Bibliografia

giovedì 5 novembre 2015

C'è un'altra bolla subprime pronta ad esplodere





di Bill Bonner


GUALFIN, Argentina – Dow giù di 239 punti ieri – o dell'1.5% – dopo che il Giappone ha fatto registrare il suo più grande rialzo azionario giornaliero in sette anni.

La situazione si sta facendo sempre più interessante.

Se si tratta solo di "volatilità", come sostengono i tipi di Wall Street sulla stampa, probabilmente passerà presto. Tutto andrà bene. Torneremo alle imbecillità di routine prima della fine del mese.

Ma se questi movimenti annunciano un mercato orso, i prezzi delle azioni negli Stati Uniti potrebbero essere tagliati a metà... o più.

E potrebbeero non recuperare per 10 a 20 anni.

Toro o orso, quindi?

Nessuno lo sa naturalmente. Ma ci sembra come se tutta la baracca sia sempre pronta a crollare.

Finora la correzione ha tranciato $12,500 miliardi di utili nei mercati azionari globali. Ci sono poche ragioni per cui le azioni possano risalire... e molte per cui possano scendere ulteriormente.

La crisi finanziaria globale del 2008, era incentrata sul debito ipotecario. Ce n'era troppo che non poteva essere rimborsato. Quando il valore della garanzia – case – è sceso, la bolla è scoppiata.

Oggi i consumatori hanno circa la stessa quantità di debito. Ma ora gli eccessi li ritroviamo nei prestiti per automobili e nel debito degli studenti.

Come potete vedere qui sotto, nel 2007 il totale dei prestiti per automobili era pari a circa $781 miliardi. Oggi ha superato i mille miliardi di dollari.

E nello stesso periodo di tempo i prestiti agli studenti sono più che raddoppiati: $1,300 miliardi.




Anche in questo caso, la garanzia sta perdendo valore.

I prezzi delle automobili usate scendono, poiché i leasing terminano e più auto usate tornano sul mercato.

Per quanto riguarda il debito degli studenti, la "garanzia collaterale" è rappresentata dalla capacità di guadagno della persona che ha acceso il prestito.

Ed ecco un accenno di ciò che sta accadendo: secondo il Center for Immigration Studies, sin dal 2007 tutti i proventi netti nei posti di lavoro sono andati agli immigrati – sia legali che illegali.

E la stragrande maggioranza di questi lavori è emersa nel settore dell'ospitalità – camerieri, anfitrioni, facchini, ecc. (posti di lavoro a basso salario).

Ecco perché i tassi di default dei prestiti agli studenti sono alle stelle. La "garanzia collaterale" non è così buona come i finanziatori pensavano che fosse.

Ma oggi rivolgeremo il nostro sguardo al debito societario, che è salito a $5,200 miliardi rispetto ai $3,200 miliardi nel 2007...

Come abbiamo riportato, i clientelisti ai piani alti hanno approfittato dei tassi ultra bassi della FED per prendere in prestito denaro... acquistare azioni delle proprie aziende... e sguazzare in lauti bonus mentre il resto delle azioni saliva di prezzo.

(Quando le società ricomprano le azioni proprie, le cancellano. Ciò aumenta automaticamente l'utile per azione di quelle in circolazione e ne aumenta il valore.)

Ma la truffa potrebbe essere sul punto di finire. Riporta il Financial Times:

Con una montagna di debiti da $4,000 miliardi in scadenza nei prossimi cinque anni, verrà chiamata in causa la dipendenza delle società americane dal denaro a buon mercato.

Secondo Standard & Poor's le società americane si sono affrettate a siglare oneri finanziari a buon mercato prima del presunto rialzo dei tassi, rifinanziando più di $1,000 miliardi ogni anno tra il 2012 e il 2014.

Condizioni di finanziamento più rigorose segneranno un punto di svolta nella recente abbuffata di debito. Le grandi aziende hanno avuto un accesso facile al denaro, firmando assegni per acquisizioni da miliardi di dollari e per finanziare riacquisti e dividendi – tutti accolti favorevolmente dagli investitori, mentre i prezzi delle azioni sono saliti rispetto ai minimi del 2009.

Ma all'aumentare dei tassi, gli investitori potrebbero sperimentare il rovescio della medaglia dei finanziamenti a basso costo. Gli analisti avvertono che le aziende inizieranno ad andare in default, in particolare nel settore energetico, il quale si è trovato lungo la linea di fuoco poiché i prezzi delle materie prime sono caduti in picchiata.

E' probabile che le teste di legno nei media mainstream diranno che il settore corporativo degli Stati Uniti non è mai stato in forma migliore.

Ma come accade per la frutta, essa inizia a marcire dall'interno sebbene l'esterno sembri ancora buono.

Ecco cos'è successo realmente...

Grazie ad una FED generosa sin dall'inizio della crisi finanziaria, le aziende sono state in grado d'accendere prestiti a tassi d'interesse bassissimi.

E hanno usato molto di questo denaro preso in prestito per aumentare i prezzi delle loro azioni tramite i riacquisti.

Et voilà! Il trucco è davanti ai nostri occhi.

I prezzi delle azioni salgono. E, all'aumentare di tali prezzi, migliora il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio – il quale mostra quanto debito stanno usando le aziende per finanziare la crescita rispetto al valore del loro patrimonio netto.

Le aziende possono avere più debiti... ma per giustificarli possono mostrare un prezzo più elevato delle azioni.

Quando nel 2007 è scoppiata la bolla del debito ipotecario, è stato il segmento più debole – subprime – a detonare per primo. Sarà la stessa cosa per il settore delle corporazioni.

Ecco di nuovo il FT sul debito societario subprime:

Moody's e S&P avvertono che, all'aumentare dei tassi d'interesse, nei prossimi anni potrebbero aumentare anche i default. Tale preoccupazione è stata espressa anche da fondi obbligazionari come Pimco.

Gli analisti di S&P si aspettano che entro il giugno 2016 i tassi d'insolvenza tra le aziende di basso livello possano arrivare al 2.9%, quasi il doppio del tasso nel 2013.

L'elenco di Moody's delle aziende con rating B3 e con outlook negativo o inferiore – i gradini di rating più bassi nello spazio "speculativo" – ha eclissato il 200 registrato per la prima volta nel luglio 2010.

Gli utili societari hanno raggiunto un plateau quest'anno. E i prezzi delle azioni non sono più in costante aumento, come invece è accaduto dopo che l'ultimo mercato orso ha toccato il fondo nel 2009.

Cosa succede quando i creditori non sono più disposti a concedere credito alle corporazioni?

Sappiamo esattamente quello che accade – perché è accaduto già due volte in questo secolo.

Nel 2000 e nel 2008 i prezzi delle azioni sono saliti... e la frutta sembrava più succosa.

Poi il credito è crollato... i prezzi delle azioni sono crollati... e le cose sono tornate ad una situazione più normale – fino a quando i federali non sono tornati di nuovo in azione.

Il nostro consiglio: mangiate la frutta ora.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. ovviamente non interesa a nessuno, se non come teoria austriaca etc, che la borsa scoppi. si, al massimo qualcuno potra perdere qualche soldo, ma amen.
    invece interessa ai grandi della finanza, che sono sempre piu impelagati. perche questo aumento di valori mi pare che abbia reso meno accessibile gli investimenti al parco buoi: se il mercato è sempre piu in bolla, i piccoli conteranno sempre meno. e sarà piu difficile fare il solito gioco di scaricargli sopra le perdite per deflazionare (ridurre il valore delle loro azioni, e pertanto il loro "credito"). magari sbaglio, ma qui la festa continua, avendo come corrispettivo le allegre misure di cui abbiamo gia parlato (zirp, nirp, contante etc). è un momento dove ci si gioca molto, e la battaglia si fa dura. quindi scostamenti del 10, 15, recuperi, movimenti laterali. ma non grandi crolli. ci sta troppo in gioco. e se crolla, questa volta crolla facendo male al sistema intero. sarà evitato ad ogni costo, la guerra è guerra.

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    1. Ciao gdb.

      Puoi scommetterci che faranno di tutto per tenere in piedi questo spettacolo grottesco. Il problema per i pianificatori centrali è che non hanno abolito il ciclo economico. L'hanno messo in congelatore e così hanno creduto di poter evitare i pericoli che si annidano nel perseguire atteggiamenti fiscalmente ed economicamente sconsiderati. La patetica farsa del rialzo dei tassi, poi, è davvero ridicola. Nessuno vi presta attenzione e nessuno scappa in preda al panico perché i ldenaro gratis è un anestetico ben superiore; e la fugacità della vita ci ricorda come sia meglio pensare al presente piuttosto che al futuro. Infatti gli Austriaci lo ripetono spesso: gli attori di mercato tendono a preferire un oggetto oggi rispetto ad uno in futuro... a meno di adeguati incentivi. A maggior ragione, quindi, il teatro Kabuki verrà mandato avanti.

      Il problema è che trader e dealer credono ciecamente nei pianificatori centrali. Nonostante due delle bolle più distruttive scoppiate nell'arco di soli 15 anni, la fiducia nei pianificatori monetari centrali è ancora alta. Questo può essere sia un vantaggio che uno svantaggio. Vantaggio: si cavalcano le bolle e nonostante le bolle distruttive i pianificatori monetari centrali sono riusciti a salvare la baracca. Svantaggio: si ripone fiducia in un manipolo di individui che non hanno idea di dove andrà il mercato e manipolando i mercato offuscano progressivamnete i segnali di mercato. Anche questa volta trade e dealer pensano che, in base alle teorie economiche maisntream, i pianificatori centrali riusciranno a salvare la baracca. Pensano che sarà una questione di tempismo. Pensano che sia una questione d'investimenti azzeccati. Non avendo uno straccio di teoria economica basata su una metodologia epistemologica chiara, si aspettano una turbolenza passeggera. Non si preoccupano dello stato del bacino dei risparmi reali. Non si preoccupano di un hedging al di fuori del commercial paper market. Pensano che rietreranno nella bisca clandestina il più presto possibile. Quindi si lasceranno andare.

      Poi lasceranno tutto nelle mani della FED, aspettando e battendo i piedi a terra in segno di impazienza. Non capiscono causa ed effetto. Credono che essa sia a capo del libero mercato. Per questo rimarranno scottati. E con essi tutti quelli che vorranno entrare nel casinò (la IPO di Poste Italiane e IBL banca serve proprio a questo) quando la festa sta per finire. Qui, in realtà, non ci sono in gioco dividendi e redditi, qui in realtà c'è in gioco la prova regina che tutti gl iamanti della libertà economica stavano aspettando da circa 100 anni a questa parte: l'onnipotenza delle banche centrali è un bluff. E' questa la vera crisi in atto e sin dal 2008 la sua magnitudine è aumentata. Quindi, che la prossima crisi sia grande, piccola o media, non importa... il dado è ormai tratto.

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  2. "Credono che essa (la fed) sia a capo del libero mercato"... spettacolare... la riciclo su fb :) :) :)

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