venerdì 3 giugno 2016
C'è qualcosa che valga la pena salvare?
di Francesco Simoncelli
Sprecare tempo è una di quelle cose che gli individui odiano di più. Forse per una volta potrei essere assoluto e affermare che sprecare tempo sia LA cosa che gli individui odiano di più. Pensateci, esistono poche altre cose che possono essere più odiose o esserlo tanto quanto lo sprecare tempo. Questo perché il tempo è una delle risorse a nostra disposizione più scarse che abbiamo. Allocarlo al meglio significa aspettarsi situazioni che massimizzano i risultati delle nostre azioni, aumentando, quindi, il proprio benessere e le proprie condizioni di vita. È una caratteristica insita nell'animo umano, di conseguenza il risparmio come categoria generale delle azioni umane rappresenta una virtù. Risparmiare tempo, così come risparmiare qualsiasi altra cosa, dal cibo al denaro per esempio, incarnano una scelta consapevole le cui origini sono ben radicate nella massimizzazione del proprio benessere e delle proprie condizioni di vita.
Così come il risparmio, anche la spesa ricopre un ruolo cruciale. Fanno entrambi parte della stessa medaglia, ne sono le due facce. Di conseguenza, quando le cose vanno male e si spende tempo, o qualsiasi altra cosa, in un determinato modo, l'individuo fa di tutto per salvare il salvabile. Si affida corpo e anima al risparmio affinché possa tornare ad una situazione d'equilibrio, perché la sua spesa ha minimizzato il suo benessere e le sue condizioni di vita. Stesso discorso, ma a parti inverse, se invece è il risparmio che minimizza il suo benessere. Questa è, in sostanza, la base filosofica che spinge la maggior parte degli individui a riflettere su cosa sia attualmente salvabile nella società moderna.
Quindi la domanda è: c'è qualcosa che valga la pena salvare?
C'È QUALCOSA CHE VALGA LA PENA SALVARE?
Sebbene ci siano commentatori che ritengono che quello attuale sia l'unico dei mondi possibili e che l'essere umano abbia raggiunto l'apice sociale, o ci sia vicino ma solo conservando l'attuale assetto organizzativo della società, se ci guardiamo intorno possiamo notare come questa formula faccia acqua da tutte le parti. Iniziamo col parlare del settore bancario centrale. Il culto delle banche centrali quali istituzioni dedite al benessere economico della società sta costantemente e lentamente cadendo a pezzi. Negli Stati Uniti, ad esempio, sono passati esattamente 90 mesi sin da quando il parametro di riferimento di tutto il capitalismo è stato portato allo zero. Si diceva che una crisi epocale fosse imminente. Eppure quali sono le prove che le politiche non convenzionali messe in campo dalla FED abbiano aiutato a risolvere il problema?
Non ce ne sono. Non ce ne sono perché il problema riguardante la crescita economica non è ciclico, è diventato strutturale. Le continue intromissioni dei banchieri centrali nell'economia più ampia attraverso l'arroventamento progressivo della stampante monetaria non ha permesso la pulizia degli errori economici del passato, facendo in modo che essi si sedimentassero e aumentassero di volume. Ogni crisi economica sin dal 1987, anno in cui Greenspan ha ereditato la poltrona da presidente della FED, è stata più dolorosa dal punto di vista economico. L'era in cui la banca centrale tirava il freno a mano quando la situazione sembrava stesse sfuggendo di mano, l'era di Paul Volcker e William McChesney Martin, è finita.
Sebbene la loro fosse l'era del cosiddetto Tocco Leggero, è stato proprio questo che ha incanalato gli Stati Uniti lungo la via dei rendimenti decrescenti. Greenspan non ha fatto altro che seguire le ricette dei suoi predecessori e rincarare la dose seguendo il credo keynesiano: "Più della stessa cosa funziona se una dose minore non ha funzionato in precedenza." Ma la stampante monetaria non sforna ricchezza, la ridistribuisce verso realtà che la consumano e non ne creano di nuova. Quindi se in passato una unità di debito permetteva di creare 5 unità di PIL, questo rapporto nel corso del tempo si è assottigliato poiché i creatori di ricchezza sono stati danneggiati. E ora è sull'orlo di diventare negativo. Questo è il proverbiale peggioramento del ciclo boom/bust di cui parlo nel Capitolo 7 del mio libro.
Non solo le azioni delle banche centrali stanno dimostrando la loro inefficacia, ma anche il comparto teorico alla loro base. Nello specifico la sciocca credenza che le crisi siano sostanzialmente il risultato di una presunta mancanza di domanda aggregata. Sta iniziando a vacillare quel teorema granitico che vuole lo stato come sano creatore di una domanda aggregata in accordo con le forze di mercato. Ma lo stato e il suo stuolo di burocrati nelle banche centrali non hanno la minima idea di dove mettere le mani per "ravvivare" l'economia. Ecco perché cercano di farlo concedendo ciecamente credito. Ma ignorano una cosa: gli investimenti improduttivi che si generano concedendo credito a "cani e porci" satura i bilanci. È questa una parte del motivo fondamentale per cui famiglie e piccole/medie imprese sono rimaste ai margini della rinnovata campagna monetaria delle banche centrali.
L'altra parte coinvolge le banche commerciali che hanno preferito accatastare le riserve monetarie create ex-novo dalla FED nelle riserve in eccesso presso quest'ultima. Ma non sono rimaste a guardare. Hanno usato questa mole spropositata di denaro come garanzia per scommettere selvaggiamente nei mercati azionari e obbligazionari. A cascata questo denaro ha gonfiato una serie illimitata di bolle nel circuito finanziario, facendo arrivare il pattume finanziario a livelli incredibili. Essendo che Main Street è rimasta ai margini della nuova espansione monetaria e non poteva essere utilizzata per socializzare le perdite, queste ultime sono state trasferite al mondo della grande impresa statunitense la quale ha potuto accedere alle linee di credito delle grandi banche commerciali. In sintesi, i piani alti di queste aziende hanno offerto in sacrificio i loro bilanci per gozzovigliare col credito a basso costo e dare una parvenza illusoria di crescita sostenibile.
Questa è stata ingegneria finanziaria su vasta scala e questi tre grafici lo dimostrano. La gigantesca espansione monetaria attuata dalla FED ha distorto il rischio nei casinò azionari e obbligazionari, spingendo sempre di più i giocatori d'azzardo verso scommesse rischiose e facendo "prosperare" aziende emittenti titoli che in un mercato onesto sarebbero stati trattati come spazzatura. Ma il mercato non è composto da automi, e l'economia più ampia è costituita da persone pensanti le quali necessitano di soddisfare i propri desideri. Questo significa che rispondono ai propri stimoli premiando quelle imprese che meglio soddisfano le loro necessità.
E se quelle imprese verso cui canalizzano la loro domanda si vedono sottrarre giorno dopo giorno risorse economiche preziose e scarse da concorrenti che invece sarebbero dovuti fallire, potete immaginare cosa voglia dire questo a lungo andare. Proprio così, quelle aziende che riescono a sopravvivere grazie all'accesso alle nuove linee di credito sforneranno prodotti che nessuno vorrà. Quindi al diminuire del loro flusso di cassa operativo gli oneri di debito rimarranno, e cosa possono fare per rimanere a galla in un ambiente in cui i tassi d'interesse sono nel seminterrato della storia economica? Esatto, accendere ulteriori prestiti per armeggiare con riacquisti d'azioni proprie e F&A come descritto dall'ultimo grafico qui sopra.
Ma queste pratiche non aggiungono niente al PIL o alla ricchezza reale, fa sembrare apparentemente sane sui mercati azionari alcune aziende che in realtà si trovano sull'orlo di un baratro. I margini di profitto si contraggono, le spese in conto capitale si contraggono, la capacità in eccesso sale, e si creano delle bombe ad orologeria finanziarie che una volta scoppiate andranno a contagiare il resto della banda di coloro che hanno gozzovigliato col credito facile.
Infatti è dal ramo aziendale che si propagherà la prossima crisi, dato l'ammontare di azzardo morale accumulato in suddetto settore. E inevitabilmente verrà intaccato il comparto bancario, gonfio di asset di tali aziende che si tramuteranno improvvisamente in non performanti. E questo è particolarmente evidente non solo in Europa e Stati Uniti, ma anche in Cina. Quelle politiche che si presume avrebbero dovuto salvare il settore bancario commerciale, lo stanno uccidendo. E le banche centrali non possono tirarsi indietro, pena il fallimento generale di tutti coloro che hanno goduto della loro manna monetaria. Sono disperate e la disperazione porta a scelte folli. Inutile dire che fallirà anche il modo di fare banca che s'è andato sviluppando lungo il corso della storia moderna.
La riserva frazionaria sarà considerata per quello che è veramente, ovvero, appropriazione indebita e frode. Si lanciano nell'etere così tanti avvertimenti circa gli strumenti finanziari "pericolosi", ma pochissimi riguardano il modo in cui il denaro depositato in banca diventa proprietà della banca stessa, la quale ha il diritto di prestare suddetto deposito e permettere allo stesso tempo ai depositanti di accedere liberamente all'intera somma depositata. I depositanti, infatti, vantano un credito nei confronti della banca. È per questo che le file infinite lungo le banche greche hanno colto l'attenzione della maggior parte delle persone. È per questo che la maggior parte delle persone sta pensando seriamente d'uscire da una partita truccata.
Si chiedono ovviamente come, e io non mi sono tirato indietro: ho fornito alcuni suggerimenti. Queste sono linee d'azione generali. Queste sono linee d'azione che la maggior parte delle persone potrebbe adottare e non fare la fine dei polli spennati come coloro che sono stati raggirati da Banca Etruria. L'unica cosa certa nella vita è il vivere e il morire, il resto è una incertezza continua. Le obbligazioni, le azioni, le commodity, non c'è nulla di sicuro o addirittura vicino alla sicurezza. Esiste la dinamicità di attori di mercato consapevoli che si affidano ai giudizi di osservatori attenti come colui che scrive, o che agiscono sfruttando di più la loro esperienza. Ma non esiste nulla di sicuro. Prendete con le pinze tutto cioè che vi capita sotto le mani e, soprattutto, non esitate a chiedere.
Non lasciate che la presunta certezza soverchi i vostri dubbi. Il raggiro prospera nell'annientamento dei dubbi. Siate ricercatori, siate dubbiosi.
Non disprezzate al vostra ignoranza, essa vi aiuterà ad accedere alla conoscenza minuziosa di una materia. Se gli obbligazionisti di Banca Etruria, ad esempio, non avessero voluto sfoggiare la loro falsa conoscenza dei mercati accettando ad occhi chiusi strumenti finanziari presumibilmente certi, a quest'ora non starebbero piangendo sul latte versato. Ma se c'è un lato positivo in questa storia, questo è sicuramente il seguente: se si viene morsi una volta, la seconda si starà più attenti. Il messaggio lanciato dagli obbligazionisti di Banca Etruria è chiaro: non fidatevi di come è impostato l'attuale sistema bancario commerciale.
E questo aspetto viene confermato anche da come gli attori di mercato europei, nonostante i tassi ultra-bassi a livello interbancario, non stanno accendendo nuovi prestiti. Oltre ad essere impossibilitati dall'indebitamento netto che grava su di loro dopo il boom monetario ventennale delle banche centrali, non possono permettersi grossi rischi in un ambiente economico strozzato dal fisco e oppresso dalla burocrazia. I risparmi reali, i quali rappresentano un flusso, sono deviati nelle fauci dello stato che non fa altro che sprecarli. Questo significa che l'economia più ampia non ha possibilità reali di prosperare. Può mostrare spasmi di crescita temporanea solo attraverso i canali del clientelismo, facenti riferimento a sussidi statali e barriere all'ingresso.
Il detto "homo, homini lupus" non è lo stato naturale della condizione umana, bensì è quella condizione predatoria che viene a crearsi quando viene intaccato seriamente il principio di legalità che permette agli ordini spontanei di portare alla ribalta la migliore società possibile. Gli attori di mercato si azzuffano per entrare in possesso delle briciole che lascia cadere dal tavolo lo stato, annaspando per sopravvivere un giorno in più oppure per fare le scarpe a tutte quelle imprese che potrebbero spodestare la loro obsolescenza. Invece quelle realtà che potrebbero emergere e permettere agli attori di mercato di prosperare, hanno come obiettivo il farsi assorbire dai pachidermi clientelisti in modo da vivere di rendita. L'ingegneria finanziaria, attraverso i vari LBO, non ha fatto altro che fornire l'incentivo affinché questa pratica divenisse dominante. La creatività ha ceduto il passo alla stagnazione intellettuale. La prosperità ha ceduto il passo alla stagnazione economica. La creazione di ricchezza reale ha ceduto il passo all'acquisizione predatoria dei profitti. Questo è il "migliore" dei mondi che lo stato è stato in grado di portare alla luce.
Ciononostante, questo muro sta iniziando a mostrare evidenti crepe. Soprattutto per quanto riguarda l'assetto statale, dove tasse e spese ascendenti stanno trasportando il mantra della "salvezza attraverso lo stato" verso l'inferno dei rendimenti decrescenti. Proprio così, affinché lo stato realizzi con la sua spesa e i suoi presunti investimenti una unità di PIL, servono progressivamente più unità di debito. Non solo, ma tale processo finirà con le unità di debito che fagociteranno unità di PIL piuttosto che crearlo. In realtà, sta divenendo chiaro come le tasse e la spesa pubblica altro non sono che idrovore risucchianti risorse economiche scarse, le quali vengono divise da prezzi di mercato e dalla volontà dei contribuenti. Quest'ultimo aspetto è decisamente importante poiché, in virtù della fallacia della finestra rotta, quelle risorse che i contribuenti devono cedere allo stato, avrebbero potuto servire per scopi più sostenibili in linea con i desideri degli attori di mercato. Anche perché, credete che sia negli interessi dei contribuenti finanziare i terroristi? Credete sia negli interessi dei contribuenti finanziare cattedrali nel deserto?
Tasse e spese servono fondamentalmente ad ingrandire il bacino di clientelismo a cui deve accedere lo stato al fine di sopravvivere. È proprio per questo motivo che se lo stato incamerasse di più, non farebbe altro che spendere di più. Non esiste un modo efficiente di spendere i soldi delle tasse, quando è un piccolo drappello d'individui che s'arroga tale diritto. Questo è un punto che è stato ben spiegato nel Capitolo 5 del libro di North che ho tradotto.
Ma c'è un argomento che ancora non ha trovato una base fertile nella mente della maggior parte degli individui nella quale far germogliare una critica seria. Ebbene sì, malgrado sempre più persone stiano iniziando a cambiare idea nei confronti delle istituzioni che ho criticato fin qui, sono ancora restie a farlo nei confronti di una particolare istituzione. Rimane lo zoccolo duro attraverso il quale l'individuo viene spinto a ragionare per stereotipi e ad idolatrare le istituzioni fin qui criticate. Ma se c'è una cosa che può far cambiare idea agli individui, beh, questo non può essere altro che il seme del dubbio. Anche la mente con le idee più sedimentate cede di fronte ad una marea di dubbi che si rifrange sul suo muro mentale.
INVERSIONE SCOLASTICA
Qual è, quindi, quell'istituzione che ancora resiste ad una critica da parte della maggior parte delle persone? La scuola finanziata attraverso le tasse. Questo perché la maggior parte delle persone commette l'errore di sovrapporre tale tipo di scuola con l'istruzione. Non sono la stessa cosa, neanche lontanamente. Ciò che insegna la scuola finanziata con le tasse è fondamentalmente la sottomissione. La figura di riferimento nella classe trasmette agli alunni un sapere che riflette i dettami del Ministero dell'Istruzione, seguendo quindi una linea top-down senza alcun riguardo alle aspirazioni degli alunni. I metodi d'insegnamento non premiano il sapere, bensì puniscono quegli alunni che non si conformano col programma scolastico. È per questo che le varie classi tendono ad uniformarsi, poiché se il minimo sforzo può produrre risultati decenti, allora perché sforzarsi in prima istanza?
La caccia sfrenata al voto non riflette una passione per le conoscenza o la curiosità nei confronti delle materie studiate, bensì la disperata ricerca dell'approvazione della figura di riferimento. Gli insegnanti si meravigliano sempre di come gli studenti tendano a scordare le lezioni passate, ma la loro cecità nei confronti del sistema scolastico finanziato con le tasse deriva esattamente da una mancanza di critiche proprio per tale sistema. La sua intoccabilità vi fa capire quanto sia profondamente radicata nella mente della maggior parte degli individui la "chiesa" della scuola finanziata con le tasse.
Tutto è partito dall'adozione del metodo d'insegnamento prussiano, il quale, in poche parole, non voleva persone istruite, bensì un esercito obbediente e scattante ad ogni ordine. Tale metodo d'insegnamento è stato dapprima importato dai paesi scandinavi e poi dagli Stati Uniti. Dal XVIII secolo fino ad oggi, questo metodo non è cambiato ed è stato utilizzato dal sistema statale per imprimere nelle giovani menti, oltre ai vari mantra supportanti lo stato, il culto dell'obbedienza e della sottomissione. I programmi scolastici, i libri di testo, il raggruppamento coatto, la campanella, il permesso per andare al bagno, e altri aspetti, fanno tutti parte di quel metodo d'insegnamento prussiano che nel tempo può anche aver cambiato la forma, ma il contenuto è rimasto lo stesso. È esattamente per questo motivo che la maggior parte delle persone è così propensa ad obbedire e a sottomettersi ai dettami dello stato o di autorità presumibilmente superiori.
Ogni aspetto legato alla sottomissione comporta traumi per il bambino o il ragazzino, il quale oltre al lavaggio del cervello subisce le angherie del raggruppamento coatto. Il bullismo, ad esempio, non è altro che la conseguenza "naturale" dell'assetto scolastico finanziato con le tasse. Non c'è da sorprendersi.
Ne consegue che la maggior parte di coloro che escono da questo tritacarne, crederanno fermamente in quel sistema che li ha formati. Per questo motivo saranno disposti a pagare le tasse per mantenere vivo tale sistema scolastico. Inutile sottolineare che se potessero trattenere i frutti del loro lavoro, potrebbero mandare i loro figli in scuole migliori. Come quelle che adottano il metodo Montessori, ad esempio.
Se trattenessero nelle loro tasche i proventi del loro lavoro, avrebbero la facoltà di scelta. Potrebbero selezionare quelle scuole più adatte ai loro figli, con i migliori maestri e la migliore reputazione. Essere a capo delle proprie decisioni, invece di cederle inconsciamente ad un ente terzo, rappresenta la quintessenza delle sanzioni negative che si possono applicare qualora ci sono situazioni che non ci soddisfano. Una unità monetaria, un voto. È così che funziona col libero mercato; è così che gli attori di mercato possono avere voce in capitolo. Fortunatamente per noi, tutto ciò che lo stato tocca, alla fine lo distrugge. È indubbio che l'istruzione sia un caposaldo di una società civile, ma come salvarla?
La devastazione statale ha permesso agli attori di mercato di fare quello che sanno fare meglio: scegliere. Se così non fosse, non sarebbero nati movimenti come Controscuola.it ad esempio. Gli attori di mercato, per quanto possano essere plagiati, hanno sempre e comunque a cuore la libertà, e di conseguenza troveranno il modo di evadere da quelle situazioni che la limitano o la ostacolano. È per questo che la Khan Academy sta riscuotendo successo. Tutto è iniziato con qualche video su Youtube nel 2006 riguardanti la matematica. Ora ha 26 milioni di studenti a livello mondiale e diventeranno 50 milioni entro il 2025. Il libero mercato non ha fatto altro che trasformare nel tempo un sistema fallimentare in un sistema più sostenibile. Pochi l'hanno notato. La burocrazia statale lo ignora.
Ma non può farci nulla. Così come il sistema postale è stato silenziosamente soverchiato dalla tecnologia digitale telefonica, il sistema scolastico sarà soverchiato silenziosamente dal nuovo paradigma di scuola: homeschooling. Una realtà concreta di quello che sto dicendo potete visualizzarla a questo indirizzo. Ogni volta rimango piacevolmente esterrefatto dai video pubblicati da questa scuola parentale, ma sopratutto rimango piacevolmente sorpreso dall'entusiasmo degli alunni. Il futuro è qui e pochi se ne sono accorti. Pochi si accorgono, inoltre, di come lo stato non sia in grado di rimanere al passo con le innovazioni individuali e dalla relativa risposta degli altri attori di mercato. Lo stato non può innovarsi. Lo stato deve rimanere com'è, pena il fallimento. Ed è proprio per questo motivo che fallirà.
L'ABC DELLA LIBERTÀ
Il libero mercato, invece, incentiva l'innovazione e il ricambio. Il libero mercato permette agli individui di scegliere quale entità premiare e quale entità "punire". Ogni unità monetaria è un voto. In questo modo ognuno degli attori di mercato si pone la domanda: cosa posso salvare? Perché? A che prezzo? Non esiste nessuna commissione o presunto uomo saggio che possa rispondere in modo assoluto a queste domande. Sono le azioni degli individui che parlano per loro. Questo non significa che le azioni degli individui in un libero mercato avvengono in un ambiente praticamente privo di ogni legge.
Che sia scritto o non scritto, gli individui preferiscono vivere sotto un governo della legge piuttosto che in un ambiente in cui tutti fanno ciò che vogliono. È per questo motivo che il principio di legalità è stato un fondamento tenuto in gran conto dagli attori di mercato. Esso permette, infatti, un fluire più scorrevole delle idee, delle conoscenze e delle informazioni che viaggiano all'interno di una società. Non forniscono prevedibilità, bensì stabilità; affinché gli attori di mercato possano operare in un quadro quanto più chiaro possibile per svolgere i loro affari quotidiani.
In assenza di una entità coercitiva, come lo stato, gli individui sono in grado di darsi delle regole precise e seguirle. Questo era sostanzialmente uno dei punti che emergono in Principi di Economia di Carl Menger. Ovvero, l'interazione libera tra gli individui è in grado di portare alla ribalta ordini spontanei attraverso i quali organizzare la società. Ad esempio, prendete dei ragazzini quanto più indisciplinati possibile e metteteli a giocare a calcio. In un batter d'occhio osserverete che suddetti ragazzi rimarranno ligi alle regole imposte da questo sport e le seguiranno senza stravolgerle a partita in corso.
Pensate anche al traffico. Per caso c'è bisogno di un vigile ad ogni incrocio? Pensate alla lingua. Per caso qualcuno ha "inventato" la lingua? Gli individui quando lasciati liberi d'agire sono in grado di dimostrare il loro potenziale organizzativo attraverso lo scambio volontario. Che sia merci o idee, la volontarietà è la quintessenza di una società basata sulla libertà e sulla pace. Certo, un pizzico di egoismo non guasta. Anche perché, come soleva dire Oscar Wilde: egoista non è colui che pensa per sé, bensì colui che costringe altri a pensarla come lui. Se vogliamo migliorare la nostra vita e il nostro benessere dobbiamo per forza di cose creare qualcosa che possa far scattare tale passaggio. Qual è il modo migliore per creare qualcosa che possa far scattare suddetto passaggio? Soddisfare le esigenze di potenziali clienti, i quali voteranno per noi e per il nostro benessere attraverso la spesa di unità monetarie. Di riflesso, anche loro miglioreranno la loro condizione entrando in possesso di quegli elementi ritenuti da loro necessari per elevare la loro vita e il loro benessere.
È un circolo virtuoso che si alimenta fin quando gli individui sono in grado di scambiare informazioni e conoscenza nel modo meno ostacolato possibile. Questo immenso sistema di cooperazione volontaria è conosciuto come economia di mercato e non può essere pianificata a tavolino da nessuno. Si evolve all'evolversi delle azioni degli individui che ne fanno parte. Nello specifico, all'evolversi della divisione del lavoro e della specializzazione del lavoro.
Non fatevi illusioni. Non è il sistema perfetto per eccellenza. Perché? Perché gli esseri umani non sono perfetti. È semplicemente uno dei migliori finora scoperti. Fino a quando esisterà la scarsità, gli attori di mercato dovranno fare i conti con un'allocazione quanto più corretta delle risorse economiche. Ciò non toglie che tra di loro esistono inetti e incapaci, i quali incapperanno in errori. È inevitabile. E allora? Gli eccessi segnalano dove si sta sbagliando e cercano di avvertire coloro che sono caduti in errore di corregger il tiro, pena il fallimento. Per quanto doloroso possa essere questo processo, esso è cruciale perché segnala alla concorrenza dove agire per correggere l'errore e nel frattempo trarre profitto.
In questi casi si suol dire che il "mercato corregge sé stesso", ma più semplicemente sono sempre gli attori di mercato che, grazie ad una loro maggiore attenzione ai dettagli e una conoscenza più approfondita, sfruttano a loro vantaggio i punti deboli delle altre realtà e di conseguenza rendono il periodo di ripresa meno doloroso dal punto di vista economico. Ma senza questa spinta "E io cosa ci guadagno?" non esisterebbe nulla di tutto ciò. La ricerca del profitto non è quella forza deprecabile che viene insegnata a scuola tramite l'insulsa "teoria" economica marxista; invece è quella spinta che muove le nostre azioni e ci spinge a trattare con altri.
Maggiore è il guadagno, maggiore sarà la varietà di desideri possibili da soddisfare, maggiore sarà la possibilità di guadagnare eccedenze con cui aiutare il prossimo meno fortunato. È davvero bizzarro che le persone non abbiano capito che per diventare ricchi bisogna far diventare ricchi gli altri. Quando un imprenditore avvia una nuova impresa assume lavoratori e aumenta il loro salario se la domanda per i propri prodotti aumenta. Inoltre, fornisce ai clienti o prodotti migliori rispetto al passato, o prodotti ad un prezzo più vantaggioso rispetto al passato, lasciando nelle loro tasche più soldi da poter spendere per altri beni e servizi. Lo cooperazione volontaria è la chiave di tutto.
CONCLUSIONE
La spesa del tempo e il risparmio del tempo, così come quello di qualsiasi altra risorsa, raggiungono una sorta d'equilibrio solo quando gli individui riescono a far contare le loro scelte e le informazioni che recepiscono sono quanto più accurate possibili. In caso contrario, ci saranno errori. Se questi si accumuleranno, ci sarà ben poco da poter salvare. Sebbene sia un passo difficile da intraprendere, il fallimento è l'unica soluzione percorribile. Ma questo non significa disfatta, bensì un nuovo inizio perché gli individui non si lasciano scoraggiare dai cicli della vita. Possono essere amareggiati, ma non sconfitti.
Lo stato, infatti, fa già parte del passato. La società sta ripartendo da zero per non farsi coinvolgere dall'inevitabile fallimento del sistema statale. Sta ripartendo da dove ritiene più importante ricominciare: il denaro (es. Bitcoin e la tecnologica blockchain) e l'istruzione (es. homeschooling). Gli esempi di Homeschooling Cles e Controscuola sono lampanti. Il resto del mondo scolastico mainstream è rimasto a guardare: "Non sono una minaccia alla status quo. Non sono certificati dallo stato. Non avranno mai l'approvazione dello stato."
In realtà, il mondo scolastico mainstream non si sta accorgendo di come la centralizzazione e la burocratizzazione della società stiano lentamente implodendo su sé stesse. Lo stesso vale per la pianificazione monetaria delle banche centrali.. Che liberazione!
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Salve Francesco....articolo esemplare come sempre,in particolare quel che riguarda la scuola...contesto che conosco alla perfezione e confermo ogni parola della descrizione fatta....John Taylor Gatto ha avuto la fortuna di uscirne dopo un tempo ragionevole ed in modo "regolare"...mentre io(non essendo un cane da guardia del sistema) sarò costretta a votare coi piedi......
RispondiEliminaItaly, too fool to save.
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