Bibliografia

lunedì 1 febbraio 2016

La calma prima della tempesta: il momento propizio per uscire dal casinò — Parte 1

Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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di David Stockman


Domenica notte l'azione dei mercati asiatici ci ha portato un altro avvertimento: il ciclo di deflazione globale sta accelerando. Il ferro ha rotto sotto i $40 a tonnellata per la prima volta da quando le banche centrali hanno dato il via alla baldoria del credito facile due decenni fa; quest'anno è in calo del 40% e dell'80% rispetto al suo picco 2011-2012.




Come si dice spesso, non avete ancora visto niente. Questo perché il grafico qui sopra non riflette solo un eccesso d'offerta e un eccesso d'entusiasmo nel settore del ferro, o anche un qualche tipo di super-ciclo delle commodity che ha raggiunto la fase di bust.

Invece l'implosione del prezzo del ferro è sintomatica di una malattia molto più profonda e più distruttiva. Vale a dire, riflette i monumentali investimenti improduttivi generati da due decenni d'espansione del credito dilagante e falsificazione dei prezzi del debito, entrambi i fattori scatenati dalla stampante monetaria delle banche centrali.

Sin dal 1994 il bilancio aggregato delle banche centrali del mondo s'è ampliato del 10X — passando da $2,100 miliardi a $21,000 miliardi. Questo aumento non rappresenta alcun tipo di tendenza ordinaria che è temporaneamente andata fuori controllo; rappresenta un focolaio di follia monetaria che è qualcosa di completamente nuovo.

Ciò significa che la FED, la BCE, la BOJ, la PBOC e il collettivo delle altre banche centrali minori, hanno acquistato $19,000 miliardi in titoli di stato, obbligazioni societarie, ETF e perfino singole azioni e li hanno pagati spingendo il tasto "stampare" sulle loro stampanti monetarie.

Questa espansione dei bilanci delle banche centrali, infatti, ha rappresentato il 70% dell'intero PIL mondiale sin da quando è iniziata la festa nel 1994. Ciononostante, dal punto di vista contabile questa espansione monumentale era intrinsecamente sospetta.

Questo perché il lato dell'attivo è stato moltiplicato con l'acquisizione degli asset — crediti finanziari che in origine avevano finanziato l'acquisto di beni e servizi reali.

Per contro, l'espansione dal lato delle passività è consistita in credito monetario creato dal nulla; non rappresentava valore tangibile, e soprattutto non era risparmio ottenuto dalla produzione nell'economica reale.

Detto in altro modo, le banche centrali hanno sostituito $19,000 miliardi di credito fiat a $19,000 miliardi di risparmi reali, i quali sarebbero stati necessari per finanziare debito ed equity emessi da imprese, famiglie e governi negli ultimi due decenni.

Inutile dire che questa gigantesca sostituzione ha drasticamente falsificato il prezzo del denaro e del capitale. Ha rappresentato una grande offerta d'acquisto nei mercati finanziari, la quale ha spinto i tassi di capitalizzazione a livelli profondamente sub-economici, il che significa che i rendimenti obbligazionari erano troppo bassi e i rapporti PE e i prezzi troppo alti.

Se l'economia mondiale avesse cercato d'emettere migliaia di miliardi di nuovi titoli e prestiti in assenza di questa massiccia espansione dei bilanci delle banche centrali, i tassi d'interesse sarebbero saliti alle stelle e i rapporti PE si sarebbero indeboliti, cortocircuitando così l'espansione sconsiderata della finanza di cui siamo stati testimoni.

In breve, il ritmo forsennato d'acquisto di bond statali intrapreso dalle banche centrali nel corso degli ultimi 20 anni, ha ingolfato l'economia globale con un eccesso di finanziarizzazione.

Nel caso del debito, per esempio, il rapporto d'espansione è stato quasi del 4X. Cioè, il debito mondiale totale è salito da $40,000 miliardi a $225,000 miliardi. Questo incredibile aumento da $185,000 miliardi dobbiamo paragonarlo a quello del PIL da $50,000 miliardi, il che significa che il rapporto di leva del mondo è salito a livelli senza precedenti.




L'espansione del capitale azionario sui mercati di tutto il mondo ha mostrato la stessa tendenza. La capitalizzazione globale del mercato azionario è salita di $60,000 miliardi, o ad un tasso annuo dell'11% nel corso dei due decenni fino al picco del maggio 2015. Più del doppio rispetto al tasso di crescita del 5.0% del PIL nominale, il che significa che il tasso di capitalizzazione del reddito mondiale stava salendo — anche se l'economia mondiale veniva gonfiata e deformata dalla più grande bolla del credito mai immaginata.




Al picco più recente, di conseguenza, la finanza di tutto il mondo era a $300,000 miliardi ($225,000 miliardi di debito più $75,000 miliardi di patrimonio netto) rispetto ai soli $60,000 miliardi ($40,000 miliardi di debito e $20,000 miliardi di patrimonio netto) nel 1994. Inutile dire che questo aumento del 5X ha alimentato, tra l'altro, la più grande abbuffata di spese in conto capitale che il mondo abbia mai visto.

Ma non erano sostenibili, perché il debito sottostante e l'equity erano drasticamente mispriced. Di conseguenza, ora il mondo sta annegando nella capacità in eccesso lungo tutta la catena della produzione — estrazione, trasporto, immagazzinamento, logistica, portacontainer e trasporto aereo.

Il crollo dell'estrazione mineraria in Australia e della perforazione petrolifera in Nord Dakota, quindi, non indicano solo i classici cicli delle materie prime riguardanti petrolio e acciaio. Segnano l'arrivo di quella che sarà una lunga depressione delle spese in conto capitale, la quale andrà a ridurre la domanda finale di prodotti energetici e di acciaio.




Il grafico qui sotto si propone di mostrare una prospettiva difficile per i prezzi del ferro a causa di un'ulteriore riduzione della domanda, mentre l'offerta è destinata a crescere di un altro 5% fino al 2017 a causa del completamento dei progetti già in cantiere.

Ma questo è solo il pio desiderio della stampa mainstream. Infatti tutte le principali fonti di domanda dell'acciaio sono in profonda contrazione. Il settore cantieristico mondiale sta frenando bruscamente; la costruzione delle infrastrutture industriali in Brasile, in Turchia e in tutto le economie emergenti è in caduta libera; e lo schema di Ponzi cinese, che ha generato eccessi d'investimento in condomini, produzione industriale e infrastrutture pubbliche, sta andando a gambe all'aria.

Di conseguenza la domanda globale di ferro diminuirà del 20%, e non del 2% come mostrato nel grafico. I prezzi si stanno quindi dirigendo molto più in basso, forse nella gamma dei $20 a tonnellata. Ci saranno fallimenti nelle industrie dei metalli a livello mondiale e un effetto moltiplicatore tra i settori adiacenti.




Questa implosione della domanda non può essere sanata con un altro giro di stampa monetaria da parte delle banche centrali, perché il mondo ha già raggiunto la condizione di picco del debito. Di conseguenza il ciclo globale dei profitti aziendali si sta dirigendo verso una profonda recessione — proprio come i mercati azionari stanno sperimentando uno spasmo finale basato su una manciata di titoli ancora in aumento.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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3 commenti:

  1. antico detto: "chi corre sconsideratamente, va a finire in una buca"

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    1. aggiornato fa così: "chi corre sconsideratamente ci butta in una fossa comune"

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    2. Correre sconsideratamente senza guardare dove si mettono i piedi si chiama progressismo.

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