lunedì 26 settembre 2016

Gli elicotteri neri di Bernanke





di David Stockman


Ben Bernanke è uno degli uomini più pericolosi sul pianeta Terra. In quest'epoca di dominio del settore bancario centrale sulla vita economica, egli rappresenta sicuramente il pifferaio magico della rovina monetaria.

Sin dal 2002 ha parlato di "elicottero monetario", come se un qualcosa che è solo ciarlataneria economica avesse una base legittima. Ma togliete lo pseudo-gergo scientifico e capirete che tale metafora significa semplicemente monetizzazione del debito pubblico — la più antica forma di "qualcosa in cambio di niente".

All'epoca le chiacchiere dello zio Ben sull'elicottero monetario erano considerate una sorta di metafora teorica sui poteri ultimi dei banchieri centrali, e soprattutto la loro capacità di prevenire lo spauracchio della "deflazione".

Infatti Bernanke era considerato uno studioso importante della Grande Depressione e un discepolo di Milton Friedman riguardo la causa del relativo scoppio: eccessivo rigore della FED nel 1930-1932. Queste sono sciocchezze, come ho dimostrato in The Great Deformation, ma ha dato loro un'aria di plausibilità e ha fornito un pedigree addirittura conservatore ad un'idea veramente stupida e pericolosa.

Infatti Bernanke, durante un discorso alla festa del 90° compleanno di Friedman, promise che i banchieri centrali moderni — guidati da lui stesso — non avrebbero mai lasciato che accadesse di nuovo.

Presumibilmente Bernanke parlava della deflazione del 25% nel livello generale dei prezzi dopo il 1929. La deflazione è considerata in malo modo dal pubblico moderno, perché nessuno sembra ricordare che la deflazione degli anni '30 non era altro che la liquidazione parziale dell'inflazione del livello generale dei prezzi durante la Grande Guerra.

In ogni caso, Bernanke stava semplicemente delirando quando insinuò che il crollo del boom dei Ruggenti Anni Venti aveva a che fare con le condizioni del 2002. Anche l'affermazione che il Giappone era afflitto da una grave deflazione all'epoca, era palesemente falsa.

Infatti, durante le fasi finali del boom giapponese del credito e delle esportazioni, il livello dei prezzi interni era salito notevolmente, aumentando di quasi il 70% tra il 1976 e il 1993. E poi semplicemente si appiattì dopo il grande crollo del mercato azionario e immobiliare del 1990-1992.

Quindi, anche con l'esempio del Giappone, non vi era alcuna base per aver paura di una "deflazione" in stile Grande Depressione mistificata invece da Bernanke.

Lo zio Ben stava semplicemente dimostrando d'essere uno sciroccato accademico pericoloso e senza scrupoli, in quanto stava erogando tra i politici il veleno ideologico più tossico della storia. Vale a dire, un invito ad immergere il fisco pubblico talmente in profondità nell'inchiostro rosso, in modo che le banche centrali avrebbero potuto comprare obbligazioni nella loro presunta lotta contro il flagello della deflazione.




Nel corso degli anni sin dal 2002, non vi è stata alcuna deflazione dei prezzi sul pianeta. Durante la sua permanenza alla FED, Bernanke gridava al lupo per la potenziale minaccia di una deflazione incombente, ma non è mai apparsa. Dal momento della sua promessa pretenziosa al compleanno di Friedman fino ad oggi, l'IPC è aumentato ad una media dell'1.8% l'anno.




Ma questo non ha fermato Bernanke. Nel 2011 è anche riuscito ad ingannare i non-keynesiani alla FED affinché abbracciassero ufficialmente il suo sistema di inflation targeting. Questa idea sballata si basava sull'idea che gli Stati Uniti non avessero abbastanza inflazione, e che un aumento annuale del 2% nell'IPC fosse essenziale per la crescita economica e la piena occupazione.

Non c'è uno straccio di prova che un 2.00% d'inflazione abbia implicazioni diverse per una crescita economica reale rispetto all'1.80%, o all'1.00%, o addirittura all'assenza d'inflazione.

Stiamo semplicemente parlando di numeri magici utilizzati nel gergo econometrico da banchieri centrali e dai loro accoliti keynesiani. La sua funzione reale non è quella di consentire una maggiore crescita del tenore di vita delle persone, ma giustificare un'intrusione monetaria continua nei mercati finanziari da parte di un politburo monetario non eletto e presumibilmente onnisciente.

Alla fine, l'insidiosità dell'inflation targeting di Bernanke è stato il fatto che si sia diffusa in quasi tutte le banche centrali del mondo. Nel caso della BCE, è la stessa ragion d'essere per il folle acquisto mensile di Mario Draghi di $90 miliardi di titoli di stato e altri titoli. Tuttavia, a parte l'impatto evidente della deflazione dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime nel corso degli ultimi due anni, non c'è alcuna prova di deflazione in Europa.

Infatti, sin dal 2002 l'IPC della zona Euro è aumentato ad un tasso medio dell'1.8% all'anno. In realtà, l'inflazione ha probabilmente ostacolato la crescita economica, e certamente ha eroso il tenore di vita dei pensionati e dei salariati.




Neanche il Giappone ha sofferto di deflazione dell'IPC sin dal tempo in cui Bernanke ha cominciato a parlare dei suoi elicotteri.

Sì, i suoi mercati immobiliari e azionari enormemente gonfiati ancora oggi si trovano ben al di sotto dei livelli di picco della bolla nel 1989. Ma questo non è dovuto alla mancanza di stimolo monetario sin da allora; è la conseguenza inesorabile della massiccia bolla finanziaria creata dalla BOJ durante gli anni prima del crollo.

Quello che il Giappone ha sperimentato è una deflazione dei prezzi degli asset finanziari, non una contrazione nei numeri dell'IPC. Ciò che in realtà sta dietro all'idea dell'inflation targeting, quindi, è la dottrina ancora più insidiosa dell'effetto ricchezza. Cioè, l'idea che finanziare gli speculatori affinché portino i prezzi delle azioni e delle obbligazioni a livelli più alti, possa effettivamente permettere alle banche centrali di creare guadagni duraturi negli standard di ricchezza e di vita reali.




Quindi possiamo dire che raramente un'idea politica più insidiosa e distruttiva dell'inflation targeting di Bernanke abbia acquisito ampio consenso. La prova è proprio il Giappone — il destinatario sfortunato di due decenni di consulenza distruttiva di Bernanke e dei suoi propagatori.

All'inizio del 2013 il governo giapponese ha adottato l'inflation targeting con sconsiderato abbandono. A quel tempo, il Primo Ministro Abe ha letteralmente confiscato la BOJ e vi ha insediato un burattino che non ha avuto scrupoli a far arroventare la stampante monetaria.

Il bilancio della BOJ ha superato il 50% del PIL — rispetto al 3.3% del PIL per quanto riguarda la FED quando Alan Greenspan divenne presidente e inaugurò l'era attuale della Finanza delle Bolle.

I risultati di Kuroda-san sono $8,000 miliardi di debito pubblico a rendimento negativo e la distruzione virtuale del mercato dei titoli di stato in un paese che è il più grande debitore del mondo.

Al contrario, la follia monetaria della BOJ non ha fatto salire di una virgola l'IPC. Continua a viaggiare lungo la linea piatta, ma ancora più importante, l'economia reale non s'è ripresa.

I redditi reali delle famiglie giapponesi sono ancora il 7% al di sotto dei livelli del 2011 e il 5% al di sotto di quando Kuroda ha arroventato la stampante monetaria della BOJ.




Inutile dire che la spesa reale delle famiglie, come illustrato qui sopra, ha seguito lo stesso modello triste. Mentre il Giappone una volta era considerato il regno dei risparmiatori, tale attribuzione ormai è scomparsa anni fa. Oggi il tasso di risparmio delle famiglie è sceso a zero, il che significa che la crescita dei consumi dipende dalla produzione e dal reddito. Quest'ultimo, tuttavia, non è affatto cresciuto con l'Abenomics.

Infatti, il PIL reale si sta attualmente dirigendo verso il suo quinto tonfo sin dalla grande crisi finanziaria, e non è più in alto di quanto era all'inizio del 2013. Tuttavia, il primo ministro Abe ha annunciato che ora raddoppierà lo "stimolo".

E questa volta non si sta facendo remore a chiamare gli elicotteri. Perché anche Ben Bernanke stesso è a disposizione per aiutare ad organizzare la baldoria monetaria finale del Giappone.




Inutile dire che la risposta iniziale del mercato azionario giapponese è stata di un entusiasmo strepitoso. Negli ultimi due giorni il mercato è salito oltre il 6%. Un recente articolo di Bloomberg non ha lasciato dubbi sul perché:

Il Topix [...] ha visto il suo più grande salto sin dal 15 febbraio, mentre Abe ha detto che domani ordinerà l'elaborazione di un pacchetto di stimolo economico. Una persona vicina alla questione ha detto che il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha incontrato lunedì l'ex-presidente della Federal Reserve, Ben S. Bernanke, durante il pranzo a Tokyo, alimentando ulteriormente le speculazioni per un QE maggiorato. Le azioni giapponesi ne hanno beneficiato ulteriormente, mentre le notizie positive circa i salari negli Stati Uniti sono state migliori del previsto stimolando un rally dei titoli azionari globali.

"Con la speranza che lo stimolo arriverà prima del previsto, gli investitori la considerano una possibilità d'acquisto," ha detto Hiroaki Hiwada, stratega presso Toyo Securities Co. La visita di Bernanke "rende naturale sperare in un ulteriore allentamento monetario."

Marterdì Abe ha in programma una riunione di gabinetto incentrata sulle misure economiche e prenderà in considerazione più di ¥10,000 miliardi di stimolo, ha riferito il quotidiano Nikkei. Dopo l'incontro con Kuroda, Bernanke si incontrerà con Abe domani, secondo Reuters.

In realtà, il punto è che questo pacchetto d'espansione fiscale sarà finanziato da un aumento equivalente d'acquisti di obbligazioni da parte della BOJ. Qua stiamo parlando dell'elicottero monetario.

Ma stiamo anche parlando di suicidio fiscale e monetario. Il debito del Giappone è così massiccio ed è aumentato in modo talmente inesorabile, sebbene la sua popolazione e la forza lavoro abbiano iniziato a ridursi, che quest'ultimo round di stimolo fiscale può avere un solo risultato.

Vale a dire, il governo del Giappone alla fine sarà costretto a rinnegare i propri debiti in pancia alla BOJ. Quando ciò accadrà, sarà dietro l'angolo un'implosione monetaria.




Nel frattempo, la dottrina abominevole di Bernanke può diffondersi in Europa o anche qui. Già l'adozione universale della sua variante QE — vale a dire, l'elicottero in versione light — ha reso i mercati obbligazionari globali una farsa.

L'intromissione dei banchieri centrali nell'equilibrio domanda/offerta dei mercati obbligazionari globali, ha spinto $13,000 miliardi di titoli di stato nella zona sotto zero. E questa follia, che ha già inghiottito il 33% di tutti i titoli di stato in circolazione, sta accelerando la sua diffusione.

Prima del Brexit c'erano poco meno di $11,000 miliardi di debito sotto lo zero, e solo tre anni fa non c'erano affatto.




Una carrellata fornita dal Wall Street Journal parla da sé.

In Svizzera i titoli di stato a scadenza più lunga, bond a quasi mezzo secolo, hanno ora un rendimento sotto lo zero. Quasi l'80% dei titoli di stato giapponesi e tedeschi hanno rendimenti negativi, secondo Citigroup.

Ora il rendimento infimo si sta diffondendo a titoli che hanno un profilo più rischioso. Più gli investitori diventano affamati per rendimenti decenti, più i rendimenti dei titoli scendono.

"È un serpente che si morde la coda," ha dichiarato Iain Stealey, un gestore di fondi presso J.P. Morgan Asset Management.

L'Italia, che è in preda ad una crisi bancaria, ha circa $1,600 miliardi di debito sovrano a rendimento negativo.

Il rendimento sul decennale della Lituania è più che dimezzato quest'anno, a circa lo 0.5%, secondo Tradeweb. Quest'anno il rendimento del decennale di Taiwan è sceso da circa l'1% allo 0.7%, secondo Thomson Reuters.

E questa non è nemmeno la metà della storia. Secondo lo stesso WSJ, ora ci sono $275 miliardi di obbligazioni societarie a rendimenti sotto lo zero. Infatti i gestori di fondi e gli scommettitori nel mercato a reddito fisso in tutto il mondo, sono letteralmente impazziti nella loro caccia a rendimenti decenti.

Ai clienti non importa se si tratta del Messico o della Polonia o della Corea del Sud, ha detto, "vogliono solo un rendimento più elevato."

I fondi di debito nei mercati emergenti hanno visto il loro picco d'afflusso nella settimana terminata il 6 luglio, secondo Bank of America Merrill Lynch.

Quando tutto questo baraccone salterà in aria, si spera che il tribunale per i crimini di guerra dell'Aia ritenga necessario ampliare il suo mandato affinché includa anche i crimini economici contro l'umanità. Ben Bernanke sarebbe sicuramente il primo accusato.

Dopo tutto, gli elicotteri monetari faranno più male alla gente di tutto il mondo rispetto a qualsiasi guerra.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Ciao

    Dato che Stockman ci gira intorno ma non riesce a dirlo apertis verbis, ci provo io.
    Bc e fiatmoney sono due strumenti di potere. Servono a tenere in piedi un sistema politicofinanziario che ormai mostra la corda, ha fatto il suo tempo e non ce la fa più. Oggi questi strumenti sono armi ancora pericolose per conservare lo status quo dirigista che non vuol saperne di... morire.
    Sono cmq armi logore anch'esse come il potere che le usa. Prima o poi saranno inutilizzabili. Con conseguenze estreme. Ma non nuove nella Storia.

    Si cerchi, nei limiti del possibile, di non dipender troppo da potenti decadenti.

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    1. Ciao Dna.

      Infatti il keynesismo è praticamente morto. La sua giustificazione all'intrusione crescente della pianificazione monetaria centrale nelle vite degli attori di mercato ha creato un ambiente di mercato falsato e distorto, sorretto solamente da un pallido riferimento al tomo ingarbugliato che Keynes pubblicò nel 1936. Gli Stati Uniti, come l'Italia, continuano a far deficit nonostante si dice che ci sia una ripresa economica palpabile, contrastando uno dei principi fondamentali presenti nel manuale "economico" keynesiano. Dal punto di vista accademico non c'è più niente che sorregge l'attuale status quo, solo la paura di perdere vagonate di denaro e destabilizzare irreversibilmente il sistema econoimco/finanziario. Le politiche straordinarie delle banche centrali, ad esempio, sono state accettate senza riserve da parte del mondo accademico maisntream. Su quale base teorica? Non si sa.

      In questo contesto gli Austriaci, e io in particolare, hanno sempre spiegato come e perché l'attuale stato di cose sia insostenibile. L'opportunità per scalzare mentecatti universitari e sciroccati monetari assortiti sarà fornita dalla prossima recessione. Quel vuoto accademico potrà essere colmato dalla teoria propugnata dagli Austriaci.

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    2. Magari il keynesismo è morto, ma i keynesiani vecchi e nuovi continuano a presentarsi come i detentori incompresi della vera saggezza economica. Per altro, i loro finti avversari liberisti e neoliberisti dominano lo scenario finanziario. Ma parliamo dei piani alti.
      La gran massa degli addetti negli ambienti accademici, finanziari e politici fa rabbrividire per la pochezza culturale generale e di settore. Humus ideale per corruzione ed altre schifezze.

      Ci vorrà un sacco di tempo per scalzare certe idee dalle accademie e di più dalla testa vuota di tanta gente. Conosco molti comunisti nostalgici e molti giovani marxisti e criptomarxisti. Nel 2016!!!

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