Bibliografia

venerdì 25 marzo 2016

Suggerimenti pratici per evitare il terzo grande botto di questo secolo





di Francesco Simoncelli


Questo blog non è nato per essere una piattaforma di consulenza. In tempi normali la maggior parte delle persone tende a seguire il proprio istinto, sorvolando i consigli che potrebbero arrivare da fonti terze. Il problema emerge quando le cose si fanno serie e all'orizzonte s'addensano nubi insidiose. In questi frangenti la paura tende a soverchiare il giudizio di coloro che vogliono proteggere i propri beni, andando alla ricerca di consigli coi quali ridurre al minimo la propria esposizione ad eventi spiacevoli. Uso la parola ridurre perché è impossibile essere immuni dalle perdite. Diffidate da chiunque vi garantisca un futuro presumibilmente certo costellato da una serie d'investimenti con ritorni da favola. All'inizio può essere così, ma questa è la retorica utilizzata spesso dagli imbonitori sell-side che tendono a scaraventare gli investitori retail nella fase finale di una bolla.

La maggior parte delle persone pensa che giocare d'azzardo nei casinò azionari sia la via più semplice per arrivare ad una ricchezza smisurata. Queste sono le classiche oche da spennare per permettere agli smart money di svignarsela prima che la baracca crolli. Il mercato azionario ha sempre funzionato così. I soldi si fanno sulle perdite dei dumb money. Chi si lancia nel mercato azionario senza sapere perché vuol fare più soldi, è spacciato. È qualcosa che ha fatto notare anche Bill Bonner in uno dei suoi articoli. Lo trovate qui. Perché è importante sapere in anticipo il motivo per cui si vogliono più soldi? Perché non tutti diventano ricchi. Accumulare una grande ricchezza non dipende dalla fortuna. Quelle persone che ci riescono hanno un progetto e una tempistica ben precisi, e soprattutto vanno a soddisfare i desideri delle masse.

Questa è gente ossessionata dal proprio lavoro ed è costretta a prendere enormi rischi. Questo è il motivo per cui su dozzine che falliscono, ce ne sono una manciata che hanno successo. La ricchezza, quindi, non è per tutti. Nessuno si dispera più di tanto se perde un "mercato toro" importante. La maggior parte delle persone si dispera seriamente se incappa in perdite significative. È per questo motivo che chiedono consiglio. Visto che le richieste sono molte, ho deciso di scrivere questo post per tutti coloro che vorranno avere indicazioni su come posizionarsi per proteggersi da contraccolpi funesti scaturenti da mercati mondiali al limite della follia. Sarà un punto di riferimento per il futuro. Non rappresenta, ovviamente, un invito automatico all'azione; sono semplicemente osservazioni di uno scrutatore attento.



LA LENTA MORTE DI UN TORO

È cosa comune ascoltare dai media mainstream una sequela di elogi nei confronti del mercato azionario, soprattutto a seguito di cali improvvisi e inaspettati. Allora al minimo accenno di rimbalzo la maggior parte degli imbonitori e dei commentatori finanziari dichiara finita la turbolenza e invita gli investitori a tornare in massa nei casinò. Diamo un'occhiata alle performance dell'ultimo anno degli indici azionari più rilevanti.







Come possiamo notare dai grafici qui sopra, il trend ribassista aleggiante in ogni mercato azionario mondiale viene ignorato focalizzando l'attenzione sui vari tentativi di rally falliti. In realtà, attraverso i media mainstream la maggior parte delle persone non ha affatto compreso come mai la situazione sia degenerata a tal punto e soprattutto perché proprio ora. Brancola nel buio, affidandosi alle presunte analisi accurate di uno stuolo di statistici al soldo delle agenzie statali e una folla di burocrati nelle istituzioni ufficiali. Inutile sottolineare come questa gente faccia affidamento su modelli matematici obsoleti facenti riferimento alle credenze keynesiani di un'economia inquadrabile dal punto di vista numerico. Più in particolare, fanno riferimento al modello della vasca da bagno teorizzato da James Tobin negli anni '60. In base a questa reliquia barbarica del passato si presume che le varie economie siano compartimenti stagni completamente sigillati e impossibilitati in alcun modo a comunicare tra di loro. Ovvero, gli effetti avversi di una non possono avere effetti avversi sull'altra.

In questo modo è possibile appuntare la banca centrale come rubinetto della vasca in modo che, attraverso uno stimolo monetario, riempia la vasca da bagno di domanda aggregata affinché l'economia in generale raggiunga il suo potenziale di PIL. Dopodiché l'effetto ricchezza si diffonderà in tutto l'ambiente economico permettendo un boom e il raggiungimento del nirvana keynesiano della piena occupazione. Non appena sentite i banchieri centrali parlare a vanvera di "fiacchezza" nel mercato del lavoro, potete star sicuri che le loro tesi si basano fondamentale su questo modello di ragionamento economico. Negli Stati Uniti sono passati 86 mesi prima che la ZIRP fosse interrotta e il risultato è stata una pseudo-ripresa dell'economia, dove la disconnessione tra economia di Main Street e Wall Street s'è fatta più marcata.

Infatti solo quest'ultima ha goduto della manna monetaria elargita dal settore bancario, il quale non ha fatto altro che compiere il compito per cui è stato creato, ovvero, salvaguardare quelle entità protette dal suo cartello: stato e grandi banche commerciali. Al fine di salvare tali entità le banche centrali non si sono accorte d'aver gonfiato la terza bolla più grande di questo secolo: quella nel settore obbligazionario statale. Dopo un timido intervento con il TARP, negli Stati Uniti ad esempio, e con il LTRO, in Europa, le banche centrali sono andate all-in puntando sulla monetizzazione palese del pattume dei vari stati sovrani. Questo ha permesso a questi ultimi non solo di trovare un prestatore di ultima istanza disposto a sovvenzionarlo nonostante i bilanci in bancarotta, ma anche di rimpinguare le grandi banche commerciali di nuova valuta con cui ammorbidire i loro bilanci disastrati. Infatti, a fronte di un stato patrimoniale in continua erosione dal lato degli attivi, la manna monetaria elargita dalle banche centrali è servita loro da collaterale per "ristrutturare" il loro stato patrimoniale.

Dopo aver parcheggiato il nuovo denaro presso le rispettive banche centrali come riserve in eccesso (guadagnanti un interesse), le grandi banche commerciali si sono gettate anima e corpo nel mercato azionario. Per questa gente avere anche un bilancio in pareggio significa lo stesso una perdita, di conseguenza hanno gozzovigliato nei mercati azionari per acquisire asset e mostrare a fine anno un bilancio in positivo. L'effetto ricchezza che le banche centrali speravano di scatenare in questo modo, s'è riversato in alcune realtà della grande impresa sovvenzionando attività artificiale che a loro volta hanno dato vita ad altre attività artificiali. In breve, la nascita della bolla delle patch di scisto, della bolla dei prestiti per automobili, delle bolle nei vari titoli del mercato azionario, ecc., sono il risultato della massiccia e progressiva intrusività della pianificazione monetaria centrale negli ambienti di mercato. L'abbassamento a livelli artificiali dei tassi d'interesse ha creato una gigantesca offerta d'acquisto nei mercati obbligazionari e azionari che ne ha distorto il price discovery. Il risultato è stato un mispricing degli asset e un'errata allocazione delle risorse economiche.

Questa mania ha invaso Main Street solo in parte. I miglioramenti nei dati legati all'occupazione sono principalmente da attribuirsi a lavori "rinati" sulla scia della baldoria di credito facile abilitata dalle banche centrali. Sebbene sia superfluo sottolineare come questi lavori non siano destinati a durare data la fragilità sulla quale si fondano, hanno influito a loro volta sull'ambiente economico circostante permettendo una reflazione della bolla immobiliare. Hedge fund e banche commerciali, sempre presenti alle aste di fallimenti, hanno fatto man bassa d'edifici comprati per quattro soldi e poi, trasformandosi repentinamente in padroni di case, hanno girato queste case in affitto. Non solo, ma è stata creata anche tutta una serie di strumenti finanziari alla cui base c'era la convinzione che gli affitti sarebbero continuati ad essere pagati. Di conseguenza una volta che la recessione colpirà ancora una volta, le prime teste a cadere saranno coloro che hanno goduto indirettamente della mania monetaria scatenata dalle banche centrali.

Quando verranno licenziati poiché le imprese che hanno gozzovigliato col credito facile hanno fondamentalmente arroventato la loro esposizione all'ingegneria finanziaria, non hanno affatto basato la loro crescita su basi solide investendo ad esempio nella R&S. Si sono semplicemente limitate a cavalcare la bolla sequestrando al loro interno risorse umane e di capitale. Capiterà loro ciò che sta attualmente capitando ai campi abbandonati in North Dakota: bancarotta. Ciò indebolirà di nuovo Main Street e la relativa capacità di adempiere ai propri pagamenti. Inutile dire che questo significherà anche il fallimento di quei titoli che sono stati costruiti su questa illusione di prosperità. Una volta che la FED, ad esempio, ha smesso d'inondare il casinò con nuova liquidità e ha assecondato (seppur marginalmente) l'andamento del mercato rialzando lievemente il tasso del denaro nel mercato monetario, ciò non ha dissuaso i grandi pachidermi che si sono abbeverati sino ad ora alla fontana del credito facile.






Una volta che tornano a fallire aziende e gente di Main Street, basta uno schiocco di dita prima che tale effetto si propaghi anche ai cosiddetti TBTF. E ad oggi gli indicatori segnalanti una recessione si stanno intensificando. Pensate ai prestiti per studenti. Pensate ai prestiti per automobili. Il mercato ad alto rendimento sta tornando lentamente ai suoi livelli storici. L'indice riguardante il trasporto delle merci negli USA è sceso del 7% rispetto all'anno scorso. Le esportazioni sono diminuite dell'11%.





Ma la deformazione dell'ambiente economico non riguarda solo gli Stati Uniti, anche la Cina sta dando ulteriore sfoggio di pazzia. Infatti pochi tra i media mainstream hanno fiatato sul casino finanziario che la Cina vorrebbe aggiungere a quello esistente. Ovvero, cartolarizzare cataste di prestiti non performanti e trasformarli in ABS presumibilmente d'alta qualità. Nei mercati di oggi, affamati di rendimenti decenti a causa della ZIRP e della NIRP, questa sarebbe l'ennesima scusa per prolungare un po' di più gli spasmi del "toro morente".

La Cina è un incidente annunciato che non hai mai avuto nulla di stabile o sostenibile, la cui economia è andata avanti a botte di sfogliate di denaro fiat uscite dalla stampante della PBOC e, di conseguenza, a bolle incendiarie in quasi ogni settore industriale. Per non parlare dell'aumento mastodontico del suo debito pubblico del 30X, da $500 miliardi negli anni '90 ai $30,000 miliardi di oggi. Ora però Pechino sta navigando in capacità in eccesso che sta facendo stramazzare al terreno qualsiasi industria sul suolo cinese, soprattutto i loro profitti, creando un circolo vizioso di prestiti non performanti e la necessità d'ulteriore credito per cercare di portare avanti investimenti palesemente improduttivi. E indovinate un po'? Rispetto a gennaio dell'anno scorso i prestiti alle imprese sono aumentati del 73%!

Fortunatamente non sono tutti impazziti in Europa e una voce della ragione ancora s'alza per scaraventare nella pattumiera tutti quegli articoli che finora hanno inneggiato ad un divieto dei contanti e al decollo degli elicotteri monetari. Inutile sottolineare che quella della Germania è l'unica voce della ragione... probabilmente a livello mondiale. Qui da noi, invece, la propaganda a favore dei deficit corre veloce e santifica la volontà dello zio Mario d'aumentare il carico del QE il prossimo mese. Non scordiamoci che in Italia ci sono circa €200 miliardi di prestiti andati a male che verranno trasformati in ABS con la garanzia statale. Sebbene giornali e blog indipendenti abbiano dettagliato le specifiche di questo piano affermando che solo quegli strumenti finanziari con grado di rating più alto verranno garantiti dallo stato, in realtà le cose non stanno così.

Innanzitutto non c'è in cantiere alcuna ristrutturazione delle banche i cui asset verranno garantiti. Finora tutte le regole stabilite per smorzare gli azzardi morali sono state infrante (limiti di debito, limiti di deficit, trattato di Maastricht, ecc.) e i mercati vengono "calmati" solo se si conferma la presenza di garanzie statali. I nuovi strumenti finanziari otterranno il grado d'investimento più alto solo le banche vi rimarranno esposte mediante accordi di riacquisto. Il problema però non sono tanto le banche fallite, quanto un ambiente di mercato pervaso da asset mispriced ed errata allocazione del capitale. Quali prospettive ha l'economia di migliorare e di conseguenza far migliorare i bilanci delle banche, quando le premesse sono queste deformità economiche? Verranno chiamate in causa ulteriori garanzie di stato.

In realtà questo piano non è affatto una strategia per "stimolare" l'economia, bensì un modo per scaraventare nei mercati finanziari ulteriori asset incendiari, fomentando solamente l'azzardo morale per tenere in vita un settore marcio e fatiscente. Non scordiamoci che gli ABS garantiti dallo stato avranno i requisiti per essere comprati anche dalla BCE. Il grado di follia si sta ingigantendo e con esso anche la sensibilità che un evento "insignificante" possa buttare già questo castello di carte.



SCHIVARE I FENDENTI DEL MATADOR

Ma quale può essere uno di questi eventi "insignificanti"? Io credo di saperlo. Uno degli strumenti finanziari più pericolosi al giorno d'oggi sono gli exchange traded funds, o ETF. Questi strumenti, diversamente dai fondi comuni d'investimento, fungono essenzialmente come azioni ma sono stati pensati per la gente comune che ha "più praticità" con i casinò di tutti i giorni. Scommettere con gli ETF equivale esattamente a giocare alla roulette: è possibile farlo per tutto il giorno e i costi d'entrata sono più bassi dei fondi comuni d'investimento. Negli ultimi 10 anni c'è stata letteralmente un'esplosione di questi strumenti, sia nelle negoziazioni che nei settori interessati. Infatti stiamo parlando di un mercato da $450 miliardi nel 2005, mentre ora il suo ammontare è arrivato a $3,000 miliardi.

Non c'è alcuna connessione con la realtà, ma solo il trading del momentum in cui si trova il casinò di Wall Street. Infatti, come abbiamo già visto con Valeant, questi strumenti finanziari speculativi reagiscono positivamente solo in presenza di un mercato toro alimentato dalle stampanti monetarie delle banche centrali. Pensate davvero che in un libero mercato con un price discovery onesto avremmo visto apparire dal nulla 5,500 tipi diversi di queste bombe ad orologeria finanziarie? Ma il settore biotecnologico è solo uno dei settori in cui gli ETF hanno prosperato, c'è anche il settore petrolifero, minerario, bancario, ecc. I giocatori d'azzardo, i robo-trader e i cosiddetti fast money ammassandosi per comprare le azioni sottostanti, hanno fatto sembrare appetibili gli ETF che hanno di conseguenza guadagnato slancio anche agli occhi degli investitori retail.

Ciò può andare avanti finché il denaro quasi-gratis fluisce all'interno dei canyon delle bische clandestine e la mania delle bolle fa credere ai giocatori d'azzardo che il limite alle scommesse non è affatto il cielo. Quando il movimento sottostante al mercato toro chiude i rubinetti, gli sciocchi vengono lasciati col cerino in mano. Lo scorso agosto ne abbiamo avuto un assaggio. Nonostante le azioni alla base degli ETF abbiano subito una breve battuta d'arresto e i prezzi siano calati, gli ETF che le rappresentavano sono calati in modo più drastico, perfino del 40% in più. A questo punto, visto che la FED ha temporaneamente raffreddato la stampante monetaria, sono le banche commerciali che stanno cercando di tappare i buchi.




Infatti gli ETF sono considerati liquidi in base al presupposto che ci sarà sempre qualcuno desideroso d'acquistarli. I problemi sorgono quando non esiste un proverbiale "sciocco più sciocco" e i broker si ritrovano a dover sborsare denaro per coprire le perdite. Il 26 agosto dell'anno scorso sono scattati 1,300 trading halt e la stragrande maggioranza ha riguardato gli ETF. Questo per dire che strumenti finanziari simili non sono altro che scommesse speculative partorite da un mercato drogato da denaro a basso costo, il quale, essendo affamato di rendimenti decenti, ha generato aberrazioni simili ignorando i rischi annessi.

In breve, una volta che si esaurisce il mercato toro, si esaurisce anche la possibilità di trarre profitto da strumenti finanziari come gli ETF. Al presente stiamo entrando in un mercato orso di conseguenza posizionarsi long sugli ETF equivale ad un vero e proprio suicidio. Come evidenziato nei primi quattro grafici di questo articolo, i mercati azionari sperimenteranno diversi dead cat bounce ma la tendenza sarà decisamente al ribasso. E nemmeno il mercato azionario più ampio è il luogo in cui trovarsi al momento, poiché sopravvalutato dopo gli 86 mesi di ZIRP.




Quindi, cosa fare? Se è alle porte una correzione di mercato, cosa farne dei propri risparmi? Se decidete di scegliere i certificati di deposito, gli interessi infimi e le spese di gestione vi mangeranno vivi. Quello che guadagnerete sarà l'equivalente di un cornetto e un caffè al giorno, vedendo progressivamente sparire quei risparmi che hanno necessitato di una vita di sacrifici per essere accumulati. Se decidete di rimanere nel mondo degli ETF, sappiate che la prossima correzione di mercato è possibile che farà uscire aria fritta per $1,000-$1,500 miliardi rispetto ai suddetti $3,000 miliardi. Ma gli ETF, in realtà, rappresenteranno l'epicentro da cui scaturirà la correzione di mercato, anche perché essi rappresentano una bolla dentro altre bolle più grandi. La più grande delle quali è quella nel mercato obbligazionario statale.

Il mio consiglio, quindi, è quello di scommettere su un mercato orso. Nello specifico, scommettere sull'implosione degli ETF. Comprare opzioni put che permettano di scommettere contro gli ETF del settore biotecnologico, bancario, petrolifero, automobilistico, ecc. Sebbene il mercato sia in procinto di vomitare tutto quel pattume tossico che ha inglobato negli ultimi 86 mesi di ZIRP, e possa essere altrettanto saggio abbandonare i casinò azionari e puntare sul denaro contante, c'è un modo per trarre vantaggio da un mercato orso. Le banche centrali si troveranno sempre più a corto di polvere da sparo asciutta con cui contrastare gli effetti avversi ai protetti dal loro cartello, e il "whatever it takes" dello zio Mario altro non è che una promessa basata sulla mancanza di un piano specifico.

Stanno improvvisando. Ma non appena la loro guerra ai risparmiatori porterà la ZIRP a diventare NIRP, le chiacchiere staranno a zero. La popolazione infatti, già punita dall'inesistenza d'interessi sui loro conti, non appena vedrà il segno meno davanti agli interessi sui propri conti e capirà che sarà costretta a pagare la banca per mantenere i soldi in deposito, non ci penserà due volte a prendere torce e forconi. Inutile sottolineare come la riserva frazionaria si rivolterà contro coloro che fino ad oggi vi hanno prosperato e si presumeva la potessero utilizzare per sempre. Non è così, poiché quando si compie l'insano gesto di mandare a zero il costo del denaro nei mercati monetari, non ci si può aspettare altro risultato che una caterva d'eventi inaspettati che inficeranno la trama tessuta da coloro che hanno ingegnerizzato questa pazzia.

L'opzione put, quindi, non è altro che una scommessa contro l'attuale sistema economico/finanziario. Al calare dei mercati, il valore dell'opzione salirà. È una strategia di medio termine, poiché come documentato nei vari post su questo blog un mercato orso è alle porte e il quadro temporale in cui agire è abbastanza ristretto. Gli errori da correggere sono parecchi e volatilità nei mercati azionari sarà molto marcata, quindi shortare non sarà una buona prospettiva e potreste rimanere bruciati. Con le opzioni put, invece, sapete già i costi in cui incapperete e potrete calcolare con maggiore precisione i vostri trade.

Al momento ci sono alcuni titoli massicciamente sopravvalutati, e al loro assurdo picco PE non hanno altra via che andare se non in basso. Di conseguenza scegliere le opzioni put in questo caso rappresenta una scommessa ben precisa contro un determinato titolo di una determinata compagnia. In questo caso non sono consigliati gli ETF invertiti per il modo in cui sono strutturati. Questi ultimi, invece, sono più consigliati se si vuole scommettere su mercati più grandi, come l'S&P 500 ad esempio. Ciononostante le opportunità di guadagno permesse dalle opzioni put, visto che riguardano titoli specifici, sono decisamente più allettanti.



DANNAZIONE E REDENZIONE

Ma la maggior parte degli investitori, soprattutto quelli retail, pensa che un mercato orso sia semplicemente il momento in cui chi vende prima incassa meno perdite. Non si rendono conto come, in realtà, un ribasso può trasformasi in un guadagno per il proprio portfolio. Questo perché abbracciano una visione canonica degli investimenti; lasciano che siano i cosiddetti esperti a gestire i loro risparmi e questo conduce ad un comportamento sbagliato: rifiutare le perdite. Tale atteggiamento conduce ad uno ancor più pericoloso: continuare ad investire finché non si "pareggiano i conti". Realizzare, invece, che si è incappati in una perdita e capirne il perché rappresenta un punto importante nelle strategie d'investimento, in quanto l'investitore capisce d'aver sbagliato e accetta le conseguenze. Quindi si sposta ai margini del campo in attesa di poter giocare il proprio ruolo. Non c'è alcun male a perdere alcuni flash boom, l'importante è azzeccare i mercati toro e contenere le perdite.

Quest'ultimo aspetto, infatti, è uno dei più incompresi al momento perché chi ancora si ostina a credere che la bisca clandestina offrirà nuovi margini di guadagno e crede alla retorica "buy the dips", incapperà in quella che è definita "perdita anticipata". Ovvero, non si accorge di avere per le mani una carta perdente nonostante sia valutata apparentemente molto. Ripongono la loro fiducia nell'unica entità che finora li ha remunerati con guadagni inattesi: la banca centrale. Problema: come abbiamo visto nella sezione iniziale di questo articolo, le banche centrali sono a corto di polvere da sparo asciutta. Stanno iniziando a sparare a salve.

Ma Wall Street deve vendere i suoi prodotti. Quindi ascolterete che è sempre il momento per acquistare. Che il mercato salirà sempre. Che le battute d'arresto sono temporanee e i rimbalzi saranno sempre più corposi. In pratica, per questa gente non esiste un rischio di ribassi e mercati orsi. Presumono che la FED e le altre banche centrali li abbiano aboliti con gli 86 mesi di ZIRP. Come ho spiegato la volta scorsa, le cose non stanno così. Le banche centrali e i sicofanti nelle bische clandestine non ne hanno azzeccata una sin dal 2008. Questo perché le banche centrali sono sostanzialmente diventate i market maker, distorcendo rischi e rendimenti. Non è un caso se la repressione finanziaria ha permesso anche ai titoli spazzatura di diventare fortemente appetibili.




Queste distorsioni hanno permesso a società tutt'altro che sostenibili in un ambiente di libero mercato, di prosperare a scapito di controparti concorrenzialmente superiori. La bolla dell'olio di scisto ne è un esempio. La maggior parte delle società nate per cavalcare i prezzi del petrolio a $100, hanno finanziato le loro spedizioni con credito facile. All'inizio le cose sembravano andar bene, però poi non appena il mercato s'è saturato di offerta in eccesso, il prezzo è colato a picco. E con esso sono aumentati i campi di trivellazione deserti, le attività in bancarotta nate in concomitanza con tale boom, i licenziamenti, l'inattività delle macchine gialle, i tassi delle obbligazioni spazzatura, ecc.

Nessuno l'ha visto arrivare. Addirittura s'era diffuso il mito, tra i sostenitori della MMT, che la banca del North Dakota fosse un modello bancario da seguire. Le illusioni della riserva frazionaria e del credito facile sono potenti, ma durano solo nel breve periodo. La cosa importante è solo una: ammettere d'aver sbagliato. Riconoscere, quindi, che l'ambiente economico che finora si credeva funzionasse in un certo modo, in realtà funziona diversamente. Che forse è giunto il momento di sfidare uno dei grandi miti di Wall Street: "Don't fight the FED." Cambiare il proprio punto di vista rappresenta un grande atto di volontà che pochi riescono a compiere. Molti s'arroccano nelle proprie convinzioni sino all'ultimo per non ammettere d'aver speso una vita a credere in qualcosa di profondamente sbagliato. L'umiltà d'ammettere d'aver sbagliato è un passo importante verso la redenzione.

Significa ammettere la propria responsabilità per gli errori commessi, una virtù rara di questi tempi. Significa essere pronti ad ascoltare versioni alternative rispetto a quelle che corrono sulle testate giornalistiche o che vengono sponsorizzate dallo zombie-box. È fondamentalmente per questo motivo che ho voluto comporre questo articolo, poiché sto notando una certa apertura nei confronti della Scuola Austriaca. Poiché anche chi credeva fermamente nelle doti di presunta onniscienza in possesso dei pianificatori monetari centrali, pian piano si sta ricredendo. Cercano una versione alternativa a quella offerta loro dai canali ufficiali. Perché? Perché stanno perdendo la fiducia nei cosiddetti canali ufficiali. Laureati, tecnici e compagnia cantante non stanno offrendo la redenzione, stanno offrendo una maggiore dannazione promulgando in coro il mantra keynesiano della salvezza attraverso lo stato.

Non sta funzionando. Diventeranno lo zimbello della professione economica. La gente comune ha finora accettato il loro presunto rimedio ai mali dell'economia: più della stessa cosa. L'ha accettato in base ad una promessa di ripresa economica. Non abbiamo avuto nulla di tutto ciò. E all'aumentare del dolore economico dovuto alla mancata correzione degli errori precedenti, aumenterà il grado in cui la gente comune si stamperà in testa l'incapacità di queste figure accademiche e burocratiche. Le loro stupidaggini li marchieranno a vita. Il Canada è l'esempio lampante.



CONCLUSIONE

Questo articolo è stato ideato per tutti coloro che, trovandosi in una situazione mai sperimentata prima d'ora, hanno bisogno di alcuni consigli per proteggere in qualche modo i risparmi di una vita. La parte teorica, fornita per diradare le nebbie della confusione emerse a seguito dello sgretolamento del credo keynesiano, viene unita ad una parte pratica per avere un quadro quanto più chiaro di quello che il futuro potrebbe avere in serbo per noi. E non è un'esagerazione affermare che il credo keynsiano stia cadendo a pezzi. Un buon esempio è il mercato dell'oro. Pensate al consiglio che di recente Goldman Sachs ha dato agli investitori: vendere. Ora pensate alle performance dell'oro: prezzi ai massimi da 13 mesi a questa parte, mentre tutte le altre materie prime sono in profondo rosso e le banche centrali del mondo stanno entrando nelle lande desolate dei tassi d'interesse negativi. (A proposito, ogni portfolio dovrebbe avere al suo interno un'allocazione minima del 10% in oro fisico.)

Su queste pagine, inoltre, trovate anche dei consigli riguardanti il sostegno del proprio reddito in un ambiente economico che si sta dirigendo verso una recessione. Potete consultarli nella sezione legata al tag "downshifting": http://francescosimoncelli.blogspot.it/search/label/downshifting

Fornisco questi consigli, quindi, perché ritengo non solo di poter dare una mano ai lettori che seguono il mio lavoro e solidificare il rapporto con la mia base di pubblico, ma anche perché se saranno soddisfatti e troveranno preziosi consigli, spero contribuiranno a sostenere materialmente l'opera di divulgazione che li ha aiutati.


9 commenti:

  1. Questi sono i principi dell'investitore contrarian. Si potrebbe dire "il piccolo Soros".
    Scommettere contro il mainstream.
    Il Regno Unito di Brown ne sa qualcosa. Oggi si potrebbe scommettere sul default di molti Paesi, della UE, dell'Occidente forse...
    Ma di quanto denaro avete bisogno per vivere bene con Voi stessi? Cioè per essere liberi di non doverci pensare? La felicità non si compra.
    La piramide è soprattutto un modello culturale materialista. C'è tanto di più altrove. Lasciate la piramide del Potere fiatmoney a quelli che pensano di compensare le proprie miserie umane scalandone le ripide pareti e vendendo se stessi.
    Cmq ottimo articolo.

    P.s.: in guerra muore per prima la verità. Il mispricing da manipolazione è proprio la morte della verità economica. Perciò va considerato come una dichiarazione di guerra da parte di pochi contro tutti gli altri. Mi pare assiomatico.

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  2. Francesco, secondo te la bolla potrebbe riguardare anche gli ETF azionari a replica fisica, senza prestito titoli? Mi riferisco solo allo strumento ETF e non al sottostante azionario che ben sappiamo essere sopravalutato. Grazie e complimenti per i tuoi articoli davvero illuminanti. Roberto

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    1. Salve Roberto.

      Il problema con gli ETF è che amplificano la bolla già esistente nel settore delle azioni. Infatti i PE assurdi di Wall Street vengono duplicati o triplicati da questi strumenti finanziari: ad esempio, se l'azione sottostante sale del 5%, allora l'ETF ad essa legata sale del 10%. Non a caso ho inserito nell'articolo il caso del 26 agosto scorso in cui gli ETF hanno preso una batosta peggiore rispetto al settore azionario nel suo complesso. Sono strumenti speculativi venduti dagli imbonitori sell-side per tirare dentro quanti più "sciocchi più sciocchi" e cui affibbiare questo pattume.

      Comunque nel gigantesco settore degli ETF, esiste un sottoinsieme di strumenti chiamati ETF inversi che potrebbero essere usati per scommettere contro l'attuale status quo. Il problema è che, diversamente dalle opzioni put, le perdite non sono definibili. Quindi prima di un crollo definitivo, gli ulteriori spasmi nel mercato azionario potrebbero far incappare l'investitore in serie perdite. Poi, se uno vuole rimanere nel mondo degli ETF, ci sono sempre quelli legati all'oro (come l'SPDR Gold Shares:GLD, ad esempio) che potrebbero essere usati come mezzo per scommettere contro lo status quo attuale. Non caso il GLD sta performando allo stesso modo del prezzo dell'oro spot, ovvero, ai massimi da un anno a questa parte.

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    2. Comunque ci tengo a sottolineare che prima bisogna chiedersi cosa si vuole e poi agire di conseguenza. Se non si ha chiaro questo, è meglio restare ai margini del campo da gioco e rintanarsi nell'oro fisico.

      Questi consigli sono stati suggeriti per coloro che hanno intenzione di restare nel casinò e "tentare" la fortuna. Il consiglio riguardante le opzioni put rappresenta, in sostanza, una scommessa contro il sistema vigente, ovvero, quello che vogliono vendere gli imbonitori sell-side delle varie bische clandestine. È una scommessa contro lo status quo. È una scommessa contro i rialzisti. Ognuno poi decide in base alle proprie considerazioni e al proprio senso di tempistica, ma sta di fatto che chi dall'anno scorso ha scommesso contro il settore petrolifero, automobilistico o biotecnologico ha intascato lauti guadagni.

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  3. "se l'azione sottostante sale del 5%, allora l'ETF ad essa legata sale del 10%" scusa Francesco ma ti riferisci agli etf a leva?? altrimenti non condivido la tua analisi...

    Michele

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    1. Ciao Michele.

      Sì, per la precisione a quelli che in gergo finanziario vengono definiti 2X o 3X. Inutile dire che questi tipi di ETF sono quelli più pericolosi.

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  4. Francesco, pensavo che una semplice strategia potesse essere quella di restare in liquidità al 79%, oro fisico 20%, bitcoin 1% pazientare fino all'inevitabile scoppio della bolla, poi dopo una correzione sull'azionario minimo del 40% entrare in accumulo con ETF azionario globale non a leva, replica fisica, no prestito titoli, ma capisco che tu eviteresti lo strumento ETF a prescindere e forse preferiresti un paniere di singole azioni? Grazie ancora e i migliori auguri di Buona Pasqua. Roberto

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    1. Come dicevo all'inizio di questo articolo, il blog non è nato come piattaforma di consulenza. Di conseguenza oltre ai consigli e ai suggerimenti espressi finora, non è possibile spingersi oltre. Ma comprendo la sua premura per l'argomento, quindi la invito a mandarmi una e-mail.

      Saluti e buona Pasqua.

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