Bibliografia

martedì 19 gennaio 2016

12% l'anno in azioni

L'S&P 500 ha chiuso l'anno a 2,043, esattamente dov'era un anno prima. Quindi negli ultimi 12 mesi il mercato azionario statunitense non è andato da nessuna parte, barcollando come un marinaio ubriaco lungo una linea di trend altalenante. Ma la cosa veramente fuori dal mondo è che le previsioni dei giocatori d'azzardo del casinò dicono di vedere per quest'anno un $126 per azione, ovvero, un nuovo mercato toro per l'S&P 500. Questa previsione fa sorgere una domanda: chi diavolo pagherebbe un ammontare simile quando secondo la contabilità GAAP gli utili per azione torneranno a $90 per azione quest'anno? Soprattutto vedendo come sta barcollando il mercato azionario, il quale, secondo gli stessi previsori/giocatori d'azzardo del casinò, avrebbe dovuto sfoggiare $137 per azione nell'anno appena conclusosi! Ad oggi, sta tentennando a $104 ad azione. È stata l'ingegneria finanziaria che, tra riacquisti d'azioni proprie e fusioni & acquisizioni gonfiate, ha permesso al mercato azionario di barcollare in avanti ancora un po', in virtù anche del fatto che la FED fino al dicembre scorso aveva tenuto i tassi d'interesse ancorati allo zero. Ora si presuppone che voglia normalizzare i mercati e questo significa la fine dei carry trade da favola per i grandi dealer e una cascata di margin call. L'enorme quantità di trade finora effettuati nei mercati, i quali hanno portato alla ribalta il mercato junk, verrà liquidata un pezzo alla volta cercando di non agitare troppo le acque. Lo sgonfiamento della bolla intorno alle patch di scisto ne è la prova, ovvero, operazioni finanziate con denaro facile preso in prestito alla cui base non c'era un flusso di cassa sostenibile, ma solo aria fritta. Questa è l'era del Grande Sgonfiamento di tutti quegli asset gonfiati artificialmente durante questi anni di ZIRP e follia finanziaria sfrenata. Non fatevi trovare impreparati.
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di Bill Bonner


ZURIGO – "Le dispiacerebbe stare zitto?!"

Questo è ciò che volevamo dire questa mattina qui a Zurigo, Svizzera.

Al tavolo accanto al nostro, un promotore di hedge fund sta lavorando sodo...

"La proposta di valore... fuori dagli schemi... stiamo parlando solo di due punti... possiamo parlarne... Goldman... il nostro modello di business... privilegiare le nostre priorità... ottenere il giusto equilibrio..."

Nel frattempo, sulla prima pagina del Financial Times c'è un bel tipo con una cattiva idea.

Il figlio di Pierre Trudeau, Justin, è il nuovo primo ministro del Canada. (Un'altra dinastia politica!) "Approfitterà dei bassi tassi d'interesse" per avviare un programma d'infrastrutture da $60 miliardi.

Per la cronaca, i federali canadesi non stanno approfittando dei tassi d'interesse bassi. Stanno truffando i risparmiatori... i pensionati... e i cittadini responsabili le cui spese sono inferiori rispetto ai loro redditi.

In gran parte del mondo sviluppato, le banche centrali hanno spinto i tassi d'interesse al livello più basso da 5,000 anni a questa parte. Questa non è una "buona gestione economica." È un furto. Stanno prendendo soldi dai risparmiatori e li stanno dando ai mutuatari – in particolare al settore finanziario e al governo.

Ma occupiamoci d'altro....

"Non prestiamo alcuna attenzione al mercato azionario, compriamo buone aziende a prezzi buoni", c'ha spiegato un vecchio amico mentre ci parlava di come funziona il suo fondo. (Ai fini d'una informazione completa, noi siamo uno dei suoi investitori.)

"Il nostro obiettivo è il 12% l'anno", ha continuato. "Ed è quello che otteniamo, più o meno."

Ieri gli investitori nel mercato azionario statunitense non hanno guadagnato nulla, ma neanche hanno perso. Tra i tori e gli orsi, la paura e l'avidità, i profitti e le perdite, c'è stato un pareggio.

Ma il nostro amico – che ha inaugurato il suo fondo nel 2008 – non è né rialzista né ribassista.

"Quando s'investe in azioni, ci saranno periodi in cui i rendimenti del mercato azionario saranno negativi. Ma non vi preoccupate. Quando comprate azioni, accettate il rischio di mercati orso."

"Ma venite pagati. Circa il 5% l'anno secondo i miei calcoli. Si chiama ‘equity risk premium.’ È quello che si guadagna se si è disposti a sopportare periodi di perdite."

Ma vi daremo anche il nostro parere: è un investitore coraggioso – o spericolato – che sta facendo una grande scommessa sul mercato azionario degli Stati Uniti.

Ci possono essere diamanti grezzi, ma nel complesso questo mercato è costoso.

La scelta dei parametri di valutazione è vasta. Ma in base al P/E ratio (che prende in esame la media degli ultimi 10 anni di guadagni reali relativi ai prezzi delle azioni), l'S&P 500 è risultato più costoso solo prima dei crolli del 1929, 2000 e 2008.

In altre parole, il rischio di perdite è elevato. Se da qui in poi le azioni crollano, potrebbe volerci molto, molto tempo prima che possano recuperare.

Il nostro amico sostiene un punto di vista diverso...

"Qual è lo scenario peggiore? Durante la Grande Depressione il mercato azionario è sceso del 90%. Se compro azioni non mi dispiacerebbe possederle durante una depressione. Faccio più soldi rispetto alla maggior parte degli investitori, perché vengo pagato per essere disposto a soffrire durante i periodi di flessione. Se si guadagna dal premio per il rischio, bisogna correrlo questo rischio."

"Anche se il mercato dovesse scendere del 90%, non influirebbe sul mio stile di vita. Posso dormire su un materasso di notte e mangiare uno ciotola di cereali al mattino."

Ha un punto a favore. Il nostro amico crede che investire nel mercato azionario sia un po' come lavorare su una piattaforma petrolifera nel Nord Atlantico: si viene pagati meglio – ma bisogna essere disposti a stare lontano dalla famiglia e dagli amici.

Non sempre. Ma a volte.

Allo stesso modo, i rendimenti forniti dal mercato azionario sono maggiori – nel lungo periodo, almeno – rispetto ai rendimenti delle obbligazioni, perché ci sono momenti in cui l'investitore nel mercato azionario deve dire addio al suo amato capitale.

Alla fine ritorna... ma potrebbe richiedere un po' di tempo. Mentre l'investitore obbligazionario sta comodo nel suo letto, notte dopo notte, l'investitore nel mercato azionario è, di volta in volta, costretto a trascorrere lunghe notti buie lontano dal focolare domestico.

Non se ne preoccupa, naturalmente. È pagato per farlo. Questo è il suo premio per il rischio.

Ma ci sono momenti in cui gli investitori vedono solo il premio e non vedono il rischio. Non vedendo alcun rischio, ignorano eventuali pericoli.

Inoltre credono che i federali guardino loro le spalle... o almeno così pensano.

Sin da quando Alan Greenspan è diventato presidente della FED nel 1987, gli investitori hanno avuto in gran parte ragione. Lui e i suoi successori si sono inoltrati laddove gli sciocchi temevano di camminare – assumendosi gran parte del rischio del mercato azionario.

Naturalmente non potevano eliminare completamente il rischio. Di tanto in tanto, i mercati sono andati in crash. Gli investitori hanno visto grosse perdite. Di tanto in tanto sono stati costretti a fare le valigie.

Ma dopo che le sale del mercato azionario sono state invase dal credito facile, la FED ha ridotto notevolmente il tempo del loro esilio.

Nel crash del 2008, ad esempio, le azioni degli Stati Uniti hanno perso circa la metà del loro valore. Ma grazie agli sforzi erculei da parte della FED, gli investitori si sono riuniti con i loro soldi solo tre anni più tardi.

Man mano che è cresciuta la fiducia nella volontà della FED di sostenere il mercato, il premio al rischio è diminuito. Almeno questa è la nostra ipotesi.

Le persone non hanno bisogno d'essere pagate per assumersi un rischio che non pensano sia reale. Così fanno salire le azioni ad un livello dove non ci sarà più un premio.

Ecco cosa potrebbe accadere: quando arriverà la prossima crisi, i federali arriveranno in soccorso, come previsto. Ma con i tassi in prossimità dello "zero", che cosa possono fare?

Forse non avranno più successo dei giapponesi, le cui azioni sono scese del 80% dopo il 1990... e non hanno mai recuperato... nonostante i tassi d'interesse vicini allo zero negli ultimi 20 anni!

"Ho tempo", dice il nostro amico.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. fa pensare il mancato pronto soccorso abituale dei bk centrali.

    resa di fronte all ineluttabile (non credo), cambio di strategia (si tira la rete dei tonni), si fanno desiderare?

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    1. qualcuno, dalle nostre parti, senza renzersene conto, è già avviato al capolinea.
      qualcun altro, dalle nostre parti, aspetta ancora a gridare FATE PRESTO!
      dicono che il pronto soccorso ne uccida più degli incidenti...
      infatti, la bad bank socialista all'itagliana farebbe più danni dell'aviaria...

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    2. Ciao gdb.

      In questi ultimi giorni abbiamo visto un certo nervosismo nei mercati, condito dalle banali rassicurazioni delle teste di legno di Class CNBC che ormai non "vendono" più consigli, bensì gambe rialziste perenni. Questo è quello che succede quando si crede nei miti: vengono sfatati. Gli investitori si sono ammassati nel mercato azionario perché hanno creduto nel mito di banche centrali onniscienti. Hanno creduto alle parole dello zio Mario. Hanno creduto nel mito della presunta ripresa economica. Più le azioni salivano, più il mito s'è gonfiato, più il debito alla base diquesta farsa è cresciuto. Con $220,000 miliardi di debiti totali nei mercati del credito mondiali, abbiamo letteralmente raggiunto il livello di picco del debito e di conseguenza il livello dei rendimenti decrescenti (come avevo prontamente scritto nel Capitolo 7 del mio libro).

      Non solo, ma le azioni sono ora passate da rendimenti a $106 per azione dell'anno scorso a $90 per azione di oggi. L'attuale non è un presunto super-ciclo che si esaurirà attravverso l'ennesimo stimolo da parte dei bancheri centrali come accaduto negli ultimi 20 anni, qui stiamo parlando di una grande disconnessione tra Main Street e Wall Street che ha esaurito il primo a favore del secondo. Questo perché la narrativa mainstream keynesiana prevede dei bilanci sempre pronti ad accettare cataste di debiti per sfornare numeri fasulli con cui pavoneggiarsi davanti ai monitor e allle sale accademiche. Questa gente non ha idea del mostro che è stato creato e l'inevitabilità di un mercato orso è quello che li attende.

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