Bibliografia

martedì 26 gennaio 2016

La fine del mondo è già iniziata

Sebbene il titolo del seguente articolo sia un po' "catastrofico", non è poi così lontano dalla realtà. Sarà la fine del mondo per i clientelisti, per i parassiti e per gli zombie finanziari. Il loro destino è stato segnato sin da quanto è entrato in vigore il welfare state. Infatti quest'ultimo è destinato al fallimento, soprattutto a causa delle passività non finanziate che ha alle sue spalle. Lo scopo di una critica seria al welfare state dovrebbe essere articolata non solo dal punto di vista statistico, ma anche dal punto di vista filosofico e morale. Ovvero, non rubare. E' per questo che ho tradotto l'ultimo libro di Gary North, "L'economia cristiana in una lezione". Potete acquistarlo a questo indirizzo. Quando arriverà il giorno del Grande Default dovremmo essere pronti a non ricadere negli stessi errori e nel fornire a coloro confusi una spiegazione chiara e precisa del perché il welfare state ha mandato in bancarotta lo stato e del perché era fallimentare sin dall'inizio. Ci sta volendo un po' per arrivare al punto di non ritorno. Forse potrebbe volerci un decennio o due prima d'arrivare al Grande Default, ma arriverà. Dal punto di vista statistico è sicuro che arriverà e i burocrati statali non potranno fare nulla per evitarlo. E' vostro dovere, cari lettori, capire perché è giusto non ripetere i vecchi errori che c'hanno condotto fin qui. Portate pazienza, è qualcosa che arriverà; nel frattempo è opportuno diffondere le basi filosofiche e morali per dire: "No, grazie."
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di Bill Bonner


FRANCOFORTE, Germania – Non c'è molto da dire sul mercato azionario. Gli investitori stanno riguadagnando la calma.

Qualche settimana fa sembrava che fosse cominciata la fine del mondo.

Stiamo parlando, naturalmente, del mondo in cui il credito, le azioni e la reputazione della banca centrale salgono solamente.

Ma dopo un grande spavento ad agosto, gli investitori hanno recuperato la loro follia. Hanno concluso che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

Potrebbero aver ragione. Non si sa mai. Ma la nostra ipotesi è che la fine del mondo è già iniziata... e non riescono a rendersene conto.

Sin dalla fine della seconda guerra mondiale, il credito s'è espanso negli Stati Uniti.

Inizialmente s'è trattato di un'espansione salutare. Le famiglie della classe media accendevano mutui e utilizzavano "carte ricaricabili", come Diners Club e American Express.

Poi, alla fine degli anni '50, sono arrivate le prime carte di credito. Ciò è stato accompagnato da forti aumenti del credito al consumo.

Fino agli anni '70 tutto andava bene, anche perché i salari aumentavano. E con così tante nuove tecnologie, la gente ha creduto che i salari sarebbero solamente aumentati.

Il debito non era un problema – né per la nazione né per le famiglie. Saremmo "cresciuti e in tal modo avremmo risolto tali grattacapi."

Ma negli anni '70 è iniziata una nuova e strana tendenza – e non pienamente compresa. Dopo l'aggiustamento all'inflazione, il reddito della maggior parte degli americani è drammaticamente rallentato.

Anche l'economia stava rallentando, se si fossero presi in considerazione gli effetti dell'inflazione.

In un primo momento questa tendenza era ritenuta temporanea – forse causata dalla crisi petrolifera del 1973. Ma la tendenza verso una minore crescita economica è persistita. Decennio dopo decennio, il trend di crescita del PIL è sceso. Nella maggior parte degli Stati Uniti, il PIL pro-capite ha raggiunto il picco negli anni '70 o '80.

Il lavoratore americano medio guadagna meno oggi rispetto a mezzo secolo fa (considerando le variazioni dei prezzi al consumo).

Non è la stessa cosa quando oggi si dice che una persona con un buon lavoro guadagna meno rispetto agli anni '60. Secondo i dati del Census Bureau, sin dal 1967 il salario medio aggiustato all'inflazione per gli americani nel ventile più alto dei percettori di reddito, è cresciuto di oltre il 75%. Anche le donne guadagnano molto di più.

Ma i posti di lavoro buoni sono diventati scarsi. I tassi di partecipazione al lavoro – il numero di persone che ha un lavoro, o è alla ricerca di un posto di lavoro, in percentuale delle persone in età lavorativa – sono ai livelli più bassi sin dal 1977.




Ma anche se la crescita economica e il reddito di molte persone sono rallentati, il debito (il rovescio della medaglia del credito) ha continuato a crescere.

Questa era la Fase II – la fase malsana dell'espansione del credito. Non più sostenuto da aumenti salariali su larga scala, il debito si stava espandendo al di là della capacità dell'economia – e della capacità dei mutuatari di rimborsarlo.

Questi sì che erano guai.

Potreste chiedervi come sia stato possibile. Perché i creditori avrebbero dovuto estendere il credito a persone che non potevano ripagarlo?

Risposta: c'era il trucco.

Nel 1971 il presidente Nixon ha trasformato radicalmente il sistema monetario globale. In base al sistema di Bretton Woods, il dollaro era coperto dall'oro. E le principali valute mondiali erano scambiate ad un tasso fisso col dollaro... e per estensione con l'oro.

Ciò significava una nazione che non sarebbe andata troppo lontano in quanto a debiti... soprattutto in considerazione dei suoi partner commerciali.

Le nazioni con surplus commerciali – che avevano ammassato dollari in cambio d'esportazioni verso gli Stati Uniti – potevano chiedere il rimborso dei loro dollari in oro. In questo modo l'oro lasciava le nazioni con eccessi di spese e finiva nelle nazioni creditrici.

È così che, in primo luogo, gli Stati Uniti hanno accumulato tanto oro. Francia e Gran Bretagna avevano speso più di quanto potessero permettersi durante la prima guerra mondiale. Gli Stati Uniti vendevano loro cibo, armi e carburante... e chiedevano oro in cambio.

Ma negli anni '60 il vento è cambiato.

Gli Stati Uniti hanno iniziato a spendere soldi – la Great Society in patria e la guerra in Vietnam.

Gran parte della spesa per finanziare la guerra in Vietnam finì nei rami vietnamiti delle banche francesi. E quando nel 1965 il presidente Charles de Gaulle inviò la marina francese per prelevare oro per un valore di $150 milioni, venne accolto come un estraneo alla lettura di un testamento.

Infine, mentre l'oro continuava ad uscire da Fort Knox per soddisfare le richieste estere, piuttosto che onorare la promessa di rimborso Nixon cedette al panico e dichiarò bancarotta.

Da quel momento in poi chiunque fosse stato in possesso di dollari, sarebbe stato in possesso di un semplice pezzo di carta...

Tutto sarebbe andato in malora molto velocemente. Nell'aprile del 1980 il tasso annuo dell'inflazione dei prezzi al consumo era arrivato a quasi il 15%.

L'oro era salito a $800 l'oncia. Il nuovo sistema a denaro fiat di Nixon sembrava proprio avere i giorni contati – destinato a deragliare come accaduto a tutti i precedenti esperimenti con i soldi di carta.

Invece, nel 1979, il presidente Carter nominò Paul Volcker presidente della FED. Volcker fece un passo di fronte al treno in corsa e gli ordinò di fermarsi. E si fermò...

Nel gennaio del 1981 "Tall Paul" lasciò salire il tasso dei fondi federali – il tasso di rifinanziamento chiave per l'economia – non al 2%... o al 4%... o addirittura all'8%. Al 19% – e rimise il treno sui binari.

Ricordiamo ancora le urla di malcontento. Volcker stava "soffocando l'economia", dissero i politici. Stava "uccidendo i posti di lavoro", dissero i giornali. Stava causando "la peggiore recessione sin dalla Grande Depressione", dissero gli economisti.

Ma Volcker non si mosse. E quando Ronald Reagan entrò alla Casa Bianca nel 1981, lo sostenne.

Volcker, non appena venne appuntato presidente della FED, annunciò la sua intenzione d'estirpare l'inflazione dal sistema.

I prezzi delle obbligazioni – che vanno bene quando l'inflazione è bassa – sarebbero dovuti salire. Gli investitori sarebbero dovuti accorrere per cementarsi al rendimento del 10% sui decennali del Tesoro USA.

Invece i prezzi delle obbligazioni scesero... e i rendimenti aumentarono.

Allora, come oggi, la gente non s'era accorta – o non voleva crederci – che era avvenuto un cambiamento importante. Il vento nel mercato obbligazionario sarebbe cambiato dopo il 1982; infine gli investitori avrebbero compreso che si trattava di un mondo nuovo.

Volcker salvò il sistema. I rendimenti obbligazionari – e i tassi d'interesse – sono scesi sin da allora.

Peccato che abbia salvato un sistema per nulla meritevole d'essere salvato.

Non molti uomini possono resistere al fascino del denaro gratuito. Nemmeno gli americani.

Il calo dei tassi d'interesse e il dollaro di carta hanno fornito loro la possibilità d'impoverirsi – spendere soldi che non avevano guadagnato.

Hanno colto l'occasione che è stata offerta loro. Hanno preso in prestito e speso... e hanno spinto il mondo intero in avanti ad un ritmo furioso.

Ma ora quella fase è finita.

E c'è dell'altro…

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Mi piacerebbe proporre un piano di rientro per cercare di evitare la catastrofe o di limitarne gli effetti. Mi pare umano e ragionevole.
    Ma la soluzione naturale sarebbe il semplice lasciare che gli eventi necessari ed inevitabili facciano il loro corso senza interventi esterni.
    Che ciò che non regge crolli. Che ciò che non può procedere si arresti. Che l'illusione ceda alla realtà. Che la follia culturale ceda alla ragionevolezza del buon senso.
    Grande programma desolatamente utopico.

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    1. Ciao Dna.

      Come ben sai ho provato a farlo io con l'ultima pubblicazione editoriale. Forse non è abbastanza, quindi sono tornato a scrivere per pubblicare un testo più conciso che vada a affrontare le principali fallacie economiche. Una sorta di FAQ Austriaca che vogliono vedere oltre gli inganni della propaganda. Forse a questo giro riuscirà a farlo uscire cartaceo. Vederemo.

      Inoltre su The Fielder ho pubblicato di recente un piccolo vademecum su come proteggere i propri risparmi. Insomma, il materiale c'è... a quanto pare è la curiosità che manca.

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