Non credo che Charles Ponzi avesse potuto immaginare una truffa monumentale come quella che oggi viene mandata avanti dal convoglio mondiale delle varie banche centrali. Qualsiasi sotterfugio è lecito pur di far andar avanti l'illusione della prosperità a botte di credito fiat. È lecito per la Cina, la quale nel primo trimestre di quest'anno ha generato nuovo debito per un ammontare di circa il 40% del PIL. È lecito per il Giappone, i cui bond a lunga scadenza sono finiti nella zona grigia dei tassi negativi, i quali stanno facendo a pezzi i risparmi reali di questa colonia di vecchi. È lecito per l'Europa, dove lo zio Mario ha praticamente innalzato il bund tedesco ad asset di protezione primaria e ha fatto apparire solida (dal punto di vista obbligazionario) una nazione in bancarotta come l'Italia. In virtù della gigantesca offerta d'acquisto scatenata dal suo Q€, i bond europei sono diventati scarafaggi di motel: sono entrati nei bilanci degli investitori istituzionali e non ne sono usciti. Quindi per non stoppare l'allentamento monetario, pena la trasformazione della gigantesca offerta d'acquisto in gigantesca offerta di vendita, ha deciso d'inglobare nel proprio bilancio anche i bond IG con rating BBB. O almeno che riescono a far finta d'averlo, ma al giorno d'oggi la fame di rendimenti decenti ha addirittura reso la spazzatura appetibile, senza preoccupazione alcuna per le condizioni reali dell'economia. In un mondo in cui famiglie e piccole/medie imprese hanno raggiunto la condizione di Picco del Debito, solo le grandi aziende hanno potuto offrire in sacrificio i propri bilanci e innescare una presunta crescita economica. L'effetto a cascata previsto dai banchieri centrali non c'è stato e ora ci ritroviamo sommersi con debiti più grandi e bilanci puliti inesistenti. Inutile dire che il catalizzatore della prossima crisi saranno proprio le aziende che hanno gozzovigliato con la manna monetaria post-2008.
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di David Stockman
Ascoltare anche una piccola porzione del balbettio incoerente di zia Janet, chiarisce che la banca centrale della nazione è finita in una trappola che essa stessa ha costruito. Secondo il dizionario, quest'ultimo termine si riferisce a...
...un dispositivo od una tattica atta a recare ferite, catturare, rivelare o disturbare un intruso. È un aggeggio che risale alla notte dei tempi. Una classica trappola è un dispositivo costituito da una piattaforma di legno su cui è integrato un meccanismo di ferro per immobilizzare la preda.
Forse è questo quello che hanno fatto finora — cioè, aspettare che il loro meccanismo monetario facesse scattare la prossima conflagrazione finanziaria.
Dopo tutto, la FED è ora all'ottantasettesimo mese nel suo grande esperimento con la follia dei tassi d'interesse pari a zero. Se i nostri pianificatori monetari centrali ancora non riescono a vedere oltre una normalizzazione di 0.38 bps, allora hanno intenzione di coccolare i giocatori nel casinò con denaro gratis fino a quando non si faranno esplodere in aria — proprio come hanno già fatto due volte in questo secolo.
Infatti, per ammissione della stessa Yellen, gli inquilini keynesiani dell'Eccles Building non riescono a vedere oltre il loro naso. Non riescono neanche a decidere se i rischi per le prospettive future sono bilanciati al rialzo o al ribasso. E questo tipo di giudizio non è nemmeno lontanamente misurabile; non richiede altro che un grugnito binario.
In pratica, agiscono in base all'ipotesi risibile secondo cui hanno abolito il ciclo economico e hanno tutto il tempo di questo mondo per normalizzare i tassi d'interesse. Ma siamo già al mese 81 di questa cosiddetta espansione, e i segni di una recessione spuntano fuori giorno dopo giorno.
Questa settimana, per esempio, abbiamo visto un altro mese di calo nella produzione industriale (che ora è scesa quasi del 2% rispetto al suo recente picco) e nelle vendite commerciali (che sono inferiori del 5.1% rispetto a metà 2014).
In qualche modo la Yellen ha dedotto dal grafico qui sotto che l'economia degli Stati Uniti è stata "molto resiliente negli ultimi mesi". Dalla relazione del Dipartimento del Commercio sulle vendite aziendali totali (inclusa la manifattura), all'ingrosso e al dettaglio, viene da chiedersi quale parte dell'economia degli Stati Uniti stia esibendo tutta questa "resilienza".
Allo stesso tempo, gli ordini delle spese in conto capitale sono in calo del 7% rispetto al settembre 2014 e il rapporto inventari/vendite è al suo livello più alto sin dal 2009.
La FED non ha mai visto arrivare una recessione, naturalmente. E a quanto pare non crede nemmeno che i cicli economici vengano innescati da un'eccessiva espansione del credito e investimenti improduttivi, o addirittura dalla propria inettitudine. La causa è sempre uno "shock esterno" o anche un "contagio" extraterrestre, come per la versione di Bernanke del crollo del mercato a settembre 2008.
Ciononostante potreste pensare che una squadra di economisti, presumibilmente focalizzata sui dati "in entrata", potrebbe aver notato le tendenze in deterioramento nel grafico qui sotto. Perché dovrebbero pensare che tutto questo sia solo "transitorio" e che hanno fino al 2018 per tirare fuori i tassi del mercato monetario dal pantano decennale nella terra dei tassi negativi reali?
In altre parole, se la recessione non è già iniziata, la presunta fase di ripresa si esaurirà molto presto. Ma a nessuno importa il rischio reale di un'intera economia globale che sta scivolando in una contrazione deflazionistica, e che la normalizzazione continuerebbe a tempo indeterminato.
Per sua stessa affermazione, la Yellen non vede un tale pericolo e ha anche affermato che ci sono "buone possibilità di una crescita globale".
Vediamo. Negli ultimi mesi le tre economie leader dell'Asia hanno fatto registrare un calo delle esportazioni: in Giappone giù del 13% rispetto allo scorso anno, in Corea del Sud giù del 20% e in Cina giù del 25%.
Oltre a ciò, vi è una vera e propria depressione delle spese in conto capitale in tutti i settori industriali: energia, miniere, costruzioni navali, acciaio, alluminio e nella maggior parte degli altri settori industriali pesanti. La Cina è alla deriva, sempre più vicina ad un crollo del credito e ad una violenta agitazione dei lavoratori; e le sue economie satelliti, come il Brasile, stanno rapidamente diventando casi economici disperati.
Eppure zia Janet non è riuscita a spiegare il motivo per cui la FED abbia voluto assestarsi su una posizione d'attesa, o perché non abbia ripreso il processo di normalizzazione quando le condizioni economiche l'avrebbero permesso.
Pertanto l'effetto non dichiarato della politica "d'attesa" della FED, parrebbe essere quello di fornire fiches gratuite al casinò di Wall Street... un mondo apparentemente senza fine.
E sappiamo come andrà a finire.
Ora abbiamo anche chiaro il motivo per cui la FED è finita nella sua stessa trappola. La Yellen ha spiegato al suo pubblico, composto da giornalisti finanziari creduloni, che tutto il suo "tira e molla" è dovuto al fatto che il "valore" dei fondi federali è attualmente molto "basso" rispetto agli standard storici, e che, di conseguenza, è giustificato un grado di "accomodamento" straordinario.
Ecco una notizia per i tanti sempliciotti che hanno partecipato alla conferenza stampa post-meeting.
In primo luogo, come una questione tecnica, non esiste un mercato dei fondi federali. È stato ucciso da una massiccia campagna di stampa monetaria da parte della FED sin dal settembre 2009. I $2,400 miliardi di successive riserve bancarie in eccesso parcheggiate presso la FED di New York, hanno semplicemente soffocato il mercato dei fondi federali.
Più in generale, non esiste una cosa come un "valore neutro" dei fondi federali o un qualsiasi altro dei relativi strumenti del mercato monetario. Si tratta di costrutti del tutto immaginari, evocati da scribacchini accademici keynesiani e, in ultima analisi, si basano su una convinzione puramente religiosa.
L'unico prezzo valido per il denaro è quello dato dall'interazione tra domanda e offerta in un mercato libero. Ma questo è stato annullato decenni fa, quando Greenspan ha inaugurato l'attuale sistema della Finanza delle Bolle.
Quello che ci ritroviamo invece in quest' epoca di pianificazione monetaria centrale, è un ancoraggio dei tassi in base ad una teoria astratta e alle pretese goffe dei burocrati nel FOMC accecati dalle bolle.
Alla fine, l'ancoraggio dei tassi si rivelerà il distruttore definitivo del capitalismo. Trasforma i mercati finanziari da organizzatori e allocatori del capitale e del risparmio dei produttori e dei lavoratori, a casinò che alimentano enormi bolle speculative.
Fino a quando il tutto non salta in aria. Qualcuno dovrebbe dire a zia Janet di divincolarsi da questa trappola.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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http://www.rischiocalcolato.it/2016/05/al-brennero-si-chiude-al-voto-vinto-brogli-problema-vero-un-altro-cosa-ci-aspetta.html
RispondiEliminaInquietante.
Siamo già in guerra. La stanno facendo a noialtri. La verità è morta. E sento anche scroscianti applausi tra le greggi più ignoranti.