuderle in fretta quando il tempo diventa freddo!
In che modo tutto questo finirà? Continuiamo a chiedercelo in questa seconda parte. (Qui invece la Prima Parte.)
Quando Francis Fukuyama scrisse il suo saggio “The End of History?” nel 1989, le battaglie del XX secolo sembravano essere finite.
Avevamo raggiunto il "punto finale dell'evoluzione ideologica dell'umanità insieme all'universalizzazione della democrazia liberale occidentale come forma finale di governo umano", scrisse.
Con la guerra fredda alle battute finali, il capitalismo democratico moderno poteva essere perfezionato. Le aziende statunitensi potevano affrettarsi a vendere i loro prodotti a 1.5 miliardi in più di consumatori, usciti dalla cortina di ferro. E gli Stati Uniti non avrebbero dovuto spendere così tanto per la difesa.
Questo era il vantaggio più evidente e immediato per gli Stati Uniti – un "dividendo di pace". Miliardi di dollari potevano essere liberati dal bilancio della difesa e usati in modo migliore altrove.
Le cose stavano migliorando.
Ben presto, tutti avrebbero cercato d'imparare le ultime tecniche nel mondo della finanza e dell'imprenditoria... aprendo fabbriche per produrre cose per quelle persone che prima non potevano permettersi... giocando d'azzardo sul debito del Terzo Mondo (con una garanzia dei federali nella loro tasca posteriore)... accumulando scorte commerciali di aziende che appartenevano allo stato... e con l'obiettivo di mandare i propri figli e figlie alla Stanford in modo che sarebbero stati in prima linea per trovare un lavoro presso Goldman Sachs.
Le cose sono migliorate ancor di più quando, alla fine degli anni '90, sembrava che l'Era dell'Informazione ci avrebbe liberati dai vincoli dell'Era delle Macchine.
Basta assi e motopropulsori. Basta pozzi di petrolio. Due cose sostenevano la crescita economica, o almeno così si diceva all'epoca: l'ignoranza e le risorse. C'era bisogno di scienziati e ingegneri per progettare e costruire una ferrovia. C'era inoltre bisogno di input di materiali: ferro, rame, acciaio, ecc... e cosa più importante: l'energia.
L'istruzione sottraeva tempo e denaro. E la Stanford era in grado di gestire solo poche migliaia di studenti. La maggior parte delle persone – in particolare quelli in Africa, Asia, e Oklahoma – non avevano accesso facile alle informazioni di cui avevano bisogno per andare avanti.
Internet ha cambiato tutto.
Volete costruire un reattore nucleare?
Cercate su Google!
Volete sapere come funziona la Legge di Say? O la Legge di Boyle? O la Legge delle Conseguenze Non Intenzionali?
È tutto lì. Con abbastanza immaginazione si può quasi vedere un Okee in una roulotte a Muskogee che studia metallurgia on-line. Si può quasi vederlo guidare fino alle Koch Industries a Wichita con un piano per un nuovo modo di processare il tungsteno.
E se si beve abbastanza, si può quasi mettere a fuoco un mondo di persone che studiano... comparano... inventano ... innovano...
...il che porta – alla velocità di un elettrone che rimbalza in un disco rigido – ad un favoloso universo di iper-progresso.
Il MIT ha solo 11,319 studenti. Ma con Internet, milioni di persone in tutto il mondo hanno ora accesso a più o meno le stesse informazioni.
Ci sono anche università gratuite che rendendo più facile studiare e apprendere.
Vi è un numero quasi illimitato di scienziati e ingegneri – per non parlare di scienziati pazzi e scienziati sociali pronti a mettere in pista il loro pensiero e fare del mondo un posto migliore. Sicuramente vedremo un'esplosione di nuovi brevetti, nuove idee e nuove invenzioni.
Per quanto riguarda le risorse, anch'esse sarebbero fluite a frotte. Nella nuova Era dell'Informazione, non sarebbe stato più necessario tanto acciaio o così tanta energia. C'era bisogno solo di un paio di elettroni per diventare miliardari.
Dopo tutto, quanti laminati d'acciaio produce Bill Gates? Quanta terra smuove Larry Ellison?
Il capitale che conta davvero è il capitale intellettuale, non le risorse fisiche. O almeno così si diceva. Se usaste il vostro cervello, potreste interrompere le attività tradizionali, dis-intermediare gli intermediari e ridurre la necessità di energia e risorse. La nuova economia era leggera, in rapido movimento, e infinitamente arricchente. Non c'erano limiti conosciuti su quanto velocemente potesse crescere questa nuova economia!
Queste erano idee velenose e verso la fine degli anni '90 intossicarono gli investitori. Hanno fatto salire i prezzi delle società dot-com a livelli vertiginosi.
E poi, naturalmente, il Nasdaq s'è schiantato.
Una dopo l'altra, le illusioni, le truffe e le fallacie del tardo XX secolo si sono sfaldate:
Niente "dividendi in tempo di pace"... L'esercito ed i suoi clientelisti ingrassano i propri bilanci.
Niente "fine della storia"... ciò era fin troppo evidente il 9 settembre 2011.
Niente "iper-progresso"... niente "Grande Moderazione"... nessuna economia "Goldilocks" – tutto questo s'è concluso il 15 settembre 2008, quando Lehman Brothers ha dichiarato bancarotta.
E per quanto riguarda la produzione reale, la ricchezza misurabile – anche Internet è stato un vero disastro. Nel 2015 il World Wide Web ha collezionato due decenni di vita. E i ritmi della crescita economica sono stati in media solo la metà di quelli di mezzo secolo prima.
Mentre il nuovo secolo diventava l'equivalente di un adolescente scontroso, il terreno era disseminato di residui, caduti dagli occhi di milioni di genitori.
L'intero XXI secolo è stato un flop. Le persone non sono affatto diventate più ricche. Invece, sono diventate più povere. A seconda di come la si voglia misurare, il tipico uomo bianco ha perso fino al 40% dei suoi guadagni reali dall'inizio del secolo.
Le persone si sono strofinate gli occhi e hanno provato a guardare meglio; una volta messa a fuoco, l'immagine risultate era più spettrale. Hanno capito che la promessa di un maggiore progresso materiale e di una maggiore libertà politica era una farsa.
Negli Stati Uniti, i ritmi della crescita economica sono diminuiti ad ogni decennio sin dagli anni '70. Anche la crescita dei salari reali è rallentata... e addirittura s'è invertita. Ed il sistema finanziario è diventato così contorto che il settore pubblico è stato l'unico ad avere facile accesso al capitale.
Lo stato ora è più potente e più invadente che mai... e in grado di prendere in prestito ai tassi più bassi della storia.
Ci sono stati anche segni di una profonda rottura.
I soldati di ritorno dal Medio Oriente si stavano uccidendo a frotte.
L'uomo a Muskogee è probabile che sia un tossicodipendente a salario minimo che guarda porno su Internet piuttosto che studiare metallurgia.
Il debito ha raggiunto livelli record – al 355% del PIL. La pace sembra tanto remota quanto la prosperità reale.
E poi... a giugno del 2016... il partito repubblicano ha scelto uno sviluppatore immobiliare di New York (ed ex-demoratico), Donald Trump, come suo candidato presidenziale – l'alfiere più improbabile per un importante partito politico nella storia degli Stati Uniti.
Per la maggior parte dei repubblicani, Trump aveva solo un titolo di studio importante: non era Hillary Clinton.
La Clinton, forse più di ogni altro politico, era il volto dell'establishment. Aveva le sue impronte digitali su ogni pezzo del puzzle – il calo dei salari e del PIL... l'ascesa di Wall Street e del cosiddetto "Un Percento"... le guerre... il debito... e lo stesso Stato Profondo.
Come queste cose siano venute in essere, e dove ci condurranno, è oggetto di molte speculazioni. Soprattutto di quelle nel libro The Breaking Point di Dale Davidson.
Il piacere del libro è che si avvicina a questi problemi in modo originale e interessante. Thomas Piketty (i ricchi diventano più ricchi), Robert Gordon (le innovazioni importanti sono già dietro di noi), Joseph Tainter (è troppo complicato) – hanno tutti teorie sul motivo per cui il XXI secolo sia una vera delusione.
Anche Davidson unisce i puntini... ma più puntini... e puntini più inaspettati... che forse nessuno ha mai unito.
Alla fine, scrive Davidson, "il lungo periodo incontra il presente [dove] i sistemi non più redditizi esauriscono il loro credito e vanno in rovina. Il punto di rottura è una partenza non lineare sulla strada verso il nulla. È qualcosa che si verifica quando le garanzie crollano, seppellendo la fiducia della popolazione nel denaro fiat e nelle istituzioni che lo creano e lo regolano."
Ecco perché Donald Trump nell'estate 2016 s'è alzato in piedi davanti al popolo americano promettendo di "far tornare grande l'America."
Quelli che lo ascoltavano sapevano che c'era qualcosa di profondamente sbagliato. E volevano disperatamente credere che Trump potesse risolvere il problema.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Un empirista scettico può solo dire: vedremo. E nel frattempo, col buon senso del liberale classico (teoria economica austriaca), continua a pararsi le chiappe nei limiti del possibile.
RispondiEliminacomunque che avrebbero alzato un minimo i tassi per infastidire trump, l avevamo detto. comunque non va a finire, non va a finire mai. ed anche prima si studiava da soli ed in modo economico. sui libri.
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