La Cina è ancora economicamente acerba e su questo non c'è alcun dubbio. Il suo mercato obbligazionario statale, infatti, non è ancora paragonabile a quello statunitense. Per non parlare del sistema giudiziario e legislativo. Però non bisogna sottostimare il ruolo che ha ricoperto dopo il 2008 quando, alla domanda estera alimentata dagli USA, ha sostituito quella interna per il trading e gli immobili. D'improvviso tassisti e guidatori d'autobus sono diventati "grandi esperti" del mercato azionario e si sono lanciati in un'avventura di cui ignoravano la destinazione finale. Non solo, ma la bolla immobiliare cinese ha alimentato un'importazione di materie prime senza precedenti. Brasile, Australia, Canada e altri paesi asiatici ne sono stati investiti. E non scordiamoci anche della Germania, la quale fino a poco tempo fa era felice d'esportare macchinari e altre attrezzature d'ingegneria in Cina. E il settore del lusso europeo? Stesso discorso. Il gioco di Pechino, dunque, è quello attuato dagli Stati Uniti contro l'Inghilterra per spodestare la sterlina dal ruolo di valuta di riserva mondiale. Ovvero, indurre i partner commerciali a cambiare "sponda". La Cina ci sta provando con la tentazione del denaro gratis sfornato dall'AIDB, la quale inviterebbe le industrie estere a delocalizzare sul territorio cinese in cambio di sussidi generosi. L'accumulo d'oro da parte della Cina non serve a "pugnalare alle spalle" gli USA, ma serve a non finire nell'occhio del ciclone quando le varie bolle scoppieranno. La sua credibilità andrebbe in fumo se in caso di crisi tutto ciò che avrebbe da mostrare sarebbe solo un caveau pieno di bond del Tesoro USA. Chi rischia di fare questa figuraccia sono gli USA, poiché a Fort Knox molto probabilmente l'oro è finito da tempo.
___________________________________________________________________________________
di James Rickards
Se non sapete chi è Robert Triffin, allora dovreste leggere attentamente questo articolo.
Triffin era un economista belga, vissuto dal 1911 al 1993. Nel corso della sua carriera è stato considerato come uno dei più autorevoli esperti d'oro, di valute e del sistema monetario internazionale. Ha lasciato molti contributi all'economia internazionale, ma quello più famoso è stato il cosiddetto "dilemma di Triffin".
Il paradosso del dilemma di Triffin venne enunciato negli anni '60, ma solo ora le sue implicazioni stanno venendo pienamente a galla. Lungi dall'essere una reliquia del passato, il dilemma di Triffin è la chiave per capire il futuro del sistema monetario internazionale.
Il dilemma di Triffin nacque dal sistema di Bretton Woods istituito nel 1944. In base a tale sistema, il dollaro era ancorato all'oro a $35 l'oncia e le altre valute principali erano ancorate al dollaro a tassi di cambio fissi. Gli architetti del sistema sapevano che questi altri tassi di cambio sarebbero stati svalutati di tanto in tanto, soprattutto a causa dei deficit commerciali, ma il processo di svalutazione era stato progettato per essere lento e ingombrante.
Un paese che voleva svalutare (per esempio, il Regno Unito nel 1967) doveva prima consultarsi con il Fondo Monetario Internazionale, FMI. Quest'ultimo avrebbe raccomandato cambiamenti strutturali, riguardanti la politica fiscale ad esempio, per curare il deficit commerciale.
L'FMI era anche pronto ad offrire prestiti ponte in valuta forte, in modo da aiutare il paese in deficit a sopportare le sollecitazioni temporanee mentre implementava i cambiamenti strutturali. Solo se i cambiamenti strutturali fallivano e i disavanzi commerciali persistevano, l'FMI avrebbe consentito una svalutazione.
Questo processo valeva per tutti paesi tranne gli Stati Uniti. Per quanto riguardava questi ultimi, il legame tra oro e dollaro era fisso e non poteva essere cambiato. Il legame dollaro/oro era l'ancora dell'intero sistema.
Questo collegamento fisso tra il dollaro e l'oro, rese il biglietto verde la valuta di riserva più pregiata al mondo. Questo era il programma segreto di Bretton Woods. Con il dollaro come valuta di riserva principale, le sterline del Regno Unito, una valuta di riserva concorrente, sarebbero cadute nel dimenticatoio.
Il Regno Unito si basava sulla cosiddetta Preferenza Imperiale tra i suoi partner commerciali nel Commonwealth britannico per guadagnare avanzi commerciali; inoltre si basava su questi stessi partner commerciali affinché detenessero le sterline come valuta di riserva. La Banca d'Inghilterra puntava sul fatto che i membri del Commonwealth non avrebbero mai chiesto di convertire le sterline in oro. La Preferenza Imperiale venne intaccata dal General Agreement on Tariffs and Trade, il GATT, anch'esso parte di Bretton Woods. (Oggi il GATT è conosciuto come Organizzazione Mondiale del Commercio, WTO).
Bretton Woods non era altro che un pugno degli Stati Uniti inferto all'impero britannico per metterlo a tappeto. Il GATT indeboliva la Preferenza Imperiale. Il legame dollaro/oro indeboliva le sterline. Il deficit commerciale del Regno Unito persistette, e i partner del Commonwealth chiesero indietro il loro oro. Alla fine la sterlina venne svalutata, e l'impero si sciolse. Venne sostituito da una nuova era: l'impero USA e il Re dollaro.
C'era solo un problema, e Robert Triffin lo fece notare. Se il dollaro era la moneta di riserva, allora tutto il mondo aveva bisogno di dollari per finanziare il commercio mondiale. Per fornire questi dollari, gli USA dovevano avere deficit commerciali.
Gli Stati Uniti vendevano un sacco di beni all'estero, ma gli americani svilupparono rapidamente un appetito per l'elettronica giapponese, le auto tedesche, le vacanze francesi e altri beni e servizi esteri. Oggi la Cina ha sostituito il Giappone come fonte principale delle esportazioni verso gli Stati Uniti; gli americani non hanno ancora perso il loro appetito per le importazioni finanziate stampando dollari.
Così gli Stati Uniti ebbero deficit commerciali, il mondo ottenne i dollari e il commercio globale fiorì. Ma se si continua ad avere deficit abbastanza a lungo, si va in bancarotta. Questa era l'essenza del dilemma di Triffin. Qualsiasi sistema basato sui dollari avrebbe fatto sì che il biglietto verde sarebbe crollato, perché o ci sarebbero stati troppi dollari oppure non ci sarebbe stato abbastanza oro a prezzi fissi per far continuare il gioco. Questo paradosso tra deficit e fiducia nel dollaro era insostenibile.
Questo sistema fallì negli anni '70. La presunta soluzione fu quella d'abolire il peg dollaro/oro nel 1971, e demonetizzare il metallo giallo nel 1974. Ma nel 1969 venne inventato anche qualcos'altro — i Diritti Speciali di Prelievo dell'FMI, o DSP.
I DSP erano un nuovo tipo di moneta mondiale stampati dall'FMI. L'idea era quella di utilizzarli come moneta di riserva a fianco del dollaro. Questo significava che se gli Stati Uniti avessero estinto il loro deficit commerciale, e fornito quindi un minor numero di dollari al mondo, le carenze nelle riserve potevano essere sopperite stampando DSP.
In realtà i DSP vennero stampati e distribuiti ripetutamente durante la crisi del dollaro 1969-1980. Ma poi venne inaugurata una nuova era del Re dollaro da Paul Volcker e Ronald Reagan, con l'aiuto di Henry Kissinger, il re dell'Arabia Saudita e i banchieri privati (come il mio vecchio capo Walter Wriston di Citibank).
Sotto il nuovo sistema del Re dollaro, i tassi d'interesse degli Stati Uniti sarebbero stati sufficientemente alti da rendere il biglietto verde una riserva patrimoniale attraente anche senza una copertura aurea. Ricordate i tassi d'interesse al 20% nei primi anni '80?
Henry Kissinger persuase l'Arabia Saudita a mantenere il petrolio prezzato in dollari. Questo "accordo dei petrodollari" fece sì che i paesi che volevano petrolio necessitassero di dollari per pagarlo, che li piacesse tale valuta o meno.
Gli arabi depositarono i dollari ricevuti presso Citibank, Chase e altre grandi banche dell'epoca. I banchieri, guidati da Wriston presso la Citibank e David Rockefeller presso la Chase, prestarono i soldi ad Asia, Sud America e Africa.
Da lì i dollari venivano usati per comprare esportazioni statunitensi, come aerei, attrezzature pesanti e prodotti agricoli. Improvvisamente il gioco ricominciò di nuovo, questa volta senza oro. Questa nuova Età del Re dollaro è durata dal 1980 al 2010.
Sta di fatto che era pur sempre basata sulla fiducia nel dollaro. Il dilemma di Triffin non è mai scomparso; mentre il mondo si strafogava di dollari e dimenticava l'oro, esso è rimasto in agguato pronto a riemergere. Negli ultimi 30 anni gli Stati Uniti hanno continuato ad avere un deficit commerciale di grandi dimensioni, proprio come disse Triffin. Il mondo s'è rimpinzato di riserve in dollari, con la Cina ai primi posti negli anni '90 e nei primi anni 2000.
Il gioco s'è concluso nel 2010 con l'inizio di una guerra tra valute a seguito del panico del 2008. I partner commerciali stanno agendo di nuovo come agirono nei primi anni '70. In attesa dietro le quinte c'è un nuovo collasso sistemico.
La debolezza del dollaro nel 2011 è stata progettata per stimolare la crescita degli Stati Uniti e per impedire al mondo di sprofondare in una nuova depressione. Ha funzionato nel breve periodo, ma ora i ruoli si sono invertiti. Oggi il dollaro è forte, e l'euro e lo yen si sono indeboliti. Questo dà al Giappone e all'Europa un certo sollievo, ma va a scapito degli Stati Uniti (dove la crescita ha rallentato di nuovo).
Anche il nuovo peg dollaro/yuan ha contribuito ad un rallentamento in Cina. Non c'è abbastanza crescita globale. Le maggiori potenze commerciali e finanziarie si stanno cannibalizzando l'un l'altra con le valute deboli. Presto gli Stati Uniti e la Cina potrebbero svalutare le loro divise rispetto ad Europa e Giappone, ma questo incrementerà solamente la debolezza globale.
Non c'è modo di fuggire da questa situazione? Non c'è via d'uscita dal dilemma di Triffin?
Potrebbe emergere un nuovo gold standard per risolvere il problema, ma richiederebbe un prezzo dell'oro a $10,000 l'oncia. Nessun banchiere centrale al mondo vorrebbe una cosa del genere, perché verrebbe limitata la loro capacità di stampare moneta e d'essere pianificatori economici centrali.
Esiste un'alternativa all'oro? C'è un altro modo per uscirne: i nostri vecchi amici, i DSP. Questa soluzione può risolvere il dilemma di Triffin.
Secondo il paradosso l'emittente della valuta di riserva deve avere un deficit commerciale, però a lungo andare finisce in bancarotta. Ma i DSP sono emessi dall'FMI. Quest'ultimo non è un paese e non ha un deficit commerciale. In teoria, l'FMI può stampare DSP per sempre e mai andare in bancarotta. I DSP possono circolare tra i membri dell'FMI in un circuito chiuso.
Gli individui non avranno DSP, solo i paesi. Questi ultimi non avranno alcun desiderio di rompere il nuovo sistema, perché sarebbero tutti d'accordo. Gli Stati Uniti non avrebbero più lo scettro, ceduto, invece, alla "Famiglia dei Cinque" (Cina, Giappone, Stati Uniti, Europa e Russia).
Gli unici perdenti sarebbero i cittadini dei paesi membri dell'FMI — persone come voi e io — che soffrirebbero per l'inflazione della valuta locale. Mi sto preparando con oro e hard asset, ma la maggior parte delle persone verrà colta di sorpresa, come i greci in fila presso i bancomat vuoti.
I DSP sono una valuta così poco compresa che la gente non saprà da dove arriverà l'inflazione. I funzionari eletti incolperanno l'FMI, ma quest'ultimo non sarà tenuto a dare alcuna spiegazione. È questo il "bello" dei DSP — risolverebbe il dilemma di Triffin, i debiti verrebbero inflazionati e nessuno sarebbe ritenuto responsabile. Questo è il piano dell'élite globale, in poche parole.
Non togliamo mai il nostro sguardo dal Fondo Monetario Internazionale e dai suoi piani per espandere l'uso dei DSP. Nei prossimi 12 mesi l'FMI prevede d'includere lo yuan cinese nel paniere dei DSP, in modo da assicurarsi che i cinesi siano "a bordo" quando inizierà il finale di partita. Questo è un passo importante nel processo d'implementazione dei DSP.
Passerà ancora altro tempo prima che questa storia possa dipanarsi completamente, ma il finale è già in vista. Rimanete sintonizzati…
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
secondo il mio parere di infima lega, le criptovalute avranno un ruolo centrale come l'oro (almeno finche esisterà la corrente elettrica per tenere accesi i pc)
RispondiEliminaCiao Nataku.
EliminaPer Il Portico Dipinto ho tradotto questo pezzo che mi trova concorde con quanto da te affermato.
Grazie Francesco per la tua preziosa opera di traduzione e pubblicazione, ma soprattutto di scelta di questi interessanti articoli.
RispondiEliminaCiao Marco.
EliminaQuesti feedback sono preziosi per direzionare al meglio la selezione degli articoli da presentare.