Bibliografia

martedì 7 giugno 2016

Trarre profitto dalla salita dell'euro




Comunicazione per i lettori di Freedonia: per le prossime due settimane non sarò in grado di rispondere alle vostre email e ai vostri commenti qui sul blog e sulle altre piattaforme di comunicazione. Non allarmatevi, in questo lasso di tempo le pubblicazioni andranno avanti come di consueto.

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di James Rickards


L'euro salirà rispetto ai suoi livelli più bassi degli ultimi cinque anni. Questo fa parte degli "Accordi di Shanghai" sottoscritti segretamente il 26 febbraio 2016 dalle "Quattro Grandi" potenze economiche mondiali (Cina, Giappone, Stati Uniti ed Europa).

Gli investitori che agiscono ora si ritroveranno per le mani grandi guadagni il prossimo anno.

Ecco un rapido aggiornamento sugli Accordi di Shanghai. Le Quattro Grandi dovevano trovare un modo per svalutare lo yuan e stimolare l'economia cinese, la quale sta rallentando pericolosamente. Le ultime due volte che la Cina ha svalutato lo yuan rispetto al dollaro (agosto 2015 e gennaio 2016), il mercato azionario statunitense è caduto dal letto.

La soluzione su cui hanno concordato è stata quella di mantenere lo yuan ancorato al dollaro e svalutare quest'ultimo. Questo ha dato a Cina e Stati Uniti un po' di respiro.

I perdenti sono stati Giappone ed Europa, che hanno dovuto sopportare un rafforzamento dello yen e dell'euro. Volenti o nolenti, hanno dovuto accettare tale risultato. Nelle guerre tra valute, se qualcuno vince (Cina e Stati Uniti), qualcun altro perde (Europa e Giappone). Non può essere altrimenti.

Di recente abbiamo esplorato l'impatto degli Accordi di Shanghai su tre delle quattro valute interessate: il dollaro, lo yuan e lo yen. Oggi completiamo la panoramica dando uno sguardo all'euro.

Tra l'altro, dopo due mesi di resistenza, l'euro e lo yen si sono indeboliti di recente, e il dollaro è salito. Ciò a causa di un possibile rialzo dei tassi della FED a giugno, il che rende più attraenti gli asset denominati in dollari. (L'oro è sceso per lo stesso motivo.) Un sacco di commentatori si sono chiesti se gli Accordi di Shanghai fossero morti (semmai fossero esistiti).

Gli Accordi di Shanghai sono vivi e vegeti, invece. Sono destinati a guidare la politica monetaria tra le maggiori economie per almeno un anno, forse due. Ecco perché abbiamo scelto il termine "Accordi", in omaggio agli Accordi del Plaza nel 1985, i quali influenzarono i tassi di cambio per oltre 20 anni (con un reset dopo gli Accordi del Louvre nel 1987).

Suddetto periodo, 1985-2007, è stato il periodo d'oro per il Re Dollaro. Ha visto amministrazioni repubblicane e democratiche, e segretari del Tesoro come James Baker e Robert Rubin.

Non stiamo dicendo che gli Accordi di Shanghai dureranno così a lungo. Possiamo analizzare un anno alla volta. Il punto è che non si raggiunge un accordo di tale importanza a febbraio, solo per cestinarlo a maggio. Gli Accordi di Shanghai risulteranno una buona guida per l'allocazione del portfolio nel futuro prossimo. Ciononostante, ci aspettiamo ancora una certa volatilità lungo la strada.

Soprattutto, vedremo cosa farà la FED questo mese. Il problema è che i mercati cominciano ad aspettarsi un rialzo dei tassi dopo le continue chiacchiere a riguardo, oltre ad una stretta sulle condizioni finanziarie, un raffreddamento del mercato azionario e uno stress nel settore delle esportazioni (a causa di un dollaro più forte).

Ogni volta che si avvicina una riunione della FED, quest'ultima decide di ritardare un rialzo dei tassi a causa di condizioni economiche avverse. Poi i mercati salgono, e il dollaro scende di nuovo a causa della posticipazione del rialzo dei tassi. Lava, risciacqua e ripeti.

La FED ha giocato a questo gioco sin dal maggio 2013, il proverbiale tapering di Bernanke.

Se la FED alza i tassi questo mese, finirà per giocare col fuoco. Tassi più elevati spingono per un dollaro più forte, cosa che costringerà la Cina a svalutare da sola. In tal caso, aspettatevi un crollo del mercato azionario come accaduto lo scorso gennaio. Questo è uno dei motivi per cui mi aspetto che la FED ritarderà ancora una volta il rialzo dei tassi.

In ogni caso, gli Accordi di Shanghai sono ancora vivi, e si prevede che l'euro salga significativamente nel corso del prossimo anno, se non altro per dare alla Cina il sollievo economico di cui ha bisogno.

L'euro è la valuta della zona Euro, un gruppo di 19 paesi che fanno parte dell'Unione Europea. (Ci sono nove membri supplementari nell'Unione Europea che non utilizzano l'euro, in particolare il Regno Unito che ha conservato la sterlina.)

La Banca Centrale Europea controlla la politica monetaria nella zona Euro utilizzando le stesse tecniche che utilizza la Federal Reserve degli Stati Uniti con il dollaro.

Una tecnica che la BCE ha messo in atto, ma che la FED non ha ancora adottato, è l'uso dello politica dei tassi d'interesse negativi, o NIRP. Come suggerisce il nome, la NIRP è una politica in cui l'interesse viene dedotto da un conto bancario, invece che esservi aggiunto nel tempo. Se si depositano €100,000 in un conto bancario con un tasso negativo dello 0.50% e si attende un anno, il saldo del conto sarà di €99,500.

La NIRP si sta diffondendo in tutto il mondo come un virus contagioso. La NIRP è già la norma nella zona Euro e in Giappone, due delle quattro più grandi economie del mondo, insieme a Stati Uniti e Cina. Altri paesi con tassi d'interesse negativi includono la Danimarca, la Svezia e la Svizzera.

I tassi d'interesse negativi non hanno ancora raggiunto le sponde degli Stati Uniti, ma è una possibilità sotto esame da parte della Federal Reserve. Oggi circa $4,000 miliardi di debito sovrano mondiale, esclusi gli USA, hanno un rendimento negativo alla scadenza.

Perché le banche centrali, compresa la BCE, stanno imponendo tassi d'interesse negativi? Qual è il punto di questa politica?

Una risposta è che i tassi d'interesse negativi rappresentano una tassa subdola sui risparmiatori. Il modo tradizionale di rubare denaro dai risparmiatori è attraverso l'inflazione. È possibile ottenere un tasso d'interesse positivo del 2% sul proprio denaro, ma se l'inflazione è al 3%, allora il ritorno reale è negativo dell'1%.

Se prendiamo i sopraccitati €100,000 di deposito bancario e vi applichiamo un tasso d'interesse positivo del 2%, otteniamo €2,000 in interessi, con un saldo di €102,000 dopo un anno. Ma dopo l'adeguamento al 3% d'inflazione, il potere d'acquisto di quei soldi è solo di €98,940. Il risparmiatore sta peggio anche rispetto all'esempio in cui c'erano i tassi negativi (supponendo che non ci sia inflazione).

Nel primo caso le banche hanno incamerato €500 attraverso i tassi d'interesse negativi. Nel secondo caso hanno incamerato €1,060 mediante un potere d'acquisto inferiore. In qualsiasi modo la si guardi, voi perdete.

Questa è la realtà. La seconda risposta è la teoria accademica alla base dei tassi d'interesse negativi. In teoria, i risparmiatori saranno insoddisfatti della NIRP e reagiranno spendendo i loro soldi. Allo stesso modo, gli imprenditori troveranno attraenti i tassi d'interesse negativi, perché potranno prendere in prestito denaro e pagare alla banca una somma inferiore.

Questa combinazione di eventi porterà a consumi e investimenti che stimoleranno l'economia, soprattutto grazie al famoso "moltiplicatore" keynesiano.

Questa teoria è semplicemente spazzatura. La realtà è il contrario di ciò che afferma l'élite accademica. La ragione per cui i risparmiatori risparmiano denaro, è per raggiungere un qualche obiettivo futuro. Potrebbe essere per la pensione, l'istruzione dei figli, o le spese mediche. Quando vengono imposti tassi negativi, i risparmiatori non risparmiano di meno; risparmiano di più per colmare la differenza e raggiungere ancora i loro obiettivi.

L'altra conseguenza indesiderata della NIRP è rappresentata dal segnale che invia. I risparmiatori concludono giustamente che se le banche centrali stanno utilizzando la NIRP, le loro preoccupazioni riguardano fondamentalmente la deflazione. In deflazione i prezzi scendono e i consumatori rinviano le loro spese per sfruttare una riduzione futura dei prezzi.

Invece d'indurre i risparmiatori a risparmiare di meno e spendere di più, la NIRP fa risparmiare di più e spendere di meno. È un perfetto esempio della legge delle conseguenze indesiderate. Quando le banche centrali applicano le teorie accademiche astratte al mondo reale, ottengono il risultato opposto di ciò che si prefiggevano d'ottenere.

Queste conseguenze indesiderate stanno già spuntando in Giappone e in Europa. Aleggiano seri dubbi sulla capacità delle banche centrali di estendere la NIRP oltre i livelli attuali.

Tuttavia i tassi incrociati sono influenzati dai flussi di capitale piuttosto che dai flussi commerciali. Un euro forte implica che gli investitori globali hanno una preferenza per gli asset denominati in euro, come ad esempio i titoli di stato tedeschi. Ma perché gli investitori dovrebbero volere un asset con un rendimento negativo?

La risposta è che i rendimenti non sono l'unico modo per vincere su questi investimenti. L'altro modo è rappresentato dalle plusvalenze generate da una rivalutazione monetaria.

Questo porta in primo piano la questione del numerario, o la valuta di base che utilizzate per calcolare profitti e perdite. Un investitore che usa l'euro non trae alcun guadagno monetario da un investimento denominato in euro. Ma un investitore che usa il dollaro, può ottenere enormi guadagni se investe su base scoperta in una valuta che si apprezzerà.

Prendiamo il seguente esempio: avete $1 milione da investire. Li convertite in euro a $1.12 (circa il tasso di cambio corrente). Questo vi darà €892,857 da investire. Acquistate obbligazioni tedesche con un rendimento negativo dell'1%. Dopo un anno, i vostri bond varranno €883,928, una leggera perdita misurata in euro. Ma se l'euro è salito a $1.25 in quell'anno, i vostri ricavi ammonterebbero a $1,104,910. Stiamo parlando di un profitto del 10.5% su obbligazioni tedesche essenzialmente prive di rischio.

Un grosso affare per gli investitori degli Stati Uniti. La grande domanda è: l'euro salirà?

Le valute sono diverse dai titoli. Azioni e obbligazioni possono andare a zero in caso d'inadempienza dell'emittente. Ciò non vale per le principali valute. La loro trattazione va su e giù in un intervallo, ma non vanno mai a zero, eccetto in casi estremi come il Venezuela o lo Zimbabwe.

L'euro è ai minimi da cinque anni a questa parte. Ha testato il fondo di $1.05 per due volte e entrambe le volte è rimbalzato. Questa resistenza ha avuto luogo prima degli Accordi di Shanghai.

Nella zona Euro un ulteriore allentamento quantitativo e tassi più negativi sono fuori discussione, secondo il capo della BCE Mario Draghi. La BCE manterrà lo stimolo attualmente in vigore, senza ulteriori ed eventuali modifiche. Questo assetto fa parte degli Accordi di Shanghai.

Se l'euro verrà trattato ai suoi massimi del 2011-15, circa $1.30, ciò rappresenterà un guadagno del 19% per un investitore americano. E questo guadagno può essere staccato senza il rischio d'investire in azioni e obbligazioni.

Oltre un anno fa ho detto che l'euro non avrebbe raggiunto la parità ($1.00 = €1.00). A quel tempo il consenso di Wall Street era certo del contrario. Prevedevo un fondo a $1.05 e questo è esattamente quello che è successo.

Come dimostra l'esempio dei bond tedeschi qui sopra, ci sono molti modi per trarre profitto da un euro in aumento anche in un contesto di tassi d'interesse negativi.

E un euro in aumento è una possibilità concreta, come richiesto dagli Accordi di Shanghai.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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