venerdì 30 ottobre 2015
L'emergenza infinita — Perché nel casinò è sempre tempo di ZIRP
di David Stockman
In base all'ultima relazione sul mondo del lavoro, siamo ancora impantanati in una situazione d'emergenza economica — talmente estrema che ha comportato l'ottantunesimo mese di tassi d'interesse a zero, come sentenziato nel corso della riunione del FOMC dello scorso settembre. Tutto ciò nonostante il fatto che il tasso di disoccupazione abbia raggiunto l'obiettivo della FED della piena occupazione: 5.1%.
Ma questa non è nemmeno la metà della storia. Il tasso di disoccupazione ad agosto si trovava nel quintile più basso della storia moderna.
Proprio così. Ci sono state 535 relazioni mensili sul lavoro sin dal 1970, ma solo in 98 mesi, o il 18% delle volte, il tasso di disoccupazione è arrivato al 5.1% o ad un numero inferiore.
In una parola, il tasso di disoccupazione ufficiale si trova in quella che negli ultimi 45 anni è stata la cosiddetta zona di conclusione macroeconomica. Questo ci suggerisce che l'emergenza è finita?
Nient'affatto. Le teste di legno nei media finanziari hanno insistito su un altro differimento del cosiddetto "lift-off", poiché l'economia è presumibilmente ancora fragile. Anche i cosiddetti moderati della FED — Stanley Fischer e John Williams — hanno blaterato qualcosa d'incoerente mentre attendono maggiori dati economici "in entrata".
Le uniche informazioni "in entrata" che contano per loro sono le medie del mercato azionario. Vale a dire, se lo scorso ottobre le parole di Bullard hanno bloccato il ribasso dell'S&P 500, la prossima volta il FOMC cercherà d'evocare la stessa magia; e se il mercato soccomberà ad un altro po' di vertigini, la FED inventerà un'altra scusa per ulteriori ritardi.
Infatti, il vero obiettivo dell'Humphrey-Hawkins Act è trasparente: evitare a tutti i costi un "risk-off".
Quindi possiamo tranquillamente definire tutto ciò, un'esilarante farsa cosmica. La gente comune è in grave pericolo, perché gli stati e le loro banche centrali hanno messo i giocatori d'azzardo a capo dello spettacolo economico.
Questo è evidente in Europa, dove i burocrati di Bruxelles/Francoforte sono spaventati a morte per una fuga precipitosa verso le uscite da parte di quei giocatori d'azzardo che "hanno affittato" (sul mercato repo) le obbligazioni europee sovrane sulla scia dell'ukase di Draghi. Ora hanno trasformato la Grecia in una prigione di debitori, spegnendo gli ultimi resti di un governo democratico e imponendo oneri di debito che si avvicineranno ai $500 miliardi quando ci si renderà conto del nuovo piano di salvataggio della Grecia e dei massicci debiti della BCE.
L'economia greca, malconcia e ancora in contrazione, o farà la fine di Atlantide sprofondando sotto il Mar Egeo oppure diventerà una bomba micidiale. Cioè, quando la Grecia andrà infine in default, innescherà la scomparsa dell'euro, del progetto europeo e del sistema bancario traballante dell'intero continente — infarcito con debiti impagabili d'economie socialiste economicamente sclerotizzate.
Nel contempo la folle coppia Abe/Kuroda è riuscita a mandare l'economia giapponese in recessione — sebbene gestiscano il più grande schema di Ponzi di riacquisti sovrani della storia. Vale a dire, la Banca del Giappone è arrivata ad acquistare un quadrilione di debito pubblico giapponese non appena è stato emesso, agganciando così il decennale giapponese a 36 (ridicoli) punti base e inondando gli investitori del Giappone con una bolla speculativa che rappresenta solamente un incidente annunciato.
Nel vicino paese del capitalismo rosso, la correzione statalista diventa più assurda di giorno in giorno. Dopo aver inviato camion carichi di $300 miliardi per comprare azioni indesiderate e una flotta di poliziotti per arrestare chiunque si azzardasse a venderle, il capo della stampante monetaria cinese ha detto al G-20 che il mercato azionario cinese, ammontante a $5,000 miliardi, aveva finalmente superato il suo momento critico.
Quando la scorsa notte il mercato di Shanghai ha aperto a quasi il -2%, la "squadra di casa" è scesa in campo schiacciando il pulsante "acquistare" in un disperato tentativo di dargli ragione. In un attimo, il casinò rosso ha improvvisamente invertito la rotta volando verso il 3% alla chiusura del mercato.
Ormai i suzerain del capitalismo rosso dipendono da una cosiddetta PPT (Squadra di Protezione Anti-cali) per tenere a bada la vecchia signora con la falce. Con più titolari di conti azionari retail (90 milioni) che membri del partito comunista (80 milioni), e più conti di trading (287 milioni) che gente in Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Thailandia (267 milioni), una risata è davvero d'obbligo. Vale a dire, gli eredi della rivoluzione anti-capitalista di Mao non hanno altra scelta che sostenere il mercato azionario al fine d'offuscare il vortice deflazionistico che spazzerà via il castello di carte cinese.
Anche così, il gigantesco elefante rosso nella stanza è difficile da nascondere. Ecco perché il capitale è in piena fuga, come sottolineato dalla notizia di ieri sera secondo cui le riserve valutarie cinesi sono diminuite di $94 miliardi nel solo mese d'agosto — nonostante un enorme surplus delle partite correnti.
Questo è anche il motivo per cui nel mese d'agosto le importazioni della Cina sono crollate del 14% e le esportazioni di quasi il 6%, e perché le vendite di auto sono di nuovo calate sensibilmente. Infatti il piattume nella produzione industriale, nel consumo d'energia e nel trasporto di merci, mostra un'economia in stallo o peggio.
Almeno i governanti di Pechino non fanno mistero del fatto che stanno manipolando l'indice azionario. Dopo tutto, la pratica attuata dal partito comunista è quella del "comando e controllo".
Non è così per la combriccola ipocrita di codardi, dissimulatori e dogmatici keynesiani che gestisce la FED. Queste persone hanno al massimo una comprensione effimera dei rudimenti del capitalismo e del libero mercato.
Eppure insistono sul fatto che il mercato più importante di tutto il capitalismo — il mercato monetario in cui i trader e gli speculatori finanziano migliaia di miliardi di posizioni e inventari — non è affatto un mercato; invece secondo loro è un dipartimento amministrativo della banca centrale, disciplinato dai 12 membri del FOMC e soggetto alla loro valutazione soggettiva del rumore macroeconomico "in entrata".
Detto in altro modo, la FED ha spento tutti i prezzi; e in tale processo ha diffuso una falsificazione in tutto il mercato dei capitali — cioè, debito, equity e i loro derivati. Così Wall Street e i suoi equivalenti in tutto il mondo sono diventati dei casinò dove i giocatori d'azzardo se la vedono contro i croupier domiciliati nelle principali banche centrali.
Ma i nostri pianificatori monetari centrali non ammetteranno mai lo stato pietoso in cui languono. Quindi, per quello che ormai equivale ad un incantesimo rituale, persistono nel forgiare le loro politiche con rumore stagionalmente mal adattato, costantemente rivisto e intrinsecamente incompleto. Alla fine sono proprio queste le basi fragili su cui si basa il settore bancario centrale contemporaneo.
La verità è che le banche centrali emettono crediti dal nulla in un sistema finanziario planetario senza confini, il quale è popolato dai demoni delle bolle finanziarie. Questo denaro praticamente gratis permette ai giocatori d'azzardo e agli speculatori di non smettere mai di cercare nuove forme di carry trade, asset collateralizzati e algoritmi che disconettono il casinò dall'economia reale.
Inoltre la storiella dei tassi d'interesse a zero per stimolare l'economia reale è una farsa. Questo perché nel corso degli ultimi due decenni le banche centrali hanno alimentato un'abbuffata di debito di proporzioni impressionanti. Il debito totale nel mercato del credito è cresciuto dai $40,000 miliardi nel 1995 ai $200,000 miliardi dello scorso anno. Questa espansione del credito da $160,000 miliardi è stata quasi quattro volte superiore alla crescita del PIL mondiale ($45,000 miliardi) durante lo stesso periodo.
Di conseguenza il mondo sviluppato ha raggiunto una condizione di "picco del debito", dove il 90% delle famiglie o è in difficoltà finanziarie o dipende dal welfare state; invece il mondo emergente è investito dal "picco della capacità", dove la baldoria di costruzioni, estrazioni e investimenti improduttivi ha lasciato queste economie ad annegare in capacità industriale in eccesso e infrastrutture pubbliche vuote.
In tale contesto l'unica cosa che i tassi d'interesse a zero possono fare è: alimentare un paio di spasmi "risk-on" nel casino; fornire una flebo di capitali a basso costo alle aziende nei mercati sviluppati che desiderano riacquistare le proprie azioni drasticamente gonfiate; fornire una linea di vita temporanea ai mercati emergenti e agli zombie nei settori delle commodity in emorragia di denaro.
Ma ciò che non può fare, è raggiungere il cosiddetto target della massima occupazione; o l'obiettivo della stabilità dei prezzi, come da definizione perversa della FED al 2% in base al deflatore della spesa personale al consumo — meno cibo ed energia, o qualsiasi altra cosa il politburo monetario scelga d'eliminare dalla cifra finale.
Il tasso d'inflazione è ora fortemente soppresso dalla deflazione globale che scorre dai mercati sviluppati in picco del debito e dai mercati emergenti con capacità in eccesso generate dalle stampanti monetarie delle banche centrali negli ultimi due decenni. Oltre a questo, non c'è uno straccio di prova nella storia economica e nella logica che dimostri che c'è una crescita più sostenibile con un 2% d'inflazione al consumo rispetto ad uno 0%.
Ma alla fine tutte le chiacchiere della FED a sostegno della ZIRP sono radicate in un modello del tutto obsoleto di vasca da bagno economica. Cioè, l'idea che il credito della banca centrale venga iniettato in un'economia interna chiusa, non in un casinò globale aperto a tutti, e che queste iniezioni finiranno per stimolare un'entità economica invisibile chiamata "domanda aggregata" fino alla piena occupazione.
Dal 2000 la FED ha emesso $4,000 miliardi di credito. Ma, come ha mostrato l'ultima relazione sul mondo del lavoro, il tasso di disoccupazione al 5.1% non ha niente a che fare con il riempimento della vasca da bagno economica degli Stati Uniti al suo presunto limite potenziale della piena occupazione.
Come mostrato di seguito, nonostante il target della disoccupazione al 5% sia stato raggiunto per tre volte sin dalla fine degli anni '90, le misure reali rappresentanti gli input impiegati dall'economia statunitense sono scesi costantemente. Il rapporto tra occupazione e popolazione è sceso di cinque punti percentuali, o di 12.5 milioni di lavoratori, e le ore totali di lavoro non agricole non hanno rotto la linea piatta in 15 anni.
Inoltre il numero dei posti di lavoro dei capifamiglia ad un salario a tempo pieno, langue ancora quasi due milioni al di sotto del livello all'inizio del secolo.
Inutile dire che l'ultima relazione sul mondo del lavoro sottolinea perfettamente il motivo per cui basare la politica della FED sui "dati in entrata", come quelli del BLS sull'occupazione, rappresenta una manna per il casinò.
Visto che la FED ha lasciato invariati i tassi d'interesse lo scorso settembre, è difficile immaginare una relazione che piacerà agli stampatori di denaro e ai giocatori d'azzardo di Wall Street dimodoché abbandonino la ZIRP.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Tanto per rimanere in tema di mulini statistici statali e disoccupazione, i media mainstream sono tornati a strombazzare di un nuovo "calo" della disoccupazione in Italia. Davvero? In realtà si tratta dell'ennesimo incantesimo rituale, il quale non tiene conto di coloro che escono dalla forza lavoro (ovvero, non cercano più un impiego). Ebbene, da un anno a questa parte il numero degli inattivi è ritornato ai massimi. Non fidatevi e verificate.
RispondiEliminain quel link ci sono tratti dell'analisi un po' ridicoli a mio avviso, diciamo fuori dal tempo, però lo ritengo interessante, dato che preconizza l'abolizione del contante, cosa seria e molto probabile e tutta la repressione finanziaria ai danni dei piccoli risparmiatori che avverrà nella prossima crisi. ma aspetto un tuo parere
EliminaBuonasera Francesco, ti invito a leggere questo
RispondiEliminahttp://www.kairospartners.com/sites/default/files/rn-20151029.pdf a presto, buonaserata ;)
Ciao Dino.
EliminaQuel documento "preconizza" l'abolizione del contante perché gli "intellettuali" a cui fa riferimento promuovevano tale abolizione (oltre all'introduzione di tassi negativi). Nel aprticolare, Silvio Gesell. Ho affrontato le tesi di questo sciroccato monetario in questo articolo. Bisogna diffidare da queste figure perché non ricercano la libertà e non vogliono la libertà degli individui.
Perché? Perché impongono le loro soluzioni. Non vorrebbero che la scelta ricadesse nelle mani degli attori di mercato, come dovrebbe essere invece. Non promuovono l'abolizione del corso legale. Non hanno mai letto A Choice in Currency di Hayek, e su questo punto non lascerò che i miei lettori commettano lo stesso errore :)
Sì, nel libro Cosa è il denaro, di Gary North, ricordo che c'era un passo in cui l'autore ci teneva a ricordare come il "nobile" Keynes e la sua nobile teoria fosse in realtà figlia diretta di due balordi: Silvio Gesell ed il Colonnello Marshall se non sbaglio.... Gesell, un marxista praticamente....
EliminaLa mia domanda è la seguente: tra le tante cose quale farà saltare il banco?? .....o la più probabile.
RispondiEliminaGianluca
Ciao Gianluca.
EliminaSto scrivendo un paio d'articoli in merito, giusto per chiarire com'è possibile per gli Austriaci fare certe affermazioni riguardo il futuro. Oltre a ciò, come ho ripetuto spesso, la pianificazione centrale può aggirare le leggi dell'economia ma non può violarle. Una di queste è la legge dei rendimenti decrescenti che, in un mercato libero, viene rispettata attraverso il dinamismo imprenditoriale degli attori di mercato i quali reagiscono in accordo coi segnali di mercato. Le banche centrali, avendo falsificato e distorto il price discovery, hanno offuscato suddetti segnali impedendo agli attori di mercato di operare un calcolo economico quanto piùaccurato possibile e facendol icadere sempre più in errore. Ciò va ad intaccare il bacino dei risparmi reali. Finché quest'ultimo viene rimpinguato, il teatro Kabuki potrà andare avanti perché ci sranno ricchezze da ridistribuire. Ma nel lungo periodo questa situazione è insostenibile.
Ma secondo me la vera bomba ad orologeria che farà saltare il banco è rappresentata dalle pensioni e dalla previdenza sociale. Queste promesse, unite all'erosione del bacino dei risparmi reali e alla manomissione dei segnali economici, rappresenteranno l'epitaffio della pianificazione centrale. Le passività non finanziate dietro al sistema pensionistico sono mastodontiche e ora, con i tassi ridicoli che hanno raggiunto le obbligazioni sovrane, verranno ingigantite ulteriormente. Il tutto si riduce ad una domanda: chi staccherà per primo la spina? I giovani o i governi (quando saranno costretti a fare raid nei fondi pensione e smetteranno d'inviare gl iassegni previdenziali)?
nessuna crisi economica. non c è satat mai tantat quantia di beni ( a parte quel che stanno facendo fallire :) ) e sservizi. crisi finanziaria, strumentale all assetto del potere da raggiungere
RispondiEliminaChe il potere dia ebbrezza è arcinoto. Io sono straconvinto che al vertice non ci siano le menti più intelligenti, ma solo le più scaltre. Vorrei proprio vedere le imprevedibili conseguenze del l'abolizione del denaro contante. Una follia incredibile ma forse ce la faranno sperimentare. Una decisione disperata che ingesserebbe l'economia in un estremo tentativo di stabilizzare lo status quo politicofinanziario. Quindi un atto suicida per lo status quo. Vorrei proprio vedere l'accelerazione immediata degli eventi che porterebbero alla catastrofe il sistema che si è dato da solo il colpo di grazia.
RispondiEliminaMa provate ad immaginare la reazione di tutti quelli che non hanno tutti i soldi nel circuito bancario....
Eppure, se è vero che Dio acceca chi vuol perdere, andrà proprio così. Disperati, faranno l'errore fatale. E si fregheranno.
Ciao gdb. Certo, crisi del denaro e della finanza. Infatti, la cosa migliore non è possedere liquidità, ma asset. E soprattutto non avere debiti propri considerevoli. Non sono i soldi che danno la prosperità. E l'asset migliore siamo noi stessi.
Fa ridere il tasso di disoccupazione USA, la gente torna a vivere nei boschi, come i pionieri, ma ci siete stati ultimamente?
RispondiEliminaMinimo siamo al 30% altro che, la situazione è drammatica....
Dopo 82 mesi di ZIRP (e ormai prossimi alla NIRP) e uno tsunami di falsificazione dei prezzi, qualche pianificatore monetario centrale s'interroga sulla propria presunta onnipotenza. Val la pena leggere il pezzo soprattutto per la velata ammissione che i modelli di calcolo keynesiani implementati per tracciare l'andamento della politica monetaria sono solamente spazzatura. E' in atto un cambiamento di mentalità nell'ambiente economico, come nel 1936 quando gli allora economisti mainstream non seppero fornire una spiegazione adeguata al perdurare della depressione, al giorno d'oggi stiamo assistendo ai balbettii inconsistenti dei keynesiani. Il vantaggio degli Austriaci è che da tempo spiegano "come e perché".
RispondiEliminaFed's Williams says low neutral interest rates a 'warning sign'
Se trovate 5 minuti val la pena leggere anche questa veloce intervista a Doug Casey.
RispondiEliminahttps://www.caseyresearch.com/articles/weekend-edition-doug-casey-on-the-nanny-states-interference-in-our-lives
Grande Doug! Ed esilarante quando parla del principio di precauzione... Che fortuna che auto ed aerei sono stati inventati prima del paternalismo statale... :DDDD
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