di Bill Bonner
Rodi, Grecia – Abbiamo documentato i vari modi per ridurre il costo della vita.
Il nostro budget mensile era di $500. Il nostro era solo un esercizio di fantasia basato su queste possibilità. Ma a giudicare da tutti i feedback che abbiamo ricevuto, molti nostri lettori ci hanno assecondato!
È interessante notare che molti di coloro che ci hanno scritto e che ci hanno confessato d'essere in difficoltà economiche, poi c'hanno ringraziato per i consigli che abbiamo dato!
In questo momento il vostro scrittore sta spendendo molto più di $500 al mese.
È seduto sulla balconata della sua cabina sulla lussuosa nave da crociera Crystal Serenity, con vista sul porto di Rodi.
Alla nostra destra c'è una delle Sette Meraviglie del Mondo, il Colosso di Rodi – un'enorme statua di bronzo del dio titano del sole, Helios. Gli abitanti di Rodi lo costruirono per celebrare la loro vittoria sul sovrano di Cipro, Antigono, uno degli ex-generali di Alessandro Magno.
Il Colosso è rimasto in piedi per 54 anni, prima che un terremoto lo rovesciasse nel 226 a.C. Quattro secoli dopo, una forza araba sotto il califfo musulmano Muawiyah I, catturò Rodi... smontò la statua... e vendette il bronzo ad un mercante ebreo.
Si diceva che ci fosse tanto bronzo da poterlo caricare su 900 cammelli.
Ma vi risparmieremo i dettagli storici. Torniamo invece al nostro argomento principe: la farsa.
Sì, il mondo del denaro è diventato una barzelletta.
Ieri il Dow ha attraversato di nuovo la soglia dei 17,000 punti.
Cosa? La correzione è finita? Sta davvero viaggiando a gonfie vele... fino a 20,000... verso la luna?
Sul ponte sotto il nostro balcone, i nostri compagni di viaggio fanno esercizio camminando intorno alla nave. Accidenti! Riconosciamo una voce...
"Beh, con tassi d'interesse così bassi..." ha detto la voce familiare. Era Tim Price, investment manager e collega presso il nostro ufficio di Londra.
Tim stava camminando intorno al ponte e parlava con un amico. C'è voluto qualche minuto prima che completasse il circuito. Di conseguenza abbiamo carpito solo piccoli frammenti della sua conversazione...
"Una delle cose più difficili da capire..." era la frase che abbiamo carpito al suo secondo giro.
"Naturalmente, non abbiamo idea di quando questo accadrà..." è stato il commento al giro numero 3.
Come gli archeologi che rimontano un'anfora antica, c'è toccato riempire le parti mancanti.
"Con tassi d'interesse così bassi, ogni prezzo degli asset è degno di sospetti", avrebbe potuto dire.
Oppure: "Con tassi d'interesse così bassi, è sicuro che ci saranno incidenti."
I tassi d'interesse bassissimi sono come dei segnali stradali che sono stati manomessi da un piantagrane: mandano gli automobilisti nella direzione sbagliata. Presto ci sarà un tamponamento a catena.
In questo momento, per esempio, Deutsche Bank ci mette in guardia da un enorme incidente nel debito societario.
Le aziende hanno preso in prestito centinaia di miliardi di dollari ai tassi d'interesse più bassi di sempre.
Negli Stati Uniti ora ci sono $4,000 miliardi in obbligazioni societarie in scadenza nei prossimi cinque anni.
Alcune aziende hanno usato i soldi per un buon fine – costruzione di fabbriche e sviluppo di nuova capacità per incrementare la produzione. Con questa nuova produzione esse saranno in grado d'aumentare le vendite e rimborsare i loro prestiti.
Ma i segnali hanno indotto in errore sia le aziende buone che quelle cattive. Molte imprese hanno preso i soldi semplicemente perché i costi annessi erano incredibilmente bassi.
Poi li hanno distribuiti ai dirigenti aziendali e agli azionisti – pagamenti di dividendi e riacquisto d'azioni proprie.
E ora, con i prezzi al consumo in discesa e il commercio mondiale in declino, la questione è se saranno in grado di ripagare il loro debito. Fintanto che i tassi d'interesse rimangono bassissimi, possono rinnovare i loro debiti. (Potranno accendere ulteriori prestiti per pagare quelli esistenti.)
Ma i tassi d'interesse – come ogni altro prezzo – possono salire così come possono scendere.
Quando i tassi d'interesse salgono, il marciapiede diventa scivoloso e le sirene delle ambulanze urlano.
Come ha detto Tim: "Naturalmente non abbiamo idea di quando questo accadrà."
Ma dobbiamo fermarci. È tempo di sbarcare.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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di Alasdair Macleod
Che ci crediate o no, uno dei temi economici che più confonde i macroeconomisti, è il ruolo dei tassi d'interesse.
La maggior parte di loro da per scontato che un tasso d'interesse sia il costo del denaro, il prezzo del denaro, o addirittura il trasferimento dei frutti della produzione dai produttori ai capitalisti. Quest'ultima ipotesi era quella su cui Keynes sviluppò la sua avversione nei confronti dei risparmiatori, o i redditieri come soleva etichettarli con disprezzo. Anche il marxismo si contorceva al pensiero che i lavoratori schiavi lavorassero per un padrone che poi avrebbe dovuto pagare gli interessi ai capitalisti.
In un mercato libero, il consumo si presenta in due forme fondamentali: ciò che viene consumato oggi e ciò che viene rinviato ad un consumo futuro. Quest'ultimo è il risparmio ed era anche l'obiettivo di Keynes, ovvero, arrivare alla cosiddetta "eutanasia del rentier" come sosteneva nella General Theory.
Negare la legge di Say, o la legge dei mercati, permise a Keynes, o almeno nella sua mente, di sostituire il risparmiatore con lo stato come fonte principale di finanziamento degli investimenti industriali. Che sia giunto a questa conclusione non può che essere il risultato di principi morali non supportati da una teoria ragionata. Ma una volta che si scende lungo lo scivolo del pregiudizio, non si sa dove si andrà a finire. Nel caso di Keynes, egli ha gettato le basi della macroeconomia odierna. Infatti si suole dire che il modo per scoraggiare il risparmio è quello di favorire il consumo presente. Questo è un errore, e tutti coloro che lo ripetono lo sanno o dovrebbero saperlo. Tutte le opere di Keynes, sin dal suo Tract on Monetary Reform, fanno emergere il suo vero desiderio: eliminare i risparmiatori inattivi.
La sua tesi si basava su questo concetto: il costo degli interessi è una parte del surplus di produzione, insieme al profitto. Se si riescono a diminuire le ricompense per quei risparmiatori inattivi, sosteneva Keynes, ci sarebbe più profitto per l'imprenditore. Sebbene l'interesse sia un costo aziendale, il suo valore non nasce dal lavoro di per sé; esso emerge dalla differenza di valore che gli esseri umani imputano ad un oggetto posseduto ora o ottenibilie in una data futura. Ciò, a sua volta, riflette le preferenze dei consumatori tra il consumo presente e il risparmio.
Ci sono sempre un certo numero di elementi ad un qualsiasi tasso d'interesse, formula che esprime la natura di questa preferenza relativa. L'economista Austriaco Ludwig von Mises coniò il termine "interesse originario" per sottolineare la differenza temporale tra il possesso attuale e un contratto di finanziamento a garanzia di un possesso futuro. L'interesse originario è l'espressione della preferenza temporale tra oggi e una data nel futuro.
Il concetto di preferenza temporale è estraneo alla maggior parte degli economisti di oggi, ma ha dietro di sé una lunga storia. Venne utilizzato da Conrad Summenhart nel 1499 per difendere l'acquisto di debito scontato contro le leggi cattoliche sull'usura, sottolineando che il debitore e il creditore stipulerebbero un contratto di prestito solo volontariamente. Nel XVIII secolo lo statista francese Turgot si chiese: "Perché i mutuatari sono disposti a pagare un premio per l'uso del denaro? Il focus non dovrebbe essere sulla quantità di metallo [es. denaro] rimborsato, ma sull'utilità che ha il denaro per il creditore e il debitore." In particolare, Turgot confronta la" differenza d'utilità che esiste alla data del prestito tra una somma di proprietà e una somma pari che dev'essere ricevuta in un data lontana."[1]
Il punto è che la preferenza temporale rappresenta un valore di derivazione umana, e non una somma usuraia estorta ai produttori laboriosi dai risparmiatori capitalisti. Che Keynes si sbagliasse quando attacava i risparmiatori è confermato dal paradosso di Gibson, il quale ha dimostrato che i tassi d'interesse si conformano al livello generale dei prezzi e non al tasso d'inflazione, come invece si suppone comunemente.
Le prove fornite dal paradosso di Gibson sono supportate dalla teoria Austriaca del ciclo economico. I consumatori impostano i prezzi delle merci attraverso la loro preferenza per il denaro. Se si sposta a favore dei beni e lontano dal denaro, il livello dei prezzi dei beni aumenta. Una bassa preferenza per il denaro significa che sono disponibili meno risparmi per gli investimenti, di conseguenza il tasso d'interesse originario sale ad un livello determinato dalla preferenza per i beni. Al contrario, se i consumatori aumentano la loro preferenza per il denaro, fanno salire il potere d'acquisto del denaro e fanno scendere i prezzi di beni e servizi. In questo caso, il calo dei prezzi è accompagnato da una maggiore offerta di risparmi, cosa che si riflette nel calo dei tassi d'interesse. E' in questo modo che la preferenza per beni e denaro imposta il tasso d'interesse e il livello dei prezzi. Questo è il motivo per cui è un valore derivante dai cambiamenti nelle preferenze umane e non nei costi di produzione.
Una condizione ovvia per il paradosso di Gibson è un libero mercato, anche se la capacità intrinseca di quest'ultimo nell'adattarsi alle condizioni prevalenti consente un certo grado d'ingerenza da parte dello stato. Ma poi arriva un punto in cui l'intervento statale fa sì che il rapporto vada in pezzi. Un aumento dei tassi d'interesse ingegnerizzato dallo stato induce le aziende ad abbandonare i piani d'investimento e a concludere quelli esistenti; tale situazione, inoltre, segna l'apice di ogni ciclo del credito. E in ogni ciclo il picco del tasso d'interesse è inferiore a quello precedente, come mostrato nel grafico qui sotto sui rendimenti dei titoli sovrani USA ad un anno.
La ragione di questa tendenza è che gli investimenti improduttivi dei cicli precedenti vengono liquidati solo parzialmente, perché le banche centrali rispondono alla crisi abbassando rapidamente i tassi d'interesse ed espandendo la massa monetaria per evitare fallimenti e disoccupazione. Il risultato è un accumulo crescente di debito ad ogni ciclo del credito, processo che innescherà un crollo dell'attività commerciale.
I picchi discendenti evidenziati dalla linea tratteggiata, ci suggeriscono che un piccolo aumento dei tassi d'interesse (1-2%) degli Stati Uniti potrebbe innescare la prossima crisi. Le piccole e medie imprese pagano tassi d'interesse ben superiori al livello indicato da questa linea di tendenza, e le imprese marginalmente redditizie stanno già lottando per sopravvivere.
Stiamo assistendo al fallimento dei tentativi d'ispirazione keynesiana di tartassare i risparmiatori per favorire lo stato. I tassi d'interesse a zero, insieme alla regolamentazione burocratica statale, hanno distrutto il risparmio e gli investimenti produttivi, e hanno limitato le attività degli imprenditori gravandoli con debiti impagabili. Gli economisti neo-classici e i governi sono stati così legati a teorie economiche fallaci che ormai è necessario un reset totale dei mercati.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Note
[1] Citazione estrapolata da The Pure Time-Preference Theory of Interest (2011), pubblicato dal Mises Institute.
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"Il problema è che in Europa siamo passati da un sistema dove le banche ricevevano le provviste per la propria attività dai risparmiatori, mentre la garanzia era fornita dalla Banca Centrale, a un sistema in cui le banche ricevono il denaro per le loro attività dalla Banca Centrale e le garanzie dai risparmiatori. La Banca Centrale è passata così da garante a garantita. E' un sistema che non sta in piedi, e che va ricostruito dalle fondamenta." sono parole di borghi. per certi aspetti (e sottolineo "certi aspetti") i neokeynesiani sono piu austriaci dei liberisti. per il resto, i tassi di interesse sono simili al colosso di rodi: non esistono piu. ma ci pensera l arrivo della finanza islamica, che ne è priva, a salvare il mondo. perche è ovvio che il sistema non tiene piu. si puo rimandare, non so quanto, forse molto e forse poco. ma non tiene. la domanda allora è: sara reset o cambio di paradigma? e cosa sara introdotto?
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=cMJjNj9As7Q
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=zVcfIqQIg5I
temo che introdurranno il conto cetriolo
il cambio di paradigma. leggete con attenzione ed intuizione... altro che abolizione del contante!!!
Eliminahttp://www.analisidifesa.it/2015/10/finmeccanica-cambia-nome-e-punta-su-ucav-e-cyber-security/
https://www.youtube.com/watch?v=_Mg7qKstnPk
Certo che se uno mette insieme tutte le messinscene confusionarie e confuse che riusciamo a percepire (geopolitica, politicofinanziaria, massonica, ...) e le conseguenze volute ed involontarie su pressoché tutto ciò che sembra la realtà, ma è solo una confusionaria messinscena, vien fuori, tra gli altri, il paradosso di un capitalismo senza capitali predatore dei piccoli capitali (risparmi) altrui.
EliminaMa siamo sicuri che il redde rationem di questa immensa messinscena sia dietro l'angolo?
Solo per un caso ho scritto "capitalismo senza capitale" che è il titolo di un libro del 1991 scritto da Napoleone Colajanni, comunista indisciplinato nel PCI. Ed ho trovato questo suo vecchio articolo su crisi economiche e reazioni politiche italiane. Interessante anche se per nulla "austriaco". Interessante perché nulla di nuovo sotto il Sole....
Eliminahttp://www.pistoiaindustria.it/sites/www.pistoiaindustria.it/files/allegati/2005/05/17/smancini_166333333681.pdf
Comunque è paradossale, per non dire altro, che i più strenui anticapitalisti ( ed in Italia lo sono pressoché tutti ) vengano legalmente predati dei loro capitali dallo stato per favorire capitalisti clientelari della politica socialista e democratica.
EliminaEd ecco la conferma che arriva con un giorno d'anticipo: no, domani la FED non aumenterà i tassi d'interesse "in modo onesto": Fed weighs merits of jumbo portfolio in post-crisis era.
RispondiEliminaSchettino rules
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