giovedì 23 giugno 2016
Brexit, ma c'è bisogno d'oro
di James Rickards
Oggi il Regno Unito potrebbe incappare nel più grande errore monetario sin dal 1925. Allora Churchill tornò alla parità aurea della sterlina a £4.25 l'oncia, essenzialmente il rapporto pre-guerra. Keynes avvertì Churchill che era necessario un prezzo molto più elevato per evitare la deflazione. Churchill ignorò i consigli di Keynes, e fece finire in depressione la Gran Bretagna.
Il nuovo errore non riguarda il prezzo dell'oro; riguarda la quantità. Se la Gran Bretagna lascia l'UE, girerà le spalle alle 10,788 tonnellate d'oro della zona Euro; il totale combinato di tutti i paesi membri della zona Euro più la BCE.
La Gran Bretagna dispone di 310 tonnellate d'oro, il che significa un rapporto minuscolo di 0.5% tra oro e PIL. Ciò a fronte di rapporti oro/PIL del 4.8% per la Russia, del 2.8% per la zona Euro, del 2% per gli Stati Uniti, e dell'1.6% per la Cina. (Il rapporto cinese è calcolato con stime attendibili di 4,000 tonnellate d'oro. Una minore quantità, 1,788 tonnellate, è ufficialmente segnalata dalla Cina per mascherare l'entità del suo programma d'acquisto d'oro.)
Quando arriverà il prossimo crollo del sistema monetario internazionale, i poteri in possesso di metallo giallo (Cina, Russia, Germania, Stati Uniti, Francia, Italia, e il FMI) riscriveranno le regole del gioco. Il loro obiettivo sarà quello di riformare il sistema come avvenne nel 1971 presso la Smithsonian Institution, nel 1944 a Bretton Woods, e nel 1922 a Genova. Un'uscita della Gran Bretagna dall'UE, senza un sufficiente ammontare d'oro, non le garantirà alcun posto al tavolo dei negoziati.
In una recente conversazione con l'ex-presidente della FED, Ben Bernanke, e l'ex-capo ad interim del FMI, John Lipsky, essi hanno usato la parola "incoerente" per descrivermi il sistema monetario internazionale. Hanno ragione. Oggi il sistema non ha un'ancora di bolina.
Il gold standard 1944-1973 è stato sostituito dopo un periodo di caos con un dollar standard 1981-2010. Il presidente Obama ha abbandonato questo dollar standard affinché la nazione perseguisse una politica commerciale votata all'esportazione.
Dal 2010 le guerre tra valute hanno afflitto il mondo. L'incoerenza ha portato ad una progressiva perdita di fiducia nella politica monetaria delle banche centrali. Ora il sistema sta traballando, e si sta avvicinando un nuovo crollo.
La Gran Bretagna ha due percorsi che può intraprendere, e uno di questi significa rovina. A quanto pare il percorso rovinoso sembra il più probabile.
Il primo percorso ragionevole è quello di rimanere nell'Unione Europea e adottare l'euro. Mettendo la politica monetaria nelle mani della BCE, la Gran Bretagna sarebbe coperta grazie alle 10,788 tonnellate d'oro della zona Euro.
Rimanere in Europa, e non adottare l'euro, rappresenterebbe una misura a metà. La Gran Bretagna avrebbe pur sempre il vantaggio potenziale di poter aderire all'euro, ma dati gli aspetti tecnici coinvolti, è improbabile che tale situazione possa salvare la sterlina in una crisi di fiducia. Forse il Tesoro britannico potrebbe rilasciare una dichiarazione d'intenti riguardo l'adesione all'euro in caso d'emergenza e la BCE potrebbe sedare un panico intorno alla sterlina.
Il secondo percorso ragionevole è quello di lasciare l'UE e comprare oro. Un programma trasparente d'acquisto d'oro al ritmo di venti tonnellate al mese (simile a quello attualmente condotto dalla Banca Centrale della Russia), spingerebbe il rapporto oro/PIL britannico ad un rispettabile 1.5% entro tre anni.
Questo programma d'acquisto è praticamente "gratuito". La Banca d'Inghilterra potrebbe semplicemente stampare denaro e comprare oro, come in ogni operazione di mercato aperto. Iniziare un programma del genere potrebbe rafforzare la fiducia nella sterlina man mano che verrà portato a pieno compimento.
Il percorso rovinoso è quello di lasciare l'Unione Europea, e basarsi sulla moneta fiat della banca centrale senza oro a sufficienza. Purtroppo questo sembra il percorso più probabile. Il Brexit è dovuto in parte alla scarsa capacità di negoziazione di David Cameron, al terrorismo in Europa e allo scandalo dei Panama Papers.
La Scozia sembra destinata a lasciare la Gran Bretagna se quest'ultima lascerà l'UE. La Scozia potrebbe aderire all'euro, e troverebbe conforto finanziario nell'oro della zona Euro. Edimburgo diventerebbe poi il centro della finanza anglofona. Questo rappresenterebbe un altro duro colpo alla sterlina.
Il Brexit senza oro porterà ad una crisi della sterlina peggiore della crisi del rublo russo nel 1998. Data la densità della finanza globale, potrebbe scoppiare una crisi mondiale di liquidità.
Probabilmente keynesiani e monetaristi avranno smesso di leggere ormai, borbottando: "Cos'ha a che fare l'oro con tutto questo?" Questa domanda merita una risposta.
Keynes si spaventerebbe se potesse vedere cos'è diventato il keynesismo oggi. Nel 1914 premette affinché il Regno Unito conservasse l'oro, nel 1925 consigliò Churchill di adottare un prezzo più elevato per l'oro, e nel 1944 propose una moneta basata su un paniere di materie prime incluso l'oro. Keynes era un pragmatico, e comprendeva meglio dei suoi colleghi dell'epoca come l'oro fosse di gran lunga migliore.
I monetaristi fraintendono molte cose, soprattutto la volatilità della velocità, un fenomeno socio-psicologico non influenzabile dalle banche centrali.
Keynesiani e monetaristi hanno poco da offrire alla politica economica, come testimonia l'output gap degli ultimi otto anni.
Infatti l'oro ha a che fare con il sistema monetario internazionale. Il mondo ha praticamente adottato un gold standard ombra.
Il bilancio dichiarato della Federal Reserve ha una leva spaventosa di 144 a 1. Ma questo rapporto scende a 13 a 1 quando si tiene conto dei certificati d'oro del Tesoro USA.
I programmi d'acquisto d'oro di Russia e Cina sono in corso da anni ormai. Servono a raggiungere diversi scopi geopolitici, compresa la copertura contro l'inflazione del dollaro. Le riserve auree costituiscono anche una base per un futuro sistema monetario basato sull'oro e non più sul dollaro: Diritti Speciali di Prelievo, o un ibrido. È importante sottolineare che l'oro è un asset liquido che non può essere violato, congelato o interdetto dagli Stati Uniti
Il nuovo gold standard è ormai in bella vista. Bisogna essere un laureato in economia per non vederlo. Quindi va bene il Brexit, ma c'è bisogno d'oro.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Credo che Farage sappia e comprenda queste cose.
RispondiEliminaMa poi... Qual è il prezzo della libertà?
EliminaOro o non oro credo che restare in Europa sia comunque rovinoso. Per chiunque.
RispondiEliminaChiaramente la seconda opzione Brexit + oro, è la migliore.
In più come scritto chiaramente nell'articolo il tutto è a costo ZERO. Basta stampare sterline e comprare oro.
Non capisco come non si arrivi facilmente a questa conclusione.
In realtà lo so io e lo sanno bene anche loro. Comprare oro significa dichiarare ai 4 venti che la valuta fiat è carta straccia. E perdere il magico potere della "pietra filosofale" : Stampare moneta come e quando voglio.