Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia
traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una
lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt.
Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario
pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico
cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica:
etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è
utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica
chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in
cui è finita la teoria economica moderna.
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di Bill Bonner
BALTIMORE – Dopo un anno di vagabondaggio in tutto il globo, siamo tornati in patria... e pronti a mettere a letto il nostro passaporto.
Viaggiare può essere divertente. Può anche "espandere i propri orizzonti". Ma la cosa più interessante a questo proposito non è tanto quello che si può trovare negli altri luoghi. È quello che si scopre sulla propria casa.
Ci si ritorna dove si è vissuti, come disse T.S. Eliot, e pare come se fosse la prima volta.
Quindi, siamo pronti a riscoprire Baltimora – un luogo in cui i ragazzini definiscono le pistole "materiale scolastico".
Ma andiamo avanti...
In primo luogo, torniamo alle domande che c'hanno fatto a Mumbai due giorni fa.
"Cosa dovrebbe fare un investitore?" c'ha chiesto un vecchio con una giacca Nehru.
"Dovrei rimanere nel mercato azionario? Dopo tutto, questa sembra una strategia che paga sempre nel lungo termine. O dovrei scegliere oro e denaro contante?"
Abbiamo continuato a dire alle persone che "non c'è vergogna a scegliere i contanti" fino a quando il mercato non raggiunge il fondo.
Se ci sbagliamo e i prezzi schizzano in alto, perderemo il rialzo. Ma il rischio di perdere notevoli guadagni è un peccato veniale. Gli utili stanno scendendo. Quasi tutti i segnali provenienti dal settore industriale e commerciale sembrano puntare verso il basso.
Nel frattempo, le azioni degli Stati Uniti sono ancora costose.
Il rapporto CAPE cattura la media degli ultimi 10 anni tra utili e prezzi delle azioni aggiustata all'inflazione. Su questa base l'S&P 500 è stato un pessimo affare solo tre volte negli ultimi 100 anni: poco prima del crash del 1929... il bust dot-com nel 2000... e prima del crollo del 2008.
Non solo, ma oggi anche i livelli del debito globale sono più alti che mai.
Non avrebbe senso scegliere i contanti... rimanere a bordo campo... fino a quando i prezzi non scendono e i problemi del debito non vengono risolti?
Non secondo gli scrittori di newsletter del The Motley Fool.
Matthew Frankel ci dà "tre motivi per cui non dovremmo preoccuparci del mercato azionario nel 2016."
"Niente panico", è il messaggio di fondo.
Il defunto Richard Russell, di Dow Theory Letters, c'ha insegnato che ci sono cicli brevi e cicli lunghi.
I cicli lunghi sono quelli che contano. Si può perdere un rally di tanto in tanto; non farà molta differenza. Ma perdere un mercato toro importante, a lungo termine, significa perdere l'occasione di una vita.
Dall'altra parte, dirigersi verso un mercato orso consistente può sembrare una marcia verso l'inferno. La cosa peggiore che possa accadere, diceva Russell, è quella d'incappare in una "perdita rovinosa" – una dalla quale non si può mai recuperare.
Le grandi oscillazioni del mercato richiedono tempo. Il Dow ha raggiunto un picco nel 1929. Non ha ritrovato quel picco fino alla fine degli anni '50. Da allora abbiamo affrontato boom e bust, raggiungendo l'ultimo picco nel 2015, quando il Dow è salito oltre i 18,000.
Le domande che dovete porvi sono queste: Dove siamo? Abbiamo superato la cima? Siamo diretti verso un lungo declino?
Poi ci sono le domande personali: Fino a quando vivrete? Quando avrete bisogno dei soldi? A quanta volatilità potete resistere?
Sebbene intercorra un lungo periodo di tempo tra picco e picco, può anche volerci molto tempo prima di ritornare in pari. Il picco del 1929 non è stato raggiunto di nuovo fino al 1956 – 27 anni dopo. In Giappone sono ancora in attesa di recuperare la metà delle perdite del crollo del 1989 – 26 anni.
Come vi sentireste se doveste aspettare fino al 2042 prima di tornare al nuovo picco?
L'altra cosa da capire è che le prestazioni a lungo termine del mercato azionario sono per lo più un mito.
Sì, avreste potuto raccogliere circa il 10% l'anno se foste entrati 100 anni fa senza uscirne. Ma questa cifra è soggetta ad alcune riflessioni importanti.
In primo luogo, non si ottiene realmente un 10% costante l'anno. Questa percentuale la si ottiene quando si fa la media dei propri utili annuali nel corso di un secolo.
È come marciare costantemente su per una montagna e infine sedersi sulla cima. Ma arrivati a tal punto l'unica strada che si può prendere è quella verso il basso! Poi quando arrivate giù, vi tocchereà tirare le somme. Scoprirete che il vostro tasso di rendimento medio è terribile.
In secondo luogo, chi vive abbastanza a lungo da far funzionare una cosa del genere?
La crescita composta è fantastica, in teoria. Ma funziona solo verso la fine.
Ad esempio, se utilizzate la crescita composta con un centesimo – da uno a due... da due a quattro... da quattro a otto, ecc. – dopo 10 anni vi ritroverete $10.24.
Se invece prendiamo come esempio $1,000 che crescono al 10% l'anno, dopo 10 anni avremo $2,593.
Niente male. Ma di certo non è il genere di roba di cui sono fatti i sogni.
E tutto questo presupponendo il 10% l'anno. Ai prezzi attuali, le azioni sono già così alte che non c'è più una montagna da scalare.
L'economista e premio Nobel Robert Shiller stima che per i prossimi 10 anni il rendimento medio annuo per le azioni degli Stati Uniti sarà solo del 3%. Il fondatore del Vanguard Group, Jack Bogle, ritiene che tale percentuale sarà poco più dell'1%. E Rob Arnott del Research Affiliates stima un rendimento meno dell'1%.
A questi livelli possiamo scordarci la magia della crescita composta.
Quindi bisogna preoccuparsi di questi declini – dai picchi alle perdite nel vostro portfolio.
Se la crescita composta procede ad un tasso del 10% l'anno, ma nel terzo anno arriva un declino del 40%, avrete bisogno di altri tre anni solo per tornare dove siete partiti. Peggio ancora, la vostra vita di risparmi ed investimenti verrà spazzata via da un grande mercato orso. Vi ritroverete la "perdita rovinosa" di cui Russell aveva messo in guardia, senza tempo sufficiente per riprendervi.
La maggior parte degli investitori non ha abbastanza tempo per far funzionare la crescita composta così come viene pubblicizzata. La maggior parte degli individui è già oltre i 50 anni quando comincia ad investire. Non ha a disposizione 100 anni, è fortunata se ne ha 15 o 20.
In base a questo lasso di tempo, se ci sono battute d'arresto sostanziali, questi investitori sono finiti.
Ecco perché è così importante entrare quando il mercato è basso. Poi nel corso di molti anni gli utili a due cifre possono essere una possibilità teorica.
Ma se abbiamo ragione riguardo l'attuale stato di salute dell'economia... il mercato azionario i cui prezzi sono alle stelle... e la difficoltà nel generare ulteriori utili, allora questo non è probabilmente il momento migliore per iniziare un programma di pensionamento finanziato tramite le azioni.
Secondo noi l'ago della bilancia tra rischio e rendimento riguardo le azioni degli Stati Uniti, punta pesantemente verso il rischio. C'è una ragionevole probabilità di una perdita rovinosa piuttosto che un grande guadagno.
Quindi potete tranquillamente cedere al panico. Sarete contenti per averlo fatto.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Quanto semplice buon senso. La vita è breve ed imprevedibile. Molto di più di quel che sembri da giovani, quando si vive in "condizioni di immortalità" e relativa incoscienza. Non sono un investitore in azioni. Le mie tranvate, come tanti altri, le ho già prese quando facevo parte inconsapevole del parco buoi ai tempi della bolla dotcom. Ero ignorante di tutto e mi avventurai trascinato dal mainstream del tempo. Nulla di grave e di non recuperabile, ma oggigiorno sono molto più ferrato e consapevole. E perciò responsabile, cioè libero. L'unica cosa che non è cambiata è l'aspirazione alla libertà. Quella è intatta. Mi sono molto ritrovato, pur non sentendomi tanto sublime, nelle parole senza tempo di Mercy Warren per gli amanti filosofici (e disillusi) della libertà. Ed ho ritradotto quelle parole aggiornandole alla contemporaneità: statalista al posto di statista e clientelista al posto di cortigiano. Sono ancora oggi i protagonisti del sistema di potere centralista. Sistema che durerà ancora a lungo con qualche riassetto. Cambieranno gli attori ed i gruppi, ma il sistema sembra conveniente ancora a moltissimi e per questo durerà. Certo, se il fallimento dello schema previdenziale di Ponzi sarà evidente al punto da svelarsi anche ai più ciechi, probabilmente qualcosa cambierà. Ma non è detto in meglio. La tendenza a ripetere gli errori passati è molto resistente tra molti soggetti. Il cambiamento, soprattutto dalle nostre parti, è sempre gattopardesco e deve riguardare solo gli altri.
RispondiEliminaE la vita è breve.
Ciao Dna.
EliminaLa penultima frase è particolarmente vera per l'Italia, infatti. Il bagno di sangue sui mercati europei, e più in particolare nel settore bancario, continua ad essere affibiato ad una presunta tempesta iniziata ad inizio anno dalla narrativa mainstream. In realtà, non hanno una teoria economica a cui far riferimento. Non sanno dove guardare per capire dove hanno avuto origine i guai. Se l'avessero saputo, non si sarebbero prostrati ai piedi dello zio Mario ogni volta che ha rinnovato la sua promessa "whatever it takes", e non avrebbero proclamato a settimane alternate come la situazione Europea fosse "stata aggiustata". Ciò vale per la Grecia. Ma soprattutto per l'italia. Prendiamo ad esempio questa immagine, rappresenta il totale dei prestiti non performanti rispetto ai prestiti totali. Quelli dell'Italia sono aumentati costantemente negli ultimi 5 anni, mentre la Spagna è riuscita in piccola parte a sbarazzersene.
In particolare, il rapporto tra prestiti non performanti e attivi è al 33% per quanto riguarda Monte dei Paschi. Quando l'economia italiana salterà in aria, molto probabilmente partirà da qui.
Sinceramente ho sentito in Tv qualcuno accennare alla solidita' dei mercati perche' ci sono dietro i soldi fittizi delle banche centrali, perche' preoccuparsi? Altri ripetono che il sistema bancario italiano e' solido, nonostante che i debiti inesigibili aumentano da qualche anno a questa parte, perche' preoccuparsi? Finche' la fuffa nel presente non si manifesta, perche' preoccuparsi?
EliminaCiao Alessandro.
EliminaRicordo ancora le parole di Juncker di qualche tempo fa: "Quando le cose si fanno serie, bisogna mentire." Non sorprende se i tipi di Deutsche Bank si siano affrettati a rassicurare i mercati. Ma questo è un film che abbiamo già visto, e per la precisione circa 8 anni fa. Sappiamo com'è finita. Sappiamo come finirà anche stavolta. Quindi, sì, questa gente sta mentendo quando cerca di rassicurare la propria clientela. In un certo senso è costretta a farlo, poiché al giorno d'oggi i mercati finanziari sono pieni di pattume tossico che gira indisturbato da un bilancio all'altro. Nessuno sa cosa sia di chi e chi possieda cosa. La follia della ZIRP ha distrutto qualsiasi parvenza di mark to market, e con esso la differenza tra speculazione e protezione.
Voglio dire, il bilancio di Dutesche Bank, ad esempio, è pari a $2,000 miliardi, mentre gli attivi tangibili netti sono pari a $66 miliardi. Ha una leva finanziaria del 33:1 rispetto agli attivi tangibili netti. Purtroppo non sappiamo cosa contenga il bilancio, ma è altamente probabile che questo pachiderma finanziario abbia seguito l'esempio dei compari d'oltreoceano giocando d'azzardo con cartolarizzazione e altri trucchi d'ingegneria finanziaria. Questo significa che ha messo insieme asset rischiosi, li ha trasformati in ABS e li ha venduti. Questo pattume è diventato poi l'attivo di altre realtà finanziarie, le quali l'hanno impegnato nel mercato a pronti a fronte di prestiti nuovi di zecca. Questa è solo una piccolissima parte del processo dello schema di Ponzi finanziario di oggi, ma è giusto per dare l'idea di come funziona. Questo significa che in ballo non ci sono solo le banche, ma anche hedge fund, fondi comuni d'investimento, ETF, ecc.
Quando questa gente s'affretterà a raggiungere le uscite cercando di acquisire liquidità vendendo gli attivi del suo bilancio, non troverà affatto le offerte d'acquisto per il pattume finanziario che intende vendere. In quel momento arriverà una cascata di magin call che farà vedere anche ha chi l'ha ignorato fino ad ora che il re è nudo.
Piu' passa il tempo, piu' ne sono convinto (grazie a te ma anche ad altri in rete che mettono in guardia)....La biancona non ti ha smentito http://www.corriere.it/economia/16_febbraio_10/yellen-fed-borse-non-aiutano-piu-lento-rialzo-tassi-usa-b661c5b0-cffb-11e5-b46f-b6e34893b4a5.shtml...aggiungo ho un amico che investe e gli consigliai al suo agente di fiducia di cercare di farsi dare o perlomeno di rimediare (non so come si faccia, penso che ci siano dei report) quanto siano capitalizzate le aziende su cui scommette(credo in obbligazioni)rispetto ai propri guadagni (quello che gli articolisti che proponi dicono da molto)..mi ha risposto che fu indifferente alla domanda e che lui segue il mainstream...grazie ancora francesco,piu' notizie si hanno , anche se contrastanti con altre, piu' si riesce a districarsi dalla coltre di nebbia, perche' poi ci sono i fatti dopo le parole.
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