Bibliografia

mercoledì 16 dicembre 2015

Le ciance senza senso dei banchieri centrali





di David Stockman


I banchieri centrali hanno trasformato il sistema finanziario mondiale in una macchina del giudizio universale. Cioè, stanno trascinando i mercati finanziari in un'altra gigantesca bolla a causa del loro credo sballato: vi è un'evidente mancanza d'inflazione al consumo negli indici ufficiali.

Ad esempio, il capo economista del FMI, Maurice Obstfeld, di recente ha tirato fuori la tabella qui sotto per dimostrare che la "lowflation" è una minaccia mortale per la crescita, il lavoro, gli standard di vita, le finanze pubbliche e addirittura la vitalità del capitalismo.

Secondo lui il male della lowflation si può debellare facendo ricorso ad espedienti "fuori dagli schemi", destinati a compensare la drastica carenza di quell'entità eterea keynesiana chiamata "domanda aggregata".

Ciò che aveva in mente erano tassi d'interesse negativi e l'ulteriore monetizzazione del debito pubblico e di altri asset esistenti nel nome del QE.




Obstfeld sta solamente cianciando nel gergo dei banchieri centrali. Il grafico qui sopra è in realtà la prova che i lavoratori salariati e le famiglie della classe media, stanno finalmente avendo una tregua dall'inarrestabile salita dei prezzi al consumo.

Inoltre il grafico qui sopra non rappresenta affatto un problema, perché un potere d'acquisto superiore di salari e stipendi non è sicuramente qualcosa da smorzare. E soprattutto non dagli stessi banchieri centrali le cui politiche sbagliate hanno dato origine alle maree deflazionistiche che ora stanno sferzando l'economia mondiale.

Quindi intrappolati nella loro assurda ortodossia, Obstfeld, Kuroda, Yellen, Draghi e il resto del cartello dei banchieri centrali, ricorre ad espedienti monetari disperati che solo 15 anni fa sarebbero stati considerati folli. L'idea della ZIRP per 82 mesi consecutivi sarebbe stata considerata una totale pazzia; l'idea che i bilanci delle banche centrali del mondo sarebbero potuti esplodere del 10X in due decenni, sarebbe stata considerata come radicalismo da sciroccati.

Ma sono esattamente queste dottrine sciocche che sono ormai divenute la norma nel pensiero dei banchieri centrali. Infatti i concetti di "lowflation" e di "carenza di domanda aggregata" sono così superficiali, contraddittori e confutabili che dovrebbero essere liquidati con una sonora risata.

Il fatto è che la massiccia crescita dei bilanci delle banche centrali sin dal 1994 è la forza motrice che ha alimentato, plasmato e deformato l'odierna economia globale e il sistema finanziario. Il grafico qui sotto non rappresenta nulla che già non sappiamo, e quindi annulla la rilevanza della storia pre-1995 e contraddice tutte le sue regole e tutti i suoi modelli.




Quando le banche centrali hanno creato $19,000 miliardi in denaro fiat, hanno alimentato una bolla del credito a livello mondiale di proporzioni epiche. Dopo due decenni di stampa monetaria maniacale, il credito totale a livello mondiale è cresciuto da $40,000 miliardi a $225,000 miliardi, o quasi il 4X in più rispetto alla crescita del PIL mondiale.

E anche quest'ultima cifra è esagerata, perché include enormi quantità d'investimenti improduttivi e sprechi economici che infine saranno cancellati e abbandonati; di conseguenza non rappresenta una componente permanente del sistema produttivo del mondo.




Questa massiccia espansione del debito a buon mercato, a sua volta, ha alimentato un boom degli investimenti di capitale che ha annegato l'economia globale in un eccesso di capacità ed investimenti improduttivi. Ciò è avvenuto negli ultimi due decenni ad opera di un doppio smacco delle banche centrali.

In primo luogo, la domanda artificiale delle famiglie nel mondo sviluppato, ha portato ad un boom degli investimenti in Cina e nei mercati emergenti prima della crisi del 2008; e poi la baldoria immobiliare e degli investimenti post-crisi messa in scena dai suzerain rossi di Pechino, ha alimentato una seconda ondata di spese in conto capitale nel settore dell'energia, dei metalli, degli impianti di trasformazione, del trasporto, dello stoccaggio, della produzione e della distribuzione di prodotti di consumo.

Come mostrato di seguito, le società mondiali quotate in borsa hanno aumentato i loro investimenti del 5X, o di $2,000 miliardi, ogni anno durante il periodo che ha preceduto il picco della spesa in conto capitale nel 2012-2013:




Gli indici ufficiali dell'inflazione, quindi, sono tiepidi perché i prezzi delle materie prime e delle merci vengono schiacciati da un eccesso d'offerta. Ecco perché i prezzi del petrolio sono scesi a $40, e perché il ferro si sta dirigendo verso i $30 (per tonnellata) e il rame verso $1 (per libbra).

Inoltre la capacità in eccesso non è affatto circoscritta al settore minerario e a quello petrolifero. Questa settimana, per esempio, abbiamo pubblicato un pezzo in cui abbiamo descritto come Alcoa voglia chiudere la maggior parte delle sue fonderie d'alluminio negli Stati Uniti e la probabilità che in pochi anni l'intero settore statunitense possa scomparire.

Inutile dire che tale esito non è il risultato di un arbitraggio sul lavoro, poiché i fonditori d'alluminio non sono costituiti da contadini sottopagati che vivono a dozzine in un monolocale; si tratta della remunerazione del capitale, la quale è stata spinta quasi a zero dai bassissimi tassi del credito in Cina.

Lo stesso vale per il settore dell'acciaio. Nel 1995 la Cina aveva 70 milioni di tonnellate di capacità produttiva d'acciaio e nessuna impianto automobilistico moderno. Nel corso del tempo la sua capacità di produzione d'acciaio è cresciuta del 16X, a 1.1 miliardi di tonnellate, e la capacità dell'industria automobilistica a 26 milioni di unità, nettamente superiore a quella del Nord America o dell'Europa. Negli anni a venire l'eccesso d'offerta generato da questi investimenti improduttivi, sgonfierà i prezzi mondiali.

E lo stesso vale per le portacontainer, le navi che trasportano merci, le raffinerie, gli impianti chimici, l'energia solare, i macchinari pesanti e molto altro ancora.

L'effetto collaterale sarà un crollo dei profitti, svalutazioni degli asset e un lungo periodo di spesa in conto capitale debole. Infatti quello che sta guidando il ciclo deflazionistico globale è la depressione nei prezzi delle commodity e nella spesa in conto capitale; oltre al crollo dei profitti e dei redditi nei vari settori colpiti.

Detto in altro modo, il credito facile ha alimentato i prezzi delle commodity e il boom delle spese in conto capitale del 1995-2014. Di conseguenza non s'è trattato affatto di una crescita globale miracolosa come vorrebbero farci credere i keynesiani di Wall Street; s'è semplicemente derubato domanda dal futuro e sprecato enormi quantità di risorse scarse tra lavoro reale, capitale ed energia.

Di conseguenza il mondo non è "carente di domanda aggregata". Una domanda sostenibile deriva sempre e comunque dalla produzione e dal reddito, e quest'ultimo ora sta calando a causa degli eccessi di capacità che soffocano l'economia globale.

E una spesa a base d'ulteriore credito non è la risposta. Questo perché il mondo è ormai saturo di debiti, sia nel settore delle famiglie sia in quello aziendale, nonché nelle istituzioni ufficiali dello stato. Più credito emesso dal settore bancario centrale non farà altro che alimentare la speculazione in asset finanziari.

Allo stesso modo, il racconto della "lowflation" è solo un mucchio di sciocchezze. A livello mondiale il prezzo delle commodity sta calando a causa di un eccesso d'offerta. Allo stesso modo, i prezzi dei beni sono stati rasi al suolo da materie prime più economiche e dall'eccesso d'offerta di lavoratori, scaraventati nell'economia dei beni commerciabili dalle risaie dell'Asia durante il boom del credito e delle spese in conto capitale degli ultimi due decenni.

Al contrario, i prezzi dei servizi nazionali hanno continuato a salire ad un tasso annuo del 2.4% sin da quando i prezzi delle commodity e dei beni finiti hanno cominciato ad arrivare al loro picco nel 2011. In realtà, il ribasso della linea verde (tutte le commodity) e della linea rossa (i beni finiti), rappresentano la causa della "lowflation" nell'indice dei prezzi al consumo. Solo i banchieri centrali, persi nel loro modo di pensare chiuso e stralunato, non riescono a vedere le implicazioni del grafico qui sotto.




In una parola, il grafico dice ai banchieri centrali: siete in bancarotta!

Il ciclo deflazionistico che sta arrestando la crescita dell'economia mondiale è sorto dal danno monumentale che i banchieri centrali hanno già causato, e non dalla loro mancanza di coraggio nel tentativo di tamponarne le conseguenze.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. Questi illuminati libbberali, invece, hanno capito tutto.
    E lo spiegano al gregge plaudente.
    http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/11/09/news/ecco-come-matteo-renzi-strizza-l-occhio-agli-evasori-fiscali-1.237968?refresh_ce

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    1. Le vere cause della crisi italiana!!! Queste ciance, comunque, un senso ce lo hanno. La costruzione dell'uomo nuovo, totalmente schedato, novello bancomat dello status quo. Sembra un articolo del tempo del fascismo: il messaggio statalista resta lo stesso "Credere! Obbedire! Combattere!".

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  2. Ieri alla trasmissione radiofonica "Focus Economia" si parlava di obbligazioni e del rischio correlato. In particolare si diceva di come alcune di queste, quelle con un rischio maggiore, dovessero essere etichettate col simbolo di pericolo del teschio e con qualche frase sibillina sulla propria saluta qualora si decidesse di acquistarne una. Questa gente ancora non ha capito come funziona l'economia moderna, drogata di denaro fiat e deformata dalla riserva frazionaria. Eppure conducono un programma a diffusione nazionale. Non hanno compreso come il credito fiat ex-novo generato arbitrariamente dalle banche centrali sia la fonte primaria delle dislocazioni di prezzo e rischio che ci tocca spesso vedere sui mercati.

    Ad essere oggettivi, infatti, il mercato delle obbligazioni spazzatura ha raggiunto minimi di rendimento storici a causa della grande offerta d'acquisto abilitata dalle banche centrali attraverso la ZIRP e i vari QE. In base a ciò il loro livello di rendimento medio ha raggiunto quello di "bond sicuri". Ma questo li ha reso davvero sicuri? E che dire dei Btp allora? Anch'essi hanno raggiunto vette da obbligazioni spazzatura, ma se non fosse stato per la grande offerta d'acquisto abilitata dalle banche centrali a quest'ora staremmo parlando di una massa maggiore di individui "truffati". Chi si azzarderà a mettere l'etichetta di pericolo sui Btp, ad esempio? Neanche a pensarlo! Anzi, godono addirittura di sconti fiscali rispetto alle altre classi di asset!

    I macroeconomisti moderni non hanno idea di quello che sta accadendo intorno a loro. Guardano i dati in entrata e costruiscono i loro bei grafici, incapaci di notare come queste statistiche non siano altro che rumore e dissonanza. Non hanno una teoria di fondo su cui basare i loro calcoli e quindi procedono alla cieca. Come al solito verranno colti di sorpresa dalla prossima recessione, e tutti coloro che ne subiranno i danni, vedendosi azzerare i titoli che ritenevano "sicuri", non avranno altri da biasimare se non loro stessi.

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    1. I macroeconomisti sono i giullari del re. Fanno carriera quelli più bravi ad inventarsi le panzane più incredibili da propinare alle greggi. Come la prossima sul l'ennesimo fallimento del libero mercato...

      Comunque, non ricordo dove, ma ho letto che il Mises institute è al nono posto tra i think tank economici più ascoltati. Complimenti! Ma la strada è ancora lunga e quella imboccata ora porta alla schiavitù.

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    2. Ciao Dna.

      Va addirittura meglio dell'AEA. Comunque anche oggi grasse risate alla trasmissione radiofonica "Focus Economia". In chiusura di trasmissione l'ospite intervistato parlava di "rebus di una ripresa mancante" nonostante il bazooka di Draghi, l'andamento positivo del PIL, il prezzo del petrolio basso e i dati incoraggianti dell'occupazione. In mezzo a questa discussione esce fuori che le proiezioni statistiche non riescono a spiegare in modo coerente questa mancata "velocità di fuga". La ridicolaggine degli economisti keynesiani è qualcosa di veramente assurdo. Secondo questa gente il fatto che tutti gli interventi messi in campo non abbiano spronato una ripresa sostenibile, è qualcosa di "non" spiegabile. In realtà, non riescono a spiegarla perché non hanno una teoria solida alla base del loro pensiero. Guardano i dati in entrata, proiettano grafici e poi rimangono basiti quando l'economia reale non segue le loro previsioni. Questo perché l'economia reale non è composta da pedoni su una scacchiera che possono essere mossi a piacere dei pianificatori.

      L'attuale situazione economica italiana è figlia di una continua erosione del bacino della ricchezza reale a favore di entità che l'hanno sprecata. La continua deviazione di risparmi reali nei confronti d'attività in bolla ha impossibilitato Main Street ad operare un deleveraging sano dagli errori del passato. Questi si sono accumulati e hanno intorbidito l'ambiente economico. Il più grande investimento improduttivo è rappresentato dallo stato e dalla sua bolla dei titoli sovrani. Con la sua voracità fiscale e la sua burocrazia ha contribuito a deviare risorse economiche preziose verso le sue cattedrali nel deserto. Ciò ha costretto gli attori di mercato a scendere lungo la piramide di Maslow creando attività sempre più uguali tra loro poiché riflettendi le necessità di base degl iattori di mercato. Bar, pizzerie, pasticcerie si sono, quindi, moltiplicate creando lavori part-time che non permettono affatto ai lavoratori di crearsi una famiglia ed avere uno stipendio da capofamiglia. Questo, oltre al raggiungimento della condizione di picco del debito, non permette loro di accendere nuovi prestiti. Specularmente le banche commerciali, terrorizzate a morte dallo stato patrimoniale delle loro "colleghe" e dall'ammontare degli interventi senza precedenti, hanno smesso di concedere prestiti all'economia di Main Street. Risultato: stagnazione dell'economia di Main Street, surriscaldamento dell'economia di Wall Street. Questo è, in breve, l'anello che manca ai keynesiani.

      La chiosa di Barisoni, poi, terrorizzato da un rialzo risibile di 25 bps, nega la storia dell'economia e le azioni di presidenti come Volcker e McChesney Martin che sono finite nella spazzatura della storia.

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  3. ma economisti come questo citato all inizio, ci fanno o ci sono? perche allora se un misura di fiat money dev essere giusta è dare denaro a tutti non a debito. ma non certo attraverso il canale bancario. meno male ci pensa papa franesco col giubileo. e la gente, chiederebbe emissioni monetarie se sapesse che il debito è loro ma il credito di altri?

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