di David Stockman
È davvero entusiasmante quando Donald Trump oltraggia gli ipocriti della Beltway. Ma la sua proposta di condonare parte del debito pubblico è stata impagabile...
Non appena Trump ha detto ad alta voce quella che è già la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti, un coro di sabotatori fiscali della Beltway ha cominciato ad urlare circa la santità delle promesse di credito dello Zio Sam.
Vediamo. Da 89 mesi a questa parte, la Federal Reserve ha scaraventato i tassi d'interesse allo zero bound, perché l'economia degli Stati Uniti deve avere un 2% d'inflazione al fine di crescere e prosperare.
Oltre ad una manciata di zoticoni nel Congresso, non c'è quasi un lavoratore a Washington, da entrambe le parti della barricata, che abbia messo in discussione questa proposizione. Nessuno mette in dubbio l'adeguatezza o l'efficacia, per non parlare della sanità, del target d'inflazione al 2% dell'accoppiata Bernanke/Yellen.
Ma ammettiamo pure che la FED arrivi al suo fatidico obiettivo d'inflazione. Ciò significa che in 30 anni gli investitori intascherebbero 54.5 centesimi in denaro aggiustato all'inflazione per ogni dollaro di capitale investito nei trentennali del Tesoro USA.
Se questa non è bancarotta, è sicuramente uno "sconto" più profondo di quello che Trump aveva in mente mentre blaterava sulla CNBC.
Infatti non è altro che una grande politica monetaria verso l'inadempienza!
Ma poiché Trump ha avuto il coraggio d'affrontare l'argomento — per caso o per volontà — gli spendaccioni della Città Imperiale stanno sbraitando per soffocarci in una marea di parole riguardo una falsa rettitudine fiscale.
E gli scribacchini dei media mainstream ci aggiungono anche la loro ipocrisia fiscale. Secondo loro tutto ciò che è stato fatto nella Città Imperiale in questi ultimi decenni, era giusto. Certo, a loro modo di vedere non può esistere una crisi fiscale che possa giustificare le idee radicali come quelle offerte da Trump.
Ma in ultima analisi la folla della Beltway e le loro cheerleader nei media mainstream che spacciano la follia del debito senza fine, stanno praticamente garantendo che alla fine ci sarà un default. È solo che la strategia di Trump è più onesta.
Qui sotto vi mostro il perché l'ipocrisia fiscale di Washington è "andata troppo oltre."
L'establishment di Washington e i media mainstream vorrebbero farci credere che nel 2008-2009 Obama, la FED e il Congresso abbiano salvato il paese dalla Grande Depressione 2.0.
Vogliono che voi pensiate che sin da allora abbiamo marciato risolutamente verso la ripresa economica e la stabilizzazione fiscale.
No, non è così. Non c'è stata alcuna ripresa economica significativa e la condizione fiscale della nazione è spaventosa.
Per quanto riguarda la prima, ci sono meno posti di lavoro "da capofamiglia" a tempo pieno rispetto a prima della crisi. Allo stesso modo, il reddito reale del nucleo familiare medio è di gran lunga inferiore rispetto a quando l'amministrazione Clinton ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2001.
Ma tra tutte le chiacchiere della Beltway, nessuna è più fastidiosa di quella degli architetti economici della Casa Bianca che sulle pagine di Politico rimproverano Trump sulla responsabilità fiscale.
Queste persone non sanno cosa sia la vergogna. E tra loro ci sono un paio di burocrati di Washington più colpevoli di Gene Sperling, che era a capo del consiglio di politica economica di Obama.
Tra il dicembre 2008 e oggi, il debito pubblico è esploso da $10,700 miliardi a $19,400 miliardi. Ciò significa che durante la presidenza di Obama, e con la consulenza di Sperling, il debito pubblico di nuova emissione è stato pari all'80% del debito totale creato durante i precedenti 220 anni della repubblica e dei 43 presidenti!
Proprio così. La Casa Bianca di Obama s'è crogiolata nella dissolutezza fiscale come mai prima. Eppure questo tipo ha l'audacia di proferire un discorso ipocrita sulla santità del credito di Washington:
[...] [Trump non ha] senso dell'importanza economica e storica dell'America, sostenendo un impegno sconsiderato nei confronti del nostro debito nazionale [...]. Le obbligazioni del Tesoro USA sono gli asset finanziari meno rischiosi sul pianeta e rappresentano il punto di riferimento rispetto al quale viene impostato il prezzo di tutti gli altri asset finanziari [...]. Anche la minima consapevolezza che Trump potrebbe giocare con il fuoco economico, facendo intuire che i Treasuries non sono più senza rischi, scuoterebbe le fondamenta dei mercati finanziari globali, il che significa che il tasso d'interesse di ogni altro asset finanziario — mutui, prestiti auto, credito a grandi e piccole imprese — potrebbe salire un sacco.
Sperling e la sua gente hanno mai considerato quanto alti potrebbero essere i tassi d'interesse senza la massiccia frode nel mercato obbligazionario alimentata dalla FED e dal resto delle banche centrali di tutto il mondo?
Anche i tipi presumibilmente più ignoranti tra di noi nel campo economico, a quanto pare compreso Donald Trump, sanno che né Washington, né il Fondo Monetario Internazionale, né il G-20 hanno abrogato la legge della domanda e dell'offerta. Né la CIA ha ancora classificato come segreto di stato l'ammontare del debito sovrano e degli altri asset finanziari che negli ultimi due decenni le banche centrali del mondo hanno aspirato in nome dello "stimolo" monetario.
Il fatto è che circa $19,000 miliardi — tra cui più della metà dei titoli del Tesoro americano quotati — sono stati sequestrati nei caveau delle banche centrali a partire dalla metà degli anni '90. Tutto questo debito sarebbe altrimenti gravato sulla limitata offerta mondiale di risparmio reale, facendo salire i tassi d'interesse. Invece è stato fatto sparire dalla circolazione dalle autorità monetarie premendo semplicemente il tasto "comprare" sulle loro stampanti monetarie digitali.
E l'approvazione di Bush/Obama di questa forma di default è arrivata con la nomina di keynesiani dichiarati alla presidenza della FED. Ogni volta che il piccolo numero di membri del Congresso fiscalmente responsabili ha cercato di fermare l'ascesa della spesa pubblica rifiutandosi d'aumentare il tetto del debito federale, i loro avversari della Beltway li hanno stremati. Hanno sbandierato la "piena fiducia e credito", sapendo che la FED e il suo stuolo di front-runner a Wall Street avrebbero acquistato il flusso di nuova carta proveniente dal Tesoro USA.
In tale ottica, Sperling raccomanda a Trump di studiare in modo da non fare più figuracce. Egli parla a vanvera di come "generazioni di americani hanno beneficiato da quell'impegno storico iniziato da Alexander Hamilton al fine di garantire solidità alla piena fiducia e credito nei confronti degli Stati Uniti."
Poi ha continuato il suo sproloquio suggerendo che Trump manca completamente di saggezza e coraggio, a differenza di Obama. L'ex-stratega fiscale di Obama ha detto quanto segue:
Immaginate se fossimo nel bel mezzo di un'altra situazione di stallo del debito come nel 2011 e un Presidente Trump dicesse al mondo — o ripetesse al mondo — che le turbolenze di bilancio potrebbero creare dubbi sul debito degli Stati Uniti. Sarebbe disposto a ricomprare il debito a sconto e istruirebbe il suo Segretario del Tesoro a prendere in considerazione tale opzione?
E se poi andasse avanti per giorni a confondere i mercati circa le sue vere intenzioni? Qualcuno crede davvero che senza Trump non ci sarebbe un panico globale con danni economici sconosciuti per l'economia globale e per la reputazione economica di lungo termine degli Stati Uniti?
Bene, ecco cos'è realmente accaduto. Circa l'80% della spesa federale è costituita da trasferimenti, servizio del debito e altri impegni imprescindibili per legge. Il tetto del debito è l'unico modo col quale può essere arrestata l'espansione inarrestabile di questa trappola fiscale mortale.
Così quando coloro che si battono in petto per la "fiducia e credito" su entrambe le estremità di Pennsylvania Avenue hanno annullato la rivolta nell'agosto 2011, hanno assicurato che la marcia di Washington verso il default sarebbe continuata senza sosta.
In realtà, il totale delle prestazioni dello stato sociale è cresciuto da $1,000 miliardi l'anno alla fine del secolo scorso ai $2,700 miliardi di oggi. Nei prossimi 15 anni lo tsunami dei trasferimenti sociali diventerà una trappola fiscale mortale.
Così mentre i tipi come Sperling difendevano la santità della "piena fiducia e credito" e quella dei debiti impagabili, le generazioni nate e non ancora nate sono state derubate. Ma la trappola mortale è stata lasciata dov'è dalle presunte sentinelle fiscali di Washington.
Sin dalla fine del secolo scorso, i trasferimenti dello stato sociale sono cresciuti a circa il 2X del tasso dei salari. Per quanto tempo ancora questi geni pensano che questa tendenza possa andare avanti?
Ma non preoccupatevi, troveremo il modo di uscirne. I segnapunti fiscali ufficiali di Washington nel Congressional Budget Office (CBO), hanno ritenuto dall'alto della loro saggezza keynesiana che il ciclo economico è stato ufficialmente sconfitto e che l'anno prossimo l'economia degli Stati Uniti entrerà nel nirvana della piena occupazione.
Non solo quello. Rimarrà così nei secoli dei secoli. Fino al 2026 avremo 207 mesi consecutivi senza una fase di recessione, secondo il CBO.
Sì, questo è ciò che giura e spergiura la brigata dei sostenitori della "piena fiducia e credito". Ma anche in questo caso, il deficit di bilancio raggiungerà i $1,300 miliardi e il 5% del PIL entro il 2026.
Riuscite ad immaginare cosa accadrà nel mondo reale quando lo Schema Rosso di Ponzi si sgretolerà definitivamente e l'economia globale cadrà in una recessione deflazionistica prolungata?
Inutile dire che Sperling ha lasciato la Casa Bianca ed è ora al soldo di Hillary, la quale promette di abbassare a 50 anni l'età per accedere al Medicare e di distribuire una buona quantità di altre cose gratis seguendo il copione di Bernie.
La minaccia fiscale è in agguato con o senza Donald Trump. In realtà, sono i burocrati come Sperling e i politici come Hillary che hanno spianato la strada alla sua pericolosità.
E proprio nel momento giusto.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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