Se fate una ricerca qui sul blog usando le parole chiave "Ellen Brown", scoprirete quanto tempo ho dedicato a confutare le pazzie di questo avvocato sconclusionato che ha abbracciato in tutto e per tutto la religione del denaro fiat. Non solo, ma ora ha portato alle estreme conseguenze le sue convinzioni abbracciando le folli teorie di Gesell. Negli articoli dedicati a lei ho fatto a pezzi le sue teorie paragrafo dopo paragrafo, frase dopo frase, pazzia dopo pazzia. Fate la ricerca, ne troverete di più. Nel suo ultimo articolo ripropone il vecchio cavallo di battaglia: se consegnassimo la stampante nelle mani dello stato e con essa stampasse tanti bei foglietti di carta colorata scoperti, vivremmo nel paese dei balocchi. In questo modo si potrebbe ripagare il debito pubblico, pagare i servizi previdenziali, abolire le tasse e il tutto coronato da un'assenza d'inflazione dei prezzi. Probabilmente non s'è accorta che durante la Guerra Civile negli Stati Uniti, ad esempio, fu perseguita tale strategia con i greenback e l'inflazione dei prezzi schizzò in alto del 75%. La Brown fa parte di quel movimento che sorse proprio in quel periodo: i greenbacker. Questi dementi favoriscono una moneta fiat scoperta che lo stato può manipolare a piacimento affinché i debitori possano godere di un cosiddetto "free ride". Sin dal 1896 sono stati ai margini della politica, anno in cui il loro minuscolo partito scomparve. Da allora hanno sempre cercato una voce a cui affidare le loro teorie sciroccate per diffonderle. C'hanno provato con Gertrude Coogan, ma hanno fallito. Ora è il turno della Brown e anche lei sta fallendo. Qualunque cosa abbia appoggiato questa sciroccata monetaria ha fallito vistosamente, dal QE2 alla banca del North Dakota. L'unica mossa vincente dei greenbacker è stata quella d'affiliarsi al movimento anti-Federal Reserve, ciononostante rimangono lo stesso dei populisti radicali a favore di una moneta fiat scoperta che definiscono "moneta sovrana". In sintesi, Ellen Brown è una keynesiana, mercantilista e populista che vuole un welfare state universale attraverso un'espansione indiscriminata dello stato. Per il bene dei suoi clienti spero che sia più capace come avvocato.
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di Bill Bonner
LONDRA – Interrompiamo la nostra serie "cosa fare se non avete soldi" per fornire un aggiornamento a chi li sta perdendo.
(Potete leggere le Parti I e II di tale serie qui e qui.)
Durante tutto quest'anno qual è stato il posto migliore per i vostri soldi?
Contanti!
Rispetto al denaro, quasi tutto il resto è sceso.
Ci stiamo dirigendo verso il peggior trimestre per le azioni sin dal 2011, questo è quanto riferisce l'articolo principale di oggi sul Financial Times.
Negli ultimi tre mesi i mercati azionari globali hanno perso $10,000 miliardi del loro valore.
Cosa? Dov'è andata a finire tutta quella ricchezza di carta?
I veterani dicono che è finita nel "paradiso del denaro".
Non ne siamo così sicuri. Ma ci fermiamo. Guardiamo. Osserviamo come faremmo con un cadavere. Che cos'è successo alla sua forza vitale? Dov'è andata? Perché non c'è più?
Non abbiamo alcuna risposta. Ma guardare una svendita sul mercato azionario è come guardare una bara aperta: siamo in soggezione davanti al potere degli dei nel prendere e nel dare.
Non chiedono il permesso a nessuno. Seguono il loro copione (che non hanno mai rivelato ai mortali).
E se in realtà quei $10,000 miliardi non fossero mai esistiti? Tanto facile averli quanto perderli, giusto?
Beh... sì... e no. Di solito è un piacere dare il benvenuto ad un bambino, ma un funerale può essere doloroso. E ognuno di quei dollari – ora diretti verso il paradiso o l'inferno – mancherà a qualcuno.
Ieri il Dow è salito di 154 punti, a 16,049.
Ciò ha lasciato il mercato azionario sopravvalutato di circa 8,000 punti. Almeno questa è la valutazione del miliardario e leggenda di Wall Street, Carl Icahn.
L'attuale rapporto prezzo-utili per il Dow è di 15, dice, e "la metà sono stronz**e."
"Il denaro parla e le stronz**e circolano," recita quel vecchio detto. E a volte le stronz**e escono fuori dalla porta... portandosi dietro anche i soldi.
Questo è ciò che sta accadendo in questo trimestre.
E non solo negli Stati Uniti. Le perdite maggiori sono state registrate all'estero. Il Giappone, ad esempio, merita una nota tutta sua.
Come ricorderete, il nostro consiglio era quello di vendere i titoli di stato giapponesi (JGB) e comprare azioni giapponesi.
Dopo un quarto di secolo di mercato orso, abbiamo pensato che gli investitori giapponesi volessero prendersi una pausa. E le obbligazioni giapponesi erano state iper-comprate per così tanto tempo, che il mercato in JGB avrebbe incontrato difficoltà.
Questo trade sembrava abbastanza buono un paio di settimane fa. Le azioni giapponesi sono aumentate di quasi il 20% solo quest'anno in termini di dollari.
Questo è accaduto in gran parte grazie al piano del primo ministro Shinzo Abe: svalutare lo yen... una delle sue cosiddette Tre Frecce. Ma come tutti i piani dei funzionari pubblici per manipolare la macroeconomia, anche questo s'è rivelato la solita stronz**a.
Invece di stimolare l'economia, le prime due frecce di Abe – allentamento monetario e fiscale – hanno colpito gli organi vitali, portandosi via quel poco di vita ancora rimasta.
Il Giappone è ora sull'orlo di una recessione tecnica.
La sua economia s'è contratta nel secondo trimestre. Ed è sul punto di ripetere la stessa performance nel trimestre appena terminato.
In realtà, i risultati sono stati così deludenti che Abe ha dimenticato la sua terza freccia – riforme strutturali – e invece ha preso una nuova faretra con il solito assortimento di sproloqui economici e politici.
Ma alla fine le stronz**e sono uscite fuori dalla porta, con le azioni giapponesi che hanno perso tutti i guadagni di quest'anno. L'economia giapponese si sta contraendo. E la deflazione è tornata in vita il giorno dopo che Abe l'aveva dichiarata morta.
E ora arriva Etsuro Honda, un consigliere speciale di Abe e spesso descritto come un "architetto" dell'Abenomics.
Honda afferma che potrebbe essere prematuro dire che il Giappone è in recessione. Invece egli descrive l'economia come "statica".
Nell'intervista di ieri sul Financial Times Honda non s'è preso alcuna colpa per il rallentamento economico del paese, nonostante ne sia chiaramente il responsabile.
Invece si propone d'andare in modalità "ritardato totale" visto che vuole implementare politiche ancora più imbecilli.
Temiamo che questo non sia solo uno spettacolo stravagante. E' molto più simile ad un melodramma.
Negli ultimi tre decenni il Giappone ha guidato il mondo – prima con una bolla speculativa insostenibile negli anni '80... poi con un crollo... seguito da una lunga recessione altalenante.
I federali giapponesi hanno provato ogni trucco per rilanciare l'economia – ad eccezione di quello che avrebbe funzionato.
Lo stato ha preso in prestito e ha speso (in percentuale dell'economia) più di ogni altra nazione. E ha inventato la ZIRP e il QE come strumenti di politica monetaria.
Ma ora è diventato "urgente", dice Honda, rincarare la dose.
Non ha fatto già abbastanza? Potreste chiedervi.
Pare proprio di no... infatti egli propone più QQE (che sta per "qualitative and quantitative easing").
Quanto diventerà grottesca questa situazione?
La nostra bocca è spalancata. Che cos'è questa strana bestia dinoccolata nell'Eccles Building (la sede della FED)... pronta a nascere?
L'idea alla base del quantitative easing del Giappone era quella d'AUMENTARE la quantità di denaro nel sistema in modo da DIMINUIRE la qualità di ogni unità.
E' stato espressamente pensato per svalutare lo yen in modo che i consumatori si fossero sbarazzati della loro moneta più velocemente. Il QQE non ha senso... anche secondo i termini perversi della moderna ingerenza bancaria centrale.
Ma aspettate, c'è di più. Honda dice che sarà accompagnato da un "bilancio suppletivo, concentrandoci sulla carenza di reddito delle famiglie a medio e basso reddito."
Questa proposta di spese supplementari viene finanziata con le tasse. Ma in tutto il mondo il supporto per il cosiddetto "QE per il Popolo" è in crescita.
L'idea alla base del "QE per il Popolo" è che le banche centrali dovrebbero finanziare in modo diretto la spesa pubblica... e addirittura iniettare denaro direttamente nei conti bancari delle famiglie, se necessario.
E l'idea sta prendendo piede.
Già la Banca Centrale Europea sta comprando obbligazioni della Banca Europea per gli Investimenti, un'istituzione europea che finanzia progetti per infrastrutture.
E il nuovo leader del partito laburista britannico, Jeremy Corbyn, sta sostenendo una versione inglese di questo schema.
Ah-ah! E' questo il mostro che sta sbucando dalla tana!
Chiamatelo "finanziamento monetario palese." Chiamatelo "denaro dagli elicotteri." Chiamatelo "folle". Ma non sarà impopolare.
Chi protesterà quando i federali inizieranno a consegnare pacchi di soldi a "famiglie a medio e basso reddito"?
Aspettiamo. Guardiamo. Ci chiediamo come i giapponesi cercheranno di riportare in vita l'economia che hanno cercato così alacremente d'uccidere.
E ora, in tutto il mondo, anche i pianificatori centrali, i banchieri e i politici stanno guardando.
"Dovunque andrà la Banca del Giappone, c'andrò anch'io", dicono.
Rimanete sintonizzati…
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
lunedì 30 novembre 2015
venerdì 27 novembre 2015
Le stupidaggini di Bernanke
di David Stockman
Gli Stati Uniti e le economie mondiali stanno andando alla deriva, dirette verso la prossima recessione a causa del crollo deflazionistico delle materie prime, delle spese in conto capitale e del commercio mondiale. Queste sono le inevitabili conseguenze della baldoria ventennale del credito globale, la quale ha ormai raggiunto il suo apogeo.
Il boom globale durante tale periodo era in realtà un'escursione guidata dalle banche centrali, le quali hanno condotto le famiglie nelle valli dell'indebitamento per gonfiare i consumi nelle economie dei mercati sviluppati; inoltre hanno scatenato investimenti frenetici ed anti-economici che hanno gonfiato il PIL in Cina e nei mercati emergenti.
Il denominatore comune era la falsificazione dei prezzi degli asset finanziari. Distruggendo un price discovery onesto nei mercati finanziari, il convoglio delle banche centrali mondiali guidato dalla FED ha fatto emergere un enorme eccesso di finanziarizzazione rispetto alla produzione economica.
Il segno cruciale è incarnato nei $185,000 miliardi di crescita del debito nel corso degli ultimi due decenni — un'esplosione stratosferica del credito pari al 3.7X dell'espansione del PIL mondiale.
E anche questo rapporto è un eufemismo. Perché il PIL misurato è stato gonfiato artificialmente dagli investimenti improduttivi a livello mondiale e dalla capacità in eccesso scaturiti dalla bolla del credito. Cioè, quella "crescita" fasulla che secondo le leggi dell'economia sarà liquidata a tempo debito.
Nonostante l'economia globale stia per finire in malora, Bernanke ha dato il via alla giornata con un articolo sul Wall Street Journal dicendo che ha "salvato il mondo".
Poi il mercato azionario ha completato un rally iniziato venerdì scorso, pari a 84 punti (4.5%) sull'indice S&P 500 durante un arco di sette ore di trading. È accaduto in meno tempo rispetto al "missione compiuta" proferito da Bullard lo scorso ottobre.
Così eccoci di nuovo a girare intorno ai 2000 sull'S&P 500 — un livello già raggiunto 440 giorni fa. Indubbiamente il casinò sta reagendo d'impulso, soprattutto perché Goldman ha già sventolato una relazione chiara, pungolando la FED affinché posticipasse il rialzo dei tassi fino a metà dell'anno prossimo.
Il suo capo economista a New York e sosia di B-Dud, Jans Hatzius, ha così informato i clienti:
"[...] un rallentamento della produzione e dell'occupazione può giustificare una politica dei tassi vicino allo zero ancora a lungo, anche nel 2016 o potenzialmente oltre. [...] Ulteriori cattive notizie sulla produzione e sull'occupazione potrebbero potenzialmente causare un grande spostamento delle prospettive riguardo la politica monetaria."
Che Goldman Sachs stia spacciando la follia di 100 mesi consecutivi di tassi a zero nel mercato monetario, non è sorprendente. Non c'è dono più grande per i giocatori d'azzardo che compongono la sua clientela e per i loro carry trade — e soprattutto quando accompagnati dalla certezza assoluta che ci saranno mesi di preavviso prima che la FED possa anche permettere un cambiamento di 25 bps nel costo della speculazione.
L'influenza di Goldman sulla FED è esattamente il motivo per cui il casinò è diventato un pericolo per l'economia di Main Street. Vale a dire, in base al mantra ripetuto da Hatzius-Dudley-Wall Street a favore di un perpetuo allentamento monetario, la FED è diventata una macchina gonfia-bolle, ma gli accademici retrogradi e i burocrati che la gestiscono non hanno idea di quanto sia distruttivo questo modus operandi.
La prova di questa proposizione è la sciocca autogiustificazione di Bernanke stampata sul WSJ di oggi. La cosa più gentile che si possa dire è che ora che sta incassando alla grande, potrebbe permettersi d'assumere un tirocinante più qualificato per scrivere i suoi articoli.
Suddetto pezzo è un insieme imbarazzante di banalità e stupidaggini. Più di ogni altra cosa, non accenna minimamente al fatto che gli Stati Uniti operano in un'economia globale strettamente integrata; che la stessa trama finanziaria è stata gonfiata e distorta dalla leva finanziaria e dalla speculazione alimentate dalle banche centrali; e che le banche centrali di tutto il mondo sono ora impegnate in una corsa disperata per sorreggere la bolla finanziaria che hanno gonfiato da oltre due decenni.
Per esempio, ieri lo zombie-box chiacchierava senza fine sull'improvvisa implosione della DuPont e sull'espulsione del suo CEO. Beh, le sue vendite calanti in Brasile sono dovute tanto alla bolla globale quanto ai cantieri ormai abbandonati del North Dakota.
In quest'ultimo caso, la follia targata Bernanke/Yellen della ZIRP ha fatto impazzire i money manager alla ricerca di rendimenti decenti, necessità che li ha portati ad acquistare il debito dei trivellatori di scisto e dei loro fornitori, figure entrambe dipendenti da un prezzo del petrolio a $75 sui mercati internazionali delle materie prime. Nel primo caso, invece, le vendite record della DuPont in Brasile sono fuoriuscite dalla stampante monetaria di Pechino che ha portato il debito della Cina a salire del 56X in meno di 20 anni.
Proprio così. Il massiccio boom delle esportazioni del Brasile è stato finanziato indirettamente dall'espansione del credito della Cina, il cui debito è salito dai $500 miliardi nel 1995 ai $28,000 miliardi di oggi, secondo le stime prudenti di McKinsey... e probabilmente di più se tutto venisse valutato onestamente.
Eppure i guadagni calanti della DuPont sono stati una sorpresa non solo per gli analisti di Wall Street, ma anche per il suo amministratore delegato. Tutti s'erano abbeverati al Kool-Aid che Bernanke aveva dispensato e di cui parla nel pezzo sul WSJ.
A detta sua, la politica della FED è stata un successo strepitoso poiché ha terminato la crisi finanziaria, ha spinto l'economia americana al suo pieno potenziale (5.1% di disoccupazione) e ha spinto l'inflazione verso l'1.5% o vicino al suo obiettivo del 2.0%.
Infatti Bernanke ha dovuto sopportare gravi difficoltà per vantarsi del successo della FED sul mondo del lavoro:
Ma non c'è dubbio che la situazione dei posti di lavoro oggi è molto più sana di quanto non fosse qualche anno fa. Questo miglioramento (misurato dal tasso di disoccupazione) è stato più rapido di quanto previsto dalla maggior parte degli economisti, sia all'interno che all'esterno della FED.
Beh, come direbbe Bill Clinton, dipende da quello che significa qualche anno fa. Lo zio Ben non ha mai spiegato perché nell'autunno 2008 i mercati finanziari e l'economia di Main Street si siano schiantati. Ma conteggiare la crescita dei posti di lavoro dal fondo della bolla immobiliare e del credito, gonfiate entrambe dalla FED, non prova assolutamente nulla.
Ecco un modo migliore per guardare al mondo dell'occupazione. La relazione sul mondo del lavoro di settembre, ha mostrato che sin dal dicembre 2007 i posti di lavoro sono aumentati di 96,000 unità nell'intera economia degli Stati Uniti al di fuori del Complesso HES (Salute, Istruzione, Servizi Sociali).
Inutile dire che la ZIRP e il QE non hanno avuto assolutamente niente a che fare con l'assunzione di altri operatori sanitari, infermieri e insegnanti. Ma al di fuori di questi domini dipendenti dalle tasse, la repressione finanziaria di Bernanke e la monetizzazione del debito pubblico da $3,500 miliardi hanno a malapena fatto tornare il mondo del lavoro al punto di partenza prima della recessione; e, in realtà, non molto al di là di dove si trovava nel gennaio 2001.
Quindi, vediamo un po'. Il bilancio della FED è cresciuto da $500 miliardi a $4,500 miliardi, o del 9X, durante quel lasso di tempo, ma la crescita dei posti di lavoro al di fuori del Complesso HES è progredita a meno del 2%. Questo è un errore d'arrotondamento da 12,000 unità al mese in un'economia che ha 250 milioni d'adulti.
Ogni lavoro spuntato fuori sin dal dicembre 2009, indicato nel grafico qui sotto, non era affatto un "nuovo" lavoro; era solo un lavoro "rinato", su cui Greenspan aveva reclamato la paternità alcuni anni prima. Ciononostante Bernanke ha il coraggio di vantarsi del successo della FED sul mondo del lavoro e sostiene che il "mercato del lavoro è vicino alla normalità"!
Poi lo zio Ben ha affermato che il tasso di crescita pre-crisi più alto negli Stati Uniti rispetto all'Europa, era un'ulteriore prova della saggezza della FED.
Non esattamente. È la prova che se si scelgono gli intervalli di tempo giusti, si può dimostrare tutto quello che si vuole. In questo caso, l'Europa ha sperimentato un boom più grande prima del picco del 2008 e sin da allora ha subito un contraccolpo più prolungato dovuto ai suoi eccessi. Tra il 1995 e il 2008, per esempio, il PIL reale pro-capite della zona Euro è cresciuto del 2.2% annuo rispetto al 2.0% degli Stati Uniti.
Infatti l'attacco gratuito di Bernanke al ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, per aver respinto costantemente il copione keynesiano e per aver definito onestamente il QE2 come "insensato", è particolarmente fastidioso.
Sin dal picco del boom immobiliare di Greenspan, la Germania ha effettivamente raggiunto un pareggio di bilancio e un tasso leggermente migliore nella crescita del PIL reale (1.1% annuo) rispetto agli Stati Uniti (0.98%). Ovviamente queste piccole differenze non dimostrano affatto che aumentare il debito pubblico ed accendere a manetta la stampante monetaria possa portare al nirvana keynesiano della piena occupazione.
Ma questo non ha fermato il diluvio di sofismi dello zio Ben. In primo luogo ha accusato l'Europa d'aver perseguito una linea di politica troppo "ortodossa", portando come contro-esempio lo stimolo monetario e fiscale attuato da Washington e sottolineando la presunta differenza in termini di prestazioni macro dopo la crisi Lehman.
Ci sono molte differenze tra gli Stati Uniti e l'Europa, ma una in particolare è l'ortodossia economica dell'Europa che fino a poco tempo fa ha bloccato l'uso della politica monetaria o fiscale per favorire la ripresa. La filosofia economica, e non la fattibilità, è l'ostacolo: la Grecia potrebbe avere opzioni limitate, ma la Germania e molti altri paesi no. E la Banca Centrale Europea ha poteri monetari più ampi rispetto alla FED [...]. Il fallimento dell'Europa nell'impiegare una politica monetaria e fiscale aggressiva dopo la crisi finanziaria, rappresenta uno dei motivi per cui la produzione della zona Euro oggi è inferiore di circa lo 0.8% rispetto al picco pre-crisi. Al contrario, la produzione dell'economia statunitense è dell'8.9% superiore al precedente picco — una differenza enorme nelle prestazioni.
Non è così. Com'è evidente dal grafico qui sopra, la crescita della Germania non è ristagnata, eppure era soggetta alle stesse politiche monetarie della BCE che a quanto pare avrebbero limitato il resto della zona Euro. E per completare il catechismo keynesiano di Bernanke, negli ultimi anni la BCE ha ristretto la propria gestione fiscale. Quindi il rapporto debito/PIL della Germania è sceso, ed ora è nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti.
Il fatto è che la stagnazione della zona Euro sin dal 2008 è dovuta ad un eccesso di stimolo monetario e fiscale nei paesi periferici prima della crisi, non all'ortodossia anti-keynesiana della Germania.
Lo zio Ben pensa davvero che il boom immobiliare e il seguente crash della Spagna, non siano stati causati dal denaro gratis e dalle grandi spese pubbliche da parte dei governi spagnoli prima della crisi dei paesi PIIGS? O che la liquidazione inevitabile di queste bolle in Spagna e nel resto dei paesi PIIGS, non sia quello che abbia abbassato il tasso di crescita della zona Euro?
Ma i suoi sofismi non finiscono qui. Infatti dopo ci tiene a farci sapere che la bolla immobiliare e dei servizi finanziari a Londra, è dovuta alle politiche presumibilmente sagge della BOE:
Nel frattempo il Regno Unito sta sperimentando una solida ripresa, soprattutto perché la Banca d'Inghilterra ha perseguito politiche monetarie simili alla FED, sia nei tempi che nella grandezza.
Sovvia! Londra (insieme a New York) è l'epicentro della bolla finanziaria globale. Il boom economico è dovuto alla convergenza dei capitali in fuga da tutto il mondo i quali hanno trovato rifugio lì, incarnanti le vincite russe, cinesi, dei mercati emergenti e degli stati petroliferi.
Sì, la BOE è stata a capo del convoglio degli stampatori folli insieme alla FED e alla BOJ, ma ecco quello che Bernanke non può lontanamente spiegare. Vale a dire, a Londra i prezzi degli immobili sono in crescita del 50% rispetto al picco pre-crisi, mentre i prezzi delle case nel resto del Regno Unito si sono appena mossi e sono ancora al loro livello pre-2008.
La BOE non emette sterline a Londra e nelle denominazioni non-londinesi. Cioè, esiste solo una politica monetaria per tutto il paese e non può assolutamente spiegare da sola queste enormi differenze.
Ciò che le può spiegare è il grafico qui sotto. La grande bolla finanziaria degli ultimi due decenni è globale, perché tutte le banche centrali hanno fatto la stessa cosa. Vale a dire, hanno ampliato radicalmente i loro bilanci, falsificando sistematicamente il tasso di capitalizzazione per gli investimenti a lungo termine e alimentando un crack-up boom che ora sta iniziando a sbocciare visibilmente.
Che Londra abbia finora sperimentato una falsa prosperità in modo sproporzionato, non è dovuto al fatto che il Regno Unito ha assunto un banchiere di Goldman ed ex-banchiere centrale canadese.
È dovuto al fatto che Londra ha buone leggi in materia di proprietà; si parla inglese; ha un grande aeroporto internazionale; è un centro storico del commercio mondiale e della finanza; aderisce strettamente alla regola "non chiedere, non dire" in materia finanziaria; ed ha un clima tollerabile, una ricca cultura e buon cibo.
Detto in modo diverso, non esiste qualcosa come una politica monetaria influenzante un solo paese. Le idiozie di Bernanke arrivano direttamente da una distorsione temporale keynesiana. Infatti ciò è nettamente evidente nella sua apertura, quando parla di ciò che la FED stava facendo sotto la sua presidenza:
"[...] mitigando le recessioni, la politica monetaria può cercare di garantire che l'economia usi al massimo le sue risorse, soprattutto la forza lavoro."
Sì, e che cosa ha fatto aggravare la Grande Recessione a livello mondiale se non le folli politiche monetarie e la conseguente espansione del credito globale da $185,000 miliardi?
Bernanke non l'ha spiegato, ma la sua argomentazione equivale a dire che dapprima le banche centrali gonfiano le bolle, poi scoppiano, poi emergono le recessioni. Dopo di che basta semplicemente ripetere l'operazione, negando d'avere una qualche responsabilità per la crisi economica.
La relazione d'agosto riguardante lo stato del commercio, conteneva cifre che confermano la cecità keynesiana di Bernanke quando si parla di bolle. Vale a dire, le esportazioni USA in quasi tutte le categorie di beni e servizi stanno calando bruscamente dopo la loro temporanea impennata post-crisi causata dalle stampanti monetarie delle principali banche centrali mondiali.
Mentre la deflazione globale acquista vigore, il settore merceologico è stato il primo a manifestare segni d'inversione — con prezzi in calo del 50%, in media. Non a caso lo scorso agosto le esportazioni USA di forniture e materiali industriali sono scese del 20% rispetto al loro picco nel 2014.
Allo stesso modo, le esportazioni di beni globali sono scese del 10% rispetto al picco del 2014, e anche l'esportazione dei servizi di viaggio è scesa del 10%. Cioè, il turismo è stato alimentato dal boom globale, e presto si raffredderà a causa del bust globale.
Inutile dire che sebbene Bernanke si vanti di come avesse riempito la vasca da bagno del PIL con quella cosa eterea chiamata "domanda aggregata", e quindi incanalato l'economia della nazione verso qualcosa di "vicino alla piena occupazione", s'è lasciato scappare un'assurdità davvero incredibile.
Così parlò lo zio Ben riguardo i tassi d'interesse pari a zero per un periodo di tempo prolungato:
Considerando i rischi economici dovuti alle deflazione, così come la probabilità che i tassi d'interesse si possano avvicinare allo zero quando l'inflazione è molto bassa, la FED fissa un obiettivo d'inflazione al 2%, simile a quello della maggior parte delle altre banche centrali di tutto il mondo [...] mantenendo l'inflazione bassa e stabile, la FED può permettere al sistema di funzionare meglio ed aiutare la società nel suo complesso a pianificare per il futuro.
Ma non ha tenuto conto delle decine di milioni di risparmiatori e pensionati di Main Street che sono stati letteralmente espropriati dalla FED.
E soprattutto, non ha parlato dei giocatori nel casinò che ancora una volta saranno condotti al macello dal vangelo keynesiano seguito dalla FED e da Bernanke.
Ahimè, questa è la terza volta in questo secolo. Ormai i giocatori d'azzardo meritano davvero il destino di ritrovarsi da soli a vagare in un deserto finanziario.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
giovedì 26 novembre 2015
Guida alla sopravvivenza dei baby boomer – Parte 2
di Bill Bonner
LONDRA – Oggi continuiamo il nostro discorso filosofico su quello che dovreste fare se foste a corto di tempo e denaro. (Qui trovate la Parte 1.)
Da dove cominciamo? Come accumulare ulteriore ricchezza? O come perderla?
Il modo per perderla è semplice. Comprate qualcosa che non vale i soldi che l'avete pagata. Siete istantaneamente più poveri, che lo sappiate o meno.
Questo è ciò che sta accadendo oggi agli investitori nel mercato azionario. Le azioni non valevano il prezzo a cui le avevano comprate; ora il mercato li sta informando di questa realtà.
Ieri il Dow è sceso di quasi il 2%, a 16,002 punti. Prossima fermata: 15,000.
"E' un mercato orso", dice Jim Cramer. Sarà un "bagno di sangue", dice l'investitore miliardario Carl Icahn.
Non lo sappiamo. Ma la nostra ipotesi è che tra 10 anni a partire da oggi, le vostre azioni non varranno più di quanto valgono oggi.
I più grandi perdenti di ieri sono stati coloro che hanno puntato sulle materie prime e sul settore biotech.
Beh, Glencore – una delle più grandi società di risorse del mondo – è una di quelle società che sta colando a picco. Finora le sue azioni hanno perso il 75% del loro valore.
Se i prezzi delle materie prime rimarranno a questi livelli bassi, alla fine dell'anno non potrebbero valere più nulla. Glencore potrebbe finire come Lehman Brothers...
Ieri il settore biotech ha trascinato giù il Nasdaq. Ma sin dal 2009 è ancora su del 425%. In altre parole, può ancora scendere di parecchio.
Icahn, tra l'altro, sembra essere diventato il consulente di Donald Trump. Questa è una cosa buona. Il candidato alla presidenza ha bisogno di consigli.
Ieri Trump ha presentato il suo piano fiscale. Secondo noi era buono e dobbiamo dargliene credito. Pochi politici di carriera che aspirano allo Studio Ovale oserebbero attuare una profonda revisione del codice erariale.
Nel corso degli anni ogni maiale in America ha cercato d'imporre qualcosa. Ma sotto vari punti di vista Trump è piacevolmente ingenuo.
Spesso non sa di cosa sta parlando; non è stato istruito con accuratezza dai clientelisti.
Ma torniamo a come perdere i soldi e a come farli.
Questa mattina presto abbiamo lasciato Parigi. Era ancora buio.
Le giornate si accorciano... e sono umide... e diventano uggiose. Il marciapiede era bagnato, ricoperto da foglie in decomposizione. Il senso di malinconia rende le giornate autunnali particolarmente piacevoli, come gli ultimi morsi di un buonissimo dolce.
E stamani su Parigi splendeva una "luna super" che deve aver risvegliato molta nostalgia per qualcosa...
Ma cosa? Passione? Amore?
Peccato per il povero cuore di stagno – come un cestino vuoto – che guardava quella luna piena illuminante i tetti d'ardesia di Parigi e sognava di possedere soldi.
Ma il denaro è il nostro argomento prediletto. Ci piace parlarne.
Ma il denaro da solo non significa nulla senza una filosofia alle spalle. Al di là di quello che ci serve per sopravvivere, il denaro non ha importanza.
È buono? È cattivo? Dipende.
Abbiamo bisogno di una filosofia semplice per dare un senso al denaro – che ci guidi oltre le borse di Gucci... le TV via cavo... e gli appartamenti da milioni d'euro.
Non che ci sia qualcosa di sbagliato nel desiderare queste cose. Ma sono costose.
E se non avete i soldi, dovete essere in grado d'ignorare il lusso, la gola e l'auto-indulgenza, camminando a testa alta... e non abbassata per la sconfitta e l'auto-disgusto.
E per fare questo è necessaria una filosofia. O come minimo l'estetica.
Tutte le persone – a meno che non siano santi o minorati mentali – vogliono sentirsi bene con sé stesse. Questo è il loro obiettivo primario nella vita e l'unica ragione per cui sono interessate al denaro (risparmiare l'importo minimo per la sopravvivenza).
Dal momento che siamo una specie competitiva, ci sentiamo bene con noi stessi quando ci sentiamo superiori a quelli che ci circondano.
Non serve a nulla essere snelli se quelli intorno a noi non lo sono. Non serve a nulla essere intelligenti se gli altri intorno a noi non sono dei babbei. E non serve a nulla essere ricchi se gli altri intorno a noi non sono meno ricchi.
Ma la nostra razza è così intelligente che siamo in grado di trovare la superiorità quasi ovunque.
Se siamo grassi, ridefiniamo lo spettro corpulento in modo da diventare "piacevolmente grassocci", mentre gli altri sono "non sani" e "troppo magri."
Se siamo stupidi, ci concentriamo sul nostro "senso comune", in contrasto con l'assurdità non comune degli "intellettuali soporiferi" (tanto per prendere in prestito una frase di George Wallace).
E se non abbiamo i soldi?
Allora spendere soldi è volgare, poco profondo e inutile!
Una persona si sente superiore grazie a ciò che possiede. Un'altra per quello che non ha. Un'altra ancora per ciò che sa. E un'altra ancora per quello che non sa.
Una persona si può sentire superiore per chi è, mentre un'altra può misurare la sua levatura in base a chi non è.
Ma chi si sente superiore a tutti loro, è colui che non possiede nulla, non sa nulla ed è un signor nessuno. E' libero dalle vanità che tormentano la vita degli altri!
Nel X secolo, in Europa, andava di moda possedere poco o niente. Le persone cedevano i loro possedimenti in cerca di una vita di contemplazione.
Volevano allontanarsi dalle distrazioni e dalle tentazioni della vita di tutti i giorni, in modo da poter vivere in semplicità, pietà e purezza.
Così grande era la domanda di vivere in povertà che i monasteri e i conventi a stento riuscivano tenervi il passo. Dovettero costruirne di nuovi in tutto il continente.
Ma non c'è bisogno d'insistere. Dobbiamo solo comprendere che ci sono persone con pochi soldi, o nessun soldo, che vivono bene. E ci sono persone con un sacco di soldi che vivono male.
Il nostro obiettivo sarà quello di vivere meglio e la nostra sfida sarà quella di raggiungerlo senza spendere soldi.
Avremo meno, ma faremo tesoro della nostra frugalità.
Poi – al declinare dei nostri giorni, al diminuire del nostro appetito e all'abbassamento delle nostre energie – il nostro tesoro di nulla aumenterà, poiché avremo bisogno sempre di meno.
Un letto. Un libro. Una candela. Cosa si può volere di più?
Sì, stiamo parlando di un programma di privazione radicale e felice assenza di soldi. Il nostro obiettivo sarebbe quello di sentirci superiori ai ricchi... senza avere soldi.
Indosseremo il nostro ritrovato amore per la povertà come un distintivo d'onore... e lo useremo per diventare ricchi!
Già, proviamo compassione per i ricchi. Nel nostro cofanetto vuoto, abbiamo il tesoro più grande di tutti – la speranza della felicità.
Sì, caro lettore: benedetto sia il povero, poiché gode del dono dell'ignoranza. Crede ancora che può essere felice... se solo avesse più soldi!
Questa, naturalmente, è un'illusione che solo i poveri possono permettersi. I ricchi lo sanno meglio. Hanno troppi soldi. Sanno che non possono comprarsi la felicità. È per questo che il tasso di suicidi ad Aspen è tre volte la media nazionale.
Ma quanto sono fortunati i poveri! Hanno ancora speranza!
Potrebbero vincere la lotteria. Potrebbero ottenere un aumento o un lavoro migliore. Potrebbero ereditare una fortuna da uno zio ricco. Il denaro è sempre a portata di mano.
E probabilmente anche la felicità... a separare il tutto, solo un funerale o un biglietto della lotteria.
Di più la prossima volta... compresi gli aspetti pratici.
Come si FANNO più soldi?
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
mercoledì 25 novembre 2015
I mercati sono miopi?
Ditemi voi se non viviamo in tempi folli: $26,000 miliardi in bond sovrani tradati al di sotto dell'1% di rendimento e $6,000 miliardi in bond sovrani tradati al di sotto dello 0% di rendimento. Non solo, ma secondo l'articolo di MarketWatch i banchieri centrali delle varie nazioni sono convinti che questa sia la strada "giusta" da seguire e che finora la ripresa economica (nominale) sotto i nostri occhi è dovuta principalmente a queste misure non convenzionali. Ma c'è di peggio perché vorrebbero renderle la norma. Lasciatemi dire che i pianificatori monetari centrali non sono stupidi, sono solamente prigionieri delle menzogne che hanno spacciato finora nell'ambiente economico. Non possono tirarsi indietro. Sono state fatte delle promesse. Quali? Le pensioni. Ogni fondo pensione è costituito solamente da una pila di bond sovrani fruttanti un interesse. Inutile dire che la ZIRP sta cannibalizzando qualsiasi forma di rendimento nell'attuale panorama economico. Stiamo correndo a passi spediti verso il punto in cui ogni unità di debito non rappresenterà più una quantità sempre diminuente di PIL, bensì una quantità sempre più erodente il PIL. Queste sono leggi economiche inviolabili. Questa è la sentenza della legge dei rendimenti decrescenti.
___________________________________________________________________________________
di Robert P. Murphy
Spesso sentiamo dire che gli investitori sono miopi. Prendono decisioni in base ad un orrizzonte temporale relativamente breve dimenticandosi del lungo periodo. Ecco perché abbiamo bisogno di funzionari dello stato che intervengano con normative, nonché con imposte correttive e sussidi, affinché possano guidare il mercato verso obiettivi sociali di lungo termine. O almeno così recita questa storiella.
Anche se questo punto di vista riguardo mercati e stato è molto comune, è vero esattamente il contrario: i mercati contengono meccanismi sofisticati per la pianificazione a lungo termine, mentre le istituzioni politiche democratiche incoraggiano un pensiero orientato al breve termine.
L'istituzione fondamentale per promuovere una corretta pianificazione è la proprietà privata. Il proprietario di una determinata proprietà ha un incentivo ad intraprendere azioni che ne aumentino il valore di mercato. Si consideri, ad esempio, il proprietario di un deposito di stagno che deve decidere quanto rapidamente estrarre la risorsa.
Coloro che ignorano il funzionamento di un'economia di mercato, potrebbero supporre che il proprietario sia un capitalista avido che voglia "sfruttare la miniera" nel più breve tempo possibile, convogliando tutto lo stagno a vantaggio della generazione attuale e ignorando i bisogni delle generazioni future. Ci basta un momento di riflessione per capire che questa è una sciocchezza.
Il cosiddetto capitalista avido è (come minimo) consapevole che i depositi di stagno — a differenza delle mele e del grano — non si rigenerano in modo naturale anno dopo anno. Una libbra di stagno estratta e venduta quest'anno, significa esattamente una libbra in meno che questo deposito può produrre l'anno successivo. Una volta capito che il capitalista avido non vuole massimizzare le entrate, bensì vuole massimizzare il valore di mercato dello stagno, è ovvio che deve prendere in considerazione il futuro quando prende decisioni nel presente.
In particolare, per massimizzare il valore di mercato dell suo asset, il proprietario dovrebbe estrarre libbre supplementari di stagno nel presente (e mettere il ricavato in un investimento finanziario fruttante un tasso d'interesse di mercato) fino al punto in cui guadagnerebbe un maggior ritorno lasciando nel deposito la libbra di stagno successiva, la quale verrebbe venduta l'anno successivo al prezzo di mercato previsto. Ad esempio, se lo stagno viene venduto oggi a $8 a libbra, e il tasso d'interesse degli asset finanziari è del 10%, allora il proprietario interromperebbe le sue operazioni semmai si dovesse aspettare con fiducia che il prezzo dello stagno l'anno successivo sarà di $8.80, o superiore. (Sto presupponendo che i costi marginali dell'estrazione e della vendita siano gli stessi, di anno in anno, solo per mantenere le cose semplici. Si veda questo articolo sul petrolio per una spiegazione più completa.) Una volta raggiunto questo punto, il migliore "investimento" per le sue unità di stagno aggiuntive sarebbe quello di lasciarle nella miniera, "a maturare", per un altro anno.
Quindi un capitalista avido prende (implicitamente e involontariamente) in considerazione i desideri futuri dei consumatori, quando si occupa della produzione presente. Non viene spinto da preoccupazioni altruiste, ma dall'arricchimento personale. La stessa cosa la vediamo con i prezzi di mercato che guidano gli individui egoisti a promuovere il benessere generale. Se per qualche motivo ci si aspetta che lo stagno diventi scarso in futuro, allora il suo prezzo spot futuro aumenta. Questo spinge i proprietari ad accumulare stagno nel presente, facendone cambiare il prezzo anche nel presente, in previsione del prezzo futuro atteso. I mercati finanziari moderni — con contratti a termine e contratti futures, oltre agli strumenti derivati più esotici — affinano le cose ancora di più, attingendo alla conoscenza dispersa e ai diversi appetiti di rischio di milioni di persone.
Probabilmente i critici di un sistema capitalista si lamenteranno di nuovo a questo punto, affermando che il proprietario avido sta "sottoproducendo lo stagno" e truffando i consumatori di oggi con prezzi artificialmente alti. Ma se le cose stanno così, i critici devono decidersi: vogliamo lo stagno nel presente o nel futuro? Ce n'è una quantità limitata — e questo è il problema.
Anche se ad un particolare proprietario di un deposito di stagno viene diagnosticato un cancro terminale, egli avrà ancora un incentivo a comportarsi in questo modo "efficiente". Il motivo è che può vendere il deposito di stagno a titolo definitivo. Il valore di mercato del deposito rifletterà il flusso (attualizzato) futuro dei proventi netti derivanti dal possesso del deposito e dal suo utilizzo in modo ottimale a tempo indeterminato. Se il proprietario pensa, Beh, se avessi ancora 10 anni da vivere, vorrei che funzionasse così, così e così, allora questa decisione non cambierà solo perché gli rimane un solo anno da vivere. Invece può vendere l'operazione al miglior offerente, tra cui quelle persone che hanno 10 o più anni da vivere.
Così, contrariamente a quanto sostengono i suddetti critici, notiamo che l'economia di mercato contiene meccanismi sofisticati per guidare i proprietari ad agire come amministratori lungimiranti delle risorse naturali esauribili. Invece i funzionari statali che controllano le risorse naturali, non sono sottoposti a tali incentivi. Dato che non possono intascare personalmente i ricavi, o lasciare in eredità il bene ai loro eredi, i funzionari statali hanno l'incentivo a massimizzare i proventi presenti delle risorse naturali sottoposte al loro controllo temporaneo.
Di solito non accade che lo stato venda l'accesso ad una risorsa per massimizzarne le entrate presenti. Ciò che invece accade spesso, è che i funzionari statali accettino offerte privilegiate (ad esempio, una società di registrazione che opera in una foresta demaniale), assicurandosi un rapporto d'affari che andrà a loro beneficio anche dopo che avranno lasciato l'incarico istituzionale.
I proprietari privati in un'economia di libero mercato hanno l'incentivo a massimizzare il valore di lungo termine della loro proprietà, cosa che li porta implicitamente a considerare i desideri delle generazioni future. Invece i funzionari statali si comportano come custodi temporanei che non beneficeranno personalmente del valore di mercato degli asset che controllano.
Quelle società che noleggiano auto sarebbero sciocche a supporre che i loro clienti metterebbero la benzina più costosa nei loro veicoli, anche se i clienti potrebbero farlo se possedessero personalmente l'auto a noleggio. Eppure, per qualche ragione, milioni di elettori pensano che i politici con un mandato di due anni saranno più lungimiranti degli azionisti privati quando sono in ballo le risorse economiche.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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di Robert P. Murphy
Spesso sentiamo dire che gli investitori sono miopi. Prendono decisioni in base ad un orrizzonte temporale relativamente breve dimenticandosi del lungo periodo. Ecco perché abbiamo bisogno di funzionari dello stato che intervengano con normative, nonché con imposte correttive e sussidi, affinché possano guidare il mercato verso obiettivi sociali di lungo termine. O almeno così recita questa storiella.
Anche se questo punto di vista riguardo mercati e stato è molto comune, è vero esattamente il contrario: i mercati contengono meccanismi sofisticati per la pianificazione a lungo termine, mentre le istituzioni politiche democratiche incoraggiano un pensiero orientato al breve termine.
L'istituzione fondamentale per promuovere una corretta pianificazione è la proprietà privata. Il proprietario di una determinata proprietà ha un incentivo ad intraprendere azioni che ne aumentino il valore di mercato. Si consideri, ad esempio, il proprietario di un deposito di stagno che deve decidere quanto rapidamente estrarre la risorsa.
Coloro che ignorano il funzionamento di un'economia di mercato, potrebbero supporre che il proprietario sia un capitalista avido che voglia "sfruttare la miniera" nel più breve tempo possibile, convogliando tutto lo stagno a vantaggio della generazione attuale e ignorando i bisogni delle generazioni future. Ci basta un momento di riflessione per capire che questa è una sciocchezza.
Il cosiddetto capitalista avido è (come minimo) consapevole che i depositi di stagno — a differenza delle mele e del grano — non si rigenerano in modo naturale anno dopo anno. Una libbra di stagno estratta e venduta quest'anno, significa esattamente una libbra in meno che questo deposito può produrre l'anno successivo. Una volta capito che il capitalista avido non vuole massimizzare le entrate, bensì vuole massimizzare il valore di mercato dello stagno, è ovvio che deve prendere in considerazione il futuro quando prende decisioni nel presente.
In particolare, per massimizzare il valore di mercato dell suo asset, il proprietario dovrebbe estrarre libbre supplementari di stagno nel presente (e mettere il ricavato in un investimento finanziario fruttante un tasso d'interesse di mercato) fino al punto in cui guadagnerebbe un maggior ritorno lasciando nel deposito la libbra di stagno successiva, la quale verrebbe venduta l'anno successivo al prezzo di mercato previsto. Ad esempio, se lo stagno viene venduto oggi a $8 a libbra, e il tasso d'interesse degli asset finanziari è del 10%, allora il proprietario interromperebbe le sue operazioni semmai si dovesse aspettare con fiducia che il prezzo dello stagno l'anno successivo sarà di $8.80, o superiore. (Sto presupponendo che i costi marginali dell'estrazione e della vendita siano gli stessi, di anno in anno, solo per mantenere le cose semplici. Si veda questo articolo sul petrolio per una spiegazione più completa.) Una volta raggiunto questo punto, il migliore "investimento" per le sue unità di stagno aggiuntive sarebbe quello di lasciarle nella miniera, "a maturare", per un altro anno.
Quindi un capitalista avido prende (implicitamente e involontariamente) in considerazione i desideri futuri dei consumatori, quando si occupa della produzione presente. Non viene spinto da preoccupazioni altruiste, ma dall'arricchimento personale. La stessa cosa la vediamo con i prezzi di mercato che guidano gli individui egoisti a promuovere il benessere generale. Se per qualche motivo ci si aspetta che lo stagno diventi scarso in futuro, allora il suo prezzo spot futuro aumenta. Questo spinge i proprietari ad accumulare stagno nel presente, facendone cambiare il prezzo anche nel presente, in previsione del prezzo futuro atteso. I mercati finanziari moderni — con contratti a termine e contratti futures, oltre agli strumenti derivati più esotici — affinano le cose ancora di più, attingendo alla conoscenza dispersa e ai diversi appetiti di rischio di milioni di persone.
Probabilmente i critici di un sistema capitalista si lamenteranno di nuovo a questo punto, affermando che il proprietario avido sta "sottoproducendo lo stagno" e truffando i consumatori di oggi con prezzi artificialmente alti. Ma se le cose stanno così, i critici devono decidersi: vogliamo lo stagno nel presente o nel futuro? Ce n'è una quantità limitata — e questo è il problema.
Anche se ad un particolare proprietario di un deposito di stagno viene diagnosticato un cancro terminale, egli avrà ancora un incentivo a comportarsi in questo modo "efficiente". Il motivo è che può vendere il deposito di stagno a titolo definitivo. Il valore di mercato del deposito rifletterà il flusso (attualizzato) futuro dei proventi netti derivanti dal possesso del deposito e dal suo utilizzo in modo ottimale a tempo indeterminato. Se il proprietario pensa, Beh, se avessi ancora 10 anni da vivere, vorrei che funzionasse così, così e così, allora questa decisione non cambierà solo perché gli rimane un solo anno da vivere. Invece può vendere l'operazione al miglior offerente, tra cui quelle persone che hanno 10 o più anni da vivere.
Così, contrariamente a quanto sostengono i suddetti critici, notiamo che l'economia di mercato contiene meccanismi sofisticati per guidare i proprietari ad agire come amministratori lungimiranti delle risorse naturali esauribili. Invece i funzionari statali che controllano le risorse naturali, non sono sottoposti a tali incentivi. Dato che non possono intascare personalmente i ricavi, o lasciare in eredità il bene ai loro eredi, i funzionari statali hanno l'incentivo a massimizzare i proventi presenti delle risorse naturali sottoposte al loro controllo temporaneo.
Di solito non accade che lo stato venda l'accesso ad una risorsa per massimizzarne le entrate presenti. Ciò che invece accade spesso, è che i funzionari statali accettino offerte privilegiate (ad esempio, una società di registrazione che opera in una foresta demaniale), assicurandosi un rapporto d'affari che andrà a loro beneficio anche dopo che avranno lasciato l'incarico istituzionale.
I proprietari privati in un'economia di libero mercato hanno l'incentivo a massimizzare il valore di lungo termine della loro proprietà, cosa che li porta implicitamente a considerare i desideri delle generazioni future. Invece i funzionari statali si comportano come custodi temporanei che non beneficeranno personalmente del valore di mercato degli asset che controllano.
Quelle società che noleggiano auto sarebbero sciocche a supporre che i loro clienti metterebbero la benzina più costosa nei loro veicoli, anche se i clienti potrebbero farlo se possedessero personalmente l'auto a noleggio. Eppure, per qualche ragione, milioni di elettori pensano che i politici con un mandato di due anni saranno più lungimiranti degli azionisti privati quando sono in ballo le risorse economiche.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
martedì 24 novembre 2015
Guida alla sopravvivenza dei baby boomer – Parte 1
di Bill Bonner
PARIGI – Che cosa dovreste fare se foste a corto di tempo e denaro?
Questa è la domanda che ci viene posta da quei lettori oltre i 50... i 60... e i 70 anni.
Noi baby boomer eravamo famosi per la formula "na... na... na... vivere il presente". Ora invece è domani. E molti di noi – spesso non per colpa nostra – hanno difficoltà a sbarcare il lunario.
Su questo blog scriviamo articoli sul mondo del denaro, della politica economica e di come influenzano l'economia più ampia.
Ma come dovreste comportarvi se doveste esaurire il vostro denaro? Che cosa dovreste fare per ottenerne di più?
Controllare sotto i cuscini del divano? Rapinare una banca?
Torneremo su questa domanda tra pochi istanti. In primo luogo, diamo uno sguardo al quadro generale...
Sembra che l'economia mondiale sia diretta verso una recessione.
Un'economia dà e prende. Qualunque cosa fate – che si tratti di un condominio o di un giocattolo di plastica – dovete cominciare smuovendo la terra.
È necessario scavare una buca prima di poter erigere un edificio... o anche fare un parcheggio. E avete bisogno di racimolare materie prime – rame, ferro, petrolio, ecc. – prima di poter fare qualsiasi cosa.
Ciò richiede macchine. Macchine gialle. Quando l'attività economica rallenta... la stessa cosa accade alle vendite di queste macchine.
Le macchine gialle smuovono la terra. Vengono utilizzate nell'edilizia, nell'industria mineraria e in ogni sorta di settore delle risorse industriali. Stiamo parlando di ruspe... trattori... carrelli elevatori... escavatori... e caricatori.
La domanda di queste macchine – insieme alla roba che smuovono – sta calando.
Due dei più grandi fornitori sono Caterpillar negli Stati Uniti e JCB in Gran Bretagna. Entrambi riportano cali catastrofici delle vendite.
Caterpillar dice che le sue vendite sono diminuite per tre anni di fila. E si aspetta un ulteriore calo del 5% l'anno prossimo. Questa è la prima volta nella sua storia lunga 90 anni che le vendite sono diminuite per quattro anni di fila.
La società con sede in Illinois – che ottiene il 60% dei propri ricavi vendendo macchine al di fuori degli Stati Uniti – dice che ha dovuto licenziare 31,000 persone fino ad ora... e la cosa non finisce qui.
Anche JCB afferma di soffrire per un devastante calo delle vendite. Commentando un calo della domanda del 70% in Russia, del 47% in Cina e del 36% in Brasile, l'amministratore delegato di JCB, Graeme Macdonald, ha detto:
E' già da qualche tempo che le condizioni di mercato nel settore delle macchine per le costruzioni sono estremamente difficili, e sono peggiorate molto rapidamente nelle ultime settimane
Dovete spostare la terra prima di costruire una fabbrica. O costruire una casa. Così, quando i motori delle macchine gialle si spengono, non passerà molto tempo prima che ciò si ripercuota sulle cifre del PIL. Le macchine gialle sono all'inizio dei vari processi, non alla fine.
Ora torniamo alla domanda con cui abbiamo iniziato: avete 70 anni e non avete soldi. Cosa fare?
Vendere il vostro corpo per esperimenti medici? Inventare una nuova applicazione?
Come abbiamo detto la volta scorsa, i sistemi di trading sofisticati e i programmi d'investimento costosi non sono una buona idea se si è a corto di soldi.
Sono per le persone che già ce li hanno. Se avete i soldi e ne volete di più, cavalcando l'emozione e la sfida dell'avventura finanziaria, possono essere molto lucrativi.
Ma se non ce li avete i soldi?
Su questo argomento non ne sappiamo molto di più rispetto a chiunque altro. Non abbiamo segreti. Ma dopo averci pensato, abbiamo alcune idee.
Questo non è un consiglio. Questo è solo quello che faremmo se ci trovassimo in questa situazione...
In primo luogo, ci piacerebbe ritornare alla filosofia – Democrito, Epicuro, Zenone, Seneca, Marco Aurelio e Lucrezio (per non parlare di Gesù di Nazareth!).
Essi sostengono – sia pure in modi diversi – che ciò che conta nella vita ha poco a che fare con la ricchezza o lo status. Ciò che conta (almeno secondo la descrizione di Platone) sono il coraggio, la saggezza, la giustizia e la temperanza.
Vorremmo aggiungere anche la bellezza e la dignità. E un buon vino. E un buon cuoco. Ma in questo elenco non c'è un Rolex o una casa a Malibu.
La cosa bella dell'elenco di Platone... così come quello del resto della combriccola epicurea/stoica/ascetica... è che non costa molto!
Come hanno detto molti filosofi e maestri religiosi, la ricchezza può mettersi di traverso tra voi e le cose che contano. Può distrarre e ridurre la vera felicità.
Potreste stare meglio senza...
Non stiamo evitando la domanda. La stiamo solo mettendo nel contesto.
Se volete più soldi, dovete prima capire a cosa vi serviranno... e come potrebbero influenzare la vostra vita.
Il nostro obiettivo non è quello di "fare i conti" con la miseria finanziaria. Né di sottometterci alla povertà – anche felicemente. Invece vogliamo dominare la povertà... per vivere meglio.
Come disse Nietzsche, ci proponiamo di "ballare con le braccia e le gambe". E per questo abbiamo bisogno di un contesto.
A giovedì – per una filosofia semplice e migliore... e come usarla per ottenere più soldi!
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
=> Link alla Seconda Parte.
lunedì 23 novembre 2015
L'ultimo rimbalzo di Wall Street e l'economia degli struzzi
di David Stockman
È ormai evidente che l'economia mondiale si sta dirigendo verso una conflagrazione deflazionistica, ma l'attuale generazione di rialzisti non lo capirebbe nemmeno se qualcuno facesse loro un disegnino. Ancora una volta si sono rifiutati d'uscire dal casinò, soprattutto perché hanno ricevuto il segnale da Hilsenramp: la FED è "in attesa", almeno fino al prossimo marzo.
Questo significa che ci stiamo dirigendo verso gli 87 mesi consecutivi di ZIRP. Viene da chiedersi se questi robo-trader senza paura e scommettitori incalliti siano giunti ormai alla conclusione che le banche centrali abbiano abolito il tempo stesso — per non parlare della legge della domanda e dell'offerta.
Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, qualsiasi investitore razionale sarebbe dovuto scappare a gambe levate di fronte alla madre di tutte le bolle obbligazionarie — una distorsione monumentale a livello mondiale dei prezzi del debito che farà affondare l'intero sistema finanziario quando, infine, scoppierà.
Dopo tutto, com'è possibile credere che i prezzi del debito sovrano ed i relativi rendimenti non sarebbero stati drasticamente repressi dalla campagna d'acquisti da $19,000 miliardi delle banche centrali?
Le banche centrali hanno ampi poteri, ma l'abrogazione della legge della domanda e dell'offerta non è tra questi. Pertanto la loro grande offerta d'acquisto ha influenzato il prezzo del debito per la maggior parte di questo secolo, ma tutto questo potere d'acquisto finanziario è stato evocato dal nulla.
Detto in altro modo, tali acquisti di debito da parte delle banche centrali non nascono dal bacino dei risparmi reali della società. Sono invece una gigantesca frode dello stato, il che significa che il sistema finanziario è stato infettato da un marciume monetario nelle sue stesse fondamenta.
Di conseguenza l'idea che i modelli storici (pre-1995) di ciclo economico siano pertinenti alla prospettiva odierna, è solamente una fandonia di Wall Street. I tassi d'interesse assurdamente bassi, come ad esempio i 60 bps dei biennali USA o i 210 bps dei decennali, non rappresentano un eccesso di risparmio privato; né riflettono un settore imprenditoriale prospero e un "accaparramento" di denaro contante a fronte di un'economia debole o di un'incertezza a breve termine.
No, rappresentano un gigantesco eccesso del mondo della finanza — credito fiat alimentato delle banche centrali e garanzie collaterali basate sul trading e sui prestiti. A differenza dei risparmi onesti, questi vasti bacini di liquidità scorrono nei mercati monetari, ma non sono mai finiti in modo permanente in beni d'investimento quali macchinari o software.
Invece forniscono finanziamenti ai giocatori d'azzardo nel mercato finanziario e ai carry trader. Cioè, questi bacini finanziari creati dalle banche centrali forniscono i mezzi transitori per la speculazione con la leva finanziaria; non rappresentano capitale permanente, né sono investiti in progetti a lungo termine. Di conseguenza il prezzo degli asset finanziari è ora artificiale e selvaggiamente inaccurato — fissato dagli speculatori che fanno front-running alle banche centrali, e non dal price discovery tra gli investitori e i risparmiatori.
Il debito mispriced è al centro della bolla finanziaria globale. Questo è ciò che ha permesso al settore delle grandi imprese negli Stati Uniti d'indebitarsi per $2,000 miliardi sin dalla crisi finanziaria del 2008, e di scaraventare tutto questo credito nell'ingegneria finanziaria, in particolare nei riacquisti d'azioni proprie. La prova che non sia finito in asset produttivi reali è inattaccabile: gli investimenti netti reali delle imprese sono ancora il 17% al di sotto del livello d'inizio secolo.
Questi bacini di liquidità generati dalle banche centrali sono quelli che hanno permesso al settore delle obbligazioni spazzatura di salire da $1,300 miliardi nel 2007 a più di $2,500 miliardi di oggi. La repressione dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali ha letteralmente spinto money manager e giocatori d'azzardo affamati di rendiemtni decenti, a sottostimare drasticamente il rischio di credito.
Il modo in cui il debito spazzatura mispriced sta alimentando il mercato azionario, non potrebbe essere meglio illustrato dal recente annuncio della Dell: acquisterà EMC per $67 miliardi e l'accordo sarà finanziato quasi interamente con debito spazzatura e con una "tracking stock" sull'asset di forza di EMC, che, a sua volta, è una società pubblica che non paga dividendi o altri profitti di cassa regolari. Vediamo, una compagnia nel settore dei PC con un flusso di cassa infimo e dipendente dal debito spazzatura, vuole puntare su un cavallo nel settore della tecnologia che non frutterà alcuna vincita. Anzi... Quindi ecco la riflessione finale: riuscite a sillabare "multipli di valutazione gonfiati"?
La speculazione di massa scatenata nei mercati azionari sin dal marzo 2009, ha generato più di $5,000 miliardi di flussi di cassa e nuovo debito finiti in riacquisti d'azioni aziendali, fusioni & acquisizioni e altre operazioni di LBO. Il mercato azionario è dunque una creatura dell'ingegneria finanziaria, non un meccanismo d'allocazione efficiente del capitale e di prezzaggio accurato di rischi e rendimenti potenziali.
E' questo quello che accade in un sistema in cui l'ingegneria finanziaria è maledettamente persistente. Vale a dire, tutto questo potere finanziario concesso dalle banche centrali va a riassestare i prezzi degli asset finanziari esistenti, e non crea capacità produttiva nuova o migliorata per Main Street.
Peggio ancora, l'ingegneria finanziaria cronica come quella riflessa nel folle affare da $67 miliardi tra Dell/EMC, distorce e corrompe l'affidabilità dei mercati finanziari. Le valutazioni sono gonfiate, ma la propaganda sell-side e i suoi megafoni sulla stampa finanziaria mainstream hanno letteralmente confezionato un mondo falso in cui il tempo non ha fine e le gambe rialziste crescono all'infinito.
Date un'occhiata superficiale alle caratteristiche di spicco dell'attuale economia globale e del relativo sistema finanziario. I modelli come quello cinese, in cui sono state accumulate riserve in valuta estera a causa dell'ancoraggio dello yuan al dollaro, possono andare avanti indefinitamente? Può una finanza globale da $300,000 miliardi ($225,000 miliardi di debito e $75,000 miliardi di patrimonio netto al picco di maggio/giugno), sostenuta dalle politiche delle banche centrali, rimanere stabile per sempre?
La risposta ad entrambe le domande è "No". Lo Schema di Ponzi Rosso sta già invertendo la marcia, come riflesso nel deflusso di capitali da $850 miliardi degli ultimi 4 o 5 trimestri. Cioè, a causa dei suoi investimenti interni estremamente eccessivi, la Cina sta ancora scaricando enormi quantità di merci sul mercato mondiale e sta guadagnando $300 miliardi l'anno in avanzi delle partite correnti.
Ciononostante, sin dalla fine del 2014 ha subito un calo di $500 miliardi nelle riserve in valuta estera. Il meme di Wall Street secondo cui tutto questo è temporaneo e "contenuto", è tanto falso quanto la dichiarazione di Bernanke sulla bolla subprime nella primavera del 2007. Anche allora tutto sembrava andare a gonfie vele, eppure sappiamo bene com'è andata a finire.
I suzerain rossi di Pechino stanno tenendo per la coda una tigre finanziaria e non hanno idea di come domarla. Questo perché non c'è modo di gestire un castello di debiti da $28,000 miliardi, cresciuti del 56X in meno di due decenni. L'intero progetto del capitalismo rosso è un'impresa folle alimentata dal credito fornito dallo stato.
La Cina sperimenterà quindi un'enorme conflagrazione economica e finanziaria, perché lo Schema di Ponzi Rosso si basa sulla violazione di ogni legge di finanza sana e disciplina economica. E le conseguenze si diffonderanno nel resto del mondo, perché le economie dei mercati emergenti si sono abbeverate alla bolla degli investimenti gonfiata in Cina.
Lo scoppio della bolla in Brasile ha altre spiegazioni? Ne ce l'hanno i distretti minerari vacillanti in Australia, il mercato immobiliare traballante in Canada e i campi petroliferi abbandonati in North Dakota.
Dopo il 1994 le banche centrali hanno scatenato le furie della speculazione, della leva finanziaria e dei presunti pasti gratis, quando Greenspan si arrese ai bond vigilantes e salvò Wall Street durante la crisi del peso; e Deng scoprì la stampante monetaria nel seminterrato della PBOC, inaugurando la più grande bolla speculativa mai vista nella storia economica.
Con il grande esperimento monetario che sta cadendo a pezzi ovunque, perché qualcuno dovrebbe bersi la balla che gli utili dell'S&P sono capitalizzati al 21X, o al 30X, o a di più?
Proprio così. Secondo la contabilità GAAP sarà una fortuna se per il terzo trimestre 2015 ammonteranno a $95 per azione su base annuale. E questo rappresenterebbe un calo del 10% rispetto al picco di $106 per azione nel terzo trimestre 2014.
Ci si potrebbe chiedere, dunque, perché mai i fast money dovrebbero comprare durante i ribassi, com'è stato evidente la scorsa settimana, quando gli utili stanno (e stavano) già scendendo e quando per l'economia mondiale soffiano venti contrari provenienti da tutte le direzioni?
Anche la macchina dell'esportazione tedesca sta vacillando — e non solo perché la Cina e il suo convoglio di fornitori emergenti stanno ricorrendo al quantitative tightening (QT). Cioè, stanno liquidando dollari ed euro e non stanno comprando auto di lusso e macchine d'ingegneria con denaro preso in prestito.
A questo punto del ciclo economico a metà del 2007, gli utili GAAP annuali ammontavano a $85 per azione in un momento in cui le gambe rialziste di Wall Street indicavano per il 2008 $120 per azione. Inutile dire che quest'ultima cifra non si materializzò, ma gli utili GAAP presto scesero fino a $50 per azione e a giugno 2009 arrivarono a -$15.
Questa volta gli strateghi azionari di Wall Street stanno proiettando per l'anno prossimo $130 per azione. Ciò non accadrà mai, ma il fatto che tali proiezioni abbiano ampio credito nel casinò è indicativo della malattia intorno a Wall Street.
Ci sarà una carneficina e, ancora una volta, non la vedranno arrivare. Su quest'ultimo aspetto basta guardare cos'hanno detto Alan Blinder e Mark Zandi:
"Sì, è probabile che il QE abbia effetti collaterali negativi, ma devono ancora materializzarsi."
Chiamatela economia degli struzzi. Ma affrettatevi, suddetti effetti collaterali stanno già emergendo nel casinò.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
venerdì 20 novembre 2015
Lupi travestiti da agnelli
di Francesco Simoncelli
[Il seguente articolo è un'espansione del pezzo già presentato sul magazine online The Fielder.]
“L’ultima roccaforte del potere dello Stato è la politica estera. È in politica estera che lo Stato agisce nel modo più rigoroso come l’orda organizzata, che agisce nel senso più pieno del suo potere aggressivo, che agisce con l’arbitrarietà più libera. In politica estera lo Stato è veramente se stesso. Si può dire che gli Stati, in riferimento l’uno all’altro, siano in un continuo stato di guerra latente. La “tregua armata”, una frase così familiare prima del 1914, era una descrizione accurata della normale relazione tra gli Stati quando non sono in guerra. Invero, non è esagerato dire che la normale relazione tra gli Stati sia la guerra. La diplomazia è una guerra mascherata in cui gli Stati cercano di guadagnare con il baratto e l’intrigo, con l’astuzia degli ingegni, gli obiettivi che dovrebbero conquistare più rudemente per mezzo della guerra.” ~ Randolph Bourne
Tutte le lacrime di questo mondo non potrebbero colmare la tristezza per le vite spezzate in quel di Parigi. In verità, tutte le lacrime di questo mondo non potrebbero colmare le vite che ogni giorno vengono spezzate nel mondo. L'empatia per un nostro simile nel momento della sofferenza è talmente grande che ci spinge a condividere gli stessi sentimenti. La vita è un qualcosa di prezioso. La vita, soprattutto, è un processo attraverso il quale, si suppone, riusciamo ad accumulare una quantità tale di saggezza da permetterci di evitare gli errori più banali. Perché? Perché in caso contrario saremo i primi a pagarne i costi. Le sanzioni negative si scatenerebbero come uno sciame di locuste fameliche facendoci provare tutto il dolore derivante dal nostro errore.
Gli stati, invece, non pagano per i propri errori. Attraverso la formula "lo stato siamo noi", i membri che prendono decisioni sbagliate scaricano le sanzioni negative sulla popolazione senza colpe. Sin dalla prima guerra mondiale, i campi di battaglia sono diventati le città, i paesi, le contrade. L'orrore della guerra è stato portato di casa in casa a causa della nascita e della crescita di un apparato pseudo-sociale che s'è sostituito al processo decisionale individuale. Propaganda e mistificazioni hanno caratterizzato il suo modo d'agire, riuscendo ad ingannare la popolazione che è diventata lo scudo involontario delle politiche sconsiderate degli stati. La linfa vitale degli stati non sono gli eserciti, ma la popolazione che governa.
Solo quest'ultima è in grado di creare ricchezza reale, di conseguenza l'apparato statale sfrutta qualsiasi occasione per tenere vivo il suo potere incamerando la ricchezza creata dalla classe produttrice. Lo stato è un parassita che influenza il tessuto sociale di cui si nutre affinché continui a sostenerlo. In questa ottica, la migliore strategia che ha per avvicinare a sé la classe produttrice è la paura. Di cosa? Invasioni, attentati, incidenti. Il modo più rapido che ha scovato l'apparato statale per instillare la paura nei suoi sottoposti è stato quello di disarmare la popolazione di cui si "prende cura". In secondo luogo, ha sfruttato qualsiasi evento terroristico per espandere la propria area d'influenza a scapito della popolazione. Il suo obiettivo è quello di rendere quanto più prevedibili le azioni dei suoi sottoposti e questo richiede un ambiente sociale statico. E' per questo motivo che subito dopo ogni attentato terroristico le contromisure adottate dallo stato vanno a discapito della popolazione autoctona, la quale vede erodersi sempre di più le proprie libertà individuali.
E' per questo motivo che Hollande ha colto la palla al balzo quest'oggi e ha inviato bombardieri in Siria. Non solo, ma ha annunciato una maggiore spesa statale in favore della "sicurezza", nonché l'aggiunta di 1,000 soldati in più a pattugliare le strade di Parigi. La gente è spaventata. La gente fa finta d'avere coraggio, in realtà si rannicchia in un angolo ad ogni minimo sussulto di un agente di polizia. Sono ormai 14 anni che va avanti questa fantomatica Guerra al Terrore, eppure nessuna delle due parti ha vinto. Tutti ne stanno uscendo con le ossa rotte. Tutti ne stanno uscendo più poveri.
Come può questa guerra prevenire altri massacri come quello di Parigi? Come abbiamo visto, non può. Anzi, fa solamente peggiorare le cose. Soprattutto in termini di persone innocenti ammazzate. Ogni bomba lanciata da Stati Uniti e Francia in territorio straniero, ogni operazione dei servizi segreti in territorio estero, non fa altro che creare una sequenza infinita di motivi che portano gli individui nel territorio in cui s'interviene a serbare rancore e ad organizzarsi per scacciare gli "invasori", o a colpirli in patria con attacchi terroristici simbolici.
Ludwig von Mises dimostrò nelle sue opere come l'interventismo economico rappresentasse un veleno per il libero mercato. Murray Rothbard ebbe un'intuizione: traslò questo concetto alla geopolitica, affermando come l'interventismo estero in faccende estranee al proprio paese fosse foriero di conseguenze impreviste. Una di queste, purtroppo, è stata la tragedia francese del fine settimana scorso, il cui innesco è stato il militarismo francese sul territorio siriano. Infatti, sin dal 2011 l'obiettivo di USA e Francia è stato quello di spodestare Assad e nel farlo si sono ritrovati a mandare in quei territori pacchi e pacchi di armi che sono costantemente finiti nelle mani dei terroristi piuttosto che in quelle dei cosiddetti "ribelli moderati anti-Assad". Ciò ha gettato i semi degli attacchi di Parigi che, a loro volta, hanno gettato i semi dei recenti bombardamenti francesi sulla Siria. Una escalation di violenza che non risparmierà nemmeno i francesi stessi, i quali si ritroveranno a vivere in uno stato di polizia a causa dell'invadenza dello stato che, attraverso la sua propaganda, approfitterà della situazione per opprimere ulteriormente le libertà degli individui.
Non lasciatevi ingannare, quindi, dalle proposte folli di Hollande che nella loro veemenza centralista, non toccheranno minimamente i terroristi ma assedieranno i cittadini francesi facendoli vivere in un costante stato di paura e annientando le loro libertà in nome di un "bene superiore". La soluzione è quella di respingere i militaristi e gli isolazionisti; più bombe non risolveranno il problema in Medio Oriente. Riproporre una strategia fallimentare è stupido oltre che dannoso.
Non è un caso, infatti, se Parigi sta diventando sempre di più una città militarizzata e sulla stessa scia stanno agendo anche le altre capitali d'Europa. Aspettarsi che questo possa fermare i terroristi è piuttosto ingenuo, proprio perché lo stato approfitta di qualsiasi situazione per espandere il suo controllo ed imporsi con maggiore peso sulle scelte degli individui. Questo, ad esempio, è stato lo scopo del Patriot Act. Non solo, ma come accaduto negli Stati Uniti, Parigi ha deciso di rompere le clausole legate ai deficit di bilancio e dare libero sfogo alle spese per la difesa. Ovvero, spese per la distruzione. Questo non fa crescere un'economia. Questa non è produzione sostenibile. Nel breve termine fornisce un senso di euforia, ma in seguito produce una correzione necessaria che impone un conto salato da pagare. Soprattutto, non permette affatto di risolvere il problema! Infatti, malgrado le spese faraoniche degli Stati Uniti per la guerra al terrorismo, i pazzi che si fanno saltare in aria e sparano all'impazzata tra la popolazione inerme sono ancora in circolazione. E a quanto pare ora i talebani controllano più territorio in Afghanistan rispetto a prima che gli USA si lanciassero a testa bassa nella loro crociata per eradicare questo male. Senza contare le migliaia di morti e i milioni di rifugiati.
In patria, il sottoprodotto della guerra al terrorismo è stato un mix di popolazione spaventata e tenuta sotto controllo. Cos'è la NSA se non la figlia deforme del tragico compromesso tra sicurezza e libertà? In questo modo non si fa altro che lasciare carta bianca a degli stati affamati di potere che non rispettano più il rule of law, poiché, forgiandosi del potere di rendere più sicura la popolazione, sono autorizzati a "fare tutto il possibile". I pianificatori centrali e la relativa burocrazia che fanno parte dell'apparato statale diventano una pericolosa eccezione alle leggi che invece valgono per tutti gli altri, mettendo nelle proprie mani un potere politico arbitrario pressoché illimitato. Non è una sorpresa, quindi, se ne abusano. Ma questa lezione non è stata appresa. Henry Hazlitt lo sapeva bene. Lo scrisse a chiare lettere nel Capitolo 9 della sua opera magistrale, L'Economia in Una Lezione: "Smobilitare Eserciti e Burocrazia." Ciò non è accaduto nel 1989, quando cadde il muro di Berlino e l'enorme apparato militare messo su per affrontare la minaccia russa sarebbe dovuto essere smantellato. Improvvisamente questo gigantesco apparato burocratico non aveva più una ragion d'essere. Gli è stata data con la fantomatica lotta al terrorismo, operazione nata da conseguenze indesiderate scaturite dalla politica estera interventista dei vari stati occidentali.
Questo per dire che il Medio Oriente è ormai una zona costituita da stati falliti e un incubatore di un fanatismo barbarico-religioso a causa dei continui interventi occidentali in quelle zone. In sostanza, l'avvertimento di Eisenhower circa il complesso militare-industriale è caduto nel vuoto, lasciando solamente terra bruciata laddove questa macchina da migliaia di miliardi di dollari ha ri-allocato i propri affari. Infatti non si tratta nemmeno di petrolio, perché come abbiamo visto col recente boom delle patch di scisto, ad esempio, tutti i paesi del mondo fanno a gara per scaricare il proprio oro nero sul mercato in modo da finanziare le proprie spese folli. Ciò è vero sia per il Venezuela, per l'Arabia Saudita, per il Brasile, per il Texas, per il North Dakota, per la Norvegia, ecc. In America, infatti, sono stati la ZIRP e il QE a far esplodere uno tsunami d'investimenti nel mondo petrolifero sul suolo nazionale, portando ad un mismatch tra domanda e offerta. Infatti ora quest'ultima supera la prima, e il credito a buon mercato sta per finire la sua magia.
A seguito del rallentamento della creazione di denaro sin dallo scorso ottobre, le attività in bolla che distruggono ricchezza sono costantemente finite sotto pressione. I CEO delle grandi aziende americane, ad esempio, hanno offerto in ostaggio i bilanci di quest'ultime sull'altare della ZIRP per strafogarsi di debito a buon mercato e inondarsi di dividendi e guadagni inattesi. Il tutto, ovviamente, grazie all'ingegneria finanziaria (es. riacquisti d'azioni). Ma sin dal terzo trimestre dello scorso anno l'influenza della FED sui mercati è andata via via scemando, e con essa il ricorso all'ingegneria finanziaria per mostrare uno straccio di guadagno dal settore azionario. La strategia della FED, quindi, è quella di stare a guardare quello che succede. La volontà di "rialzare" i tassi a dicembre non è dettata da una politica decisa dal FOMC, bensì dall'ambiente di mercato che sta inducendo nuovamente una correzione.
Senza il nuovo afflusso di capitali a buon mercato le attività in bolla perdono la loro capacità di sottrarre ricchezza reale dal mercato e vanno fallite. Tale catena di fallimenti, a sua volta, metterà pressione alle banche commerciali che fino ad ora hanno gozzovigliato nei mercati azionari e obbligazionari. Questo significa margin call, chiusura dei rubinetti dei prestiti e tassi d'interesse in salita. Quindi per il prossimo dicembre non dobbiamo domandarci se la FED aumenterà o meno i tassi, bensì se tornerà ad intervenire o lascerà che l'inesorabile correzione faccia il suo corso. Di conseguenza non esiste alcun motivo economico che ha spinto la macchina militare statunitense a perpetrare la sua esistenza. Coloro che avanzano l'ipotesi che tutta questa storia verta sull'acquisizione di petrolio da parte delle nazioni occidentali, non ha capito come funzionano causa/effetto in economia. Il mondo è pieno di risorse, solo che non esistono in un determinato momento le tecnologie e le conoscenze adatte per portarle alla luce. Una volta soddisfatti questi requisiti le leggi dell'economia lavorano affinché l'ambiente di mercato possa essere sempre ripulito dagli eccessi e dalle carenze. Di conseguenza i prezzi stanno a segnalare proprio questo: in caso di carenza ci saranno prezzi alti e in caso d'abbondanza ci saranno prezzi bassi.
Oggi la macchina industriale della Cina sta rallentando e di conseguenza avrà bisogno di meno energia. Non solo, ma anche la macchina del credito sta rallentando, di conseguenza se alcune aziende si sono spinte troppo oltre con le loro avventure imprenditoriali presupponendo un ambiente economico perennemente pervaso dalla ZIRP, hanno fatto male i loro conti e ora ne stanno pagando il prezzo con profitti in calo e prezzi delle commodity in calo. Detto in altre parole, la macchina da guerra imperialista non è stata lasciata in vita per depredare determinati paesi delle loro risorse petrolifere o per assicurare un prezzo "onesto del petrolio", bensì per sostenere un pilastro clientelista che rappresenta la salute dello stato. Non credo d'essere troppo tranchant quando affermo che ormai la guerra viene fatta solo per fare la guerra. Perché? Perché la guerra è la salute dello stato. Soprattutto in periodo recessivi. Non è un caso, infatti, se alcuni economisti come Krugman affermino velatamente come gli ultimi terribili fatti di Parigi possano rappresentare un motivo di stimolo per l'economia nazionale francese. La presunta anti-ciclicità che viene affibbiata al conflitto bellico è solamente una chimera.
Infatti al pari dell'interventismo economico, l'interventismo bellico estero promuove quelle stesse conseguenze impreviste che i pianificatori monetari centrali non si aspettano quando convincono l'ambiente economico della loro presunta lungimiranza. Allo stesso modo, l'intelligence e i servizi segreti commettono lo stesso errore quando intraprendono azioni destinate ad influenzare un'intera nazione senza che possano considerare tutte le conseguenze ex-ante. Come considerare altrimenti i quarant'anni d'intromissione americana nelle faccende iraniane, la quale ha scaraventato il paese nelle mani di una teocrazia dedita al fanatismo a causa di un regime change sponsorizzato dagli stessi USA? Come considerare altrimenti l'intromissione degli USA nella faida Iraq-Kuwait per una questione meramente di confini (confusione risalente agli anni '60) e che richiese lo stanziamento di 500,000 soldati americani sul suolo dell'Arabia Saudita (cosa che tra l'altro offese i mujahedeen afghani rimasti disoccupati dopo il crollo dell'URSS)? Ma il peggio sarebbe accaduto dopo il 1991, quando la propaganda statunitense auto-investì il paese a stelle e strisce col ruolo di "poliziotto del mondo". Inutile dire che questa carica rendeva gli USA la nazione capace di distinguere gli "stati canaglia" da quelli presumibilmente buoni, rivestendo le sue decisioni di regime change in Medio Oriente con un'aura di giustezza e legittimità. Infatti gli USA, per aggiungere una patina di nobiltà alle loro azioni intrusive, non avrebbero più prediletto la strategia boots on the ground come nella Guerra del Golfo, bensì una composta da operazioni sotto-copertura, addestramento di truppe, spedizione d'armi a gruppi ribelli, ecc.
E' stato proprio questo modo d'agire che ha creato mostri come l'ISIS. Infatti i mujahedeen addestrati dalla CIA per combattere contro i russi, e successivamente diventati Al-Qaeda, non sono impazziti improvvisamente e hanno deciso di combattere l'America "per la sua libertà". In realtà, è stato il wahabbismo fondamentalista in Arabia Saudita che li ha ispirati, il quale era inviperito contro la macchina da guerra americana che aveva imposto sanzioni, embargo, no fly zone e altre azioni ostili nei confronti del regime sunnita a Baghdad dopo il 1991. Malgrado ciò gli USA e il resto degli stati occidentali non hanno imparato nulla sin da allora. Il caos in Libia e in Siria sono solo gli ultimi esempi di una sequenza d'interventismi inutili e non necessari in faccende che non hanno fatto altro che portare a conseguenze dannose e peggiori rispetto alla situazione che si voleva "risolvere". Infatti è stata la combriccola USA, Francia e Inghilterra che, volendo spodestare Assad, ha gettato i semi di quello che sarebbe in seguito diventato lo stato islamico. Sono stati USA, Francia e Inghilterra che nella loro sciocca presunzione bellica hanno permesso a questi mostri di conquistare territorio e prosperare.
E' da loro che questi fanatici hanno preso armi, munizioni, razzi, pezzi d'artiglieria e mezzi di trasporto bellici. Ebbene sì, cari contribuenti francesi. Parte delle vostre tasse è finita per regalare armi a gruppi terroristici. Questi ultimi, approfittando del vuoto di potere creato dalla guerra civile siriana, hanno reclamato pezzi di territorio sempre più ampi rivoltandosi contro la mano che fino a quel momento li aveva riforniti d'armi. L'obiettivo del neo-stato islamico non è mai stato rimuovere la "tirannia", perché esso stesso è l'incarnazione della tirannia. In risposta, gli Stati Uniti hanno iniziato a bombardare la Siria con attacchi aerei, insieme anche alla Francia (ultimamente, sebbene in azioni separate, s'è unita anche la Russia). Ancora una volta le nazioni occidentali hanno dato prova della loro stupidità e della loro intenzione di voler alimentare la guerra piuttosto che terminarla, perché se tali bombardamenti fossero veramente efficaci lo stato islamico sarebbe già stato ridotto ad un cumulo di macerie. Ciò che viene, invece, ridotto ad un cumulo di macerie sono case, uffici, negozi e moschee, uccidendo indiscriminatamente sia civili innocenti che terroristi. Infatti, ciò che convince quelle persone a diventare jihadisti non è affatto la pila di promesse vuote del califfato, bensì l'oltraggio e il risentimento nei confronti delle bombe lanciate dagli attacchi aerei e da quelle lanciate dalle navi nel mediterraneo.
In conclusione, senza la campagna bellica occidentale volta a spodestare Assad e senza la campagna propagandistica occidentale volta a demonizzare l'Iran (suo alleato), i fanatici dell'ISIS non sarebbero mai diventati la forza feroce e ben armata che abbiamo sotto gli occhi oggi. Sarebbero rimasti a corto di soldi, reclute e armi in un batter di ciglio. Più bombardamenti non li fermeranno, anzi li renderanno più agguerriti. Tanto per iniziare i leader occidentali non dovrebbero stare al gioco dei terroristi come fa Hollande, il quale parla di guerra ed implementa misure da stato di polizia nel suo paese. Come sosteneva la Thatcher, bisogna affamare i terroristi "togliendo loro l'ossigeno della pubblicità da cui dipendono". Chi deve combattere l'ISIS, in realtà, è Assad e i suoi alleati della guardia iraniana. E' tempo che l'occidente si renda conto dei suoi errori del passato e lasci le questioni estere nelle mani di chi competono realmente, evitando di farsi coinvolgere in futuro in conflitti estranei alla sua sfera d'azione. Per nostra sfortuna questa sarà la risposta meno probabile, ed è per questo che atti barbarici e disgustosi come quello di Parigi continuano ad accadere.
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