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pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico
cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica:
etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è
utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica
chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in
cui è finita la teoria economica moderna.
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di James Rickards
Nell'interminabile periodo che ha preceduto l'inizio del primo ciclo di restringimento della FED in undici anni, molti analisti hanno usato la formula "uno e basta" per descrivere la politica che Janet Yellen avrebbe seguito.
L'idea alla base di questa previsione era che dopo il primo rialzo dei tassi, la FED si sarebbe fermata prima di rialzarli di nuovo. Più precisamente, la FED voleva solo effettuare il primo rialzo dei tassi e poi muoversi lentamente e con cautela.
Non è esattamente quello che è successo. La FED ha rialzato i tassi a dicembre e potrebbe prendersi una pausa al prossimo meeting del Federal Open Market Committee (FOMC) il 28 gennaio. Ciononostante la prospettiva è molto più complessa rispetto alla formula "uno e basta".
Mentre Janet Yellen è stata attenta a dire che le politiche future della FED dipenderanno dai dati e non da un programma già predefinito, in realtà è trapelato proprio un programma predefinito: si basa sulla sua previsione della crescita economica e dell'inflazione. Il ciclo di restringimento implica un target del tasso dei fondi federali: 100 punti base l'anno per tre anni (fino alla fine del 2018).
In linea con il desiderio della FED di non perturbare i mercati, è anche probabile che ogni aumento dei tassi sarà di 25 punti base, la stessa misura che usò Greenspan nel suo ciclo di restringimento tardivo dal 2004 al 2006, anche se con una lentezza maggiore.
Ci sono otto riunioni del FOMC in un anno. Quattro di queste includono conferenze stampa che sono utili per spiegare le azioni della FED. La Yellen, e prima di lei Bernanke, pone grande enfasi sulla comunicazione e la trasparenza.
Aumentare i tassi di 100 punti base l'anno con incrementi di 25 punti base dopo ognuno di questi meeting, significa quattro rialzi dei tassi l'anno.
Prendendo in considerazione questi parametri, la strategia prevista per il 2016 sarebbe un incremento di 25 punti base il 16 marzo, il 15 giugno, il 21 settembre e il 14 dicembre. Secondo la FED, questo modello potrebbe essere prolungato anche nel 2017 e nel 2018, fino a quando il tasso dei Fed Funds non raggiungerà il 3.25% a dicembre 2018.
Di conseguenza il progetto della FED è quello d'andare ben oltre un solo rialzo, sfoggiando aggressività in un contesto in cui la crescita globale sta rallentando e la deflazione sta imperversando in quattro delle più grandi economie del mondo — Stati Uniti, zona Euro, Cina e Giappone.
L'unica cosa di cui possiamo essere ragionevolmente certi è che questo non accadrà. Il percorso previsto dalla FED si basa su modelli d'interazione tra i mercati del lavoro, la crescita e l'inflazione. Questi modelli sono gravemente viziati e obsoleti.
Chi volesse le prove non deve far altro che guardare le previsioni di crescita annuali della FED: per nove anni consecutivi hanno sempre mancato il bersaglio. Credere che le previsioni della FED per il 2016 possano essere accurate, rappresenta una pia illusione.
Uno dei motivi per cui le previsioni della FED sono sballate, è la sua continua ed inutile dipendenza dalla curva di Phillips (dimostrare una relazione inversa tra disoccupazione e inflazione) e dal NAIRU (tasso naturale d'inflazione della disoccupazione).
La curva di Phillips è una candidata perfetta per un ruolo da protagonista in un film di zombie. Non importa quante volte gli accademici la uccidano, continua a tornare in vita per spaventare i decisori della politica. Ad esempio, prendete in considerazione la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80 quando gli Stati Uniti stavano sperimentando recessioni, aumenti della disoccupazione e inflazione alle stelle; un tasso d'inflazione cumulato ben oltre il 50% dal 1977 al 1981.
Il NAIRU assomiglia ad un unicorno, cioè, una creatura che può essere descritta e visualizzata, ma che non esiste in natura. Ad esempio, prendete in considerazione quante volte negli ultimi anni la FED ha spostato i suoi punti di riferimento riguardanti la disoccupazione — dal 6.5% al 5.5%, poi al 5% e ora sta prendendo in considerazione il 4.8%. Come l'unicorno, il NAIRU è sempre dietro l'angolo.
Dati gli errori di previsione della FED e la sua dipendenza da modelli sballati, dovremmo aspettarci che qualcosa andrà sicuramente storto con i suoi piani. Se si utilizza il modello sbagliato, ogni volta si otterrà il risultato sbagliato.
La FED probabilmente alzerà i tassi a marzo e a giugno 2016. La Yellen ha aspettato troppo a lungo per lanciare un ciclo di restringimento per poi chiuderlo su due piedi. In ogni caso, è raro che la FED inverta la rotta tanto facilmente e di solito favorisce lunghi periodi d'inattività tra i cambiamenti di rotta.
Entro fine estate o inizio autunno di quest'anno, la debolezza globale e, eventualmente, una recessione negli Stati Uniti saranno le storie sulla bocca di tutti. Questa recessione è già evidente a molti osservatori, ma ci vorrà più tempo affinché tale realtà venga accettata anche dalla FED.
A quel punto il corso normale della linea di politica sarebbe quello di tagliare i tassi per mitigare l'impatto del rallentamento economico. Ma un taglio dei tassi a settembre 2016 sarà politicamente impossibile, a soli 48 giorni dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
La Yellen è una liberal democratica. Ogni suo sforzo per rilanciare l'economia poco prima delle elezioni, inviterà un contraccolpo politico da parte del candidato repubblicano. La Yellen è già parte di un'indagine penale per insider trading alla FED e non ha alcun interesse ad attirare ulteriori attenzioni.
Questo significa che il primo taglio dei tassi potrebbe arrivare il 14 dicembre 2016, la prima riunione post-elettorale del FOMC.
Il massimo che la Yellen può fare a settembre per garantire un ambiente accomodante è quello d'usare la forward guidance, promettendo di non aumentare i tassi per un periodo di tempo prolungato e di rimanere "paziente" nel considerare ulteriori rialzi.
Ci sono due rischi con questa previsione. Il primo è che la recessione consegni dati talmente tetri da impedire alla FED un rialzo dei tassi a giugno. Il secondo è che la FED attui un nuovo rialzo a settembre, perché non farlo potrebbe essere visto come un segnale accomodante con ripercussioni politiche negative per la FED stessa.
Monitoreremo da vicino gli sviluppi per tenervi aggiornati. Per ora sembra che la strategia sia tre e basta.
Vi auguro il meglio,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Il primato della politica sulla libertà degli scambi.
RispondiEliminaIl primato del Potere sulle scelte individuali.
Rickards parla di questo.
Ciao Anonimo.
EliminaA mio modo di vedere è un primato illusorio. Ovvero, lo è fintanto che i pianificatori centrali riescono a tenere "in riga", in un modo o nell'altro, gli attori di mercato. Ma, come ricordato spesso su queste pagine, tale controllo si fa sempre più instabile man mano che la pianificazione centrale ingloba porzioni crescenti di mercato sotto il suo controllo. La discesa nella terra della NIRP da parte del Giappone è un esempio lampante. E questo varrà anche per la FED nel futuro prossimo, poiché è a corto di strumenti con cui direzionare a piacimento il corso dei mercati. Voglio dire, in caso di recessione (ed è qualcosa che ormai si sta facendo sempre più concreto) le politiche che potrà adottare sono semplicemente due: più QE e NIRP.
Nel primo caso sarà la prova definitiva che ormai il "re è nudo", mentre il secondo rappresenterà il colpo di grazia per pensionati e risparmiatori (oltre alle sberle già incassate a causa della ZIRP).
Che sia un primato imposto non ne dubito e non ne dubitavo.
EliminaIl contrario di populismo è proprio elitismo. L'affidarsi a sedicenti esperti competenti nonostante le innumerevoli prove dei disastri compiuti. Ma finché qualcuno crederà che gli convenga...
Gli interessi negativi sono quelli che offre la politica interventista e pervasiva. Sembrano uno stimolo ma sono un salasso. Finiscono per danneggiare sempre più persone. Alla fine ne traggono vantaggi solo pochissimi e sempre meno.
Con una economia libera e bensensata non hanno nulla a che fare. Sono mosse politiche. Sono coercizioni. Sono fregature su larga scala.