Bibliografia

giovedì 10 marzo 2016

I vostri investimenti dipendono da cosa accadrà nei prossimi sette giorni

Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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di James Rickards


Nei prossimi sette giorni verranno costruite o perse intere fortune sulla base delle azioni di due soli individui.

Oggi il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), guidata da Mario Draghi, si riunirà a Francoforte, Germania. La BCE si riunisce per decidere se rendere ancor più negativi i propri tassi d'interesse e se espandere il suo quantitative easing (QE).

Poi tra meno di una settimana, mercoledì prossimo, il Federal Open Market Committee (FOMC) del Federal Reserve System, guidato da Janet Yellen, si riunirà a Washington, DC. Il FOMC si riunisce per decidere se continuare a rialzare i tassi d'interesse dopo il "liftoff" lo scorso dicembre.

Mario Draghi e Janet Yellen sono i leader delle rispettive banche centrali, la BCE e la FED. Se posseggono una visione precisa di dove vogliono portare la politica monetaria, saranno in grado di convincere il resto dei loro colleghi nel Consiglio.

Il problema ora è che non esiste una visione ben definita. In Europa e negli Stati Uniti i segni di una recessione sono ovunque, ma ci sono anche punti di forza. La deflazione è una preoccupazione, ma ci sono anche i primi segnali di inflazione.

I banchieri centrali stanno improvvisando. La verità è che sono confusi su cosa fare e quale sarà l'impatto delle loro politiche.

Sta diventando ormai evidente che i tassi d'interesse negativi producono l'effetto opposto di quello che si aspettano i banchieri centrali. Addirittura una recente ricerca accademica ha messo in discussione l'efficacia del QE.

La Yellen potrebbe voler aumentare i tassi in modo da avere qualche munizione per combattere una futura recessione. Ma aumentando i tassi, potrebbe causare la recessione che tanto teme.

In breve, i segnali economici sono nebulosi, le scelte politiche sono incerte e probabilmente sia Draghi sia la Yellen aspetteranno fino all'ultimo prima di prendere una decisione.

Questo è un ambiente molto pericoloso per gli investitori. Nel giro di pochi giorni verranno prese decisioni epocali dai due banchieri centrali più potenti del mondo. Se queste decisioni saranno in disaccordo con le aspettative dei mercati, potrebbero causare crolli per i titoli azionari, rally per le obbligazioni e forti oscillazioni dei tassi di cambio.

Abbiamo gli strumenti per analizzare queste decisioni, ma anche gli strumenti migliori possono essere fuorvianti quando i policymaker stessi non hanno le idee chiare. È questa la situazione che dobbiamo affrontare.

Il mio strumento analitico primario è chiamato Teorema di Bayes.

In parole povere questa formula dice che aggiornando la nostra comprensione iniziale con informazioni nuove ed imparziali, miglioriamo la nostra comprensione.

Il lato sinistro dell'equazione rappresenta la nostra stima delle probabilità che accada un determinato evento.

Le nuove informazioni finiscono nella parte destra dell'equazione. Se sono coerenti con le nostre stime, allora andranno al numeratore (il che aumenta le probabilità del risultato che c'aspettiamo). Se sono incoerenti, andranno al denominatore (il che abbassa le probabilità del risultato che c'aspettiamo).

Poiché ad oggi le prove puntano in entrambe le direzioni, siamo molto più vicini ad una probabilità del 50/50 per quanto riguarda ulteriori cambiamenti di politica delle banche centrali.

In questi casi è consigliabile utilizzare "l'analisi degli scenari" per coprire tutte le opzioni e assicurarsi di non essere accecati. Questo è ciò che facciamo alla CIA e in altri rami dell'intelligence.


Scenario 1: Draghi spara il suo bazooka, taglia i tassi d'interesse ed espande il QE europeo. La Yellen segue l'esempio e non rialza i tassi d'interesse.

Quando la FED è su un percorso di restringimento (avviato a dicembre nel nostro caso) e poi decide di non rialzare i tassi, questa rappresenta nell'effettivo una forma d'allentamento monetario.

Quindi, in questo scenario, sia la BCE sia la FED farebbero ricorso a diverse forme d'allentamento monetario. Questa scelta potrebbe far salire le azioni (infatti i titoli azionari statunitensi sono già saliti aspettandosi uno scenario simile). Il tasso EUR/USD potrebbe rimanere relativamente invariato (circa $1.09), dal momento che entrambe le banche centrali sarebbero accomodanti e giocherebbero sulle aspettative.


Scenario 2: Draghi spara il suo bazooka, ma la Yellen sconvolge i mercati aumentando i tassi. La Yellen potrebbe avere diversi motivi per prendere una decisione simile. La relazione di febbraio sul mondo del lavoro ha mostrato una forte occupazione e una maggiore partecipazione alla forza lavoro (anche se con una crescita debole dei salari).

La FED di Atlanta sta sfornando proiezioni di crescita del PIL statunitense del 2.2% nel primo trimestre. Questa cifra è ancora al di sotto della crescita tendenziale di lungo termine, ma è in linea con la crescita media sin dal 2009. Rappresenta anche un sostanziale miglioramento rispetto al quarto trimestre del 2015 e all'intero 2015.

La Yellen sta usando la curva di Phillips, la quale racconta che in restringimento monetario i mercati del lavoro produrranno inflazione.

In questo scenario, i titoli azionari statunitensi potrebbero sperimentare un'ondata di vendite, in quanto i loro prezzi dovrebbero aggiustarsi alle nuove condizioni. Il dollaro si rafforzerebbe rispetto all'euro il quale potrebbe rivedere i suoi minimi del 2015 a $1.05.


Scenario 3: In questo scenario è Draghi che sconvolgerebbe i mercati. Ci sono alcune ragioni per credere che Draghi potrebbe non tagliare ulteriormente i tassi d'interesse.

I tassi negativi sono stati pensati per stimolare la spesa dei consumatori e il prestito delle banche. Perché tenere i propri soldi in banca se quest'ultima se ne prenderà un po' mediante l'interesse "negativo"? L'opinione diffusa era che i tassi negativi avrebbero stimolato i prestiti e la spesa piuttosto che il risparmio. Ciò produrrebbe quell'inflazione che le banche centrali vogliono disperatamente.

Ma può essere vero anche il contrario. I tassi d'interesse negativi indicano che la deflazione è il pericolo attuale. In deflazione, i contanti diventano più preziosi, anche al netto dei tassi negativi. Inoltre i prezzi scendono, il che trattiene gli individui dal fare acquisti (Qui Rickards è alquanto ingenuo poiché quando parla di deflazione non spiega mai in cosa consista e rimane quasi sempre sul superficiale; per approfondimenti leggere questo pezzo di Schlichter, NdT). Infine, con i rendimenti negativi, gli investitori dovrebbero risparmiare ancor di più per soddisfare i loro obiettivi di pensionamento.

Per tutti questi motivi, Draghi potrebbe evitare di tagliare i tassi questa volta. Se Draghi e la Yellen lasceranno le cose come stanno, l'euro potrebbe rafforzarsi, possibilmente al livello di $1.15. Inoltre le azioni europee potrebbero prendere una batosta e i titoli azionari degli Stati Uniti potrebbero salire in base ad un dollaro più debole.


Scenario 4: Infine potremmo avere uno scenario in cui Draghi non taglia i tassi e la Yellen li rialza (entrambe le azioni per i motivi spiegati in precedenza).

Questo "doppio restringimento" rappresenterebbe il peggiore dei mondi possibili per le azioni globali. Significherebbe anche una rinnovata fuga di capitali dai mercati emergenti e una mentalità "risk off" in relazione al mercato azionario degli Stati Uniti. Ciò rappresenterebbe una manna per gli investitori in titoli di stato.

La nostra analisi degli scenari è resa ancor più difficile dal fatto che la Yellen e Draghi sono amici e potrebbero trascorrere parte dei prossimi giorni al telefono cercando di coordinare le loro azioni.

La Yellen potrebbe lanciare un salvagente a Draghi aumentando i tassi se quest'ultimo scegliesse di non tagliarli. Ciò lascerebbe intatta la situazione dollaro forte/euro debole. L'euro debole dà a Draghi l'accomodamento di cui ha bisogno, anche senza tassi più bassi.

I nostri indicatori mostrano alcuni stretti chiamate tra questi quattro scenari.

Con tale incertezza in un così breve lasso di tempo, qual è la mossa migliore per gli investitori?

Sfruttare l'incertezza andando long sulla volatilità. È per questo che l'acquisto di opzioni fa per voi. Quando possedete un'opzione, possedete la volatilità. Dal momento che la volatilità è sistematicamente underpriced a causa dei difetti nei modelli di prezzo delle opzioni, l'acquisto di questi strumenti finanziari è una buona strategia in tempi di grande incertezza.

Un'altra risposta è quella di perseguire una strategia che si comporta bene a prescindere dallo scenario che si materializzerà. Scommettere su un declino del settore retail.

Se Draghi o la Yellen saranno accomodanti, ciò significherà che sono preoccupati per la deflazione. Come abbiamo spiegato, la deflazione spinge i consumatori a rimandare gli acquisti. Questo è un segnale disastroso per il settore retail.

Al contrario, se Draghi o la Yellen restringeranno (a causa di timori per l'inflazione), ciò accelererà le forze recessive su entrambi i lati dell'Atlantico. Probabilità crescenti di recessione rappresentano un'altra battuta d'arresto per il settore retail.

Il trade ideale, quindi, è quello di scommettere contro il settore retail. In questo modo trarrete beneficio dalla volatilità, e trarrete anche beneficio dall'allentamento (a causa dei timori per la deflazione) e dal restringimento (perché la recessione guadagnerà trazione). Sarete coperti in ogni scenario.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. ecco perche non amo gli investimenti: sono indipendenti dalla bonta dell investimento

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    1. È l'Occidente, bellezza! Un luogo dove non è più bello ciò che piace al singolo individuo, ma è bello ciò che piace al Potere.
      Siamo a prima di Kant, forse anche a prima di Locke.
      Qualcuno dovrebbe scrivere una Lettera sulla tolleranza aggiornata alla contemporaneità.
      Tolleranza verso le scelte alternative al politically correct ed alla sua versione finanziaria, il centralbanking correct.

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  2. Quindi lo zio Mario ha appena annunciato che, quando una cosa non funziona, basta aumentarne la portata e allora "sicuramente" funzionerà. Il QE è stato aumentato a €80 miliardi mensili e la spazzatura obbligazionaria non bancaria è stata dichiarata idonea per essere acquistate su base regolare. Questa non è scienza, non è logica, non è nemmeno più economia; è un coacervo di numeri e statistiche messo insieme col preciso scopo di raggiungere non una ripresa economica, ma la ripresa che hanno in mente questi burocrati non eletti. Ovvero, pieno sostegno alle entità protette dal loro cartello. Il problema è che con questo modo di agire la banda di coloro che finiscono sotto il supporto artificiale delle banche centrali s'espande.

    Ad ogni nuova giustificazione della loro esistenza sguirà una inevitabile riduzione dei risparmi reali che serviranno a mandare avanti lo show ancora per un po'. Tra l'altro, quello dello zio Mario è lo stesso percorso intrapreso dalla BOJ sin da quando ha aperto le porte del suo QE a ETF e REIT. Quindi, come ricordavo in un vecchio adagio, il treno ferma prima a Tokyo e poi ad Harare passando per Caracas.

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  3. Da Bloomberg: Draghi Can Cut Borrowing Costs, But Can’t Make Companies Spend.

    E non dimentichiamoci che, sebbene le banche europee stiano parcheggiando il denaro creato ex-novo dalla BCE presso il suo deposit facility che richiede un interesse dello 0.4%, queste stesse banche hanno goduto della manna monetaria della FED tramite il QE2. Ciò significa che hanno parcheggiato denaro anche presso il 33 di Liberty Street, sulle cui riserve, invece, viene pagato un interesse dello 0.5%. In un ambiente affamato di rendimenti decenti 10 bps contano. E se la settimana prossima zia Janet continuerà a far salire anche il tasso delle riserve in eccesso, assisteremo per l'ennesima volta a come i burocrati cortocircuitano le loro stesse politiche. Definire tragicomica questa situazione è davvero poco...

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