Bibliografia

mercoledì 27 luglio 2016

Frexit o Italeave? I paesi europei seguiranno le orme della Gran Bretagna





di David Stockman


Finalmente la tirannia delle élite finanziarie globali è stata sballottata per bene. Si può contare su di loro quando c'è bisogno dell'ennesima campagna shock delle banche centrali per arrestare e invertire l'attuale ondate di vendite. Ma stavolta non sarà credibile, sostenibile, o forse anche possibile.

Banche centrali, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Casa Bianca/Tesoro USA, OCSE, G-7 e il resto dell'apparato della Finanza delle Bolle, hanno davvero forzato la loro mano. Hanno creato un tessuto di menzogne finanziarie; un affronto alle leggi di mercato, alla moneta sonante e alla prosperità capitalistica.

Quindi ci sarà uno sgonfiamento e una deflazione traumatica delle bolle.

Sulla questione del Brexit, il popolo britannico ha respinto la tirannia arrogante del superstato dell'UE e quella dei suoi tribunali non eletti, delle commissioni e dei burocrati.

Come si è affrettato a sottolineare Donald Trump, si sono ripresi il loro paese. Egli chiede che gli americani facciano la stessa cosa, e lui potrebbe convincerli.

Ma che Trump riesca ad andare alla Casa Bianca o no, è praticamente certo che il Brexit è una malattia politica contagiosa. In risposta all'evento storico recente, seguiranno campagne per Frexit, Spexit, Nexit, Grexit, Italxit, Hungexit e movimenti politici più centrifughi.

Viene data un'altra possibilità allo stato limitato — almeno in geografia. E questa è una cosa molto buona, perché più è circoscritta la democrazia, più sono limitate le élite finanziarie centralizzate.

Il combustibile per più referendum e defezioni dall'UE lo ritroviamo certamente nell'impennata dei partiti populisti, sia di sinistra che di destra. Infatti il prossimo colpo alla dittatura Bruxelles/Germania potrebbe arrivare dalle elezioni generali in Spagna (le elezioni di dicembre hanno determinato una paralisi e nessun governo).

La chiusura dei seggi rappresenterà un ripudio del governo corrotto e ipocrita del primo ministro Rajoy. Egli è solo l'ennesimo statalista in abiti da conservatore che non ha riformato nulla, ha lasciato l'economia spagnola sepolta nel debito e ha fornito una falsa testimonianza al pensiero che i burocrati di Bruxelles sono i salvatori dell'Europa.

Quindi gli europei potrebbero essere doppiamente benedetti con l'uscita di David Cameron e Mariano Rajoy. Che liberazione!

Allo stesso tempo, i partiti anti-Bruxelles sia di sinistra (Podemos) che di destra (Ciudadanos) è sicuro che guadagneranno più consensi. Ma anche in caso contrario, il governo spagnolo rimarrà paralizzato. Non sarà abbastanza forte, o abbastanza disposto, da eseguire gli inevitabili dettami di Bruxelles nel caso in cui il mercato obbligazionario spagnolo, drasticamente sopravvalutato, andrà in tilt e richiederà un altro intervento dell'UE.

E questa è la prossima tappa della tempesta Brexit. I prezzi delle obbligazioni sovrane in tutta Europa sono stati sollevati artificialmente dagli incantatori di serpenti finanziari di Bruxelles e dalla BCE. Il rally del decennale spagnolo dopo il "whatever it takes" di Draghi, non era dovuto ad una Spagna più degna di credito o al fatto che il suo tasso di disoccupazione fosse sceso dal 26% a un mero 20%.

Il calo dei rendimenti dal 7% ad un minimo dell'1% circa un anno fa, era dovuto alla mandria di front-runner. Cioè, i trader fast money hanno acquistato sul mercato repo ciò che la BCE aveva promesso di comprare a prezzi sempre più alti. Stavano praticamente pescando in un barile.

Ma non appena il "risk-off" globale prenderà slancio in tutto il mondo, non bisognerà far altro che guardare di sotto. Non ci sarà nessun altro aiuto da parte della BCE. Questo perché la BCE sarà presto coinvolta in una crisi esistenziale, mentre le forze centrifughe scatenate dal Brexit strapperanno il fragile consenso su cui si basano gli esperimenti monetari folli di Draghi.

Inoltre la Spagna non è affatto un caso isolato. Il Movimento 5 stelle in Italia, il quale ha fatto faville alle ultime elezioni comunali, sarà sicuramente pieno di energie. E la Lega Nord ha già chiesto un referendum per un'uscita dall'euro.

Inutile dire che le circostanze fiscali in Italia sono molto più terribili rispetto a quelle spagnole. E le prospettive che le sue obbligazioni, a 135 punti base per il decennale, siano tanto buone quanto il denaro contante, sono praticamente nulle. O la minaccia di un'uscita o una coalizione populista di governo, manderà al macero i front-runner che si sono ingozzati di obbligazioni italiane.

Dal momento che l'Italia ha un debito pubblico da $2,000 miliardi, il suo mercato obbligazionario è un incidente finanziario in attesa di accadere.

Durante l'ultima crisi finanziaria i nostri governanti hanno gridato al "contagio". Il primo domino è caduto. Ce ne saranno di più.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


1 commento:

  1. Aspettando il circo di domani circa l'esito degli stress test sulle banche italiane, ecco un grafico che ci ricorda quale nazione è più a rischio per un contagio sistemico dovuto al fallimento del settore bancario italiano. Qualora ciò dovesse accadere, e la Francia finirebbe nei guai, potremmo affiggere senza alcun dubbio sulla porta d'entrata in Europa "Chiuso per bancarotta".

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