Bibliografia

venerdì 27 novembre 2015

Le stupidaggini di Bernanke





di David Stockman


Gli Stati Uniti e le economie mondiali stanno andando alla deriva, dirette verso la prossima recessione a causa del crollo deflazionistico delle materie prime, delle spese in conto capitale e del commercio mondiale. Queste sono le inevitabili conseguenze della baldoria ventennale del credito globale, la quale ha ormai raggiunto il suo apogeo.

Il boom globale durante tale periodo era in realtà un'escursione guidata dalle banche centrali, le quali hanno condotto le famiglie nelle valli dell'indebitamento per gonfiare i consumi nelle economie dei mercati sviluppati; inoltre hanno scatenato investimenti frenetici ed anti-economici che hanno gonfiato il PIL in Cina e nei mercati emergenti.

Il denominatore comune era la falsificazione dei prezzi degli asset finanziari. Distruggendo un price discovery onesto nei mercati finanziari, il convoglio delle banche centrali mondiali guidato dalla FED ha fatto emergere un enorme eccesso di finanziarizzazione rispetto alla produzione economica.

Il segno cruciale è incarnato nei $185,000 miliardi di crescita del debito nel corso degli ultimi due decenni — un'esplosione stratosferica del credito pari al 3.7X dell'espansione del PIL mondiale.

E anche questo rapporto è un eufemismo. Perché il PIL misurato è stato gonfiato artificialmente dagli investimenti improduttivi a livello mondiale e dalla capacità in eccesso scaturiti dalla bolla del credito. Cioè, quella "crescita" fasulla che secondo le leggi dell'economia sarà liquidata a tempo debito.




Nonostante l'economia globale stia per finire in malora, Bernanke ha dato il via alla giornata con un articolo sul Wall Street Journal dicendo che ha "salvato il mondo".

Poi il mercato azionario ha completato un rally iniziato venerdì scorso, pari a 84 punti (4.5%) sull'indice S&P 500 durante un arco di sette ore di trading. È accaduto in meno tempo rispetto al "missione compiuta" proferito da Bullard lo scorso ottobre.

Così eccoci di nuovo a girare intorno ai 2000 sull'S&P 500 — un livello già raggiunto 440 giorni fa. Indubbiamente il casinò sta reagendo d'impulso, soprattutto perché Goldman ha già sventolato una relazione chiara, pungolando la FED affinché posticipasse il rialzo dei tassi fino a metà dell'anno prossimo.

Il suo capo economista a New York e sosia di B-Dud, Jans Hatzius, ha così informato i clienti:

"[...] un rallentamento della produzione e dell'occupazione può giustificare una politica dei tassi vicino allo zero ancora a lungo, anche nel 2016 o potenzialmente oltre. [...] Ulteriori cattive notizie sulla produzione e sull'occupazione potrebbero potenzialmente causare un grande spostamento delle prospettive riguardo la politica monetaria."



Che Goldman Sachs stia spacciando la follia di 100 mesi consecutivi di tassi a zero nel mercato monetario, non è sorprendente. Non c'è dono più grande per i giocatori d'azzardo che compongono la sua clientela e per i loro carry trade — e soprattutto quando accompagnati dalla certezza assoluta che ci saranno mesi di preavviso prima che la FED possa anche permettere un cambiamento di 25 bps nel costo della speculazione.

L'influenza di Goldman sulla FED è esattamente il motivo per cui il casinò è diventato un pericolo per l'economia di Main Street. Vale a dire, in base al mantra ripetuto da Hatzius-Dudley-Wall Street a favore di un perpetuo allentamento monetario, la FED è diventata una macchina gonfia-bolle, ma gli accademici retrogradi e i burocrati che la gestiscono non hanno idea di quanto sia distruttivo questo modus operandi.

La prova di questa proposizione è la sciocca autogiustificazione di Bernanke stampata sul WSJ di oggi. La cosa più gentile che si possa dire è che ora che sta incassando alla grande, potrebbe permettersi d'assumere un tirocinante più qualificato per scrivere i suoi articoli.

Suddetto pezzo è un insieme imbarazzante di banalità e stupidaggini. Più di ogni altra cosa, non accenna minimamente al fatto che gli Stati Uniti operano in un'economia globale strettamente integrata; che la stessa trama finanziaria è stata gonfiata e distorta dalla leva finanziaria e dalla speculazione alimentate dalle banche centrali; e che le banche centrali di tutto il mondo sono ora impegnate in una corsa disperata per sorreggere la bolla finanziaria che hanno gonfiato da oltre due decenni.

Per esempio, ieri lo zombie-box chiacchierava senza fine sull'improvvisa implosione della DuPont e sull'espulsione del suo CEO. Beh, le sue vendite calanti in Brasile sono dovute tanto alla bolla globale quanto ai cantieri ormai abbandonati del North Dakota.

In quest'ultimo caso, la follia targata Bernanke/Yellen della ZIRP ha fatto impazzire i money manager alla ricerca di rendimenti decenti, necessità che li ha portati ad acquistare il debito dei trivellatori di scisto e dei loro fornitori, figure entrambe dipendenti da un prezzo del petrolio a $75 sui mercati internazionali delle materie prime. Nel primo caso, invece, le vendite record della DuPont in Brasile sono fuoriuscite dalla stampante monetaria di Pechino che ha portato il debito della Cina a salire del 56X in meno di 20 anni.

Proprio così. Il massiccio boom delle esportazioni del Brasile è stato finanziato indirettamente dall'espansione del credito della Cina, il cui debito è salito dai $500 miliardi nel 1995 ai $28,000 miliardi di oggi, secondo le stime prudenti di McKinsey... e probabilmente di più se tutto venisse valutato onestamente.

Eppure i guadagni calanti della DuPont sono stati una sorpresa non solo per gli analisti di Wall Street, ma anche per il suo amministratore delegato. Tutti s'erano abbeverati al Kool-Aid che Bernanke aveva dispensato e di cui parla nel pezzo sul WSJ.

A detta sua, la politica della FED è stata un successo strepitoso poiché ha terminato la crisi finanziaria, ha spinto l'economia americana al suo pieno potenziale (5.1% di disoccupazione) e ha spinto l'inflazione verso l'1.5% o vicino al suo obiettivo del 2.0%.

Infatti Bernanke ha dovuto sopportare gravi difficoltà per vantarsi del successo della FED sul mondo del lavoro:

Ma non c'è dubbio che la situazione dei posti di lavoro oggi è molto più sana di quanto non fosse qualche anno fa. Questo miglioramento (misurato dal tasso di disoccupazione) è stato più rapido di quanto previsto dalla maggior parte degli economisti, sia all'interno che all'esterno della FED.

Beh, come direbbe Bill Clinton, dipende da quello che significa qualche anno fa. Lo zio Ben non ha mai spiegato perché nell'autunno 2008 i mercati finanziari e l'economia di Main Street si siano schiantati. Ma conteggiare la crescita dei posti di lavoro dal fondo della bolla immobiliare e del credito, gonfiate entrambe dalla FED, non prova assolutamente nulla.

Ecco un modo migliore per guardare al mondo dell'occupazione. La relazione sul mondo del lavoro di settembre, ha mostrato che sin dal dicembre 2007 i posti di lavoro sono aumentati di 96,000 unità nell'intera economia degli Stati Uniti al di fuori del Complesso HES (Salute, Istruzione, Servizi Sociali).

Inutile dire che la ZIRP e il QE non hanno avuto assolutamente niente a che fare con l'assunzione di altri operatori sanitari, infermieri e insegnanti. Ma al di fuori di questi domini dipendenti dalle tasse, la repressione finanziaria di Bernanke e la monetizzazione del debito pubblico da $3,500 miliardi hanno a malapena fatto tornare il mondo del lavoro al punto di partenza prima della recessione; e, in realtà, non molto al di là di dove si trovava nel gennaio 2001.

Quindi, vediamo un po'. Il bilancio della FED è cresciuto da $500 miliardi a $4,500 miliardi, o del 9X, durante quel lasso di tempo, ma la crescita dei posti di lavoro al di fuori del Complesso HES è progredita a meno del 2%. Questo è un errore d'arrotondamento da 12,000 unità al mese in un'economia che ha 250 milioni d'adulti.

Ogni lavoro spuntato fuori sin dal dicembre 2009, indicato nel grafico qui sotto, non era affatto un "nuovo" lavoro; era solo un lavoro "rinato", su cui Greenspan aveva reclamato la paternità alcuni anni prima. Ciononostante Bernanke ha il coraggio di vantarsi del successo della FED sul mondo del lavoro e sostiene che il "mercato del lavoro è vicino alla normalità"!




Poi lo zio Ben ha affermato che il tasso di crescita pre-crisi più alto negli Stati Uniti rispetto all'Europa, era un'ulteriore prova della saggezza della FED.

Non esattamente. È la prova che se si scelgono gli intervalli di tempo giusti, si può dimostrare tutto quello che si vuole. In questo caso, l'Europa ha sperimentato un boom più grande prima del picco del 2008 e sin da allora ha subito un contraccolpo più prolungato dovuto ai suoi eccessi. Tra il 1995 e il 2008, per esempio, il PIL reale pro-capite della zona Euro è cresciuto del 2.2% annuo rispetto al 2.0% degli Stati Uniti.




Infatti l'attacco gratuito di Bernanke al ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, per aver respinto costantemente il copione keynesiano e per aver definito onestamente il QE2 come "insensato", è particolarmente fastidioso.

Sin dal picco del boom immobiliare di Greenspan, la Germania ha effettivamente raggiunto un pareggio di bilancio e un tasso leggermente migliore nella crescita del PIL reale (1.1% annuo) rispetto agli Stati Uniti (0.98%). Ovviamente queste piccole differenze non dimostrano affatto che aumentare il debito pubblico ed accendere a manetta la stampante monetaria possa portare al nirvana keynesiano della piena occupazione.




Ma questo non ha fermato il diluvio di sofismi dello zio Ben. In primo luogo ha accusato l'Europa d'aver perseguito una linea di politica troppo "ortodossa", portando come contro-esempio lo stimolo monetario e fiscale attuato da Washington e sottolineando la presunta differenza in termini di prestazioni macro dopo la crisi Lehman.

Ci sono molte differenze tra gli Stati Uniti e l'Europa, ma una in particolare è l'ortodossia economica dell'Europa che fino a poco tempo fa ha bloccato l'uso della politica monetaria o fiscale per favorire la ripresa. La filosofia economica, e non la fattibilità, è l'ostacolo: la Grecia potrebbe avere opzioni limitate, ma la Germania e molti altri paesi no. E la Banca Centrale Europea ha poteri monetari più ampi rispetto alla FED [...]. Il fallimento dell'Europa nell'impiegare una politica monetaria e fiscale aggressiva dopo la crisi finanziaria, rappresenta uno dei motivi per cui la produzione della zona Euro oggi è inferiore di circa lo 0.8% rispetto al picco pre-crisi. Al contrario, la produzione dell'economia statunitense è dell'8.9% superiore al precedente picco — una differenza enorme nelle prestazioni.

Non è così. Com'è evidente dal grafico qui sopra, la crescita della Germania non è ristagnata, eppure era soggetta alle stesse politiche monetarie della BCE che a quanto pare avrebbero limitato il resto della zona Euro. E per completare il catechismo keynesiano di Bernanke, negli ultimi anni la BCE ha ristretto la propria gestione fiscale. Quindi il rapporto debito/PIL della Germania è sceso, ed ora è nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti.




Il fatto è che la stagnazione della zona Euro sin dal 2008 è dovuta ad un eccesso di stimolo monetario e fiscale nei paesi periferici prima della crisi, non all'ortodossia anti-keynesiana della Germania.

Lo zio Ben pensa davvero che il boom immobiliare e il seguente crash della Spagna, non siano stati causati dal denaro gratis e dalle grandi spese pubbliche da parte dei governi spagnoli prima della crisi dei paesi PIIGS? O che la liquidazione inevitabile di queste bolle in Spagna e nel resto dei paesi PIIGS, non sia quello che abbia abbassato il tasso di crescita della zona Euro?

Ma i suoi sofismi non finiscono qui. Infatti dopo ci tiene a farci sapere che la bolla immobiliare e dei servizi finanziari a Londra, è dovuta alle politiche presumibilmente sagge della BOE:

Nel frattempo il Regno Unito sta sperimentando una solida ripresa, soprattutto perché la Banca d'Inghilterra ha perseguito politiche monetarie simili alla FED, sia nei tempi che nella grandezza.

Sovvia! Londra (insieme a New York) è l'epicentro della bolla finanziaria globale. Il boom economico è dovuto alla convergenza dei capitali in fuga da tutto il mondo i quali hanno trovato rifugio lì, incarnanti le vincite russe, cinesi, dei mercati emergenti e degli stati petroliferi.

Sì, la BOE è stata a capo del convoglio degli stampatori folli insieme alla FED e alla BOJ, ma ecco quello che Bernanke non può lontanamente spiegare. Vale a dire, a Londra i prezzi degli immobili sono in crescita del 50% rispetto al picco pre-crisi, mentre i prezzi delle case nel resto del Regno Unito si sono appena mossi e sono ancora al loro livello pre-2008.

La BOE non emette sterline a Londra e nelle denominazioni non-londinesi. Cioè, esiste solo una politica monetaria per tutto il paese e non può assolutamente spiegare da sola queste enormi differenze.

Ciò che le può spiegare è il grafico qui sotto. La grande bolla finanziaria degli ultimi due decenni è globale, perché tutte le banche centrali hanno fatto la stessa cosa. Vale a dire, hanno ampliato radicalmente i loro bilanci, falsificando sistematicamente il tasso di capitalizzazione per gli investimenti a lungo termine e alimentando un crack-up boom che ora sta iniziando a sbocciare visibilmente.




Che Londra abbia finora sperimentato una falsa prosperità in modo sproporzionato, non è dovuto al fatto che il Regno Unito ha assunto un banchiere di Goldman ed ex-banchiere centrale canadese.

È dovuto al fatto che Londra ha buone leggi in materia di proprietà; si parla inglese; ha un grande aeroporto internazionale; è un centro storico del commercio mondiale e della finanza; aderisce strettamente alla regola "non chiedere, non dire" in materia finanziaria; ed ha un clima tollerabile, una ricca cultura e buon cibo.

Detto in modo diverso, non esiste qualcosa come una politica monetaria influenzante un solo paese. Le idiozie di Bernanke arrivano direttamente da una distorsione temporale keynesiana. Infatti ciò è nettamente evidente nella sua apertura, quando parla di ciò che la FED stava facendo sotto la sua presidenza:

"[...] mitigando le recessioni, la politica monetaria può cercare di garantire che l'economia usi al massimo le sue risorse, soprattutto la forza lavoro."

Sì, e che cosa ha fatto aggravare la Grande Recessione a livello mondiale se non le folli politiche monetarie e la conseguente espansione del credito globale da $185,000 miliardi?

Bernanke non l'ha spiegato, ma la sua argomentazione equivale a dire che dapprima le banche centrali gonfiano le bolle, poi scoppiano, poi emergono le recessioni. Dopo di che basta semplicemente ripetere l'operazione, negando d'avere una qualche responsabilità per la crisi economica.

La relazione d'agosto riguardante lo stato del commercio, conteneva cifre che confermano la cecità keynesiana di Bernanke quando si parla di bolle. Vale a dire, le esportazioni USA in quasi tutte le categorie di beni e servizi stanno calando bruscamente dopo la loro temporanea impennata post-crisi causata dalle stampanti monetarie delle principali banche centrali mondiali.

Mentre la deflazione globale acquista vigore, il settore merceologico è stato il primo a manifestare segni d'inversione — con prezzi in calo del 50%, in media. Non a caso lo scorso agosto le esportazioni USA di forniture e materiali industriali sono scese del 20% rispetto al loro picco nel 2014.

Allo stesso modo, le esportazioni di beni globali sono scese del 10% rispetto al picco del 2014, e anche l'esportazione dei servizi di viaggio è scesa del 10%. Cioè, il turismo è stato alimentato dal boom globale, e presto si raffredderà a causa del bust globale.




Inutile dire che sebbene Bernanke si vanti di come avesse riempito la vasca da bagno del PIL con quella cosa eterea chiamata "domanda aggregata", e quindi incanalato l'economia della nazione verso qualcosa di "vicino alla piena occupazione", s'è lasciato scappare un'assurdità davvero incredibile.

Così parlò lo zio Ben riguardo i tassi d'interesse pari a zero per un periodo di tempo prolungato:

Considerando i rischi economici dovuti alle deflazione, così come la probabilità che i tassi d'interesse si possano avvicinare allo zero quando l'inflazione è molto bassa, la FED fissa un obiettivo d'inflazione al 2%, simile a quello della maggior parte delle altre banche centrali di tutto il mondo [...] mantenendo l'inflazione bassa e stabile, la FED può permettere al sistema di funzionare meglio ed aiutare la società nel suo complesso a pianificare per il futuro.

Ma non ha tenuto conto delle decine di milioni di risparmiatori e pensionati di Main Street che sono stati letteralmente espropriati dalla FED.

E soprattutto, non ha parlato dei giocatori nel casinò che ancora una volta saranno condotti al macello dal vangelo keynesiano seguito dalla FED e da Bernanke.

Ahimè, questa è la terza volta in questo secolo. Ormai i giocatori d'azzardo meritano davvero il destino di ritrovarsi da soli a vagare in un deserto finanziario.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. https://en.wikipedia.org/wiki/Permanent_war_economy

    https://en.wikipedia.org/wiki/Military_Keynesianism

    http://www.independent.org/newsroom/article.asp?id=2399

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  2. Risposte
    1. Esattamente quello che fu fatto negli USA per superare la crisi del 1920-21.
      http://francescosimoncelli.blogspot.it/2014/10/la-depressione-dimenticata-del-1920.html

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