di David Stockman
La distruzione dei mercati finanziari onesti da parte della FED e delle altre banche centrali ha creato una classe di bellimbusti negli hedge fund. Molti di loro hanno cavalcato le bolle sin da quando Alan Greenspan è salito al timone della FED nel 1987; e adesso non solo ritengono d'essere geni degli investimenti, ma minacciano di diventare permalosi se la FED o chiunque altro voglia provare a lasciare a secco il casinò.
Leon Cooperman, che è un trader ex-Goldman e ora titolare di un fondo gigante chiamato Omega Advisors, è uno dei più insopportabili sbruffoni tra questi cavalcatori di bolle. All'inizio di questa settimana l'ha dimostrato per l'ennesima volta.
Sembra che il suo fondo abbia subito una perdita tonante di oltre il 10% durante il ribasso nel mercato azionario di agosto, contro il quale la FED non ha preso provvedimenti. Ma piuttosto che accettare la responsabilità per il fatto che il suo portfolio d'azioni faceva acqua da tutte le parti, Cooperman ha snocciolato un sermone in cui incolpava di slealtà altri giocatori del casinò:
Lee Cooperman, il fondatore di Omega Advisors, si è unito al coro crescente d'investitori che accusano le strategie di trading esoteriche, ma sempre più influenti, introdotte da hedge fund come Bridgewater, per aver scatenato le vendite della scorsa settimana — e il suo scarso rendimento ad agosto.
Bene. Ma come fa Bridgewater a contare le carte in modo da provocare una tale agitazione ai tavoli da gioco?
In una parola, Ray Dalio, fondatore del colosso Bridgewater, ha fatto la stessa cosa di Cooperman e per quasi altrettanti decenni. Vale a dire, contare le carte sotto gli occhi degli sciocchi pianificatori monetari centrali domiciliati nell'Eccles Building.
A dire il vero, il fondo di Dalio ha avuto rendimenti superlativi e c'è senza dubbio una qualche magia algoritmica incorporata nel computer di Bridgewater. Ma alla fine è tutto in funzione dei mercati dei capitali rotti che sono stati usurpati e truccati dalla FED.
L'unica cosa che bisogna sapere sulle strategie implementate da Bridgewater e dai suoi imitatori, e che ora hanno suscitato le ire dei giocatori d'azzardo più primitivi come Cooperman, è rappresentata dal seguente grafico:
Si tratta, ovviamente, "dell'effetto ricchezza" della stampante monetaria della FED. Ci sono stati circa 30 "ribassi" identificabili sin dal marzo 2009 e ognuno ha visto una rinnovata frenesia d'acquisti da parte dei giocatori del casinò. E per una buona ragione.
Il salvataggio disperato e assolutamente ingiustificato di Wall Street da parte della FED di Bernanke al momento del crash post-Lehman, ha insegnato ai giocatori una profonda lezione. Cioè, avrebbero potuto riporre fiducia nel fatto che la FED li avrebbe inondati di denaro quasi gratis nonostante tutti i pericoli, e che avrebbe fatto ricorso a qualsiasi intervento di manipolazione dei prezzi per mantenere alte le medie azionarie.
Mai in tutta la storia economica circa diecimila scommettitori hanno guadagnato così tanti miliardi in cambio di così poco valore economico aggiunto. Ma ciò che Dalio ha fatto in questo contesto, è stato inventare un modo più efficiente per mettere a nudo la monumentale generosità della FED.
Vale a dire, i computer di Bridgewater comprano titoli durante la "fase euforica", quando la volatilità delle azioni è in calo e i prezzi in aumento; e poi durante i "ribassi" si spostano nei bond, quando la volatilità delle azioni è in aumento e la mandria si sta ritirando in cerca di un porto fatto da buoni del Tesoro e altri titoli a reddito fisso, facendo così salire il prezzo di questi ultimi.
In breve, esiste sempre un giorno di paga in ogni tipo di tempo finanziario di breve periodo, perché i computer di Bridgewater sono come pompe aspiranti monetarie; spurgano costantemente la volatilità dai portfoli.
Ma attenzione, perché il grafico qui sopra non potrebbe mai esistere in un mercato libero e onesto.
Non si potrebbero creare algoritmi per pompare fuori la volatilità e spremere il mercato, perché la regolarità delle onde su cui si basano non è naturale; è l'opera di una banca centrale che è stata presa in ostaggio dai giocatori del casinò.
Né "ostaggio" è una parola troppo forte. Ai tempi di di Paul Volcker e William McChesney Martin chiunque avesse anche sussurrato la possibilità di 80 mesi di ZIRP, sarebbe stato affiancato alla scuola di William Jennings Bryan come sciroccato monetario.
Però, com'è accaduto nelle ultime settimane, il lungo regno delle stampanti monetarie mondiali ha cominciato a sprigionare fratture. Dall'altra parte del mondo, in Cina, quella che era diventata "un'offerta d'acquisto" ventennale da $4,000 miliardi per i bond del Tesoro degli Stati Uniti e altri titoli a reddito fisso dei mercati sviluppati, s'è trasformata in "un'offerta di vendita".
Ciò si rivelerà come uno dei più grandi punti di svolta finanziari della storia. Durante il corso dello schema di Ponzi cinese da $28,000 miliardi, i suzerain rossi di Pechino hanno acquistato bond statali a palate e quindi hanno mantenuto alto il loro prezzo e bassa la volatilità nel mercato obbligazionario.
A dire il vero, questo non era un atto di carità nei confronti dei consumatori e dei governi d'America infatuati dal debito. È stato fatto per agganciare il tasso di cambio RMB/dollaro e quindi oliare la sua macchina mercantilista incentrata sulle esportazioni.
Ma era troppo bello per esere vero, perché ogni volta che la Banca del Popolo Cinese (PBOC) ha acquistato il debito dello Zio Sam ampliava simultaneamente il sistema bancario interno e l'offerta di credito in RMB. Inoltre, dopo che Pechino ha lanciato la sua folle campagna di costruzione d'infrastrutture in risposta alla crisi finanziaria del 2008, il falso boom immobiliare che ne è seguito ha attirato sempre più ondate di hot money dall'estero, gonfiando in tal modo l'economia nazionale cinese.
Infatti la PBOC è stata costretta a lasciar salire lentamente il RMB rispetto al dollaro per non far diventare il suo sistema bancario una trottola impazzita. Ma il RMB in costante aumento ha drasticamente accelerato l'afflusso di capitali esteri e di fondi speculativi nell'economia cinese, riempiendo così i caveau della PBOC con $4,000 miliardi all'inizio di quest'anno rispetto a qualche centinaio di miliardi di dollari alla fine del secolo.
Ma queste non erano riserve monetarie nel senso stretto del termine; erano il frutto di una stupida politica mercantilista e della conversione di un uomo ingenuo, e superstite delle depredazioni di Mao, il quale riteneva che il potere del partito comunista poteva essere meglio amministrato con la stampante monetaria piuttosto che con le armi.
Ma Deng ha semplicemente scatenato un Mostro del Credito che ha aspirato capitali e risorse provenienti da tutto il mondo in un vortice di scavi, costruzioni, prestiti, investimenti e speculazioni intrinsecamente instabili e incendiari. Era solo una questione di tempo prima che questo castello di carte iniziasse a traballare e crollare.
Ciò è avvenuto nel 2015 — circa 30 anni dopo che Deng ha proclamato come fosse glorioso essere ricchi. Così dicendo, egli non aveva idea che un simulacro del capitalismo gestito da burocrati comunisti si sarebbe trasformato in una macchina del giudizio universale.
In ogni caso, ciò che sta accadendo ora in Cina è che gli speculatori — sia interni che esteri — hanno gettato la maschera. Questo è stato particolarmente vero dopo che Pechino ha cercato disperatamente d'alleviare il suo problema col debito societario, gonfiando una bolla da $5,000 miliardi nel mercato azionario.
Questo è avvenuto nonostante i capi di partito abbiano inviato camion carichi di denaro contante per impedire il crollo del mercato azionario e camion pieni di poliziotti per arrestare coloro troppo zelanti nel vendere ciò che la PBOC stava cercando d'acquistare. Ciò vuol dire che infine la fiducia nello Schema di Ponzi Rosso è andata in frantumi.
Di conseguenza, il denaro sta uscendo dalla Cina attraverso mille rivoli finanziari. Per evitare che il tasso di cambio del RMB precipitasse ed incitasse in tal modo una fuga di capitali più furiosa, la PBOC ha ingranato per la prima volta la retromarcia in modo sostenuto e strategico da quando è nato il presunto miracolo del capitalismo rosso.
Ray Dalio non se l'aspettava, perché nonostante la competenza di Bridgewater con gli algoritmi di trading, il suo staff di macroeconomisti è composto da menti keynesiane. Ahimè, non avevano considerato il fatto che gli Austriaci avessero spiegato "come e perché" molto tempo prima.
Vale a dire, l'esperimento di Pechino con il capitalismo rosso sarebbe finito in un crack-up boom, poiché l'infinita offerta d'acquisto per i bond statunitensi da parte dei capitalisti rossi si sarebbe trasformata in una dirompente e sgradita offerta di vendita di centinaia di miliardi di bond sovrani e altre passività in dollari/euro/yen.
Per farla breve, durante le giravolte dello scorso agosto i prezzi delle obbligazioni non sono aumentati come è accaduto quando il mercato azionario è sceso del 12% nell'ottobre dell'anno scorso. Di conseguenza, il portfolio di Bridgewater è stato inondato da troppa volatilità sia sul lato obbligazionario sia sul lato azionario. Così le pompe aspiranti algoritmiche hanno scaricato pacci di azioni per drenare la nave di Dalio.
Di conseguenza, ad agosto Bridgewater ha spazzato via i suoi profitti annuali in un paio di giorni. Inutile dire che i grandi player nel casinò si stanno sparando a vicenda, mentre si allineano davanti all'Eccles Building per un altro giro di Kool Aid.
Ray Dalio ha già detto che è tempo per un QE4. Si rende conto che la grossa grassa offerta d'acquisto della FED è necessaria per sostituire l'offerta d'acquisto del capitalismo rosso sul mercato dei bond sovrani, e, quindi, far riprendere a funzionare i suoi algoritmi.
Nel contempo Goldman oggi ha sguinzagliato il suo capo economista affinché dicesse che la relazione sul mondo del lavoro di venerdì scorso, rappresenta un forte argomento per non aumentare i tassi a settembre. Perché abbiamo bisogno di un altro mese di ZIRP quando 80 mesi hanno finora fallito nel loro intento, non l'ha detto.
Non importa. Potete essere sicuri di questo: se il mercato rimbalzerà rispetto ai 1967 punti, è probabile che la FED annuncerà una mossa decisiva a settembre, permettendo al casinò di mettere in scena un breve rally.
Allo stesso modo, se il mercato scenderà ancora di più, la FED difenderà l'instabilità dei mercati e rinvierà ancora una voltà il patetico innalzamento da 25 bps, causando così una timida ripresa di breve durata.
Quello che non accadrà, invece, è un'altra gamba rialzista nel falso mercato toro costruito dalla FED e dai suoi compari di viaggio nelle altre banche centrali. Questo perché lo "shortamento" globale del dollaro sta finalmente arrivando alla fine.
Per quasi due decenni le banche centrali dei mercati emergenti hanno acquistato bond statunitensi, così come hanno fatto i produttori di materie prime e gli stati petroliferi. Così facendo, hanno aiutato la FED a guidare il tasso di riferimento verso livelli economici assurdi.
Questo è ciò che accade quando la stampante monetaria viene utilizzata per generare $12,000 miliardi di cosiddette riserve valutarie e $22,000 miliardi totali per gli scarafaggi monetari del mondo, noti anche come banche centrali e fondi sovrani.
A sua volta, questa massiccia pila di denaro è diventata la garanzia per l'emissione privata di crediti sovrani e aziendali in tutti i mercati emergenti, rallentando così la fame di rendimenti decenti tra i money manager disperati.
Ma ora il castello di carte cinese sta crollando, facendo precipitare anche tutta la catena di rifornimento della Cina. Un esempio tra i tanti è il Brasile, dove la produzione industriale è in calo dell'8% rispetto ad un anno fa, e continua a calare; o la Corea del Sud dove le esportazioni sono diminuite vertiginosamente.
Metaforicamente parlando, i dollari stanno ritornando a tutta velocità verso l'Eccles Building. La Cina e gli stati petroliferi stanno vendendo e i prestatori off-shore di dollari stanno rilasciando margin call.
Alla fine, sia le bolle obbligazionarie sia le bolle azionarie gonfiate così incautamente dalla FED e dalle altre banche centrali dopo il settembre 2008, scoppieranno in risposta al maremoto deflazionistico.
Inutile dire che tale eventualità sarà la campana a morto per i trade degli hedge fund. Ciò causerà una volatilità che costringerà gli algoritmi a mangiarsi vivi i loro portfoli.
I padroni dell'universo negli hedge fund riescono a sillabare "assicurazione sui portfoli"?
Leon Cooperman e i suoi compari si ritroveranno presto a pregare per un evento (relativamente) di poco conto come quello dell'ottobre 1987.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
I veri avversari del "liberismo selvaggio" e del "turbocapitalismo finanziario" sono i "comunisti di ritorno" alla Piketty, alla Corbin, alla OccupyWallStreet?
RispondiEliminaMa manco per idea!
Quelli sono solo una marmaglia di pericolosissimi ignoranti economici che vogliono il controllo della stampante monetaria per avere quello della realtà per adattarla coercitivamente ai loro desiderata di edificatori del Sole dell'avvenire.
Il vero nemico di "liberismo selvaggio" e "turbocapitalismo finanziario" è la "deflazione monetaria" da inattività della banca centrale di riferimento. La carenza di fiatmoney. E' questo che scrive il buon Stockman.
Detto questo, tocca sfatare il mito della meritocrazia nelle aziende private, soprattutto in quelle più grandi.
In generale, si crede che, a differenza del settore pubblico e parapubblico. almeno nel settore imprenditoriale privato non clientelare/sussidiato, carriere e prestigio dipendano esclusivamente da meriti concreti in termini di iniziativa, innovazione, produttività, ...
Ma manco per idea!
Se l'azienda è quotata in Borsa conta solo il valore azionario della stessa. Agli investitori non interessano altro che i dividendi. Chissenefrega dell'innovazione di prodotto. L'importante è che il management sia abile nel pompare il valore nominale delle azioni. Insomma, che abbia ben compreso le "regole" del casinò finanziario.
Perciò, che tra i suoi dipendenti e dirigenti ci siano anche degli incapaci o anche dei raccomandati o anche dei paraculi giunti lì chissà come e chissà da dove, non è assolutamente rilevante. Così come, che i prodotti incontrino davvero l'interesse del mercato, è secondario rispetto al trend borsistico delle azioni aziendali.
Il che comporta, alla fine, che una società civile, "occupata" da imprese zombie che stanno ancora in piedi solo grazie all'ingegneria finanziaria, indipendentemente dalla qualità della propria produzione e dalle reali preferenze dei consumatori, sfavorisca tutti quei giovani che vorrebbero con fantasia ed impegno dare un vero contributo al progresso della società stessa. Costoro saranno delusi nelle aspettative e disincentivati dal migliorare se stessi avendo constatato la sostanziale inutilità dell'impegno profuso nel prepararsi. Perciò, molti di loro sceglieranno di andar via da luoghi simili in cerca di opportunità più gratificanti. E, nel suo complesso, la società civile ne risentirà con un inesorabile arretramento culturale, civile e sociale. Resteranno i meno dotati ed i meno produttivi e quelli gratificati dallo sguazzare nell'ignavia degli stagni.
Gli zombie nutriti col fiatmoney divorano il presente ed il futuro. Lo status quo si conserva a spese del presente e del futuro.
Ciao Dna.
EliminaUna cosa, giusto per puntualizzare un fatto sul mercato azionario e come esso sia "pericoloso" per l'investitore sprovveduto, o per coloro a cui basta leggere i titoli dei giornali per affermare che la ripresa c'è perché la borsa "vola". Più che i dividendi agli investitori furbi interessano i riacquisti d'azioni proprie. Infatti i dividendi sono solamente una forma di window dressing per attirare quanti più polli possibili; questa è gente che si gonfia il petto quando nella propria dichiarazione dei redditi può mettere orgogliosamente "dividendi". Queste sono le classiche rendite da capitale che vongon otassate a morte dal sistema fiscale e di cui i socialisti ignoranti dicono peste e corna. In questa rete ci cascheranno anche tutti quei fessi che sottoscriveranno la IPO di Poste Italiane. Gli investitori furbi, invece, agognano solamente il prossimo annuncio di riacquisto d'azioni per uscire dalla festa e incassare quanto più denaro possibile dall'aumento del valore delle azioni. A loro favore c'è una ridistribuzione del capitale dell'azienda in questione, mentre gli azionisti che rimangono in gioco sperano di mungere un'oca apparentemente dall uova d'oro.
Così mentre un gruppo si accontenta d'incassare subito il malloppo, il resto degli azionisti viene abbagliato dall'aumento del valore delle azioni. Inoltre, anche se l'investitore si emancipa da dividendi futuri, può utilizzare le proprie risorse per finanziare margin loans con cui alimentare posizioni che danno la possibilità di guadagnare e in modo praticamente esentasse.
Ciao Francesco, ok. Puntualizzazione necessaria ed ulteriormente chiarificatrice del modus operandi di questi giocatori d'azzardo. E del modo in cui vengono attratti e sacrificati tutti i membri del parco buoi.
Eliminaperfetto stockman, cui francesco assomiglia sempre piu. perfetto dna. aggiungo solo questo (ps io ho il raro libro in traduzione italiana): sovrastrutture
RispondiEliminahttps://en.wikipedia.org/wiki/The_Modern_Corporation_and_Private_Property