Bibliografia

martedì 2 febbraio 2016

Questo non è un mercato orso, è un dannato mercato grizzly

Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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di Bill Bonner


LONDRA – Sono le 05:30 del mattino. Siamo all'aeroporto di Londra in attesa di un volo per Dublino. Intorno a noi ci sono imprenditori che devono prendere il primo volo per l'Irlanda.

Ieri le azioni degli Stati Uniti sono riuscite a prendersi una pausa. Il Dow è salito di 282 punti – o poco meno del 2% – nonostante un'altra ondata di vendite in Cina.

Il petrolio greggio è sceso un po'. Ma continua ad essere negoziato sopra i $30 al barile.

La scorsa settimana un titolo del Wall Street Journal ha attirato la nostra attenzione: "Azioni di nuovo giù. Dov'è la FED?"

Abbiamo pensato a questa cosa più volte durante il nostro recente viaggio d'affari a Mumbai.

Siamo stati intervistati dall'Economic Times of India e da Bloomberg TV. Volevano sapere quello che stavamo facendo in India e quello che il futuro ha in serbo per i mercati mondiali.

La nostra risposta vi sarà familiare...

"Quello che sale deve scendere," abbiamo detto in molti modi diversi. "Quello che va un sacco su, va un sacco giù."

Nella mente dei giornalisti e degli economisti di alto livello, non c'è nulla di più inevitabile del su e del giù. Invece pensano che i mercati possano andare in una sola direzione – su – talvolta soggetti a battute d'arresto ed errori di politica.

E secondo loro la FED ha commesso un errore quando ha iniziato a "restringere" il credito.

"Non direste che la FED abbia anticipato un po' troppo il rialzo dei tassi... alla luce del recente declino infernale nelle azioni?", c'ha chiesto un giornalista.

"No. In primo luogo, non diremmo che l'ondata di vendite sia stata 'infernale'. Finora questo mercato orso è stato relativamente calmo. Si tratta di un panda di peluche. E la FED non ha affatto agito in anticipo. Era in estremo ritardo."

Il problema con questa risposta è che richiede troppe spiegazioni. I mezzi finanziari non hanno tempo. Vogliono lo slogan... quelli preferibilmente positivi.

Dopo un po' ci siamo calati nello spirito. Abbiamo dimenticato le sottigliezze. Abbiamo dimenticato l'ironia. Abbiamo dimenticato le conseguenze indesiderate. È lo show business.

"Non abbiamo ancora visto niente", abbiamo detto ad un intervistatore. "Questa è una nuova correzione peggiore di quella del 2008. Il mondo s'è caricato di altri $57,000 miliardi di debiti sin dal crollo della Lehman Brothers. Quindi vedremo il Dow sotto i 6,000 punti prima della fine di questa storia."

Detto tra noi... non era una previsione seria. Siamo abbastanza sicuri che il Dow scenderà in modo sostanziale. Ma non abbiamo idea del quando e di quanto in basso.

Il contesto crea contenuti. I media finanziari fanno parte del mondo dello spettacolo, in gran parte finanziato da Wall Street. Non aspettatevi commenti o analisi serie.

I commentatori sono tenuti a fornire analisi semplici e dirette... con il minor numero possibile di dettagli. Analisi enfatiche. Fiduciose. Placide.

I nostri partner editoriali a Mumbai hanno chiamato alcuni dei loro migliori clienti per una conversazione più approfondita.

Sono state sollevate le stesse questioni, ma abbiamo avuto più tempo per rispondere:

"Il problema è il debito. Ce n'è troppo. Ecco cosa succede quando si presta denaro per troppo tempo a tassi che sono troppo bassi. La gente prende in prestito per consumare... o investire in cose che in realtà non hanno senso."

"Poi non riescono a rimborsare il debito. Questo è stato il problema con il debito ipotecario subprime nel 2007 e 2008. Oggi abbiamo il debito degli studenti, il debito per le automobili, il debito societario e il debito pubblico. Il mondo ha creato $170,000 miliardi di debiti aggiuntivi nel corso degli ultimi 20 anni. Ma l'economia mondiale è cresciuta solo il 3% l'anno."

"La cosa interessante è il modo in cui questa bolla del debito ha avuto origine, con i consumatori e il settore finanziario negli Stati Uniti... poi è stata spedita agli esportatori in Cina... e dalla Cina ai suoi fornitori in Brasile e nelle altre economie emergenti."

"Ora la palla dei crediti inesigibili rimbalza da un'economia all'altra."

Abbiamo spiegato la nostra ipotesi...

"I mercati sfatano i miti. Per la terza volta in questo secolo, stanno attaccando il mito finanziario del nostro tempo: quello di un gruppo d'economisti che può avere successo laddove generazioni di banchieri centrali prima di loro hanno fallito... gestire una moneta cartacea – e un'economia mondiale – senza farsi esplodere."

"Paul Volcker ce l'ha fatta," abbiamo concesso. "Ma è accaduto quando gli Stati Uniti avevano solo una frazione del debito che hanno ora... ed è stato prima che l'economia mondiale annegasse nel debito."

"Adesso non appena arriva una grave recessione – e non ci siamo ancora arrivati ​​– tutte le banche centrali vanno nel panico e lanciano programmi di stimolo più aggressivi."

Non abbiamo detto proprio così. Ma forse dovremmo dirlo ora: questa fase – in cui le banche centrali spingono in su i prezzi degli asset con politiche sperimentali – probabilmente non è finita.

I mercati metteranno alla prova i nervi della FED. Metteranno alla prova il suo coraggio con un calo dei mercati azionari e una recessione. Poi la FED reagirà. Si tratta, dopo tutto, di un'istituzione "dipendente dai dati."

"Aspettate. Sarà emozionante. Questa è probabilmente l'unica cosa di cui possiamo essere certi. Diventerà più interessante."

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. tutto è illusione, ed il mago di oz -in fondo - era in effetti un mago

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    1. Ciao gdb.

      La cosa interessante dell'attuale situazione è come gli individui, e non solo i banchieri centrali i quali devono focalizzarsi sul loro ruolo, ovvero, intervenire,riescano a dimenticare che esistono delle sanzioni qualora agissero in modo errato. Le correzioni sono fenomeni da accettare, mentre invece si grida al disastro qualora ci possa essere in vita una crisi.

      La più potente illusione del settore bancario centrale è proprio questa. Non la necessità dell'intervento, ma il fatto che i mercati possano solamente salire. Seppur finanziaria, la guerra è già scoppiata. Qualunque sia il campo di battaglia quando s'afferma che bisogna "sospendere" questa o quella legge per sistemare una determinata situazione, si può stare certi che ciò che ne risulterà sarà un conflitto bellico. Nel nostro caso le banche centrali contro gli attori mercato. I mercati finanziari sono stati distrutti affinché potessero essere salvati. La pseudo-maieutica del keynesismo ha i giorni contati.

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  2. Che sia un casinò senza freni lo dimostra il dato allucinante che ho trovato per caso su Yahoo finance relativo ad un fondo australiano che oggi si è sobriamente rivalutato di oltre il 3000%.... Tale fondo siglato aky.ax si chiama Australian Masters...
    Follia pura!

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  3. A proposito delle Banche Centrali che drogano i mercati, per chi non lo ha già visto, ho trovato questo "bel" grafico di Gayl Tverberg che mette in correlazione produzione di petrolio, prezzo e interventi della FED.
    L'alterazione dei prezzi rispetto alla domanda mondiale di petrolio è fin troppo evidente.
    https://gailtheactuary.files.wordpress.com/2015/10/27-rise-and-fall-of-debt-affected-oil-prices-2008-to-2014.png

    PS : concedetemelo , l'arzilla vecchietta Gail Tverberg, è il personaggio più leggendario di tutti i blog del mondo in tema di petrolio ed economia.

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  4. Ciao Francesco,

    seguo volentieri il tuo blog (anche se un po' meno David Stockman visto il suo curriculum), pero' ho un po' di disappunto quando trovo espressioni tipo quelle qui sopra riportate : "...Siamo abbastanza sicuri che il Dow scenderà in modo sostanziale. Ma non abbiamo idea del quando e di quanto ...". Sinceramente vuol dire tutto e niente ! Siamo tutti capaci di scrivere concetti del genere.

    Cordialmente,
    Davide.

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    1. Ciao Davide.

      Bonner ha molte volte sottolineato come il ruolo degli economisti dovrebbe essere quello di osservatori passivi delle attività di mercato. Guardare le azioni degli attori di mercato e considerarle di conseguenza, senza volerle anticipare traendo conclusioni affrettate. L'essenza di quella frase, infatti, rappresenta il suocco delle discussioni che spesso appaiono su queste pagine: quando s'interviene artificialmente nei mercati si distorcono i segnali di mercato, di conseguenza emergono errori economici necessitanti una correzione.

      Negli ultimi 20 anni abbiamo a ssistito ad un'espansioen del credito senza precedenti la quale ha intorbidito l'ambiente di mercato disconnettendolo dalla realtà. Questo sta a significare che i fondamentali di mercato non riflettono una base di partenza con cui analizzare genuinamente l'andamento del mercato. Quindi quanto dovrebbe essere consistente la correzione dei mercati? In base all'ambiente di mercato odierno è difficile fare un'ipotesi. (Anche se Bonner non a caso parla di 6,000, cifra segnata esattamente 20 anni fa.)

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