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lunedì 30 maggio 2016

L'era post-LBMA è arrivata e con essa ci sarà un reset dei prezzi dell'oro





di David Jenesn


Se si dovesse descrivere, con una parola, una sola qualità dell'oro che lo rende buono sia come denaro sia come protezione di ricchezza, quella parola sarebbe integrità. L'oro fisico non può essere stampato, non può essere creato da una banca centrale, non può essere accreditato dal nulla. E per un periodo di quattromila anni, i mercati hanno scelto oro e argento come denaro. La sostituzione dell'oro e dell'argento con la cartamoneta fiat nel corso dell'ultimo secolo, è stato un semplice bip nella storia monetaria dell'umanità.

La ricchezza reale, in ultima analisi, fugge dai mercati che lanciano segnali di prezzo corrotti. E questa è una minaccia reale per il mercato dell'oro e dell'argento più grande al mondo, il London Bullion Market Association (LBMA), dove ogni giorno viene fissato il prezzo di riferimento dei due metalli (o "fix") per minatori, investitori e, soprattutto, per i mercati finanziari occidentali.

Il trading di contratti scoperti sul LBMA è iniziato alla fine degli anni '80 e, secondo il LBMA, rappresentano ora la stragrande maggioranza dei volumi di scambio giornalieri dell'oro a Londra. L'introduzione dei contratti scoperti non è una questione di poca importanza, considerando anche le pressioni di Evelyn Rothschild nei confronti di Margaret Thatcher affinché approvasse questo cambiamento nel mercato dell'oro. I Rothschild hanno gestito il Gold Fix ogni giorno mediante le loro banche, fissando il prezzo nel LBMA dal 1919 fino al 2004.

Il LBMA afferma che in questi contratti scoperti il possessore è un semplice creditore chirografario nei confronti dell'oro, e non un proprietario a tutti gli effetti. Questa è una differenza importante. Mentre la proprietà dell'oro reale può essere creata solo attraverso un passaggio di proprietà del metallo fisico, il quale è limitato, le rivendicazioni cartacee non garantite nei confronti dell'oro possono essere create senza limiti -- e lo vediamo coi contratti scoperti nel mercato dell'oro di Londra.

Il trading lordo giornaliero sul mercato del LBMA è di 200 milioni di once -- due volte la produzione annua mondiale delle miniere d'oro e, secondo il LBMA, è 10 volte superiore al volume totale di negoziazioni saldate. Tuttavia, come accennato in precedenza, vi è una distinzione importante da fare. La stragrande maggioranza di queste negoziazioni giornaliere non è composta da oro. Sono invece costituite sostanzialmente da questi contratti scoperti, i quali rappresentano promesse e non oro di per sé. Infatti la negoziazione di contratti scoperti presso il LBMA ha corrotto l'oro: si è passati da scambi con un asset reale e limitato, a scambi con un asset virtuale e illimitato.



Dove sono le 10,000+ tonnellate d'oro?

Utilizzando quel moltiplicatore che si usa nel trading delle materie prime (2X o 3X sui volumi degli scambi giornalieri) per calcolare l'open interest, o le rivendicazioni totali, abbiamo che il volume degli scambi giornalieri a Londra implica un open interest totale da 400M a 600M once d'oro nel mercato spot -- rivendicazioni da 13,000 a 19,000 tonnellate d'oro. Il LBMA si trova nella City di Londra (una sorta di città-stato quasi indipendente, che opera sotto le proprie regole e governance all'interno di Londra) e non pubblica cifre precise riguardo l'open interest, come invece fa la maggior parte degli exchange nel settore delle materie prime o delle commodity.

I fondi pensione, le partecipazioni corporative, i fondi sovrani, le partecipazioni private, ecc. che detengono contratti scoperti sull'oro fisico, hanno per le mani un sostituto dell'oro. L'offerta di contratti scoperti crea "oro" dal nulla e il massiccio volume di compravendite giornaliere può praticamente muovere il prezzo dell'oro a qualsiasi livello, poiché l'unico limite è l'obbligo di consegnare l'oro fisico a quei pochissimi che lo richiedono in consegna. Questo meccanismo è inoltre supportato dal leasing dell'oro fisico da parte delle banche centrali e dei funzionari nelle compagnie d'estrazione che vendono la loro produzione attraverso il LBMA e le bullion bank. Ciò ha consentito una soppressione artificiale del prezzo di mercato dell'oro, svantaggiando le imprese minerarie e la società nel suo complesso, oltre al fatto di fare una strage tra gli azionisti.

La manipolazione del prezzo dell'oro non rappresenta semplicemente un impatto negativo sugli azionisti nel settore minerario a beneficio degli acquirenti di gioielli e lingotti in Asia -- la manipolazione dell'oro contribuisce anche alla destabilizzazione del sistema finanziario, come vedremo.



Larry Summers scopre la relazione tra oro e tassi d'interesse reali

Larry Summers, che negli anni '90 ha fatto parte di entrambe le amministrazioni Clinton fino a ricoprire il ruolo di Segretario del Tesoro, scrive nel suo saggio Gibson's Paradox And The Gold Standard[1] che i prezzi reali dell'oro (prezzi in dollari costanti al netto dell'inflazione) si sono spostati in modo inverso rispetto ai tassi d'interesse reali -- vale a dire, al calare dei tassi d'interesse reali aumenta il prezzo dell'oro, riflettendo un movimento dentro l'oro e fuori le obbligazioni. Summers scrive che, dal 1973 fino alla data del saggio, "[...] abbiamo dimostrato che il prezzo reale dell'oro [...] mostra una correlazione negativa con il tasso d'interesse reale" [pag. 24] e che "[...] la correlazione negativa tra i tassi d'interesse reali e il prezzo reale dell'oro, la quale costituisce la base della nostra teoria, è una caratteristica dominante delle attuali fluttuazioni del prezzo dell'oro." [pag. 4]

Come si è visto negli anni '70 e nei primi anni '80, tassi d'interesse reali sempre più negativi sono contrassegnati da un rapido aumento dei prezzi dell'oro, che a loro volta spingono i tassi d'interesse reali più in alto per attirare i soldi di nuovo nelle obbligazioni.

Il saggio di Summers si concentra sul rapporto tra i tassi d'interesse reali (tassi d'interesse nominali meno il tasso d'inflazione) ed i prezzi reali dell'oro (misurati in dollari costanti rettificati all'inflazione). Quindi diamo uno sguardo ai tassi d'interesse reali e al prezzo reale dell'oro sin dagli anni '70. Facendo riferimento all'importante lavoro di Reginald Howe, possiamo vedere come nel 1987 il prezzo reale dell'oro (adattato a dollari costanti utilizzando l'indice BLS dei prezzi al consumo degli Stati Uniti) si fosse discostato improvvisamente dal percorso dei tassi d'interesse reali. Da allora il prezzo reale dell'oro è sceso fino all'anno 2000, sebbene i tassi d'interesse reali diventassero sempre più negativi. Nell'agosto 1987 Alan Greenspan, che per 10 anni era stato direttore della JP Morgan, divenne presidente della Federal Reserve. Alla fine degli anni '80 l'introduzione dei contratti scoperti sul LBMA, i quali andavano a ridurre artificialmente la domanda di oro reale, nonché il leasing occulto delle riserve d'oro sul mercato (fatti ben documentati dal Gold Anti-Trust Action Committee [GATA] e da numerose altre fonti), si allinea con suddetta divergenza tra prezzi dell'oro e tassi d'interesse reali.




Nel corso degli anni il metodo di calcolo dei prezzi al consumo è stato cambiato più volte dal Bureau of Labor Statistics. Prendendo in considerazione il metodo di calcolo dell'IPC nel 1980 (fornito da John Williams di www.shadowstats.com) per avere una misura più uniforme in dollari costanti, otteniamo una visione meglio delineata tra prezzi dell'oro a dollari costanti e tassi d'interesse reali. Si può notare che il prezzo dell'oro è sceso anche se i tassi d'interesse reali sono diventati negativi -- l'inverso del rapporto naturale -- e tutti siamo consapevoli delle bolle finanziarie scoppiate in questo periodo a causa delle politiche monetarie allentate delle banche centrali.




In sintesi, sopprimendo il prezzo dell'oro con la creazione di un'offerta artificiale di "oro cartaceo" come sostituto dell'oro fisico, è stato disattivato un indicatore chiave riguardo i tassi d'interesse negativi ed è stato rimosso un ostacolo alle politiche monetarie inflazionistiche delle banche centrali. Di conseguenza nel corso degli ultimi decenni le politiche monetarie allentate si sono diffuse a livello mondiale. I mercati e l'economia globale sono stati distorti da tassi d'interesse reali eccessivamente bassi, con conseguenti bolle e destabilizzazioni finanziarie ed economiche.

Secondo il Wall Street Journal, i livelli di debito a livello globale sono ora superiori a $200,000 miliardi, o circa il 300% del PIL mondiale rispetto al 150% del PIL storicamente sostenibile in Occidente.

Un ulteriore indicatore della distorsione quotidiana del prezzo spot dell'oro possiamo riscontrarlo nel grafico qui sotto, il quale rappresenta il tasso di leasing dell'oro (una sorta di proxy per la disponibilità di oro fisico a Londra). Il prezzo spot dell'oro sul LBMA ha iniziato a scendere bruscamente il 2 novembre 2015, ma nel corso dei due mesi successivi il tasso di leasing dell'oro è aumentato e, in particolare, la durata dei vari tassi di leasing si sono invertiti completamente rispetto alla norma (con il tasso di leasing ad una settimana superiore al tasso a sei mesi, segnalando una carenza di metallo nel mercato spot dell'oro).


Fonte dei dati: GOFO (Gold Forward) rate: Commerzbank, LIBOR e LBMA a.m. Gold Fix: St. Louis Fed.[2]


Nei mercati normali le cose non funzionano così. In un mercato spot tipico con beni limitati, le carenze di un asset causano un aumento dei prezzi, non una diminuzione. Il LBMA è un exchange in cui i prezzi spot dell'oro sono spinti verso il basso, conducendo ad un aumento della domanda di oro fisico che trasmette la carenza d'oro nel mercato del leasing dell'oro. E tutto questo con pochissime consegne di oro fisico. La maggior parte delle persone conserva i propri contratti scoperti.

L'introduzione del denaro (cartaceo) scoperto porterà ad un crollo monetario quando la crescita esponenziale del debito per supportare l'espansione della massa monetaria diventerà asintotica; e cortocircuitare per decenni i mercati dell'oro e dell'argento ha spento quei segnali d'allarme che avrebbero forzato una riforma del sistema monetario.

Negli ultimi anni, e ormai mesi, l'effetto distorsivo dei contratti d'oro scoperti e il leasing occulto delle riserve auree delle banche centrali, hanno messo in progressiva mostra la fragilità dell'attuale sistema finanziario. Mentre in passato l'aumento della volatilità giornaliera nel mercato dell'oro era considerato solo come una valvola di raffreddamento nella gestione delle bullion bank, il mercato dell'oro si sta ormai svegliando. Questo risveglio è ancora ai margini, ma ha già avuto un effetto significativo sul mercato dell'oro, ma non ancora sull'oro cartaceo del LBMA.



L'oro di Londra non c'è più

Secondo i dati analizzati dagli analisti di BullionStar, Ronan Manley e Koos Jansen, il 2013 ha visto una cospicua fuoriuscita d'oro dai caveau di Londra, lasciandoli vuoti secondo il giornalista di Bloomberg Kenneth Hoffman.




Di recente il LBMA ha modificato le sue statistiche sulle raffinerie d'oro, le quali indicano che l'oro di Londra è stato trasformato in lingotti d'oro da un chilo e spediti principalmente in Asia. Nell'agosto 2015 sono state riviste le statistiche sulla raffinazione relative al 2013 e l'attività di raffinazione ha visto una riduzione di 2,000 tonnellate, oscurando la fuoriuscita d'oro da Londra.

Il World Gold Council, finanziato da compagnie minerarie, non ha segnalato questa fuoriuscita la quale ha lasciato circa 6 tonnellate d'oro nei caveau di vari ETF e della Banca d'Inghilterra.

Il LBMA, quindi, non ha riserve d'oro a copertura delle 11,000/19,000 tonnellate d'oro nell'open interest. E le bullion bank stanno ora tentando di vendere i loro caveau a Londra. Di recente una banca cinese ha acquistato il caveau da 1,500 tonnellate che Deutsche Bank ha messo sul mercato dopo essere uscita dal London Daily Gold Fix.

Con le principali bullion bank che hanno abbandonato il mercato di Londra, si pone la questione se vi sia stato un quid-pro-quo tra il Regno Unito e la Cina: quest'ultima, con i suoi enormi possedimenti d'oro, contribuirebbe a calmare la crisi dell'oro in via di sviluppo a Londra facendo ritornare metallo giallo nel Regno Unito? L'Inghilterra, non a caso, ha sostenuto l'AIIB cinese nel 2015, convincendo anche altri paesi occidentali a fare lo stesso e anche a considerare lo yuan cinese come valuta di riserva.



Il reset di prezzo post-LBMA

Il LBMA sembra essere in una posizione in rapida degenerazione: visto che l'oro disponibile è in gran parte volato via da Londra, al di fuori della Banca d'Inghilterra e degli ETF, come farà a mantenere le apparenze nel mercato spot dell'oro e un enorme open interest? Mentre il flusso d'oro proveniente dai minatori consente al LBMA di soddisfare alcune consegne e sopprimere i prezzi, è ovvio che questo mercato cartaceo non sarà in grado di sopportare un aumento delle consegne fisiche. Il mercato di Londra non può sostenere alcun ritiro d'oro come avvenuto nel 2013.

Ci stiamo avvicinando ad un cambiamento che potrà fornire il catalizzatore per l'inevitabile repricing dell'oro e segnerà la fine del giochetto dell'oro cartaceo del LBMA. Sto parlando del Gold Fix cinese gestito dallo Shanghai Gold Exchange (SGE), il quale verrà seguito in un secondo momento da un mercato dell'oro internazionale proprio sotto l'egida dello SGE. Il funzionamento di quest'ultimo è molto diverso da quello del LBMA coi contratti scoperti, perché prima che possa essere emesso un contratto alla cui base c'è un lingotto da un chilo d'oro, tale lingotto dovrà essere prima consegnato ad una raffineria approvata e poi depositato presso lo SGE.

Questo crea un problema, in quanto i prezzi spot dello SGE basati sul trading dell'oro fisico ad un certo punto divergeranno da quelli del LBMA basati su contratti scoperti. Un premio di prezzo per l'oro fisico a Shanghai non potrà essere smorzato dall'oro di carta a Londra.

Fino ad oggi 10 banche cinesi hanno annunciato che parteciperanno al Gold Fix dello SGE, ma non le banche occidentali. In risposta a questa riluttanza, la Cina ha minacciato che se le banche occidentali non parteciperanno, perderanno l'accesso al mercato dell'oro cinese.

Questa mancanza d'interesse manifestata dalle bullion bank occidentali nei confronti del nuovo Gold Fix cinese è comprensibile, in quanto creerebbe un paradosso che la banca partecipante dovrebbe spiegare. Ovvero, si verrebbero a creare due prezzi spot dell'oro che non potrebbero essere sottoposti ad arbitraggio: un prezzo spot dello SGE per l'oro fisico e un secondo prezzo spot a Londra per l'oro cartaceo. Il mercato farebbe emergere progressivamente un prezzo molto più elevato dell'oro, mentre il LBMA verrebbe spinto ai margini.

Prezzi dell'oro in ascesa farebbero salire i tassi d'interesse per attirare capitali di nuovo nelle obbligazioni. L'effetto a catena si propagherebbe ai prezzi dei mercati globali delle obbligazioni e degli asset finanziari, mentre i prezzi dell'oro in ascesa e i tassi d'interesse del mercato obbligazionario alle stelle metterebbero fine alle manipolazioni centrali e alla finanza delle bolle. Con le grandi banche occidentali estremamente sensibili al mercato dei derivati e con bilanci fortemente sottoposti a leva finanziaria, all'orizzonte non possono esserci altro che turbolenze finanziarie.

In sintesi, le banche centrali hanno gestito un racket in collaborazione con il LBMA e le bullion bank -- e il truffato è il 99.999% della popolazione.

Quando Bill Dudley della NYFED s'è rifiutato di rispondere alle domande concernenti eventuali swap sull'oro degli Stati Uniti, allora un osservatore è pienamente legittimato a chiedersi se queste azioni siano illecite. Ascoltate Dudley a partire dal minuto 50:00 del seguente video:





E quando ascoltiamo parlare i banchieri centrali, capiamo anche perché non possano presentare un piano razionale per la politica monetaria. Questa gente ha talmente intorbidito i mercati finanziari e del debito che ora sta dicendo d'essere "dipendente dai dati" e che dobbiamo prepararci per tassi d'interesse negativi e per una società senza contanti, mentre la bolla del credito globale sta implodendo su sé stessa.

La fine dell'aggisutamento del prezzo di riferimento globale dell'oro cartaceo da parte del LBMA, è inevitabile. Per quanto riguarda i tempi, tenete d'occhio il nuovo Shanghai Gold Fix e riceverete ulteriori segnali che il mercato si sta rendendo conto di quanto sia fasullo il mercato dell'oro cartaceo e dell'inutilità del LBMA.

Fate attenzione, gente.

Questa storia non deve per forza di cose avere un finale catastrofico. Centinaia di milioni di once d'oro rimangono nelle mani dei cittadini e far coniare nuove unità monetarie alle Zecche in modo da sensibilizzare gli individui all'oro e all'argento, insieme ad una ristrutturazione organizzata del mercato obbligazionario, riuscirà a far evitare la prossima crisi. Purtroppo, in politica la regola è quella di "non lasciar mai andare sprecata una crisi". I nostri politici e gli interessi finanziari che li appoggiano utilizzano queste crisi per esercitare un maggiore controllo sui cittadini, e a questo giro si vuole bandire il denaro contante in modo da espandere il controllo dello stato sulla società. Il decentramento del conio e la fine del monopolio monetario concentrato nelle mani dello stato, non è qualcosa di allineato con quelli che attualmente sono gli obiettivi del potere.

Quando scoppierà la crisi del mercato dell'oro, diventerà rapidamente evidente che una delle poche fonti d'oro saranno i minatori. Quando lo si comprenderà, ci sarà una corsa spasmodica alle azioni di quelle miniere d'oro nelle cui mani hanno risorse d'oro e argento. La questione è se queste azioni negoziate nei mercati finanziari, sottoposti a violenti spasmi, forniranno un rifugio utile.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Summers & Barsky, agosto 1985, NBER Working Paper No. 1680: http://www.nber.org/papers/w1680.pdf

[2] Dalla fine di ottobre 2015 fino alla fine di dicembre 2015, non sono stati pubblicati i dati online del GOFO.

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