Bibliografia

mercoledì 9 dicembre 2015

Draghi der dummkopf — Ecco una maggiorazione della politica “Beggar-thy-neighbor”

In questa nota introduttiva spiegherò quello che è successo il 3 e 4 dicembre scorsi, poiché molti lettori si sono interrogati sulla variazione EURUSD a seguito delle dichiarazioni dello zio Mario. Inizio col dire che, alla fine, le parole di Stockman che leggerete nell'articolo odierno sono risultate vere: il tasso di cambio dell'euro rispetto al dollaro si sta di nuovo sfracellando. Dopo il picco di 1.095, al momento in cui sto scrivendo siamo a 1.080. Giovedì, in sostanza, gli investitori e i money manager sono corsi verso le colline alla notizia che lo zio Mario avrebbe "semplicemente" abbassato i tassi dell'ECB deposit facility. In realtà, anche lui sta aspettando la decisione di zia Janet e ha semplicemente preso tempo. Infatti, il giorno dopo, ha subito rettificato il tiro e ha promesso un'immissione di €680 miliardi entro il 2019. Guarda caso il piano della Yellen prevederebbe (a quanto pare) un innalzamento dei tassi IOER e un drenaggio di riserve in eccesso pari allo stsso ammontare in dollari, ovvero, $800 miliardi. In parole povere, lo zio Mario restituirebbe alla FED il favore che la zona Euro ha ricevuto col QE2. All'inizio i money manager si sono trincerati nella liquidità acquistando euro, poi, avendo ascoltato la promessa dello zio Mario di maggiore azione, sono tornati a cestinare la moneta unica europea e ad acquistare il biglietto verde (i grafici a 1 settimana DXY e EURUSD sono speculari). Nel frattempo, però, abbiamo visto la fragilità del settore azionario e obbligazionario europeo, i quali hanno lasciato per strada parecchia capitalizzazione di mercato (soprattutto i titoli bancari, i quali possono essere considerati a tutti gli effetti spazzatura). Ma la cosa ancor più esilarante è che la stessa Europa attraverso la sua burocrazia ha fatto in modo che il QE fallisse in modo eclatante. Non che senza non avrebbe fallito, ma in questo modo è davvero clamoroso. Sto parlando del tetto ai deficit. È per questo che lo zio Mario non ha potuto aumentare sin da subito la portata del suo bazooka ed è stato costretto a volgere lo sguardo ai titoli regionali e municipali. La demenza degli eurocrati è qualcosa di abnorme. Più in generale, è la miopia dei pianificatori centrali.
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di David Stockman


È probabile che domani il banchiere centrale più pericoloso del mondo rinfocolerà il caos finanziario. Ma il piano di Mario Draghi di far sprofondare ancora di più il tasso di deposito nella terra della ZIRP, nonostante sia ad un livello già assurdo del -0.2%, può avere un solo esito.

Vale a dire, causerà un flusso in uscita di breve termine dall'euro, abbassandone così il tasso di cambio rispetto al dollaro e alle altre valute principali. Tale politica suole essere chiamata beggar-thy-neighbor.

Basta notare quello che ha detto un bond manager europeo, una verità che Draghi non potrà mai pronunciare:

"Una delle ragioni per cui la BCE è così desiderosa di tagliare il tasso di deposito, è che quest'ultimo rappresenta uno strumento molto efficace per indebolire la moneta," ha detto Jack Kelly, responsabile dei fondi obbligazionari sovrani presso Standard Life Investments, che sovrintende £250 miliardi in asset. "Probabilmente più del programma d'acquisto di asset."

Non è necessario aggiungere altro. La farsa in programma per domani presso la BCE non è altro che un'ulteriore discesa nella pazzia e nella fallacia secolare secondo cui le nazioni possono arricchirsi svalutando la propria valuta.

In questo particolare frangente, tuttavia, abbiamo assistito a qualcosa di sorprendente. La BCE è il legatario della tradizione fermamente anti-inflazionistica della Bundesbank tedesca. Eppure in pochi anni un ex-burocrate del Tesoro italiano ed ex-tirocinante di Goldman Sachs, ha messo sottosopra la BCE — trasformandola in un motore dell'inflazione senza alcun motivo razionale o plausibile.

Sì, l'IPC della zona Euro è aumentato solo dello 0.2% l'anno passato, e per una questione d'aritmetica si tratta di 180 punti base al di sotto dell'obiettivo della BCE.

E allora!? Non c'è uno straccio di prova che un 2.0% d'inflazione fortifichi la prosperità rispetto allo 0.2% d'inflazione. Questo mantra ripetuto all'infinito non è altro che un incantesimo rituale dei banchieri centrali.

Oltre a questo, cosa c'è di così sbagliato con un IPC temporaneamente piatto quando sappiamo che è il risultato di un calo del petrolio e delle materie prime a livello mondiale? Qualsiasi sciocco può vedere che l'Europa non ha affatto sofferto per qualcosa di lontanamente rassomigliante alla deflazione. In realtà, il suo tasso dell'IPC a 5 anni è dell'1.5% annuo ed è del 2.2% sin dall'inizio del secolo.

Il calo recente è solo questo — un calo ciclico che viene importato dalle navi cariche di petrolio, rame, materie prime petrolchimiche e una serie di beni intermedi e manufatti importati.

Il grafico qui sotto non ha assolutamente nulla a che fare con un tipo di malattia strutturale dell'economia europea, o disturbo finanziario, che la BCE può curare con l'azione prevista per giovedì.

Vale a dire, questa nave di folli pianifica d'abbassare il tasso sui depositi della BCE da -0.2% a -0.3%, o forse a -0.35%.

Ritenere che un tale cambiamento possa avere qualcosa a che fare con il ciclo d'inflazione illustrato di seguito è semplicemente un'idiozia. È solo sciamanesimo monetario, non economia razionale.




La verità è che la BCE è diventata solo l'ennesimo concorrente nell'attuale race to debase — un tentativo estremamente sciocco di contrastare la deflazione globale. Eppure questa condizione funesta esiste per motivi che i nostri banchieri centrali keynesiani non possono lontanamente cogliere.

Cioè, il mondo sta vivendo un ciclo inesorabile di "resa dei conti" dopo 20 anni d'espansione del credito fuoriuscito dalle varie stampanti monetarie delle banche centrali. Durante suddetto periodo, il credito complessivo nel mondo è salito da $40,000 miliardi a $225,000 miliardi — un'esplosione di debito del 4.5X rispetto al PIL mondiale.

Inutile dire che la zona Euro ha partecipato alla festa ed è per questo motivo che sprofondare ancora di più nella NIRP è particolarmente stupido. Oltre ad alimentare presumibilmente l'inflazione al consumo, i tassi d'interesse negativi dovrebbero anche incoraggiare un maggior credito alle imprese e alle famiglie, stimolando il fantomatico ciclo d'espansione virtuoso dei libri di testo keynesiani.

Ma ecco la nota fondamentale: non funziona quando l'economia ha già raggiunto una condizione di picco del debito.

Data tale situazione, le banche centrali non fanno altro che spingere un asino che non vuole bere al torrente del credito, causando enormi distorsioni nei mercati finanziari senza generare alcun aumento dei prestiti e della spesa nell'economia di Main Street.

Ecco dove si trova la zona Euro. Tra l'inaugurazione della moneta unica nel 1998 e la crisi finanziaria del 2008, l'espansione del credito alle imprese e alle famiglie già indebitate è salita ad un tasso annuo del 9%.

Eppure s'è stabilizzata sin da allora, ma non perché il credito era troppo costoso o i tassi d'interesse erano troppo alti. La ragione è che i mutuatari del settore privato sono fuori gioco.

Il trucco da salotto una tantum dei banchieri centrali (aumentare il rapporto di leva del settore privato) non funziona più — anche quando i risparmiatori privati sono polverizzati e i tassi d'interesse sono sotto zero.




La ZIRP non ha fatto altro che far accelerare la corsa dell'Europa verso la bancarotta fiscale. Dopo tutto, i politici socialisti dell'Europa riescono a malapena a concepire un mondo in cui i loro welfare state vengono ridotti. Ma quando il costo del debito è praticamente nullo, tale pensiero non li sfiora minimamente.

Sì, sono stati avvertiti da alcuni scribacchini accademici che quando il debito pubblico raggiunge il 100% del PIL, allora una crisi fiscale è quasi inevitabile — e in special modo nelle nazioni che stanno invecchiando rapidamente, come quasi tutta l'Europa.

Ma, come mostrato di seguito, l'Eurozona varcherà la soglia del 100% alla prossima crisi dell'economia mondiale — una prospettiva che non è molto lontana.




Non c'è niente di più stupido che tentare i politici con un costo negativo sul debito pubblico. Cioè, distorcere e manipolare i mercati degli asset finanziari affinché i money manager sventurati si sentano costretti a pagare gli stati per il privilegio di prestare loro denaro.

Come mostrato nel grafico qui sotto, oggi la zona Euro si trova proprio in queste condizioni. Infatti l'attuale piano d'acquisto di bond della BCE ($68 miliardi al mese) si trasformerà presto in uno degli arbitraggi finanziari più stupidi mai concepiti.

Cioè, la BCE acquisterà obbligazioni che avranno un rendimento inferiore ai tassi di deposito che le banche commerciali le dovranno pagare.

In breve, Draghi & Co. perderanno soldi!

Una volta i tedeschi avrebbero sicuramente etichettato una tale assurdità come l'opera di un vero e proprio "dummkopf" monetario.

Si spera che rinsaviranno presto.





[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Ciao Francesco,

    siccome, alla fine, è tutta una battaglia tra idee giuste ed idee sbagliatissime (come quelle keynesiane stataliste della svalutazione competitiva), allora, spero anche io (non costa nulla), come Stockman, che in Germania si facciano sentire con energia gli eredi della Scuola Austriaca e quelli della Scuola di Friburgo.
    Che, almeno, si ripropongano le idee della economia sociale di mercato di Ropke ed Erhard che posero le basi del miracolo tedesco postbellico.

    https://books.google.it/books?id=0o1GvULsY94C&pg=PT23&lpg=PT23&dq=erhard+economia&source=bl&ots=9hCnJhbcKK&sig=EgR7E17vdPkIBYoJthrR9bYAKbY&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjgwKvd2s7JAhXGfw8KHeJoAgoQ6AEIUTAK#v=onepage&q=erhard%20economia&f=false

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    1. Ciao Dna.

      Date le condizioni economiche odierne, Erhard è più attuale che mai. Consigliatissima la lettura di Prosperity Through Competition. Nel frattempo...

      Greece's Five Ticking Time Bombs

      Nonostante la terza tranche di aiuti, ecco cinque ragioni per cui la Grecia è ancora sulla graticola finanziaria. In realtà, avete potuto leggere su Freedonia perché la Grecia non è altro che una dolina finanziaria che risucchierà risorse economiche man mano che le verranno date in pasto: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2015/07/dalla-presunzione-fatale-alla-strada.html

      L'inevitabilità della bancarotta greca è una realtà che per quanto i pianificatori centrali possano negare e i creditori possano ignorare, accadrà e basta. Perché? Perché non c'è nulla di ciclico nell'attuale crisi economica, ormai le stesse istituzioni che (in teoria) dovrebbero risolvere i problemi rappresentano l'essenza stessa degli investimenti improduttivi necessitanti una correzione. La crisi è strutturale. E' per questo che la proverbiale "luce in fondo al tunnel" non è in vista e mai lo sarà. Comprare tempo non farà la magia e nemmeno il presunto effetto ricchezza a cascata che secondo i banchieri centrali dovrebbe innescare la tanto agognata velocità di fuga delle varie economie europee grazie ai loro interventi.

      Niente di tutto ciò sta funzionando perchè i nodi della pianificazione monetaria centrale stanno infine venendo al pettine. Da domani potremo vedere fino dove si può spingere la disperazione dei banchieri centrali, con la SNB, la Riksbank e la Norges Bank che potrebbero spingersi ancora più nella terra della NIRP per seguire il masochismo dello zio Mario.

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  2. In questa immagine vengono rappresentati i prestiti non performanti in percentuale del totale dei prestiti e in percentuale del PIL del paese considerato. I PIIGS, sebbene la Grecia non sia pervenuta per ovvie ragioni, sono come sempre tra i peggiori. Il presunto "free lunch" ottenuto dai paesi della periferia con l'inaugurazione dell'euro sta iniziando a chiedere il pedaggio. E non pensate che quei paesi che "stanno meglio" in questo elenco siano al riparo, perché oltre a doversi sobbarcare l'onere di far continuare la farsa europea, le loro banche sono pesantemente esposte a prestiti transfrontalieri (es. TARGET2).

    Quindi, no, le "nostre" banche non sono così solide come ha voluto farci credere il ministro Padoan.

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  3. Bloomberg ci tiene a ricordare che il settore bancario europeo, nonostante gli aiuti finora ricevuti, sta peggio di prima. Non solo lo zio Mario ha intenzione di potenziare il bazooka e continuare a tirare denaro fiat contro un problema che non può essere risolto in tal modo (solo i banchieri centrali "pare" non l'abbiano capito), ma anche la FED, col recente rialzo del tasso IOER, andrà ad aiutare le banche europee dando loro la bellezza di $11 miliardi il prossimo anno. Infatti la maggior parte delle riserve in eccesso depositate presso la NYFED sono detenute da banche estere che operano sul suolo americano, e molte di loro sono europee.

    Quindi perché preoccuparsi? Se più della stessa cosa non ha funzionato finora, più più più della stessa cosa funzionerà... giusto?

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