di Francesco Simoncelli
Sono fermamente convinto che sia possibile riassumere l'immobilismo italiano e la relativa mancanza di volontà nel cambiare le cose, ricordando ai lettori le dimissioni del quarto commissario addetto al taglio delle spese statali. In questa notizia è racchiusa l'essenza della legge di Parkinson in relazione all'espansione dell'apparato statale nell'economia più ampia. All'aumentare dei fondi disponibili, aumentano influenza e burocrazia dello stato; tornare indietro sarebbe politicamente suicida, mentre se non si torna indietro la situazione diventerà finanziariamente suicida. Ma l'apparato statale non se ne cura. Pensa d'avere accesso ad un bancomat pressoché infinito: i contribuenti. Sebbene all'apparenza possa essere così, in realtà le cose stanno diversamente perché gli individui possono creare ricchezza reale finché hanno pieno accesso alle risorse scarse presenti nell'ambiente economico. Minore sarà tale accesso, minora sarà la creazione di ricchezza reale, minore sarà la capacità degli individui di sborsare denaro. Non sorprende, quindi, se l'Italia detiene il primato per quanto riguarda i fallimenti delle imprese. Dal Fatto Quotidiano:
Un aumento costante che non ha uguali negli altri Paesi Ocse. In Italia, durante la crisi, i fallimenti sono aumentati del 66,3%, passando dai 9.383 del 2009 ai 15.605 del 2014. Nessun altro dei 34 Stati sviluppati che fanno parte dell’organizzazione ha registrato un incremento simile: anzi, in Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania lo scorso anno ha segnato una forte inversione di tendenza, con il numero di aziende fallite calato rispettivamente del 55,1, del 23,4 e del 20,5% rispetto a sei anni fa. E anche in Francia, pur ripartita più lentamente, si registra un calo dell’1,1%.
A mettere in fila i dati è il Centro studi ImpresaLavoro, che evidenzia come solo l’Italia sia ancora ampiamente al di sopra dei livelli pre-crisi. Solo quest’anno la tendenza sembra destinata a invertirsi: “La nostra stima è un calo di 1.300 fallimenti rispetto al 2014, con un livello complessivo che dovrebbe attestarsi sui valori del 2013″, spiega Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi. “Ma anche con questo miglioramento rimarremmo il Paese che da questo punto di vista ha reagito peggio alla crisi. Nei sei anni tra il 2009 e il 2014, infatti, sono fallite nel nostro Paese ben 75.175 aziende”.
Le risorse scarse sono sottoposte ad un costo d'opportunità, ovvero, se non vengono usate produttivamente allora verranno sprecate. Infatti la voracità dell'apparato statale sta costantemente sequestrando tali risorse per supportare un'entità in bancarotta palese sin dal 1995. Ebbene sì, il nostro paese sarebbe dovuto fallire già 20 anni fa quando i nodi dell'inflazionismo post-seconda guerra mondiale sono infine venuti al pettine. Il baratro fiscale ed economico sembrava davvero ad un passo, ma la fortuna dell'Italia è che nel 1999 adottò l'euro, usufruendo intrinsecamente della credibilità tedesca. Ovvero, la garanzia collaterale dietro agli sprechi dell'apparato statale è stata trasferita ai contribuenti tedeschi.
Di conseguenza l'Italia non s'è fatta remore a spendere e spandere sulla strada verso la presunta prosperità, il tutto col beneplacito degli enti a guardia del rigore europeo tra cui la BCE.
Quello che c'è da capire in tutta questa storia è che si tratta sempre di una questione tra libero mercato ed interventismo socialista/pianificatore. Sebbene possa sembrare strano vederlo affermato per il nostro paese, il libero mercato è qualcosa di presente in ogni economia del mondo. Non è mai stato abolito. Non è mai stato eliminato. Non è mai stato soverchiato dalla presunta onniscienza di politici e burocrati, né è mai stato abolito dal filo-comunismo radicato in Italia. Il libero mercato, così come in ogni altro paese del mondo, è stato represso a botte d'interventi centrali e distorsioni economiche partorite dalle succursali dello stato, le banche centrali, ma non è mai stato terminato o ucciso. Il libero mercato è sempre stato vivo perché l'hanno mantenuto vivo gli individui stessi ogni volta che hanno agito, agiscono e agiranno. E' qualcosa d'insito nelle nostre azioni e nella loro imprevedibilità. Tutti noi garantiamo per la sua sopravvivenza. Ciononostante può essere deformato e, a causa di ciò, veicolare segnali confusi.
In sostanza, è proprio questo che per sommi capi scatena un ciclo economico e le fasi di boom/bust. Però quando le banche centrali si intromettono in questo processo, e fanno di tutto affinché la fase di bust non termini la sua pulizia dei mercati dagli errori economici del passato, allora si gettano le basi per una correzione futura più dura preceduta da un breve rally. Questo è quello che ha cercato di fare Draghi sin dal luglio 2012. Dapprima ha scatenato un'offerta d'acquisto maniacale da parte degli hedge fund nei confronti del pattume obbligazionario sovrano europeo. Ciò ha trasformato i bond statali dell'Italia, ad esempio, in scarafaggi di un motel: sono entrati nei bilanci di questi pachidermi finanziari e non vi sono più usciti. Infatti, forti del QE2 della FED e di Basilea III, i bond sovrani sono stati praticamente usati come base per prolungare un boom del credito che avrebbe dovuto vedere il Valhalla a seguito del crack Lehman e il successivo crack greco. Invece le banche centrali sono entrate in scena e, tenendo fede al proprio mandato di proteggere quelle entità sotto lo scudo del loro cartello, hanno fatto in modo che stati falliti e banche commerciali fallite ottenessero un lasciapassare per schivare il proiettile della pulizia di mercato.
Come si può osservare da questo grafico, la presunta salute economica sfoggiata dall'Italia non è arrivata a seguito di una popolazione diventata improvvisamente frugale e decisa ad investire nel futuro del paese. Al contrario, il bluff di Draghi ha fornito al governo italiano un presunto pasto gratis attraverso il quale pavoneggiarsi davanti alla popolazione autoctona mentre continuava a depredarla della sua ricchezza reale. Infatti, non avendo offerto uno straccio di prova a sostegno di una volontà di cambiare il proprio corso, il governo italiano non ha fatto altro che spennare progressivamente il tessuto produttivo del paese a botte di un fisco predatorio, mentre ingigantiva la sua presenza sul territorio inglobando pezzi più consistenti del mercato. Questo processo non è niente di nuovo. E' esattamente quello che Mises descriveva nel suo piccolo capolavoro, Planned Chaos, dove avvertiva come l'espansione dello stato andasse ad indebolire costantemente il tessuto produttivo di una determinata società fino a prenderne completamente le redini. Inutile dire che questo significa un'economia di "comando e controllo". Nel lungo termine è qualcosa che non funziona e fallisce. Se non fosse così, il Venezuela sarebbe il paradiso in terra e nei fatti non lo è affatto.
Il problema con questo processo, purtroppo, è che annientando progressivamente i segnali che permettono agli attori di mercato di creare nuova ricchezza reale, la pianificazione centrale si trasforma in un cane idrofobo che azzanna tutto e tutti. Questo significa che i banchieri centrali ricorreranno a misure sempre più disperate man mano che la situazione diventerà più disperata. Infatti, sta diventando una cosa pericolosamente comune tra le banche centrali abbassare in territorio negativo il proprio tasso di riferimento. Prima la Svezia, ad esempio, poi la Danimarca e il Giappone. La Svizzera è lì per lì per implementarli. La BCE l'ha già fatto per i depositi presso la sua struttura e potrebbe tagliare il relativo tasso ulteriormente questo mese. Le banche centrali, quindi, hanno perso il controllo della loro gestione e si stanno dirigendo verso un abisso senza fondo.
Infatti, dopo aver incamerato anch'esse quantità esorbitanti di bond statali, hanno spinto le varie realtà sui mercati a trovare affari più attraenti per sfoggiare a fine anno un bilancio in crescita, se non in pareggio. Questo a sua volta ha scatenato le furie speculative nei casinò azionari fornendo loro la capacità di incassare guadagni inattesi attraverso i carry trade da favola abilitati dal taglio sequenziale dei tassi d'interesse. Inutile dire che questo enorme rastrellamento di asset che avessero la minima possibilità di salire di prezzo, ha creato una situazione in cui è stata accumulata capacità in eccesso di beni per cui in realtà non esisteva domanda genuina. Essendo le risorse scarse ed essendo state sprecate per sovvenzionare una produzione artificiale, la saturazione dell'ambiente industriale è una conseguenza inevitabile. Di conseguenza, man mano che falliscono le varie imprese schiacciate da profitti calanti, spese in conto capitale esorbitanti e inventari strabordanti, il mercato azionario ne risente aumentando la sua volatilità.
Nell'ultimo anno, ad esempio, il mercato azionario italiano è progredito come un marinaio ubriaco. Ma questo ambiente è semplicemente popolato da robo-trader che pendono dalle labbra dei banchieri centrali ed agiscono di conseguenza. Non ha niente a che fare col mondo reale. Quest'ultimo ci dice che gli investimenti improduttivi alimentati dalle stampanti monetarie delle varie banche centrali stanno giungendo al termine e ben presto l'intero mondo sarà inondato dalla capacità in eccesso prodotta da tali investimenti. L'Ilva, infatti, non sopravviverà allo tsunami d'acciaio a buon mercato proveniente dalla Cina e già si pensa a barriere commerciali per evitare un simile destino. Ovvero, altre distorsioni economiche che renderanno le "soluzioni" ben peggiori dei problemi stessi.
Non solo, ma tra le distorsioni più incendiarie c'è quella che prevede per il prossimo anno l'aumento del deficit di bilancio dello stato. In base a questo trucco finanziario l'attuale governo italiano si sta pavoneggiando di fronte alla popolazione italiana, affermando come la presunta crescita economica di cui siamo testimoni sarà ulteriormente rafforzata da un taglio delle tasse e da una diminuzione della spesa. Quest'ultimo punto è stato smentito dalla notizia con cui ho aperto questo pezzo. Oltre a ciò bisogna sottolineare che il presunto taglio delle tasse, in realtà, non è affatto un taglio, bensì uno spostamento nel tempo delle clausole di salvaguardia. Ovvero, l'attuale governo italiano sta calciando il barattolo forte del fatto che la stampante monetaria della BCE farà la magia e manterrà le cose come stanno per un periodo di tempo indeterminato. Ora, se tale fiducia si fonda su un misero blip del PIL italiano proiettato per l'anno prossimo, non si capisce come tutto ciò possa avere un qualche fondamento reale. Voglio dire, guardate il pattern del PIL italiano: nonostante tutte le misure messe in campo finora, il suo livello è colato a picco e non s'è più ripreso.
E' vero che il picco del 2008 era il figlio deforme del boom alimentato dall'espansione monetaria della BCE 2004-2007, però a quest'ora avremmo avuto dei risultati decisamente più incoraggianti se le stampanti monetarie fossero state messe a riposo e la Grecia fosse stata lasciata al suo destino. Il fallimento rappresenta la nascita di nuove opportunità, non la fine di un paese. Di conseguenza se il libero mercato fosse stato lasciato libero d'agire, a quest'ora avremmo avuto un ambiente economico in cui gli imprenditori si sarebbero sobbarcati l'onere di guidare la società verso un miglioramento delle condizioni economiche e sociali, soprattutto perché non solo avrebbero avuto accesso alle risorse scarse che finora sono state sprecate per sovvenzionare le attività in bolla, ma anche perché avrebbero lavorato in un ambiente in cui il price discovery sarebbe stato trasmesso loro in modo onesto e sano dalle azioni degli attori di mercato non ostacolate. Invece abbiamo assistito al fenomeno contrario, con la BCE che sin dal marzo scorso s'è imbarcata in un Q€ tutto suo per sostenere l'UE. Questo non ha fatto altro che tenere in vita attività economiche zombie che invece sarebbero dovute fallire. Soprattutto ha permesso loro d'entrare in possesso e sprecare risorse economiche scarse e preziose.
Non c'è da sorprendersi, quindi, se ogni giorno che passa è sempre più divertente notare quali vette possa raggiungere la propaganda statale. Quindi dopo l'aumento degli inattivi, e la relativa "magica" discesa del tasso di disoccupazione, adesso arriva la sbandierata a favore di un aumento degli occupati. Come possiamo notare dai grafici Istat, il tasso d'occupazione è ancora ben lungi dal recuperare la strada persa sin dall'inizio della Grande Recessione; ma oltre a ciò, notiamo come il part-time sia diventato la "spina dorsale" sulla quale si fonda l'attuale pseudo-ripresa dell'occupazione. Questi non sono affatto lavori da capofamiglia che permettono agli individui di pensare al futuro e progettare un nucleo familiare stabile, soprattutto perché non forniscono paghe adeguate per perseguire tali obiettivi. Quindi il mondo del lavoro è stato sminuzzato, tagliato a dadini e rimpacchettato in una forma precaria per cui è impossibile evolversi in qualcosa di migliore.
Quindi non solo l'ambiente imprenditoriale italiano stagnante non è in grado di sviluppare posti di lavoro migliori, ma quelli esistenti e presumibilmente stabili si fondano su altre distorsioni. Infatti, come si vede dal grafico qui sotto, un settore industriale che fa registrare miglioramenti è quello automobilistico. Perché? Due parole: 1) esportazioni all'estero e più precisamente negli USA (come si vede nel grafico FRED, in cui è rappresentata la bolla subprime dei mutui per automobili); 2) Piano Juncker e soldi a pioggia a determinate imprese europee. In sintesi, la fragilità dell'attuale pseudo-ripresa sta tutta in questi quattro grafici, la cui sostenibilità è garantita da quanto ancora il bacino dei risparmi reali riuscirà a sopravvivere alle depredazioni della stampante monetaria.
Ma la storia davvero interessante la otteniamo se guardiamo i dati demografici connessi all'occupazione. La maggior parte degli aumenti dei lavori riportati nelle varie statistiche dell'Istat, sono andati a persone con 55 anni e più; gli individui al di sotto o hanno perso il lavoro oppure non riescono a trovarlo. In altre parole, la pseudo-ripresa dell'occupazione ha a che fare con gente che ha i capelli bianchi e che non può più permettersi di vivere solo con la propria pensione. Questo tipo di persone deve "combattere" con uno standard di vita in costante aumento e, dato che l'ambiente attuale punisce il risparmio a causa della ZIRP delle banche centrali, non può far altro che rimboccarsi le maniche facendo affidamento ancora una volta sulle proprie forze lavorative. Il loro vantaggio è che possono vantare un'esperienza nettamente superiore a quella di un neo-laureato, e in tempi in cui tempo e denaro sono altamente importanti per le piccole e medie imprese, sono privilegiati in forza della loro praticità efficiente. Voglio dire, perché assumere un neo-laureato privo d'esperienza pratica quando si può trovare allo stesso prezzo un individuo con una mole superiore d'esperienza pratica?
Questo ambiente rappresenta un tappo per l'occupazione giovanile e di conseguenza impedisce l'emancipazione individuale dei giovani dalle rispettive famiglie. È per questo motivo che molti giovani sono ancora costretti a vivere con i propri genitori. È per questo motivo che molti giovani non possono permettersi una casa o costruire la propria famiglia. Il tipo di lavori a loro disposizione non è in grado di sostenere gli attuali standard di vita richiesti da una famiglia. E, soprattutto, non possono accendere un mutuo (malgrado le chiacchiere infondate dell'Abi).
Infatti, sin dall'inizio della Grande Recessione le famiglie hanno raggiunto uno stato di "picco del debito" e quindi sono altamente restie a contrarre nuove passività che possano ridurre ulteriormente il loro reddito. Sulla scia di questo fatto le famiglie sono tornate a spendere alla vecchia maniera, ovvero, in base a quanto incassano e non possono ricorrere più al credito facile per dare sfogo alle proprie manie di spesa. La bolla immobiliare italiana è scoppiata e s'è portata dietro tutta quella ricchezza fasulla che aveva generato nel decennio precedente allo scoppio del caos greco. Ma questa è solo la metà della storia, perché il sostegno artificiale di entità che sarebbero dovute fallire sulla scia della pulizia del mercato, hanno potuto invece sequestrare risorse scarse dall'economia più ampia con le quali supportare la loro esistenza. Ciò ha portato ad un'inesorabile e sequenziale contrazione della divisione del lavoro, la quale ha costretto gli attori di mercato a rimodellare i loro desideri da soddisfare. Detto in altre parole, sono scesi lungo la piramide di Maslow piuttosto che scalarla. È per questo che si sono sviluppati parecchi esercizi legati alla ristorazione e alla ricreazione, poiché gli attori di mercato, avendo dovuto rinunciare a determinati desideri, hanno tagliato le spese da loro ritenute superflue. Ma tali esercizi non creano posti di lavoro sostenibili e ad alti rendimenti, creano occupazione temporanea e a basso rendimento.
Di riflesso è inevitabile che sempre più persone si rivolgano al welfare state per cercare di sopravvivere e sbarcare il lunario. Ciò significa maggiore deviazione di risorse scarse a favore di un'istituzione incapace di generare profitti poiché impossibilitata ad effettuare un calcolo economico in sintonia con le forze di mercato. Ciò significa maggiore dolore economico da sopportare durante la prossima correzione di mercato. Ciò significa maggiori tasse e niente tagli di spesa.
Ciò che rimane è un ambiente di mercato che non solo deve sobbarcarsi il deleveraging dei propri errori economici, ma sopportare anche il peso di quelli commessi da suddette entità salvate dalle banche centrali. Il problema principale in tutta questa storia è che il più grande investimento improduttivo al giorno d'oggi è rappresentato dai bond statali dei vari stati europei: la madre di tutte le bolle economiche mai gonfiate. È per questo che Draghi ha proferito nel 2012 il proverbiale "whatever it takes" attraverso il quale ha promesso di fare tutto il possibile per tenere a galla la baracca europea. Ciò include anche mettere fine all'attuale tregua data alle famiglie dai prezzi bassi di materie prime ed energia, seguendo la presunta Taylor rule riguardo la stabilità dei prezzi. Niente di più assurdo. Infatti accantonando l'aggregato dei prezzi, notiamo che i prezzi relativi raccontano tutta un'altra storia con la sanità sempre più cara, l'inflazione dei prodotti alimentari in ascesa, la scuola sempre più cara, ecc.
Quelle finora descritte sono deformazioni economiche estremamente insostenibili. Sono un cartello di pericolo che mette in guardia tutti quegli individui che ritengono opportuno riporre fiducia nei pianificatori centrali e nella loro presunta lungimiranza. La correzione di questa mole gargantuesca di errori non sarà affatto piacevole. Malgrado ciò ci sono ancora investitori e risparmiatori là fuori che pensano di riuscire a staccare rendimenti decenti dal casinò rappresentato dal mercato azionario o obbligazionario. Gente, con i tassi negativi in lenta propagazione potete scordarvi rendimenti positivi decenti sui vostri investimenti. Non è più tempo per investire, è tempo di preservare il proprio capitale. Soprattutto, è tempo di non perdere denaro. Questo è un punto importante da capire quando abbiamo banche centrali e stati intenti a violare qualsiasi norma di rettitudine fiscale e monetaria.
Ciò implica fuggire a gambe levate dai mercati finanziari (es. debito, equity, commodity, derivati, ecc.), perché al momento della grande correzione subiranno un crollo tonante. Il consiglio è quello di considerare investimenti altamente liquidi di breve termine e contanti, sebbene i rendimenti siano microscopici. Infatti quando si materilizzerà la prossima crisi, poiché il boom ventennale delle banche centrali ha raggiunto il capolinea e l'ondata globale di deflazione rappresenta solamente la saturazione di un ambiente di mercato pingue d'investimenti improduttivi, il denaro contante sarà l'asset inizialmente più ricercato. È per questo che la propaganda statale sta martellando a favore di un limite, o addirittura una cancellazione, del denaro contante. Con esso le persone comprano libertà e privacy. Con esso gli attori di mercato fanno valere la loro preziosa imprevidibilità dinamica sopra la staticità obsoleta della pianificazione centrale.
Quindi vorrei suggerire due cose ai lettori di questo blog che spesso chiedono come doversi comportare in questo momento di grande incertezza. (Vorrei precisare, comunque, che questa non è una chiamata all'azione, è semplicemente un consiglio di un attento osservatore.) Per quanto riguarda la questione "accumulo di risorse monetarie", dovreste shortare quelle azioni che godono di un momentum decisamente sopravvalutato, come quelle nel settore biotecnologico o nel settore automobilistico (es. Tesla), utilizzando quella porzione di denaro con cui siete disposti a scommettere. Data la repressione dei prezzi a cui è stata sottoposta sino ad ora la maggior parte delle classi di asset, la volatilità sarà qualcosa di mai visto prima e soprattutto sarà estremamente selvaggia. Per quanto riguarda la questione "protezione dei risparmi", dovreste rivolgervi ad asset che sono avulsi dalla capacità distruttiva delle banche centrali, come ad esempio l'oro.
L'altro ieri m'è capitato di vedere un servizio giornalistico sulle pensioni. Si sosteneva che i trentenni italiani riceveranno la loro pensione a 75 anni e con una decurtazione del 25%. La maggior parte degli intervistati a cui è stato chiesto un commento a riguardo, ha fatto spallucce intenzionata ad incassare quel poco che riceverà. C'è chi confidava nel proprio risparmio per sostenersi nella vecchiaia. Lasciatemi dire che queste cose, cari lettori di Freedonia, le avete potute leggere quando è uscito il mio paper sulle pensioni: https://www.scribd.com/doc/260197123/Pensionamento-Scampare-Alla-Frode-Ed-Affrontare-La-Realta
RispondiEliminaIn esso ho messo in evidenza come in realtà lo schema di Ponzi delle pensioni non ha affatto 40 anni ancora di vita. O lo stato andrà prima in bancarotta (e per salvarsi farà raid continui nei fondi pensione), o saranno gli attori di mercato a staccare la spina astenendosi dal contribuire. Ciò non sta avvenendo ancora perché c'è speranza che lo schema andrà avanti ancora un po' per incassare anche una frazione di quello versato. Gli individui odiano pensare d'aver perso tempo, quindi attaccheranno o ignoreranno il messaggero che dirà loro come lo schema delle pensioni altro non è che uno schema di Ponzi. E' questa l'essenza di tutti gli schemi di Ponzi: a nessuno piace fare la figura dello sciocco, quindi cercherà di recuperare quanto può recuperare. Inoltre, chiunque s'illude di poter risparmiare denaro, può mettersi l'anima in pace perché ZIRP, NIRP e inflazione dei prezzi cannibalizzeranno i loro risparmi. Purtroppo per loro, non possiedono una strategia per schermarli. Purtroppo per loro non hanno una visione chiara dell'attuale situazione economico.
Non tutti sanno leggere la proverbiale scritta sul muro. Leggete, quindi, il seguente saggio e preparatevi. Acquisite un vantaggio rispetto alla concorrenza.
Ciao
RispondiEliminaNon è solo economica la deformazione. Ma culturale ed etica.
Ultimamente penso alla piramide. Al sistema di potere e ricchezza che è il cemento "fasullo" della piramide. Fasullo perché è denaro creato dal nulla, fiatmoney. Sterco del demonio in senso proprio. Denaro imposto, strumento finanziario e politico del potere.
Ma la piramide rappresenta anche un modo di vivere e di pensare. E se il collante è fasullo, allora...
Liberarsi dalla piramide significa perciò non solo emanciparsi dal sistema politicofinanziario attuale, evolutosi nel novecento ed in particolare dopo la seconda guerra mondiale ed ancora di più dopo il 15 agosto 1971 e fino ad oggi, ma significa emanciparsi anche dal modello di vita e di pensiero connesso al sistema politicofinanziario attuale. Un modello fatto di totem materialistici come la crescita infinita, il denaro facile, il debito, la distruzione del risparmio, il successo economico, l'aggressività finanziaria, la frode, la manipolazione, l'inganno, il possesso degli oggetti, il consumo perpetuo, ... fino alla felicità omologata in base a reddito e produttività, in base a misure quantitative ...
Omologazione al modello. Modello occidentale. Standard del consumatore occidentale ad uso e consumo di ...
Ecco che la piramide appare per quello che è. Un grande programma commerciale di standardizzazione culturale ed etica, uno schema di omologazione del consumatore tipo con pochissime differenziazioni ...
Altroché libertà di scelta....
Ma siamo ancora Italiani? O siamo solo occidentali con qualche sfumatura etnica?
Ecco, il tema dell'identità perduta da ritrovare. Contro l'omologazione, la deformazione, la ricerca della felicità, la ricerca dell'essenzialità della vita, la riconquista del tempo a disposizione....
Lontano dalla piramide del potere e della ricchezza e del modello etico culturale materialista e quantitativo ...
La crisi economica che è innanzitutto politicofinanziaria non deve rattristarci come invece sta accadendo nel nostro paese, ma deve fungere da liberazione dal sistema materialista e quantitativo che non ha nulla a che fare con la qualità della vita, ma ne è la deformazione.
Sapendo come la penso, non accusatemi di deriva neocomunista anticapitalista alla Latouche. Io parlo di liberazione dal sistema politicofinanziario coercitivo e predatorio e dalle sue nefaste conseguenze etiche e culturali. E mi riferisco a scelte volontarie individuali ed a nulla di più.
EliminaSe non credo al potere, se non mi fido delle sue promesse e dei suoi strumenti, mi pare coerente diffidare anche del modello di pensiero e di vita che mi propone/impone e che non sento mio.
Ciao Dna.
EliminaSto maturando anch'io l'idea sempre più insistente che l'etica possa rientrare con un certo vigore nelel questioni economiche. Oggi, ad esempio, stavo vedendo un video di presentazione della professoressa McCloskey sull'uscita del suo nuovo libro (era ora!). Non a caso ella afferma che il cambiamento radicale avvenuto nella società dell'età industriale è principalmente etico, e non strettamente connesso ad un accumulo di capitale. Sono le idee la causa primaria che hanno reso lecito l'accumulo di capitali e risorse. Bourgeoise Equality sarà in vendita il prossimo aprile e rappresenterà una pietra miliare nello studio della rivoluzione industriale.
Inutile dire come venga elogiata l'Inghilterra per la sua mentalità iper-sensibile al rule of law. Ma una cosa rimane impresa del video: l'Italia è diventata lo zimbello dell'Europa (se non del mondo). Non mancano, infatti, paragoni infelici per il nostro paese. E a ragion veduta. Un esempio, tratto dal video sopracitato, per farvi capire: in Inghilterra quando un genitore dice al figlio d'andare a dormire alle 8 di sera, quest'ultimo ci va senza fiatare. In Italia, invece, se un genitore dice al figlio d'andare a dormire alle 8 di sera, quest'ultimo si lamnterà e cerchera di "corrompere" l'altro genitore affinché possa dilatare gli orari. Andrà, quindi, a dormire alle 11.
L'etica è una componente importante e ho il timore che il nostro paese non ce l'abbia mai avuta sana. Ci sono stati sprazzi per cambiare questo trend, ma non hanno attecchito. È per questo che ritengo cruciale riconciliare etica ed economia. È per questo che il prossimo gennaio, in concomitanza con l'uscita inglese, commercializzerò la versioen italia di L'Eeconomia Cristiana in Una Lezione.
Non faccio del moralismo becero, ma sono anni che parliamo di azzardo morale. Altroché se l'etica c'entra! Cosa è una truffa? Cosa è uno schema di Ponzi? Cosa è un mezzo di scambio svalutabile? Cosa è la redistribuzione sociale degli oneri degli errori e degli intrighi di una elite corrotta ed irresponsabile? Cosa è la propaganda ingannevole? Cosa è la limitazione della libertà? Cosa è l'uso arbitrario del diritto positivo? Cosa è la rapina su larga scala chiamata guerra? E così via...
EliminaRiflettendo ancora sulla piramide "occidentale" di potere/ricchezza cementata col fiatmoney...
Eliminail modello etico-culturale cui conformarsi più o meno inconsapevolmente..., in realtà, è anch'esso un macroaggregato keynesiano. E l'esca per aderire a questo macroaggregato è la felicità, la realizzazione dei propri démoni interiori attraverso il fiatmoney della politica e della finanza.
Anche gli ignari obbligazionisti subordinati delle 4 banchette fallite, alla ricerca di un rendimento decente, sono un macroaggregato, come i risparmiatori che si lasciano sedurre dalla propria avidità ed entrano nell'azionario sui massimi. Sono il macroaggregato da tosare, il parco buoi da condurre al mattatoio.
Ecco, oggi, la massima liberazione consiste nel cercare di evitare di finire in un macroaggregato destinato ad essere consumato dal potere politicofinanziario.
E l'unico scudo è la conoscenza accurata dell'inganno e delle sue modalità di realizzazione.
Non bisogna mai sedersi al tavolo dei bari. Semmai, bisogna abbandonarlo.
Ed è importante conoscere molto bene anche se stessi per evitare l'avventatezza esponendosi ai propri démoni oppressori che ci rendono schiavi dei demoni altrui.
Mi sento "prigioniero di guerre", come ben detto dall'anonimo di qualche giorno fa. Ma io non sono in guerra con nessuno, neanche più con me stesso.
Sulla linea di questo pensiero stasera elaboravo una riflessione mentre, seduto al bar a degustare la mia tazzina di caffé giornaliera, osservavo una coppia di giovani genitori che confessavano al barista che sarebbero rincasati tardi stasera. Insieme a loro c'era la figlia di 2 anni che avevano svegliato prima di uscire. Cos'è un genitore al giorno d'oggi? Non è più un educatore, non è più un latore dell'etica, non è più un resposanbilizzatore. La sua funzione è stata spogliata dei pilastri di cui era composto. Il nucleo familiare non è più un punto fermo nell'attuale società. La destabilizzazione emotiva e caratteriale dei figli "moderni" è il risultato del compromesso stretto implicitamente tra individui e stato. Hanno permesso alla de-responsabilizzazione individuale di impadronirsi delle loro vite, in cambio hanno ceduto pezzi di sovranità ai funzionari della burocrazia.
EliminaDa potenziali genitori sono diventati figli. I figli educano i figli senza una base eticametne solida e metodoligicamente appropriata. Vale a dire, la figura del genitore è stata svuotata da tutte le sue caratteristiche, sia dall'intromissione crescente dello stato nelle vite degli individui, siadalla crisi economica che ha trasformato lo specchio della società. Da quando è diventato un fardello intrasportabile l'essere genitori? Lo stato ha riempito il vuoto. Ha promesso di fare il genitore. La cultura della droga come uso ricreativo è un atteggiamento da figli educati da figli. Da mezzo di comunicazione usato dagli sciamani per riuscire a parlare con Dio, s'è trasformato in mezzo per raggiungere stati d'alterazione che facessero tabula rasa dei patemi d'animo. Dio "è stato ucciso". Un'altra parola di cui s'è perso il significato. Non a caso Gramsci starnazzava di come si dovesse cancellare la cultura cristiana per permettere alla rivoluzione proletaria di farsi avanti. Il povero sciocco non aveva messo in conto la voracità dell'aparato statale.
Infatti la pianificazione, in generale, ha prosperato in mezzo a questo costante svuotamento di significato delle parole. Pensate, ovviamente, a quello che è successo al denaro dopo il 1971. Il denaro fiat scoperto è l'esempio principe per capire quello di cui sto parlando. Ciò sta avvenendo in ogni ambito della società. Lo stato si sta nutrendo di tutto quello che ci rende essere umani con un pensiero indipendente. Drena la linfa vitale di quello che l'occidente ha costruito con fatica e costanza sin dalla gloriosa rivoluzione industriale. Lo stato ci odia. Odia il fatto che gli attori di mercato possono abbatterlo con uno schiocco di dita se volessero. La comprensione è veleno per lo stato. Mette in competizione lo stato con alternative razionali che potrebbero essere scelte se esiste un vantaggio nel percorrerle. La concorrenza delle idee è veleno per lo stato. A cosa servirebbero altrimenti le pistole e i distintivi per imporre determinati assetti normativi? Il pensiero indipendente è veleno per lo stato. Coloro che voglio tornare a riempire di significato le vecchie parole sono i baluardi di una conoscenza che sembra un'immagine color seppia di un lontano passato.
Siamo dinosauri. Siamo reliquie del passato. Ma per caso l'oro ha perso il suo valore come merce preziosa e degna d'essere posseduta nel corso del tempo? Come 5,000 anni fa il metallo giallo rappresenta ancora oggi una mercee di prima qualità. E non solo come protezione. Voi lettori di Freedonia sapete benissimo di cosa sto parlando. Arriverà il nostro tempo. Bisogna continuare a tener duro e bisogna continuare a lottare.
Infine, come nota a margine, si è prigionieri solo se si decide di esserlo: https://youtu.be/wXG3j07XlSs
Grande riflessione. Le facciamo perché sentiamo, almeno qui, che l'aria sta diminuendo e, come dice il detto, ce ne accorgiamo perché comincia a mancare.
EliminaGià ci si chiese se siamo retroguardia od avanguardia. Meglio lasciar stare i dinosauri che sono di moda solo al cinema e sugli scaffali dei giocattoli. Non ho dubbi che l'indipendenza di pensiero, la libertà/responsabilità mi venga dai miei genitori. Anche se poi mi sono spinto ancora più in là, suppongo, intimamente.
Ma stamattina cerco qualcuno che sappia rispondere, almeno un po', a questa domanda che riguarda il nostro paese e tanti figli. E quindi è appropriato chiederlo nei commenti a questo post.
Qualcuno sa dirmi, più o meno, quando è che i figli dei lettori dell'Unità hanno cominciato a leggere Repubblica? E quando è che il finanziere "svizzero" (secondo alcuni rappresentante di ben altri finanzieri scudati) ne è diventato il dominus? E quando è avvenuta la trasformazione antropologica di quei figli? E quando è che, in Italia, la finanza è diventata politica e la politica è diventata finanza? Ai tempi dell'ulivo mondiale o prima?
Sono domande alle quali, nel suo diverso contesto, rispose Rothbard scrivendo e descrivendo il potere e le sue relazioni e dinamiche negli USA dei suoi tempi.
Ciao Dna.
EliminaIn realtà tutto è nato sulla scia dei tuoi commenti sui cui rimuginavo. Quindi parte del merito è anche tuo. Me se si vuole essere succinti rimanendo in tema "genitori" e "figli", e se si vuole riempire di nuovo di sinigificato le parole, non c'è niente di più sublime di questo passaggio di James Stewart: https://youtu.be/aLEUsa5MdUg
I miei complimenti all'anonimo DNA per la bellissima dissertazione sul problema etico e culturale.
RispondiEliminaSe ci fosse etica e cultura (prima di tutto cultura del buon senso) i problemi economici si potrebbero risolvere.
Invece chi governa gli stati "democratici" a "cultura occidentale" pensa solo alle prossime elezioni.
Grazie Francesco per la tua lunga analisi
RispondiEliminaCi sta arrivando anche IL SOLE....
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-12-05/all-italia-non-basta-piu-arte-arrangiarsi-093711.shtml?rlabs=4
https://www.linkedin.com/pulse/cash-policy-tool-interview-hon-dr-harald-malmgren-tavares
RispondiEliminahttp://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15938
bella la blockchain? sicuri?
Ciao gdb.
EliminaIn questo caso direi che la situazione è un po' diversa rispetto ad un deposito bancario o postale in cui esistono particolari individui che possono congelare a piacimento i conti dei depositanti. Si suppone che, con Bitcoin, tutto ciò non esista (a meno che i propri Bitcoin non siano depositati presso entità terze). Olre alle adeguate contromisure da mettere in campo per schermare la propria macchina su cui si trovano i Bitcoin, tale è una scelta che rimane confinata all'ambito individuale.
E' vero, come dice North, che quando qualcuno rietrna nel sistema classico del denaro fiat, viene di nuovo tracciato e si scopre che ha fatto uso di "denaro proibito". Però il problema è un altro e ben più urgente della blockchain o di qualsiasi altro tipo di denaro. Vale a dire, il corso legale. E' necessario battersi per l'abolizione di questa legge. Semmai il Bitcoin si rivelasse l'ennesimo esperimento statale, con tanto di utilizzo forzato decretato dallo stato, tale mossa verrebbe disinnescata dalla richiesta degli individui di riconoscere come legittima la legge facente riferimento al corso legale. Così come Hayek dico anch'io: "Che lo stato sia libero d'emettere la sua valuta, vedremo quando resisterà alla prova del mercato."
(In realtà lo sappiamo, e la risposta è poco. Basti pensare a come venivano cestinati i dollari del Tesoro USA negli anni '60 da parte della popolazione, la quale preferiva utilizzare i dollari della FED: https://en.wikipedia.org/wiki/United_States_Note)
dna, va a finire che la cosa piu vicina all anarchia è la democrazia cristiana :)
RispondiElimina:)
EliminaQuale? Quella di DeGasperi o quella di DeMita? Di Fanfani o di Andreotti? Di LaPira o di Cossiga?
Poi io parlo di scelte individuali volontarie. Non di politica.
Io cerco l'indipendenza. Termine meno abusato e denigrato di anarchia e di autonomia.
Io sogno l'indipendenza. Sapendo che non l'avrò.
Ma sono stanco di constatare che i soldi sono il primo problema di quasi tutti. Di chi non ne ha mai abbastanza e di chi non ne ha mai. È una deformazione politicofinanziaria che i soldi sono il fine. È la trappola del sistema. La quantità al posto della qualità. Non ci si può dannare per i soldi....
Li vogliono? Rivogliono il loro sporco e falso fiatmoney? Che se lo prendano e ci si paghino farmaci inutili per il resto dei loro giorni da zombie!
appunto, un tale casino che non comanda nessuno :) per il resto concordo: nessuno puo giocare da solo. ci sta sempre una scelta di liberta.
EliminaCome disse un bravo giornalista, ci pisciano in testa e ci dicono che piove..... più o meno si può sintetizzare così, questa invasiva pratica sempre più intensa dei regolatori e governanti. Etica, sì, bravo dna! bisognerebbe domandarsi però innanzitutto cosa è il denaro, se è la carta straccia inflazionata che utilizziamo oggi, allora sì, è un problema, dato che comunque è una merce, la più importante che abbiamo perché utilizzata e mezzo di scambio, è un problemone in un sistema basato sulla rapina legalizzata dal potere; è un grande problema....
RispondiEliminahttp://www.americas1stfreedom.org/articles/2015/6/30/five-biggest-enemies-of-freedom/
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