Nella loro scandalosa rincorsa alle politiche dello zio Mario, i paesi scandinavi stanno facendo sprofondare la loro popolazione in un incubo senza fine composto da tassi negativi e bolle incendiarie. Infatti, nonostante la propaganda della "lowflation", l'economia reale e i prezzi relativi raccontano tutta un'altra storia. Le bolle immobiliari in Svezia, Danimarca e Norvegia gonfiate attraverso le classiche espansioni monetarie allentate delle rispettive banche centrali sono delle bombe ad orologeria che, nonostante le chiacchiere dei pianificatori monetari centrali secondo cui "non c'è nulla di cui preoccuparsi", esploderanno in faccia a coloro che non vedono i segnali d'allarme. L'euforia li acceca. Tra l'altro, il fatto che la scandinavia, Svezia in particolare, stia diventando una società "cashless" è davvero preoccupante, e non solo per gli altri paesi del mondo che la vorrebbero emulare, ma anche per la popolazione autoctona che non avrà scampo dalle ritorsioni dello scoppio della bolla immobiliare. I pianificatori centrali faranno di tutto per mantenere l'apparenza della solvibilità e far sopravvivere un giorno in più l'attuale sistema a moneta fiat. L'Irlanda è l'ennesimo monito. Ce ne sono altri: Kenya, India, ecc. La distopia à la "1984" in cui sta finendo il mondo, non è altro che il tentativo della pianificazione centrale di mantenere in vita a tutti i costi la staticità obsoleta delle sue trame economiche e sociali, scaraventando a ritmi serrati la popolazione mondiale verso quella che si profila a tutti gli effetti come un'economia di comando. La nota triste è che la popolazione mondiale stessa sta avallando questo sistema, la quale crede scioccamente in un presunto "bene sociale superiore" e in accademici la cui onniscienza è certificata da lauree e master. È veramente mesto notare come degli adulti possano credere ancora alle favole e farsi sfilare da sotto il naso il portafoglio. La memoria storica delle dittature del secolo scorso è già sbiadita nel tempo.
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di Peter Schiff
Nel suo articolo del 17 luglio, Let’s Get Real About Gold, il giornalista del Wall Street Journal, Jason Zweig, ha paragonato l'interesse degli investitori nell'oro con la mania "Pet Rock" degli anni '70, quando i consumatori si convinsero che una roccia in una scatola avrebbe fornito loro una compagnia continua, elevato la loro posizione sociale e dato loro qualcosa di cui parlare alle feste.
Zweig afferma che la fede degli investitori nell'oro, che secondo lui è soltanto l'ennesimo metallo inerte con un buon marketing, è altrettanto irrazionale e ha impedito alle persone d'investire i propri soldi nel mercato azionario molto più redditizio.
Prima di tutto, il paragone di Zweig tra l'oro e i titoli azionari rappresenta una falsa dicotomia. L'oro non è un investimento. E', come dice Zweig, solo un sasso. Ma si tratta di un sasso estremamente scarso, con proprietà fisiche altamente desiderabili che per parecchio tempo è stato utilizzato come moneta. Di conseguenza non dovrebbe essere confrontato con azioni o immobili, ma con altre forme di denaro come il denaro fiat in circolazione oggi.
Ironia della sorte, in un mondo inondato da valute fiat create ad un ritmo sempre crescente, e il cui valore è esclusivamente derivato dalla fiducia nello stato, l'oro è l'unica forma di denaro il cui valore non richiede un atto di fede.
Non ho alcun attaccamento emotivo con l'oro. Non lo uso per coprire le mie mura, non lo faccio scorrere tra le mie dita e rido, non chiedo a mia moglie di poterla dipingere circondata da lingotti.
Quello che so è che prima che il mondo sposasse un sistema monetario fiat nella seconda metà del XX secolo, l'oro era il denaro scelto da quasi tutte le culture in ogni epoca storica. Questa supremazia si basava sulla scarsità dell'oro, la sua versatilità come metallo, le sue proprietà uniche ed utili, la sua bellezza e la sua ampia accettazione culturale come segno distintivo d'amore, di permanenza, di ricchezza e di successo.
Ci sono pochi dubbi: la gente sarà sempre disposta a desiderare e ad accumulare oro... per tutta una serie di motivi. L'unica domanda è quanto sarà disposta a pagare. Su questo punto alcuni hanno opinoni diverse.
Fino al 1971 il dollaro USA è stato sostenuto dalla fiducia che il governo avrebbe rimborsato le proprie banconote in oro. Ma, sin da allora, tale fiducia è stata sostituita da un'altra: gli individui sarebbero sempre stati disposti ad accettare dollari in cambio di beni e servizi. Questo passaggio mise il dollaro USA sullo stesso piano di tutte le altre valute fiat del mondo, il cui valore deriva dalla fiducia nello stato. Nel suo pezzo, Zweig sembra presumere che possedere valute non sia affatto un atto di fede.
La maggior parte degli investitori preferirebbe l'oro al peso argentino, al cedis ghanese, o al bolivar venezuelano. In realtà, ciò che Zweig sta dicendo è che le valute fiat buone non richiedono alcuna fiducia. Ma perché?
Presuppone che la forza del dollaro derivi da un determinato fattore: la fiducia che il governo degli Stati Uniti rimarrà fiscalmente responsabile. Ci sono poche prove a sostegno di questa tesi. Tutti i fattori tradizionali che determinano il valore di una moneta, vale a dire, la bilancia commerciale, i tassi d'interesse, i livelli del debito pubblico, la crescita economica, ecc. dovrebbero scatenare una pressione al ribasso sul dollaro. Il governo americano non ha fatto nulla per risolvere la crisi del debito a lungo termine.
Anche il Congressional Budget Office ammette che il deficit federale aumenterà in media di $35 miliardi l'anno fino alla fine del decennio. Entro il 2025 supereremo i mille miliardi di deficit (e tali proiezioni si basano su ipotesi troppo ottimiste di crescita economica).
Nonostante tutto questo, il dollaro è salito ad un massimo da dieci anni sulla base del Bloomberg Dollar Spot Index. Wall Street l'ha spiegato tirando in ballo i problemi in Europa e in Asia, dicendo che il dollaro ha i suoi problemi, ma è la "camicia meno sporca nella cesta dei panni sporchi". Gli analisti si aspettano tassi d'interesse più alti da parte della FED, il che assicurerebbe una forte domanda per il dollaro mentre le banche centrali di tutto il mondo continuerebbero ad abbassarli. Ma questo risultato deve ancora materializzarsi.
Alla fine del 2014 la maggior parte degli investitori credeva che la FED avrebbe cominciato ad aumentare i tassi nel primo trimestre del 2015. Ma la crescita economica deludente ha portato la FED a ritardare continuamente tale innalzamento. Tuttavia gli investitori continuano a pensare che una tale mossa sia proprio dietro l'angolo. Per giungere a questa conclusione, accettano ciecamente che la nostra economia possa sopravvivere a tassi più elevati quando invece tutti gli elementi oggettivi indicano il contrario.
In realtà, la fiducia nel dollaro si basa esclusivamente sulla convinzione che il dominio degli Stati Uniti sull'economia globale continuerà a tempo indeterminato, non importa quanto profondamente siamo indebitati, quanto in basso possano scendere i nostri tassi d'interesse e quanto possa essere sbilanciato il nostro commercio.
Abbiamo già visto questo film. Quando la fiducia nell'infallibilità dei banchieri centrali è alta, le voci mainstream tendono a mettere da parte l'oro e ripongono fiducia nel giudizio dell'uomo. Nel 1999 Floyd Norris del New York Times scrisse un articolo intitolato: "Chi ha bisogno dell'oro quando c'è Alan Greenspan?" Nonostante la tesi di Norris, la risposta a questa domanda è stata "tutti". Nei 12 anni successivi l'oro sarebbe salito del 650%.
Dal mio punto di vista, i mercati stanno ora riponendo più fiducia (mal riposta) nella saggezza di Janet Yellen. Di conseguenza l'oro è stato evitato come accaduto nel 1999. La propensione di Alan Greenspan per un allentamento della politica monetaria al fine di sostenere i mercati finanziari, ha portato alla creazione di due bolle pericolose: la prima nelle azioni (2000) e poi nel settore immobiliare (2007). Dato che l'allentamento della politica monetaria da parte dei successori di Greenspan è stato molto più grande, si può solo immaginare l'enormità del disastro economico che si profila all'orizzonte.
Quindi, sì, in un certo senso le mie decisioni d'investimento sono basate sulla fiducia, ma non è la stessa del Wall Street Journal. La mia fiducia è che i governi e le banche centrali continueranno ad accumulare debito e a svilire le loro valute, almeno fino a quando la prossima crisi non vi metterà fine.
Non esiste alcun precedente storico che possa portare ad una conclusione diversa. Ho anche fiducia che gli esseri umani preferiranno sempre un pezzo d'oro ad una risma di carta. Separate una moneta cartacea dal suo valore percepito ed avrete solmanete una risma di carta e inchiostro.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Energy Default Alarms Get Louder as Pain Seen Lasting Into 2016
RispondiEliminaSe questa catena di default inizierà a spazzare via le varie imprese coinvolte nel settore energetico, allora il rialzo dei tassi d'interesse sarà una prospettiva più reale rispetto al vociare di zia Janet il cui bluff è quello di far credere d'avere il potere di smuovere con la bacchetta magica il tasso dei fed funds. A meno di un nuovo giro di QE, ovvio...
E il bitcoin? sta salendo molto, nn vorrei fosse considerato il nuovo oro; anche xche ammenoche di gravi catastrofi planetarie, non penso che l'era dei computer vada a svanire, anzi, proprio il contrario...
RispondiEliminacosa ne pensi Francesco del bitcoin?
Ciao Nataku.
EliminaNell'attuale fase del ciclo economico in cui la manipolazione delle banche centrali sta correndo furiosa, sta rimanendo ben poco spazio per investire. La maggior parte degli investitori non sta comprendendo come il momento attuale sia cruciale per salvaguardare i propri risparmi piuttosto che investirli. Tale protezione, ovviamente, passa attraverso l'allocazione dei propri risparmi laddove possano essere meglio scudati contro la follia imminente dei tassi negativi. Non solo, ma in agguato ci sono anche i controlli di capitale come stiamo vedendo in Cina. Bitcoin, infatti, è stato scelto dai cinesi per proteggersi contro le decisione dei suzerain del capitalismo rosso. Di conseguenza, ritengo che Bitcoin abbia grandi potenzialità per quanto riguarda uno strumento per proteggere i propri risparmi. Dico questo perché dato il momento storico attuale, questo è il modo principale per farlo conoscere al pubblico più ampio. Dimostrando la sua affidabilità da questo punto di vista, l'accettazione più ampia anche come moneta di scambio sarebbe ad un tiro di schioppo.
Infatti, come disse giustamente Tucker su queste pagine, Bitcoin non è destinato a scomparire.
L'oro è soggetto alla teoria soggettiva del valore. La differenza tra oro (e bitcoin) e le fiat è nella non manipolabilità dell'offerta, non nell'ipotizzare un "valore intrinseco" come fanno i goldbugger.
RispondiEliminama zweg non era un succo di frutta?
RispondiEliminaho idea che 1984 fosse (la rivelazione di) un programma politico.
vabbeh, accetteremo anche questo. la vera liberta sta nella testa, in ognuno di noi. si puo essere olto piu liberi dietro le sbarre che da presidenti del fmi (a roma si dice: consoliamoci co l aglietto)
No gdb, pia illusione. La libertà deve avere la possibilità di essere esercitata. La libertà di pensiero è solo una delle libertà. Dietro le sbarre puoi sprofondare nell'immensità del tuo spirito e riuscire a ragionare da uomo libero. Ma è una libertà monca. Dietro le sbarre puoi combattere per difendere l'ultimo centimetro. E puoi farcela. Ma non è libertà. È resistenza. Resilienza. Se sei un grande puoi rivelarti antifragile. Ma non è libertà. È una pantomima, una illusione, un centimetro. Invece, la libertà non deve avere altro limita che quella altrui. Difendere l'ultimo centimetro ha a che fare con la dignità.
EliminaLa fiducia? Tutto il sistema si basa sulla fiducia. Sul l'affidarsi al sistema. Una fiducia con le sembianze di una fede. Fede che ha le sue liturgie ed i suoi sacerdoti. Fede che quando vacilla viene rinforzata dalla propaganda e dai rituali e dalla paura artificiale delle alternative.
Libertarismo significa anche autosufficienza nella libera cooperazione. Libertarismo presuppone coscienza di se stessi e degli altri. Riconoscimento e relazione volontaria.
Probabilmente la libertà, in questi anni, prenderà le forme della liberazione. Cioè, man mano che sarà ridotta, cercherà il recupero della propria negatività. La libertà da arriverà con una nuova liberazione da. Non so come e non so quando e non so chi né dove comincerà questa inversione. Forse è già in cammino ... al margine.
EliminaOvviamente, il mio no gdb non è perentorio ma colloquiale, tra vecchi commentatori. Non dovrei neanche precisarlo, tanto è ovvio.
EliminaTempo fa si disse che la maggiore libertà sta nel riuscire a liberarsi da se stessi. Sono d'accordo se questo significa sbarazzarsi dei demoni interiori e di quelli che ci vengono imposti dall'esterno. Ed, in questo senso, liberarsi, dietro le sbarre, significherebbe riuscire ad estraniarsi rispetto alla propria condizione ed imporsi di rinunciare a tutto ciò che sta fuori.
Beh, forse devo ammettere che possono esserci più modi di sentirsi liberi almeno quanti sono gli individui. A questo punto, però, non ha più senso universale distinguere libertà negativa da libertà positiva, libertà da vs libertà di. E quindi anche i membri di quello che mi pare un gregge, tra loro si sentono profondamente liberi. E naturalmente non hanno alcuna necessità di cambiare la propria percezione soggettiva di libertà. Anzi, il recinto che li circonda è il luogo protetto ideale cui aspiravano ed aspirano. E guai a metterne in discussione la solidità.
Purtroppo per loro, si sbagliano proprio su questo punto. Credono che la storia sia più o meno finita. Hanno conseguito, secondo loro, una stabilità permanente e per questo si oppongono visceralmente a qualsiasi cambiamento ( e l'avversione al mercato libero è avversione al cambiamento ). Pertanto, nessuna meraviglia se i conservatori di oggi sono i progressisti di una volta.
L'incentivo stabilità o quieto vivere è potentissimo. Difficile trascurarlo o rinunciarvi o snobbarlo. Ma è un mito, una illusione, una finzione costruita su basi economiche assurde. Infatti, è costruito su basi politiche. Cioè, su programmi e credenze razionalistiche che hanno come fine ultimo l'edificazione del paradiso in terra. Il frutto perverso della esaltazione di poter manipolare la realtà come dovrebbe essere secondo il piano iniziale.
Alla fine, viviamo alla fine del sogno. Quando lo stesso si rivela un incubo.
Bisogna risvegliarsi! Bisogna aprire gli occhi! Bisogna tornare coi piedi per terra per non trovarcisi col culo...
La fiat dura finchè c'è qualcuno che ti tiene puntata alla tempia un arma, dopodichè crolla....
RispondiEliminaUna sola immagine per spiegare lo scollamento economicamente impossibile tra il prezzo spot dell'oro (attaccato a quel cadavere del paper gold market) e la domanda reale.
EliminaNel frattempo...
RispondiEliminaAsta bot annuali: rendimenti negativi. Borse in leggero rialzo
No, non dovete pizzicarvi per vedere se state sognando. I rendimenti annuali dei bond statali italiani sono stati collocati con rendimenti di -3 bps. Riepiloghiamo la situazione: un paese con un debito ben oltre i €2,000 miliardi, che ha da poco visto le dimissioni del quarto commissario addetto alla spending review, che ha deciso per l'anno prossimo d'aumentare il deficit di bilancio per trovare le "coperture" a promesse insostenibili, che basa l'aumento temporaneo della produzione industriale su uno schema di Ponzi noto come Piano Juncker, che ha un landa sterminata di gente che lavora part-time, ecc. riesce a collocare spazzatura obbligazionaria a rendimenti negativi.
La droga dello zio Mario è potente, ma tale potenza è direttamente proporzionale ai danni che emergono una volta finito l'effetto.