Bibliografia

mercoledì 25 novembre 2015

I mercati sono miopi?

Ditemi voi se non viviamo in tempi folli: $26,000 miliardi in bond sovrani tradati al di sotto dell'1% di rendimento e $6,000 miliardi in bond sovrani tradati al di sotto dello 0% di rendimento. Non solo, ma secondo l'articolo di MarketWatch i banchieri centrali delle varie nazioni sono convinti che questa sia la strada "giusta" da seguire e che finora la ripresa economica (nominale) sotto i nostri occhi è dovuta principalmente a queste misure non convenzionali. Ma c'è di peggio perché vorrebbero renderle la norma. Lasciatemi dire che i pianificatori monetari centrali non sono stupidi, sono solamente prigionieri delle menzogne che hanno spacciato finora nell'ambiente economico. Non possono tirarsi indietro. Sono state fatte delle promesse. Quali? Le pensioni. Ogni fondo pensione è costituito solamente da una pila di bond sovrani fruttanti un interesse. Inutile dire che la ZIRP sta cannibalizzando qualsiasi forma di rendimento nell'attuale panorama economico. Stiamo correndo a passi spediti verso il punto in cui ogni unità di debito non rappresenterà più una quantità sempre diminuente di PIL, bensì una quantità sempre più erodente il PIL. Queste sono leggi economiche inviolabili. Questa è la sentenza della legge dei rendimenti decrescenti.
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di Robert P. Murphy


Spesso sentiamo dire che gli investitori sono miopi. Prendono decisioni in base ad un orrizzonte temporale relativamente breve dimenticandosi del lungo periodo. Ecco perché abbiamo bisogno di funzionari dello stato che intervengano con normative, nonché con imposte correttive e sussidi, affinché possano guidare il mercato verso obiettivi sociali di lungo termine. O almeno così recita questa storiella.

Anche se questo punto di vista riguardo mercati e stato è molto comune, è vero esattamente il contrario: i mercati contengono meccanismi sofisticati per la pianificazione a lungo termine, mentre le istituzioni politiche democratiche incoraggiano un pensiero orientato al breve termine.

L'istituzione fondamentale per promuovere una corretta pianificazione è la proprietà privata. Il proprietario di una determinata proprietà ha un incentivo ad intraprendere azioni che ne aumentino il valore di mercato. Si consideri, ad esempio, il proprietario di un deposito di stagno che deve decidere quanto rapidamente estrarre la risorsa.

Coloro che ignorano il funzionamento di un'economia di mercato, potrebbero supporre che il proprietario sia un capitalista avido che voglia "sfruttare la miniera" nel più breve tempo possibile, convogliando tutto lo stagno a vantaggio della generazione attuale e ignorando i bisogni delle generazioni future. Ci basta un momento di riflessione per capire che questa è una sciocchezza.

Il cosiddetto capitalista avido è (come minimo) consapevole che i depositi di stagno — a differenza delle mele e del grano — non si rigenerano in modo naturale anno dopo anno. Una libbra di stagno estratta e venduta quest'anno, significa esattamente una libbra in meno che questo deposito può produrre l'anno successivo. Una volta capito che il capitalista avido non vuole massimizzare le entrate, bensì vuole massimizzare il valore di mercato dello stagno, è ovvio che deve prendere in considerazione il futuro quando prende decisioni nel presente.

In particolare, per massimizzare il valore di mercato dell suo asset, il proprietario dovrebbe estrarre libbre supplementari di stagno nel presente (e mettere il ricavato in un investimento finanziario fruttante un tasso d'interesse di mercato) fino al punto in cui guadagnerebbe un maggior ritorno lasciando nel deposito la libbra di stagno successiva, la quale verrebbe venduta l'anno successivo al prezzo di mercato previsto. Ad esempio, se lo stagno viene venduto oggi a $8 a libbra, e il tasso d'interesse degli asset finanziari è del 10%, allora il proprietario interromperebbe le sue operazioni semmai si dovesse aspettare con fiducia che il prezzo dello stagno l'anno successivo sarà di $8.80, o superiore. (Sto presupponendo che i costi marginali dell'estrazione e della vendita siano gli stessi, di anno in anno, solo per mantenere le cose semplici. Si veda questo articolo sul petrolio per una spiegazione più completa.) Una volta raggiunto questo punto, il migliore "investimento" per le sue unità di stagno aggiuntive sarebbe quello di lasciarle nella miniera, "a maturare", per un altro anno.

Quindi un capitalista avido prende (implicitamente e involontariamente) in considerazione i desideri futuri dei consumatori, quando si occupa della produzione presente. Non viene spinto da preoccupazioni altruiste, ma dall'arricchimento personale. La stessa cosa la vediamo con i prezzi di mercato che guidano gli individui egoisti a promuovere il benessere generale. Se per qualche motivo ci si aspetta che lo stagno diventi scarso in futuro, allora il suo prezzo spot futuro aumenta. Questo spinge i proprietari ad accumulare stagno nel presente, facendone cambiare il prezzo anche nel presente, in previsione del prezzo futuro atteso. I mercati finanziari moderni — con contratti a termine e contratti futures, oltre agli strumenti derivati più esotici — affinano le cose ancora di più, attingendo alla conoscenza dispersa e ai diversi appetiti di rischio di milioni di persone.

Probabilmente i critici di un sistema capitalista si lamenteranno di nuovo a questo punto, affermando che il proprietario avido sta "sottoproducendo lo stagno" e truffando i consumatori di oggi con prezzi artificialmente alti. Ma se le cose stanno così, i critici devono decidersi: vogliamo lo stagno nel presente o nel futuro? Ce n'è una quantità limitata — e questo è il problema.

Anche se ad un particolare proprietario di un deposito di stagno viene diagnosticato un cancro terminale, egli avrà ancora un incentivo a comportarsi in questo modo "efficiente". Il motivo è che può vendere il deposito di stagno a titolo definitivo. Il valore di mercato del deposito rifletterà il flusso (attualizzato) futuro dei proventi netti derivanti dal possesso del deposito e dal suo utilizzo in modo ottimale a tempo indeterminato. Se il proprietario pensa, Beh, se avessi ancora 10 anni da vivere, vorrei che funzionasse così, così e così, allora questa decisione non cambierà solo perché gli rimane un solo anno da vivere. Invece può vendere l'operazione al miglior offerente, tra cui quelle persone che hanno 10 o più anni da vivere.

Così, contrariamente a quanto sostengono i suddetti critici, notiamo che l'economia di mercato contiene meccanismi sofisticati per guidare i proprietari ad agire come amministratori lungimiranti delle risorse naturali esauribili. Invece i funzionari statali che controllano le risorse naturali, non sono sottoposti a tali incentivi. Dato che non possono intascare personalmente i ricavi, o lasciare in eredità il bene ai loro eredi, i funzionari statali hanno l'incentivo a massimizzare i proventi presenti delle risorse naturali sottoposte al loro controllo temporaneo.

Di solito non accade che lo stato venda l'accesso ad una risorsa per massimizzarne le entrate presenti. Ciò che invece accade spesso, è che i funzionari statali accettino offerte privilegiate (ad esempio, una società di registrazione che opera in una foresta demaniale), assicurandosi un rapporto d'affari che andrà a loro beneficio anche dopo che avranno lasciato l'incarico istituzionale.

I proprietari privati in un'economia di libero mercato hanno l'incentivo a massimizzare il valore di lungo termine della loro proprietà, cosa che li porta implicitamente a considerare i desideri delle generazioni future. Invece i funzionari statali si comportano come custodi temporanei che non beneficeranno personalmente del valore di mercato degli asset che controllano.

Quelle società che noleggiano auto sarebbero sciocche a supporre che i loro clienti metterebbero la benzina più costosa nei loro veicoli, anche se i clienti potrebbero farlo se possedessero personalmente l'auto a noleggio. Eppure, per qualche ragione, milioni di elettori pensano che i politici con un mandato di due anni saranno più lungimiranti degli azionisti privati quando sono in ballo le risorse economiche.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Ma esiste ancora un domani?
    Se la ZIRP cannibalizza i rendimenti, la NIRP brucia direttamente i granai. E poi che si fa?
    Che senso ha rinchiudere la società tra la "war on cash" e la "war on terror"?
    Ma davvero lo status quo politicofinanziario, che si regge sul fiatmoney, crede di riuscire a sovvertire la realtà delle cose? Che, cioè, ha portato al collasso l'Occidente e lo sta accompagnando nella tomba?
    Ma la narrazione paternalistica della ripresa quanta gente convince ancora?
    Ma lo comincia a sospettare la gente che tra poco non avrà più neanche la coperta da farsi rimboccare mentre gli raccontano le solite favole per farla addormentare?

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    1. quel è il problema? sono granai fiat. si rifanno. come fossero imposte. anzi, lo sono: patrimoniali. su patrimoni fiat. infatti i beni reali, abitazioni, sono tassate.

      la rendita è la posizione. nessuno lavorera piu. sara tutto gratis, e ce lo faranno pagare caro.

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    2. Ciao a tutti.

      Sugli scenari futuri è necessario tenere d'occhio questa notizia: Cut Oil Supply or Drop Riyal Peg? Saudis Face ‘Critical’ Choice.
      L'unpeg riyal e dollaro potrebbe scatenare le stesse conseguenze impreviste che nel 1998, a seguito dell'unpeg thai-baht/dollaro, portarono al fallimento di LTCM e il sistema finanziario sull'orlo della bancarotta.

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  2. Magistrale Murphy, grazie Francesco per il tuo sempre puntuale lavoro di traduzione :)

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