Bibliografia

martedì 30 agosto 2016

Il post-mortem del Brexit





di Alasdair Macleod


È passato un mese dopo il voto della Gran Bretagna per lasciare l'UE. Sono subentrati un nuovo primo ministro e un nuovo cancelliere, mentre David Cameron e George Osborne sono rimasti senza parole. Il terzo uomo nel triumvirato, Mark Carney, è ancora in carica. Dopo aver preso una posizione politica nel dibattito pre-referendario, non c'è dubbio che la caduta post-referendum della sterlina sia stata maggiore proprio a causa di ciò.

Questo articolo prende in considerazione le stime del Tesoro sugli effetti del Brexit sull'economia britannica e il ruolo di Carney nella vicenda, poi valuta le conseguenze effettive.



Le armi economiche di distruzione di massa del Tesoro inglese

Uno dei modelli del Tesoro prevedeva che il Brexit sarebbe costato ad ogni famiglia £4,300 ogni anno. C'erano almeno due cose sbagliate in questa previsione. In primo luogo, suddetto costo era stato presentato come perdita di reddito netta, in altre parole, la porzione di salario che la famiglia media avrebbe perso. La stima non riguardava nulla del genere, rappresentava invece le valutazioni del Tesoro in caso di Brexit: la perdita di PIL annuo diviso il numero di famiglie.

L'altra cosa sbagliata è altrettanto ovvia. Nessun modello economico è in grado di prevedere un risultato senza input soggettivi. Questo è il motivo per cui la spazzatura statistica in entrata produce spazzatura statistica in uscita. Si possono anche ricercare risposte specifiche in un modello economico alimentandone le ipotesi, ma si ha il sospetto che questa era la base principale di ciò che la stampa aveva soprannominato "Progetto Paura".

C'erano infatti due modelli del Tesoro, il primo descritto qui sopra, che aveva lo scopo di prevedere le prospettive a medio-lungo termine; e un secondo, che prevedeva una recessione immediata in caso avessero vinto i "leave". Questo è il modello VAR del Tesoro, il quale utilizza l'analisi statistica per misurare e quantificare il livello di rischio finanziario. L'ipotesi, senza alcuna base empirica, era che il Brexit sarebbe equivalso ad uno shock economico così grande come la crisi finanziaria del 2008.

Le conclusioni di questi due modelli hanno permesso a George Osborne di minacciarci con un disastro economico se non avessimo votato per il "remain".

Un punto importante che sembra essere stato ignorato dagli economisti del governo al momento delle loro previsioni, è che noi tutti andiamo avanti con la nostra vita, e con un certo successo se lo stato ci lascia in pace. È quando quest'ultimo interferisce che le cose iniziano ad andare male. Inoltre, i burocrati statali sono convinti che necessitiamo di accordi commerciali nazionali e sembrano incapaci di comprendere che la popolazione se la cava meglio col libero scambio.

Non divagheremo spiegando l'inutilità dei modelli economici, ma evidenzieremo l'abuso che ne fa il Tesoro. Un documento indipendente del professor David Blake, pubblicato dalla Cass Business School, espone l'intento reale del Tesoro. Egli si spinge fino a descrivere le conclusioni pubblicate come "dossier loschi", termini usati in precedenza per descrivere la relazione fasulla dell'intelligence che ci ha condotto nell'ultima guerra in Iraq. Tanto per fare un'analogia con quest'ultimo caso, è come se lo scopo della valutazione economica del Tesoro era quello di minacciarci con armi economiche di distruzione di massa inesistenti.

Le scoperte del professor Blake sono schiaccianti, ma hanno avuto scarsa risonanza negli ambienti finanziari rispetto alle previsioni del Tesoro, le quali sono state quasi sempre accettate senza riserve. Le previsioni del Tesoro sono state poi rafforzate quando Mark Carney, Governatore della Banca d'Inghilterra, è insolitamente intervenuto nel dibattito politico. Affermando che la Banca ha un mandato per avvertirci di minacce economiche, ha fornito alle previsioni del Tesoro una credibilità ingiustificata. Anche se ha negato la natura politica del suo intervento, non c'è alcun dubbio che era una bugia.

Se la Gran Bretagna avesse votato per rimanere nell'UE, non ci sarebbe stato alcun problema immediato per i mercati. In vista del voto, la sterlina si è apprezzata in una crescente convinzione che avrebbero vinto i "remain", perché le probabilità degli scommettitori dicevano così. Invece il voto è andato nella direzione opposta. E la ragione per cui i mercati hanno reagito in modo scomposto, è praticamente dovuta ai dossier loschi del Tesoro ed ai moniti di Mark Carney.

La sterlina è scesa subito di oltre il 10% e anche i mercati del mondo hanno preso una bella botta. Si è anche venuta a creare una corsa ai fondi immobiliari commerciali. Ma l'evento più importante, dal punto di vista della Banca d'Inghilterra, è stato il crollo della sterlina. Un evento contrario alla missione dichiarata della Banca: "Promuovere il bene del popolo del Regno Unito mediante la conservazione della stabilità monetaria e finanziaria."

L'intervento di Carney era una scommessa per il "remain", che poi è andata male. Spalleggiare l'inganno del Tesoro è stata una mossa sciocca e i mercati se ne sono accorti, e sebbene questi ultimi abbiano cercato di riacquistare il loro equilibrio, è rimasta la triste eccezione della sterlina. Il 14 luglio la Monetary Policy Committee ha deciso che non era necessario uno stimolo economico aggiuntivo. In altre parole, i mercati e la Banca stavano segnalando che per il Regno Unito il Brexit non ha avuto le conseguenze minacciate dal Tesoro, al di là di una svalutazione della sterlina del 10%. E questo molto probabilmente non si sarebbe verificato se i mercati non fossero stati condizionati a pensare che il Brexit sarebbe stato un disastro per la valuta inglese.

Se non fosse stato per la sensibilità della sua posizione, ci si sarebbe aspettati le immediate dimissioni di Carney. Ma la sostituzione di un governatore della banca centrale non è mai una cosa da fare in fretta, nell'interesse della stabilità del mercato. Pertanto Carney può fare le valigie tranquillamente.



Che cosa è successo alla recessione post-Brexit?

Un mese dopo il referendum, le previsioni del modello VAR del Tesoro sono ancora assenti. Londra è piena di persone, molte delle quali turisti stranieri che spendono soldi in caffè, ristoranti, teatri e altre attrazioni turistiche. Le strade di campagna pullulano ancora di roulotte, trattori, turisti e furgoni bianchi. Gli uomini d'affari vanno avanti con la loro vita e i loro investimenti, e va notato che questa settimana i sostenitori del "ramain", GSK, hanno annunciato un nuovo programma d'investimenti di capitale, uno dei tanti annunciati in questi ultimi giorni.

I nostri amici commerciali nel Commonwealth sono pronti a parlare con noi, anche la Cina. E chi può dimenticare la minaccia del presidente Obama quando si trattava di negoziare il T-TIP con l'UE? Ebbene, non siamo più nella parte posteriore della coda, ma davanti. Solo questa settimana è stato annunciato che i nostri amici americani potranno tornare a mangiare agnello gallese e manzo scozzese per la prima volta dopo vent'anni.

Improvvisamente tutti, con l'eccezione dell'UE, vogliono commerciare con noi. Un burocrate fino all'osso, Michel Barnier, è stato nominato per rappresentare la Commissione Europea nella vicenda Brexit. Ci si aspetta che metta i bastoni tra le ruote per qualsiasi accordo commerciale che il Regno Unito voglia stringere. Buona fortuna a lui, soprattutto ora che l'attenzione di tutti s'è spostata altrove.

La comunità scientifica, che ci ha messo in guardia circa la perdita dei sussidi e della cooperazione europea su vari progetti di ricerca, sta ora facendo marcia indietro. Il presidente della Royal Society dice che non esiste prova che gli organismi di finanziamento europei stiano discriminando i progetti di ricerca britannici. Il professor Nick Donaldson dell'University College di Londra, sottolinea che "il denaro sta scorrendo lungo il canale della ricerca e sviluppo, ma i nuovi prodotti non stanno arrivando sul mercato a causa dei costi incorporati nella direttiva europea Active Implantable Medical Device Directive del 1990 (Letters, Daily Telegraph, 26 luglio). Alla fine, saremo in grado di impostare le nostre regole in questa e altre questioni a beneficio della gente comune.

Dev'essere straordinario, soprattutto agli occhi di chi è stato traviato dalle previsioni del Tesoro, quanto velocemente i mercati e l'economia abbiano recuperato il loro equilibrio. Gli economisti mainstream sono confusi. Ancora una volta, dobbiamo fare riferimento alla relazione del professor Blake. Egli sottolinea che l'economia della Groenlandia è cresciuta rapidamente quando nel 1985 ha lasciato l'Unione Europea, e il commercio dell'Irlanda con il Regno Unito è rimasto invariato quando abbandonò la sterlina nel 1979. Entrambi questi risultati sono del tutto in contrasto con le ipotesi del Tesoro. Blake sottolinea, inoltre, che i modelli del Tesoro prevedevano un miglioramento economico del Regno Unito se avesse adottato l'euro, e che tutti i paesi del mondo starebbero meglio se aderissero all'UE. Andatelo a dire a Donald Trump.

Come minimo val la pena leggere i suoi punti chiave, se non si vuole leggere il documento del professor Blake nella sua interezza. Che il Tesoro abbia preso una simile cantonata induce a pensare che c'era un altro ordine del giorno, impresso nella mentalità dell'establishment geopolitico sin dal dopoguerra.

Nell'immediato c'è il problema evidente che la traiettoria economica e finanziaria dell'Unione Europea è diretta verso la crisi, e che l'intero progetto rischia di crollare. Se la Gran Bretagna fosse rimasta nell'UE avrebbe dovuto sacrificare i suoi valori di libero commercio per dirigersi insieme all'UE nel baratro.

Naturalmente c'è la possibilità che il governo britannico si rovini da solo. I segnali provenienti dall'establishment sono misti, per non dire altro. La Royal Bank of Scotland e la sua controllata NatWest stanno preparando i propri clienti a tassi d'interesse negativi sui loro conti di deposito. Molti economisti, immersi nelle credenze della scuola di Cambridge e fiduciosi nelle previsioni del Tesoro, desiderano ulteriori tagli dei tassi d'interesse e addirittura l'elicottero monetario.

Non possiamo sapere cosa ci riserverà il futuro, in particolare quando i governi tentano di micro-gestire le attività economiche dei loro cittadini. Non esiste alcuna prova che ci obbliga a sostenere che il governo britannico e la Banca d'Inghilterra siano molto meglio di qualsiasi altro governo occidentale e banca centrale. Né si può supporre che una fuga dall'UE sia una fuga dal loro modo di pensare.

Sappiamo con ragionevole certezza, sulla bilancia delle prove certe, che se le economie inglesi o europee finiranno in crisi, ciò non avrà nulla a che fare con il Brexit.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. Grande articolo.
    Molti passaggi da incorniciare.
    Non credo, tuttavia, in una resipiscenza delle classi dirigenti della UE e del NWO. Ci porteranno alla rovina senza mai deviare di un centimetro dai loro piani dirigisti.
    Questa UE finirà malissimo. E sarà un monito ed un bene, nel lungo periodo. E personalmente non avrò alcuna pietà per chi ci avrà rovinato. La Storia farà il suo corso. Come sempre.

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