Bibliografia

venerdì 8 gennaio 2016

L'ingegneria finanziaria di Wall Street: il modo in cui è stata vaporizzata Valeant





di David Stockman


Se avete bisogno di ulteriori prove per mettervi in testa che Wall Street è una bomba ad orologeria finanziaria pronta ad esplodere, vi basta guardare il recente crollo di Valeant Pharmaceuticals (VRX). La sua capitalizzazione di mercato a $90 miliardi registrata il 5 agosto, è diventata improvvisamente l'incarnazione di quel suono quando si tira la catena dello sciacquone, infatti s'è ristretta di quasi due terzi a soli $34 miliardi.




No, durante gli ultimi 90 giorni Valeant non è stata colta in flagrante mentre vendeva veleno o torturava gatti. Negli ultimi sei anni non ha fatto altro che perseguire aggressivamente tutte le strategie d'ingegneria finanziaria che sono venerate e premiate nel casinò di Wall Street.

Infatti l'evoluzione di Valeant durante suddetto periodo è dovuta solamente all'ingegneria finanziaria. Cioè, era una creatura di Goldman Sachs e di vari dealer, assicuratori, hedge fund e società di consulenza che navigano nel mare della finanza delle bolle.

Questa gente ha trasformato i piani alti delle grandi aziende americane in bische clandestine, attirando e ricompensando le società speculatrici e ponendo i bucanieri amanti del debito ai piani alti delle grandi aziende.

In questo caso il principale agente di distruzione è stato un ex-consulente di McKinsey & Co., Michael Pearson, il quale è diventato amministratore delegato di Valeant nel 2008.

Pearson ha trascorso un'intera carriera nella scuola Dennis Kozlowski/Tyco di strategia aziendale. Cioè, consigliando ai clienti di comprare, non costruire; di tagliare il personale e la spesa per la R&S, non investire; d'impostare traguardi ridicolmente ambiziosi, come ad esempio far arrivare in un istante a $20 miliardi di vendite una piccola azienda farmaceutica canadese che ne fa $800 milioni; di finanziare questa espansione del 25X con i proventi provenienti dai sottoscrittori di Wall Street, non coi propri guadagni. Ha replicato in tutto e per tutto la strategia Tyco: anche spostare il quartier generale aziendale alle Bermuda per pagare meno tasse.

Il complice di Pearson in questa operazione "terra bruciata tra le aziende" è stato Howard Schiller, un veterano di Goldman Sachs che è diventato CFO nel 2011 e ben presto ha completato la conversione di Valeant in una macchina d'ingegneria finanziaria.

Durante la loro permanenza, Pearson e Schiller hanno speso circa $40 miliardi per circa 150 acquisizioni. Ed esattamente quali competenze e valore aggiunto hanno messo sul tavolo queste acquisizioni tra terapie oftalmologiche, lenti a contatto, dermatologia, cosmeceutici, botox, creme anti-aging, creme anti-acne e molto altro?

Ebbene, l'unica cosa che hanno portato è stata l'occasione per tagliare migliaia di posti di lavoro, eliminare la R&S, finanziare enormi quantità di asset immateriali con debito a buon mercato e, soprattutto, riempire la contabilità di Valeant con quantità esagerate di riserve da utilizzare per far scomparire quei costi d'integrazione scomodi.

Infatti Valeant non solo non ha acquisito alleati farmaceutici significativi, ma in realtà è andata nella direzione opposta. Cioè, ha costantemente evitato investimenti nel settore fermaceutico della ricerca e sviluppo. Insomma. è andata in direzione opposta al presunto scopo della sua esistenza: lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie.

Ciononostante questa strategia spacciata agli hedge fund, che sono diventati sempre più affollati di scommettitori su VRX all'aumentare delle sue azioni, era assolutamente assurda ed economicamente insulsa. Sarebbe potuta essere accetata solo in questi tempi di folle finanza alimentata dalle bolle.

In sostanza, Pearson e Schiller hanno sostenuto che il resto del settore era infinitamente stupido, e che decine di miliardi di capitalizzazione di mercato potevano essere create istantaneamente acquistando semplicemente società farmaceutiche stagionate e poi alzando i prezzi dei relativi farmaci.

Infatti Valeant s'è costruita la sua reputazione aumentando ferocemente i prezzi. In un solo anno la società ha alzato del 66% il prezzo dell'81% dei farmaci da essa commerciati.

Il punto qui non è quello di far eco al coro di coloro che vogliono un tetto dei prezzi impostato dallo stato. Anzi, il contrario. Nonostante un sistema di brevetti basato sul clientelismo e gli infiniti ostacoli giuridici sollevati dal cartello di Big Pharma, il mercato dei farmaci non è immune alle leggi dell'economia.

Aumentate il prezzo dei farmaci abbastanza radicalmente e attirerete competitori con nuove formule che aggirano il brevetto; oppure, diventate abbastanza avidi e i farmaci generici vi annichiliranno alla scadenza del brevetto.

Tale verità si applica anche ai cosiddetti farmaci per bambini. In casi tali c'è bisogno di rialzi sostanziali per spostare l'ago dei ricavi aggregati. Proprio quel tipo d'aumenti eclatanti che provocano una tempesta politica tra gli utenti e i fornitori.

Di conseguenza l'aumento del 5000% del prezzo del Daraprim, progettato da Martin Shkreli, è stato oscurato ancor più velocemente dell'account Twitter della sua compagnia.

Detto in altro modo, ciò che sanno i dirigenti esperti e che invece potrebbe essere sfuggito a Shkreli, o agli investitori negli hedge fund, è che una sfrenata e improvvisa impennata dei prezzi non è una strategia che costruisce valore sostenibile e rafforza il patrimonio dell'azienda; è una tattica speculativa che funziona nei casinò azionari, ma non nel mondo reale.

Nel contempo, Pearson e Schiller hanno tagliato il personale e abbassato la spesa nel settore R&S ad un ridicolo 3% delle vendite, mentre la norma prevede un range dal 12% al 18%.

Le proiezioni di profitto conseguenti non avevano praticamente nulla a che fare con i risultati effettivi della società, ma erano semplicemente conformi alle gambe rialziste infinite della propaganda sell-side.

Come ha osservato il New York Times:

Guardando agli utili reali di Valeant rispetto alle sue proiezioni fantasiose, emerge un enorme divario. Secondo i principi contabili GAAP, l'azienda ha guadagnato $912.2 milioni nel 2014. Ma lo scorso anno Valeant ha mostrato, secondo i propri calcoli, guadagni per un ammontare di $2.85 miliardi. Questo divario è molto più ampio rispetto a quello di altre aziende farmaceutiche.

Inutile dire che non c'è voluto molto per trasformare Valeant in un vero e proprio mulo da soma carico di debiti. Il suo debito totale è salito dai $400 milioni nel 2009 ai $31 miliardi di oggi, e questo è il guaio.

Vale a dire, Valeant ha rappresentato un vero e proprio bancomat durante la sua campagna di Fusioni & Acquisizioni. Quindi non ha alcuna possibilità di far quadrare i conti se continua lungo questa campagna maniacale.

Infatti la sua scomparsa è quasi una certezza. Da un lato era destinata a saltare in aria se avesse continuato a "crescere" indebitandosi con le Fusioni & Acquisizioni. Dall'altro il suo valore di borsa valutato al 100X del GAAP era destinato ad implodere se avesse smesso di fare tali affari, innescando un esodo di massa da parte degli scommettitori che puntavano, attraverso gli hedge fund, sul titolo VRX.

Va da sé, naturalmente, che queste deformazioni finanziarie sono state causate dal denaro a buon mercato e dalle politiche della FED. La repressione finanziaria e il QE sovvenzionano un indebitamento delle imprese per finanziare operazioni d'ingegneria finanziaria, riducendo il costo netto dell'indebitamento a livelli ad una cifra.

Allo stesso modo, la ZIRP è l'ambrosia della speculazione a Wall Street. Permette agli hedge fund e agli altri operatori monetari di costruire posizioni in castelli di sabbia come Valeant praticamente a costo zero.

Infatti, al crescere della capitalizzazione di mercato del VRX da $14 miliardi a $90 miliardi in soli 36 mesi, s'è venuta a creare una catena di valore crescente che ha permesso agli speculatori d'inseguire il suo pattern ad un'altezza sempre più assurda rispetto alla contabilità GAAP della società.

Dal settembre scorso fino a 12 mesi prima, per esempio, il VRX ha generato solo $2.54 miliardi di flusso di cassa operativo, ma ha speso $14.3 miliardi per spese in conto capitale, Fusioni & Acquisizioni ed altri investimenti.

Né questa era un'aberrazione casuale. Durante i 27 trimestri a partire dalla fine del 2008, il VRX ha generato $7 miliardi di flusso di cassa operativo, ma ha consumato quasi $26 miliardi per investimenti e altri affari. Detto in modo diverso, si tratta semplicemente dell'ennesimo schema di Ponzi partorito da Wall Street.

Allo stesso modo, sempre nei suddetti 27 trimestri, che più o meno hanno segnato il mandato di Pearson, la Valeant ha fatto registrare vendite in rapida crescita --— con un picco annuale da $757 milioni nel 2008 a $10 miliardi secondo la sua relazione più recente.

Ma è stata una prosperità assolutamente senza profitti --— non diversa da quella tipicamente raggiunta con l'ingegneria finanziaria. Così, nel suddetto periodo di 27 trimestri, le vendite sono ammontate a poco meno di $30 miliardi, ma il suo utile netto cumulato è stato pari solo a $130 milioni.

Proprio così. Negli ultimi sette anni i profitti GAAP di Valeant sono stati pari a solo lo 0.4% delle vendite.

Allora perché la capitalizzazione di mercato di Valeant è salita da $1.2 miliardi, quando Pearson è arrivato nel 2008, al picco recente di $90 miliardi in un lasso di tempo in cui l'azienda non ha generato quasi un centesimo di profitto?

È stato solo l'ennesimo caso d'ingegneria finanziaria di Wall Street e della campagna pubblicitaria speculativa. L'intera faccenda è stata basata sulle storie dei venditori di gambe perennemente rialziste domiciliati a Wall Street e, non ultimo, dalle relazioni ottimiste pubblicate da Goldman Sachs.

Eppure non c'è alcun mistero sul perché vediamo sempre più frequentemente queste truffe nei mercati finanziari, i quali sono stati danneggiati e disabilitati dalla FED e dalle altre banche centrali.

Vale a dire, l'ingegneria finanziaria è decisamente redditizia; inoltre i controlli e l'equilibrio di un libero mercato nel mondo finanziario —-- come i venditori allo scoperto, gli oneri di copertura e i costi significativi per i carry trade finanziati coi debiti --— sono stati distrutti dalle banche centrali.

Così, qualche anno fa la società Valeant era solamente un pesce piccolo, ma negli ultimi tre anni è diventata il quinto più grande debitore rispetto ai canoni d'investimento di Wall Street.

Infatti, grazie alla sua rapida crescita stimolata dalle acquisizioni e finanziata coi debiti, le commissioni bancarie d'investimento riguardo Valeant hanno totalizzato i $500 milioni sin dal 2012. Questo significa che solo General Electric Co., Allergan Plc., AT&T Inc. e Dell Inc, hanno pagato di più secondo i dati di Freeman and Co.

Inutile dire che le truffe spronate dall'ingegneria finanziaria, come Tyco e Valeant, non sarebbero mai esistite in un libero mercato. I venditori allo scoperto le avrebbero fatte chiudere molto prima che raggiungessero gli odierni livelli di valutazione abnormi; e il costo dell'assicurazione contro i ribassi e il costo dei carry trade, avrebbero ridotto drasticamente la redditività della speculazione e la quantità di scommettitori nel casinò.

Nei mercati odierni corrotti dal capitalismo clientelare, le bolle si gonfiano nei singoli titoli così come in ampi settori (per esempio il settore delle biotecnologie, dei social media e dei junk bond) fino a quando non raggiungono grandezze estreme. Poi implodono violentemente, creando immense ondate di danni collaterali nel processo.

Ricordiamo che la capitalizzazione di mercato di Tyco è scesa da $125 miliardi a $25 miliardi negli ultimi sei mesi prima che Kozlowski fosse finalmente costretto ad andarsene nel giugno 2002. Allo stesso modo, negli ultimi 90 giorni sono evaporati circa $250 miliardi dalle 150 società nell'indice biotecnologico NASDAQ.

In un contesto più ampio, di conseguenza, l'implosione da $55 miliardi di Valeant nelle ultime settimane è solo un tremito preliminare. A livello mondiale, la madre di tutte le bolle finanziarie è appena cominciata a fratturarsi.

Di conseguenza, solo negli Stati Uniti ci sono ancora $15,000 miliardi di aria da rilasciare. Forse dopo il popolo americano imparerà che Yellen & Co. non hanno fatto altro che distruggere ricchezza piuttosto che crearla come solgono ripetere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. L'immagine che vi propongo oggi cattura il rapporto price-earnings dell'S&P 500, il quale ha superato il valore numerico di oggi (~25) solo tre volte durante tutta la sua storia. E tutte e tre le volte il mercato è crashato. Comunque, una correzione di mercato non è qualcosa di cui aver paura. Bensì è un'opportunità per tutti coloro che riescono ad unire i puntini. Chi dovrà "aver paura" sono coloro che ancora restano fedeli al mantra buy the dips. Sin da quando la FED ha smesso d'espandere il suo bilancio, l'S&P 500 ha passato circa 475 giorni a mostrare come muore lentamente un mercato toro. Inoltre la Grande Inversione della bolla del credito globale gonfiata negli ultimi due decenni dalle principali banche centrali del mondo, sta iniziando a dispiegare i suoi effetti nello Schema Rosso di Ponzi in Cina.

    Già la sua catena di rifornitori nei mercati emergenti è stata spezzata (es. Corea del Sud, Brasile, Australia, ecc.), ma le onde d'urto dei suoi eccessi d'investimento ed investimenti improduttivi raggiungeranno anche gli Stati Uniti e l'Europa. Non esiste un'economia "disaccoppiata" da tutte le altre. Qual è quindi una mossa d'attuare per difendersi? Shortare il mercato azionario e rifugiarsi nel denaro contante. Quale? La migliore valuta del 2015, ad esempio, è stata Bitcoin: http://money.visualcapitalist.com/its-official-bitcoin-was-the-top-performing-currency-of-2015/

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  2. Nell'articolo ci sono personaggi reali che sembrano iniziati dalla Spectre (GS) al lato oscuro della Forza (Fed). Novelli Icaro. Ma alla fine si bruciano e precipitano anche loro oppure, raccolti i bonus miliardari e dopo aver distrutto vite e capitali altrui, se ne vanno via indisturbati? Così, tanto per curiosare....

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  3. Alla fine, quando i nodi vengono al pettine, viene data ragione agli Austriaci... anche inconsapevolmente. Lo Schema Rosso di Ponzi sta iniziando a dare segni evidenti di dissesto, ma questa non è una sorpresa per chi, come il sottoscritto, aveva messo in guardia i propri lettori circa tale esito ben 4 anni fa. Sin da quando Deng ha sfatato il mito di Mao secondo cui il potere può esser meglio gestito attraverso la canna di un fucile, la Cina ha visto crescere a dismisura il proprio settore finanziario. Negli ultimi venti anni il proprio debito è passato da quasi zero a circa $30,000 miliardi, con un settore bancario commerciale esploso a 3 volte il PIL del paese ($35,000 miliardi vs. $10,000 miliardi, quindi una contrazione del 10% risulterà in una perdita per il settore bancario commerciale cinese pari a $3,500 miliardi).

    Tassisti, negozianti al dettaglio e guidatori d'autobus sono diventati improvvisamente esperti di finanza, cercando di trarre vantaggio dalla baldoria del credito facile erogato dalla PBOC. Inutile dire che la catena di prestiti non performanti, sebbene i dati ufficiali nascondessero la mole reale, è cresciuta a tal punto da mandare in bancarotta coloro che credevano di cavalcare il sentimento della bolla. I WMP sono il manifesto di un settore bancario rigonfio di passività, sofferenze e incagli che raggiungono il 21% del totale di tutti i prestiti. In sintesi, il settore bancario cinese è un gigantesco incidente annunciato in attesa di dispiegare i propri contraccolpi. Non è un caso se negli ultimi 15 mesi abbiamo visto in Cina una fuga di capitali pari a $1,000 miliardi.

    La nota consolante è che il keynesismo non avrà futuro. Questa notizia mette in evidenza che quando i nodi vengono al pettine, soprattutto quelli finanziari, l'asset che garantisce una protezione dagli urti del ciclo economico è solamente l'oro.

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