Bibliografia

giovedì 8 settembre 2016

Il collasso economico meritato del Venezuela





di Gary North


La maggioranza degli elettori del Venezuela è rappresentata da ladri. Hanno cercato di votare per ottenere una prosperità attraverso lo stato sociale.

Questa preferenza per il furto mediante le urne è esplosa loro in faccia.

Bene.

Immaginare che il furto possa produrre un qualsiasi altro risultato significa immaginare che:
  1. la disonestà è la politica migliore;
  2. i ladri vincono nel lungo periodo;
  3. la proprietà privata è un furto.

I venezuelani hanno eletto e ri-eletto il socialista Hugo Chavez. Chavez era un dittatore di latta il cui modello -- retoricamente e ideologicamente -- era Fidel Castro. Amava fare discorsi di tre ore. Amava ascoltarsi parlare.

Dopo che Chavez è morto di cancro, i venezuelani hanno votato per il suo successore: un ex-autista di autobus. Maduro porta avanti le politiche di Chavez.

Chavez ha preso le rendite petrolifere e ha creato burocrazie enormi, grazie alle quali i suoi compari politici hanno prosperato. Ha lasciato che parte di questo denaro arrivasse agli elettori, che lo hanno ri-eletto per quattro volte.

Il Venezuela era sostanzialmente Cuba con un reddito petrolifero. Ma ora i proventi del petrolio sono in calo. Il libero mercato è paralizzato. Maduro ha raddoppiato la tirannia dello stato sociale. Il governo confisca le risorse vitali, come il cibo. La carenza di cibo è diffusa a livelli strabordanti. Il governo lo raziona.

Peggio starà l'economia, più il governo di Maduro stringerà il cappio. Queste sono solo le conseguenze dello stato sociale: controllo dei prezzi, razionamento del cibo, riduzione dei consumi, e invettive contro nemici senza nome.

Questo disastro economico è talmente raccapricciante che il New York Times ha pubblicato questo editoriale:

Mentre è stato messo in campo il tentativo di spodestare il presidente Nicolás Maduro attraverso un referendum, il suo governo sta facendo aumentare il livello della repressione. Venerdì scorso Maduro ha dichiarato lo stato di emergenza per 60 giorni, dicendo che era necessario per annullare ciò che ha descritto come "colpo di stato" e confrontarsi con "tutte le minacce internazionali e nazionali nei confronti della nostra nazione."

Le minacce che i venezuelani devono affrontare non sono il risultato di complotti stranieri o nazionali, ma della leadership disastrosa di Maduro. Sotto la sua presidenza, il sistema sanitario del paese s'è atrofizzato talmente tanto che i venezuelani muoiono ogni settimana a causa della carenza cronica di medicinali ed ospedali mal equipaggiati.

La violenza è aumentata vertiginosamente a causa di bande armate fedeli al governo che vagano per le strade. Durante i primi tre mesi di quest'anno, 4,696 persone sono state uccise in Venezuela, secondo il governo, e nel 2015 più di 17,700. Il bilancio trimestrale delle vittime è superiore ai 3,545 civili uccisi l'anno scorso in Afghanistan, un numero record.

La scarsità di beni alimentari e di base rischia di peggiorare l'economia del Venezuela, la quale continua a contrarsi. I prigionieri politici, nel frattempo, hanno languito dietro le sbarre per anni, vittime di un sistema giudiziario corrotto.

Questa crisi ha messo in luce le promesse vuote insite nelle politiche socialiste di Maduro e del suo predecessore, Hugo Chávez, spacciate sin dalla fine degli anni '90. Mentre molti venezuelani hanno avuto un assaggio di prosperità grazie ad abitazioni migliori, cibo sovvenzionato e salari più alti quando i prezzi del petrolio erano alti -- il petrolio rappresenta circa il 96% delle esportazioni del Venezuela -- il governo non è riuscito a costruire qualcosa di simile ad un'economia sostenibile.

Tutto questo è vero, e c'è molto, molto di più.

In linea di principio, nulla è cambiato da quando Chavez è stato eletto Presidente nel 1998. Era il capo del Partito Socialista Unito. Gli elettori sapevano esattamente quello che stava per accadere: furto attraverso le urne.

Ora i risultati sono in bella mostra: povertà diffusa. Chi l'avrebbe mai immaginato?

Così i furti sono aumentati. I disordini per il cibo sono ormai eventi quotidiani. Così anche i saccheggi.




Il Venezuela è l'unico paese dell'emisfero occidentale che potrebbe imitare Haiti.

Si tratta di uno stato fallito.

Si tratta di uno stato socialista. Quindi è chiaro che sia fallito. Il socialismo funziona fino a quando i soldi degli altri non si esauriscono.

Il denaro è finito.

Henry Louis Mencken lo disse meglio: "La democrazia è quella teoria secondo cui la gente comune sa quello che vuole, e merita di ottenerlo."

Quindi qual è la nostra responsabilità? Nei confronti del governo del Venezuela, nessuna.

Se siete a conoscenza di un ente caritatevole che davvero può far arrivare cibo alle famiglie in Venezuela, fate una donazione. Ma se il governo la confischerà, non fatela. Chiedete la prova che i destinatari stiano effettivamente ricevendo il cibo o altre forniture.

Mi dispiace per gli elettori impoveriti che hanno votato contro Chavez e Maduro. Ma coloro che li hanno eletti stanno imparando che le cattive idee hanno conseguenze negative. Esiste causa etica ed effetto etico nella storia.

Se v'è capitato di sentire le parole "stato fallito", potreste aver notato che non vengono mai applicate ad una società capitalista. Ci sono buone ragioni per cui le cose stanno così.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Credo che ci si debba solo chiedere quali siano le condizioni migliori affinché l'essere fragile, imperfetto, effimero e molto diversificato che è l'uomo possa esprimersi al meglio senza creare volontariamente problemi ai suoi simili.
    Probabilmente, la autoresponsabizzazione potrebbe essere un presupposto importante della libertà di scelta. Ma sono tante le variabili in gioco per ognuno. E prime fra tutte quelle culturali, cioè il tipo di civiltà in cui ci si è formati.
    Il Sudamerica non ha mai dato grandi esempi dal punto di vista politicoeconomico. Per tanti motivi. Storici, culturali e geopolitici.
    Credo che sia un continente che perseverera' ancora a lungo nella demagogia del pasto gratis.
    E l'etica è una conseguenza culturale.
    Stesso motivo per il quale sono contrario al magna magna olimpionico a Roma. Le vogliono? Le organizzassero in Trentino o in Friuli....

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    1. Senza dubbio è controproducente deresponsabilizzarsi affidando le proprie sorti ad altri, anche quando si ritiene di poterli controllare e sostituire.
      L'errore è proprio nella delega per avere qualcosa in cambio di nulla.
      Cooperare va già meglio, perché implica partecipazione allo scambio. E liberamente. Non altrimenti.

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