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di Gary North
Il Messico è un'oligarchia. Guardate le foto di ogni presidente che non era un dittatore militare. Sembrano europei. Questo perché lo erano.
Il Messico finge d'essere una democrazia. Le foto dicono il contrario. Nessuno che sembri un messicano è stato mai eletto come presidente.
Gli americani che sono a conoscenza di questa anomalia -- e sono pochi -- la considerano superficialmente come una maledizione dell'America Latina. "Non può succedere qui".
Ho ho ho. E, aggiungo io, ah, ah, ah.
SCREENING E FORMAZIONE DI UN'OLIGARCHIA
Una volta nate, le oligarchie, per sopravvivere in un mondo economicamente competitivo, devono reclutare giovani brillanti per superare la regressione verso la media: i figli medi degli oligarchi.
È un'operazione che viene compiuta attraverso uno screening educativo. Questo è il messaggio del libro, The Bell Curve. È anche quello del libro, Superclass.
Quali scuole hanno frequentato i presidenti americani? Ho segnato con un asterisco coloro che non si sono laureati all'Ivy League o all'accademia militare.
1904: T. Roosevelt (Harvard/Porcelian)
1908: Taft (Yale/Skull & Bones -- seconda generazione -- il padre era uno dei fondatori)
1912: Wilson (Princeton -- studente e presidente)
1920: *Harding (niente college)
1924: *Coolidge (Amherst -- Harvard lite)
1928: *Hoover (Stanford -- West Coast Ivy League)
1932: F. Roosevelt (Harvard)
1948: *Truman (niente college)
1952: Eisenhower (West Point)
1960: Kennedy (Harvard)
1964: *Johnson (Southwest Texas State Teacher's College)
1968: *Nixon (Duke Law School)
1976: Carter (Annapolis)
1980: *Reagan (Eureka College)
1988: Bush I (Yale/Skull & Bones)
1992: Clinton (Yale Law School)
2000: Bush II (Yale/Skull & Bones)
2008: Obama (Harvard Law School)
Nota: T. Roosevelt, Coolidge, Truman e Johnson erano vice-presidenti che sono diventati presidenti. Reagan era l'outsider. Possiamo dire che s'è intrufolato. Ma il suo staff era controllato da James Baker III, alleato della famiglia di Bush I.
Ciò che vediamo qui è un'oligarchia basata sullo screening accademico.
L'anno simbolico è stato il 2004, quando sono stati nominati due membri della Skull & Bones -- un'organizzazione che inizia 15 uomini l'anno. Un bonesman doveva essere eletto in una nazione di 100 milioni di maschi adulti. In modo casuale? Non credo.
NOI, IL POPOLO
Agli elettori piace immaginare che essi sono i sovrani. Questa è l'illusione politica più efficace della storia americana, quella che fa riferimento a questo slogan: "Noi, il popolo". Fu coniato da James Madison (Princeton). Venne affibiato ad un documento ratificato da una riunione a porte chiuse a Philadelphia nel quale Madison scrisse le note ufficiali, le quali non potevano essere rilasciate fino a quando non sarebbe morto ogni membro. L'ultimo membro a morire è stato Madison (1836). Davvero comodo.
La migliore mente politica femminile della Rivoluzione americana fu Mercy Otis Warren. Era la cugina della migliore mente politica femminile, Abigail Adams. Era un'anti-federalista. In un articolo anonimo pubblicato nel 1788, poco prima della ratifica della Costituzione alla Convenzione della Virginia, scrisse quanto segue:
Nemmeno i sostenitori più sagaci nel partito hanno mai manifestato la necessità d'adottare questo mostro a più teste; un mix talmente eterogeneo che i suoi nemici non possono neanche tracciare una caratteristica d'estrazione democratica o repubblicana; né i suoi amici hanno il coraggio di denominarlo monarchia, aristocrazia, o oligarchia, sebbene Wilson, nella fertilità del suo genio, abbia suggerito l'appellativo di Repubblica federale. . . .
È un fatto indiscutibile che nemmeno un legislatore negli Stati Uniti, nel momento di nominare i membri della convenzione o nel momento in cui venivano autorizzati a prendere in considerazione alcuni emendamenti dell'unione Federale, avesse idea della distruzione che ne sarebbe scaturita nonché della sua irreversibilità e selettiva penetrabilità. . . .
Ma è inutile enumerare altri casi in cui la proposta di Costituzione sembra in contraddizione con i principi primi che dovrebbero governare l'umanità; ed è altrettanto inutile indagare i motivi che hanno indotto a compiere un passo così audace, annientando l'indipendenza e la sovranità dei tredici stati distinti.
La Warren aveva compreso che c'era stata una cospirazione a Philadelphia.
Questa era la conclusione -- una sorta di epitaffio:
E mentre lo statista è ossessionato dal potere e il cortigiano pratica le arti della dissimulazione -- mentre i rapaci si arricchiscono tramite l'oppressione e gettando le briciole in grembo agli stolti che le accettano -- lasciate che i personaggi sublimi, gli amanti filosofici della libertà che hanno pianto per la sua dipartita, si ritirino nelle calme sfumature della contemplazione; lì potranno osservare con pietà l'inconsistenza della natura umana, le rivoluzioni degli stati, l'ascesa dei regni e la caduta degli imperi.
C'è un tempo per la contemplazione, ed è arrivato.
Vari imperi sono caduti nel corso della storia. Ce n'è un altro cui attende la stessa sorte.
Pazienza. Gli assegni di Washington continuano ad essere firmati, ma un giorno saranno in bianco.
LA RESA DEI CONTI
La Warren aveva ragione. Alexander Hamilton lo dimostrò nel 1791: l'assorbimento dei debiti dei singoli stati da parte del governo federale (consolidamento di debito e potere) e la creazione della Banca degli Stati Uniti.
Nel 1816 Madison consolidò questa situazione con la creazione della Seconda Banca degli Stati Uniti.
Andrew Jackson sfidò l'oligarchia per ben tre volte: la sua elezione nel 1828, il suo diritto di veto sul rinnovo dell'atto costitutivo della Seconda Banca nel 1832, e la creazione di un governo senza debiti nel 1836.
Il primo confronto rappresentò un punto di svolta simbolico: il giorno dell'insediamento alla Casa Bianca. I democratici riconquistarono il paese che gli oligarchi avevano rubato nel 1788.
I libri di testo non descrivono il secondo confronto come una rivolta democratica contro l'oligarchia: il veto rappresentò una ferita mortale per l'oligarchia finanziaria nazionale. Gli storici sono ufficialmente democratici, ma in realtà sono agenti dell'oligarchia. I libri di testo stroncano e ridicolizzano il veto di Jackson.
Il terzo confronto fu l'ultimo anno in carica di Jackson: l'unico anno in cui il debito del governo federale era pari a zero.
La guerra civile ristabilì questo debito e lo rese permanente. La creazione del Federal Reserve System nel 1913, rappresentò il ripristino del prestatore d'ultima istanza degli oligarchi. Ciò significava che il debito federale sarebbe diventato il fondamento di tutta l'economia: debito acquistato dalla banca centrale per gonfiare la base monetaria. Ripagare il debito avrebbe creato deflazione di massa e depressione. Gli oligarchi ora hanno l'immunità. Il Congresso non ordinerà mai un audit indipendente della FED.
Il modello è la Banca d'Inghilterra. È stata l'agenzia d'assicurazione dell'oligarchia anglo-americana fin dal 1694. La "Gloriosa Rivoluzione" del 1688-1689 rappresentò infatti il trionfo simbolico degli oligarchi nei confronti del re. Non hanno mai ceduto il potere al popolo -- le persone detestate da Cromwell. La City -- il quartiere finanziario -- è ancora giuridicamente autonoma dal parlamento. È qui che si trova la Banca d'Inghilterra in tutta la sua comodità sovrana. La vecchia signora a Threadneedle Street ha più sovranità della vecchietta a Buckingham Palace.
CONCLUSIONE
Ci sono solo due movimenti economici contrari all'oligarchia del settore bancario centrale: quello dei greenbacker e quello degli economisti della Scuola Austriaca. I greenbacker vogliono vedere la sostituzione della Federal Reserve. Anche gli economisti Austriaci. Ma che cosa dovrebbe sostituirla?
I greenbacker richiedono denaro fiat al 100% nelle mani del Congresso. Si fidano del Congresso. Gli economisti Austriaci richiedono un sistema monetario basato sul mercato senza autorizzazione statale o federale. Si fidano dei consumatori.
I greenbacker credono nel potere politico democratico: un uomo, un voto. Gli Austriaci credono nella democrazia del potere economico: un dollaro, un voto.
Gli oligarchi hanno fiducia nel Congresso. Ecco perché ce l'hanno in tasca. Non si fidano del libero mercato non regolamentato, perché sarebbero i consumatori a controllarlo.
I greenbacker sognano un Congresso al 100% dipendente dagli elettori, non dagli oligarchi. Gli Austriaci sognano un Congresso che presiede un governo federale in bancarotta e l'abrogazione del Federal Reserve Act del 1913.
Quale sogno pensate che sia più realizzabile?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
considero north per certi aspetti un poco squilibrato. ma quando dà, come ora, il meglio di sé non ce n è per nessuno. date a north quel che è di north.
RispondiEliminaConcordo. Ma l'epitaffio libertario di Mercy Warren è molto commovente e vero.
EliminaPer contemplare una catastrofe si deve stare al riparo. Ma la sicurezza assoluta è quasi sempre un mito. Mentre certe precauzioni no.
Probabilmente se ci fossero tutte le Banche centrali "nazionalizzate" e controllassero semplicemente lo svolgersi dell'economia, con regole certe e rispettate da tutti, senza intervenire direttamente sui mercati, i fondamentali potrebbero essere migliori...
RispondiEliminaCiao Jean.
EliminaIn realtà questo esperimento venne portato a termine sotto la presidenza Harding nel 1920-1921. La depressione più breve negli Stati Uniti. Il ruolo passivo della FED, taglio di spese e di deficit furono determinanti per spazzare via i venti della crisi. Pochi economisti ne parlano, i keynsiani la ignorano del tutto. Purtroppo poi abbiamo avuto la Grande Depressione, ovvero, la china scivolosa sulla quale scivolano gli individui quando posseggono un potere presumibilmente superiore a quello delle forze di mercato.
Purtroppo nel caso delle banche centrali, il principio di legalità è inutile perché sono esse stesse la rottura della regola "non rubare". Ne abbiamo avuto prova con la BCE e l'Europa nel suo complesso, poiché nonostante tutte le regole feree in relazione agli stati e alla banca centrale, esse sono state infrante. Di conseguenza la miglior politica monetaria è nessuna politica monetaria.