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di Bill Bonner
TIVOLI, New York – Le azioni cinesi sono calate vistosamente ieri.
Lo Shanghai Composite è sceso del 6% – il più grande calo in tre settimane.
Il nostro team di ricerca di Pechino è abbattuto.
"Nessuno qui vuole sentir parlare di azioni", ci dicono.
E anche la parte più malsana – e più rischiosa – del mercato obbligazionario americano, ha preso una bella sberla.
Ecco il grafico di quel grande junk bond ETF che ieri Chris ha evidenziato. Quest'anno si è completamente invertito...
Nel frattempo gli utili societari americani hanno raggiunto un plateau.
E secondo David Bianco di Deutsche Bank, gli utili in realtà stanno scendendo quando si escludono le rettifiche contabili delle società per "aggiustare" i loro numeri.
L'unica cosa che continua a sostenere le azioni di Wall Street, è l'insider trading.
I dati recenti sui rivenditori americani mostrano quanto sia profonda la putrefazione.
Le vendite sono aumentate ad un ritmo estremamente lento – appena lo 0.5% rispetto al 2007.
Tra il 2000 e il 2007 sono salite quattro volte più velocemente. Nella ripresa degli anni '90 sono salite sei volte più velocemente.
In putrefazione ci sono soprattutto le vendite dei quattro grandi centri commerciali d'America – Macy, Kohl, Sears e JCPenney. Le loro vendite combinate sono in calo ad un tasso del 10% annuo... o un calo quattro volte più marcato rispetto a quello delle vendite dei grandi magazzini in generale.
Ciò che è interessante riguardo queste quattro aziende, è che sono state tra i manipolatori più aggressivi del mercato azionario.
Tra il 2005 e il 2014 hanno guadagnato un totale di $13 miliardi. Ma i loro dirigenti hanno speso $34 miliardi per ingannare gli investitori circa il valore reale delle loro imprese: riacquisti d'azioni proprie, intascando miliardi per sé stessi nel processo.
Se contate sui mercati affinché rivelino il prezzo giusto di un titolo azionario, sarà una lunga attesa.
Per parafrasare Lord Keynes, i clientelisti possono falsare i dati più a lungo di quanto voi possiate rimanere solvibili.
La FED manipola il mercato obbligazionario. I clintelisti manipolano il mercato azionario.
Ecco come funziona…
I clientelisti ai piani alti acquistano azioni della propria società sul mercato aperto e poi le cancellano. Questo aumenta l'utile per azione delle azioni rimanenti, spingendo verso l'alto il loro valore. A sua volta questo rende più preziose le stock option dei clientelisti... innescando grandi pagamenti di bonus.
Il money manager John Hussman di Hussman Funds ce lo spiega:
Come ha spesso osservato Albert Edwards di SocGen, non solo i riacquisti incrementano le valutazioni di mercato e prosciugano i mercati depressi, in genere sono finanziati mediante l'emissione di debito.
Ciò che spinge i riacquisti non è il valore, ma la disponibilità di capitale a basso costo in punti del ciclo economico in cui i margini di profitto sono temporaneamente elevati e fanno sembrare facile da gestire il maggior onere del debito.
I clientelisti non sarebbero in grado di manipolare i prezzi azionari senza tassi d'interesse ultra bassi.
Portare il prezzo del denaro al di sotto del livello che l'economista svedese del XIX secolo Knut Wicksell definì "tasso naturale" – il tasso del rendimento del capitale – trasforma ogni numero del capitalismo in una bugia.
Guardate cos'è successo allo spazio per la vendita al dettaglio...
Ricordate il 1990?
Non c'era carenza di posti in cui spendere soldi. Ma nel settore della vendita al dettaglio – così come nelle dot-com, nelle case, nei derivati garantiti da ipoteca, nel petrolio e nelle materie prime – il finanziamento a buon mercato rende irresistibile strafare.
Gli spazi commerciali sono raddoppiati sin dal 1990, sebbene il reddito delle famiglie sia sceso. Ora abbiamo circa lo stesso potere d'acquisto delle famiglie tedesche... e quattro volte lo spazio per la vendita al dettaglio a persona.
Che cosa ci faranno con tutto questo spazio?
I posti vacanti nei centri commerciali erano circa il 5.5% l'anno nel 2007. Ora hanno superato il 9% l'anno.
Perché?
Le famiglie degli Stati Uniti sono ancora caute quando si tratta di accendere prestiti. Secondo i dati di Bloomberg, il livello del debito totale delle famiglie è del 6.5% inferiore rispetto al picco di $12,700 miliardi raggiunto nel terzo trimestre del 2008.
Ciò lascia le corporazioni americane e Washington a sostenere la bolla del credito.
In altre parole, solo il governo e le aziende sono disposte a spendere soldi per affari improduttivi. Non c'è da meravigliarsi. Non è il loro denaro!
Sì, caro lettore, i consumatori si sono ritirati. Il reddito medio familiare è diminuito, in termini aggiustati all'inflazione, sin dalla crisi finanziaria del 2008.
Senza aumenti salariali, le famiglie non possono aumentare la spesa – a meno che non decidano d'indebitarsi. E hanno già visto quello che succede se decideranno di farlo di nuovo.
Quindi rimangono solo i federali... e il settore delle imprese.
A quanto pare Washington non sembra prendere sul serio le proprie responsabilità. I deficit sono scesi ad appena il 2% del PIL. Ciò è pari a circa un quinto del pacchetto di stimolo fiscale del 2009.
Per quanto riguarda lo stimolo monetario, anch'esso c'è andato giù pesante. Dopo aver espanso il bilancio della banca centrale di circa $4,000 miliardi, il QE della FED è stato messo in pausa. Naturalmente una discreta quantità di liquidità è fluita in Giappone, Europa e Cina... ma non abbastanza da sostenere questa bolla del credito.
Wall Street è a corto di tempo... e denaro.
I rendimenti delle obbligazioni societarie rischiano d'aumentare... e le azioni stanno cominciando ad invertirsi.
I clientelisti stanno approfittando della pausa estiva per manipolare i mercati... ma potrebbe essere l'ultima volta.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Perdonate l'O.T. comunque seguo sempre Freedonia e ti ammiro perchè sai rendere comprensibile l'economia persino a chi proprio non ci azzecca, come me!!!
RispondiEliminaHo tradotto alcuni articoli di indirizzo libertario, per puro divertimento, e penso di metterli online a disposizione di chiunque sia interessato.. qui https://esercizidiingleseinliberta.wordpress.com/
bellissimo incipit al link... postato su facebook
EliminaOttimo il primo pezzo che ho letto sulle discriminazioni subite dalle minoranza tra l'oppressione dello stato in forma coercitiva e la convenienza che matura il libero mercato che da spiragli di sopravvivenza.
EliminaCiao Francesco,
RispondiEliminaBonner, se parliamo di stile e contenuti, sta in mezzo tra North e Stockman. Le sue riflessioni tecniche sono spesso accompagnate da considerazioni etico-filosofiche. Il suo maggior pregio è però lo stile asciutto e leggero.
Ti sei chiesto cosa dovrebbero proporre gli Austriaci per evitare le prevedibilissime svolte autoritarie post-crack (da queste parti del tutto scontate).
Ebbene, i miti più diffusi da sfatare sono pochi, ma radicatissimi anche tra chi non si dice collettivista:
lo stato siamo noi,
lo stato non può fallire,
le crisi economiche sono causate dal libero mercato,
la miseria è colpa del capitalismo,
ci vuole uno solo al comando.
Sono straconvinto (qualche capello bianco ritengo che mi autorizzi) che in questo paese E' TEMPO PERSO provare a sfatare questa mitologia, questa fede religiosa. E' INUTILE. Ma di che parliamo e soprattutto con chi? L'altro giorno mio figlio mi ha mostrato una videointervista improvvisata in Piazza del Duomo a Milano (non in Barbagia...) nella quale numerosi giovani di varia estrazione (gente che va a votare...) si scervellavano per ricordare chi fosse il presidente della repubblica italiana durante la seconda guerra mondiale...
Pertanto, possiamo solo sperare che altrove non sia altrettanto inutile. Ma dove?
Nel New Hampshire? Nel Delaware? In Svizzera? Alle Cayman?
Ma lì non si tratta di sfatare miti statalisti perché là la fede statalista non ha mai attecchito in profondità.
Perciò, consci che faremo economicamente il culo ai tedeschi (il mantra propagandistico attuale) oltre che all'isis...
Ah, se si potessero tassare le cazzate della propaganda statalista!!!