venerdì 16 ottobre 2015
L'economia di Warren Buffet — Perché i suoi giorni sono contati (Parte 5)
di David Stockman
Se Warren Buffett e quelli della sua risma non fossero così ricchi, Main Street sarebbe di gran lunga più prospero. Devo affrettarmi ad aggiungere, naturalmente, che questa affermazione non ha nulla a che fare con gli ideologi della sinistra anti-capitalista come i professori Piketty e Krugman.
Lungi da me. Il capitalismo reale non può prosperare a meno che i geni imprenditoriali e le loro innovazioni non vengano premiati con fortune fuori misura.
Ma come ho dimostrato nelle Parti 1, 2, 3 e 4, i $73 miliardi di patrimonio di Warren Buffett e quelle fortune che sono state accumulate dai giocatori d'azzardo finanziari sin dal 1987, non sono dovute alla genialità; sono dovute alla bolla da $50,000 miliardi che è stata gonfiata da Alan Greenspan e dai suoi successori.
La massiccia ridistribuzione della ricchezza a favore di una piccola fetta di famiglie che possiede la maggior parte degli asset finanziari, non è solo un danno collaterale. Cioè, non è lo sfortunato sottoprodotto delle continue politiche di "stimolo" delle banche centrali necessarie per mantenere l'economia americana al largo dalle secche e con PIL e posti di lavoro sempre al massimo.
Proprio il contrario. La pianificazione monetaria centrale è una deviazione storica deplorevole; non è necessaria perché non è necessario il massiccio intervento delle banche centrali affinché l'ambiente capitalista possa prosperare. Contrariamente alla presunzione degli statalisti, il libero mercato non ha un desiderio insito di morire; non crolla perennemente sotto il peso della sottoperformance e del collasso depressivo in assenza di cure amorevoli delle autorità fiscali e monetarie.
In realtà, la mano pesante della pianificazione monetaria centrale di oggi distrugge la prosperità capitalistica. Lo fa in un modo nascosto — perché l'inflazione del credito e una maggiore leva finanziaria gonfiano temporaneamente il PIL. Ma alla fine divora visibilmente e inesorabilmente gli ingredienti vitali della crescita in un'orgia di debito e speculazione.
Per apprezzare quanto detto, dobbiamo tornare indietro di 100 anni — quando la FED era appena nata — e porci una domanda cruciale. Vale a dire, che cosa sarebbe successo se il suo statuto non fosse stato cambiato dalle esigenze della sciocca crociata di Woodrow Wilson nel rendere il mondo un posto sicuro per la democrazia?
La risposta breve è che avremmo avuto una banca dei banchieri progettata per fornire liquidità d'emergenza al sistema bancario commerciale. Inoltre tale liquidità non sarebbe stata generata dal credito fiat creato da un piccolo drappello di burocrati monetari, ma da garanzie commerciali auto-liquidanti ottenute dalla produzione decentrata di Main Street.
Di conseguenza non ci sarebbe stata alcuna politica macroeconomica o obiettivi specifici legati alla disoccupazione, all'inflazione, alla crescita del PIL, alla costruzione d'immobili, alle vendite al dettaglio o ad una qualsiasi delle tante litanie economiche che sentiamo spesso. Il livello e il tasso di variazione della produzione economica e della ricchezza sarebbero stati il risultato passivo dell'interazione volontaria di milioni di produttori, consumatori, risparmiatori, investitori, imprenditori, inventori e speculatori.
Detto in altro modo, le autorità monetarie di Washington non avrebbero dovuto dare la caccia al PIL. Se la macroeconomia fosse crollata, o fosse cresciuta, e se il PIL fosse variato del 4%, del 2% o del -2%, sarebbero stati verdetti collettivi del popolo, non la conseguenza di un'azione dello stato.
Allo stesso modo, i mercati monetari e dei capitali sarebbero stati guidati da un price discovery onesto. Questo perché non ci sarebbe stato alcun FOMC presso l'Eccles Building ad ancorare il tasso d'interesse o a manipolare la curva dei rendimenti con l'acquisto di debito pubblico a lungo termine e altri titoli. All'inizio la carta statutaria vietava alla FED di possedere debito pubblico o accettarlo come garanzia a fronte di anticipi alle sue banche aderenti.
Questa è una distinzione cruciale perché significa che la FED non si sarebbe avventurata nelle gole di Wall Street e non avrebbe avuto strumenti per falsificare i prezzi nei mercati finanziari. Gli speculatori che avessero desiderato fare carry trade e arbitraggio lungo la curva dei rendimenti — cioè, fare soldi nel modo in cui li fa la maggior parte di Wall Street — l'avrebbero fatto a proprio rischio e pericolo. In effetti, il famigerato "panico" del periodo pre-FED di solito finiva rapidamente quando il tasso overnight saliva di centinaia di punti base in un giorno e spesso a doppia cifra.
I tassi d'interesse di libero mercato curavano gli eccessi speculativi. La prospettiva di una bolla lunga 27 anni che avrebbe portato il mondo della finanza (il debito totale nei mercati del credito più il valore di mercato delle azioni delle società non finanziarie) da $7,000 miliardi a $93,000 miliardi, com'è accaduto tra il 1987 e il 2015, non sarebbe stata né immaginabile né possibile. I grandi speculatori dell'epoca, come Jay Cooke, sarebbero falliti dopo 10 anni, e non avrebbero mai e poi mai accumulato $73 miliardi dopo tre decenni.
Nonostante la natura auto-correttiva e anti-bolla del libero mercato, i difensori della FED sostengono che l'economia americana risulterebbe sempre a secco di credito e di liquidità senza le iniezioni costanti della Federal Reserve. Ma questo è un mito vecchio e stravecchio. In un mercato libero, sano e onesto, il credito viene fornito dai risparmiatori che hanno già prodotto beni e servizi reali, e hanno scelto di destinarne una parte verso rendimenti futuri.
La differenza tra il credito fiat e il risparmio onesto, in sostanza, rappresenta la linea di demarcazione fondamentale tra le bolle e una prosperità sana.
Inutile dire che l'affermazione secondo cui l'economia starebbe peggio se si basasse sul risparmio reale piuttosto che sul credito della banca centrale creato dal nulla, è la grande menzogna su cui si basa l'intero sistema della pianificazione monetaria centrale. E' anche la chiave di volta dell'economia di Warren Buffett.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Ciao.
RispondiEliminaUn consiglio, questi 5 articoli di Stockman mettiamoli da parte in un posto importante, perché secondo me sono tra i migliori pubblicati negli ultimi due anni. Queste 5 perle meritano un link particolare perché dicono tanto, ma tanto e sono una guida formidabile di argomentazioni sensate per qualsiasi dibattito serio sulla economia del XX secolo fino ad ora.
Si sono arricchiti, dalla nascita della Fed, in modo incredibile alcuni personaggi ed alcune famiglie che hanno operato finanziariamente a rimorchio di un sistema di pianificazione centrale monetaria del tutto inutile ai più e perverso perché è riuscito progressivamente ad imporre a tutti il proprio mezzo di scambio. Che da strumento liberamente selezionato dagli individui per la funzione economica è diventato strumento rappresentante il potere politico che ne fissa il valore d'autorita'.
Di questo sistema autoritario, perché non giriamoci attorno, quando qualcuno impone con la forza qualcosa ad altri e' in modo autoritario, ebbene, di questo sistema ha approfittato, e lo ha promosso e sostenuto, il sistema politico che attraverso l'espansione del potere di indirizzo della politica ed il controllo esercitato dalle burocrazie dello stato ha promesso il Sole dell'avvenire alle genti del XX secolo. È questo sistema è, senza ombra di dubbio, il socialismo in tutte le sue declinazioni storiche.
Non mi venite a raccontare che questa crisi è crisi del capitalismo, crisi del libero mercato, ecc ecc e che ci vogliono più stato e più regole e, come si dice oggi, più Europa, cioè più superstato e superburocrazie!
Questa crisi finanziaria ed ora anche economica è la crisi del sistema autoritario politicofinanziario che domina il mondo da oltre un secolo a questa parte, e che è la causa del super privilegio di cui gode una Superclass politicofinanziaria che ha l'unico scopo di conservarsi in cima alla piramide iperbolica del potere e della ricchezza.
Sulla finanziaria di Renzi Padoan.
EliminaIl calcio al barattolo all'italiana è classicamente più deficit pubblico e più debito sul futuro.
Ma tanto, anche per renzie, nel lungo periodo saremo morti tutti.
Purtroppo, tranne quattro gatti liberali e due gatti libertari ed un topo anarcocapitalista, la stragrandissma maggioranza della gente che abita questo territorio non vuole altro. Lo ha chiesto ed ottenuto in passato, per decenni, e continua a volerlo ed a volerne di più.
Sono, nonostante tutto, ancora gli anni del consenso allo statalismo pervasivo ed all'interventismo compulsivo. La politica continua, nonostante tutto, ad avere il primato su qualsiasi altra soluzione. La libertà di mercato con lo spontaneo ordine che crea e la divisione del lavoro che esalta la diversità tra gli individui valorizzandone le caratteristiche non è neanche conosciuta. Pertanto, in barba alla propaganda egalitaria, si acuiscono le differenze sociali non sulla base del merito e dell'impegno, ma in base alla vicinanza in senso lato alle stanze ed alla stampante del potere.
Sembra la fase del Waterboarding in cui si fa tirare il fiato alla vittima tra una fase di soffocamento e la successiva.
Ma la vittima è solo il ceto produttivo non sovvenzionato dal potere parassitario e da tutto il suo sistema improduttivo.
Ciao Dna.
EliminaNessuno stato può sottrarsi alla legge di Parkinson riguardo il settore pubblico: all'aumentare dei fondi incamerati, aumenterà la sua sfera e la sua influenza. La propaganda imbastita dal governo ha i giorni contati, perché le maglie tra slogan e realtà si sono ristrette. Pensate alla storiella dei risparmi: in realtà sono diminuiti, mentre invece sono aumentati i depositi bancari in risposta alla lotta contro il contante. Pensate alla storiella del taglio delle tasse: aumenterà il deficit di bilancio e si raschierà il fondo del barile in qualsiasi modo per dar aria alle frottole (scommettiamo che il taglio dell'Ires sarà sovvenzionato con i soldi destinati alla cosiddetta "emergenza immigrazione"?). Pensate alla storiella della ripresa industriale: l'unica nota "positiva" è il settore dell'auto, il quale è trainato dal Piano Juncker e dalla bolla dei prestiti per automobili negli USA. Pensate alla storiella della ripresa del mondo del lavoro: la realtà ci presenta un ambiente in cui il part-time è diventato la norma.
Rallegriamoci, quindi, ci stiamo avvicinando celermente verso il punto in cui le chiacchiere staranno a zero.
ecco, ed è l osservazione risolutiva. come nasce (e muore) la banca centrale. il che mi ricorda la critica degli anarcocapitalisti ai fautori dello stato minimo. che volete, di qualcosa si deve pur morire. io non so se a main street sarebbero piu ricchi se wb e co. non fossero cosi ricchi. so però che sarebbero meno poveri :) in quanto non avrebbero tutti i debiti corrispondenti ai crediti di quegli altri (... dunque sarebbero piu ricchi...)
RispondiEliminaEd aggiungo che senza Fed e suoi raggiri e senza decisori politici alle spalle non esisterebbero imprese multinazionali come le conosciamo oggi, cresciute come braccio economico imperiale, sostenute e protette dalla politica, longa manus delle elite al potere. Fermo restando che grandi aziende multinazionali di successo potrebbero esistere se premiate dalle scelte di consumo degli individui, ma sarebbero comunque onestamente esposte a quelle imprevedibili e mutevoli scelte. Utopia? Tante esperienze delle nostre vite ci portano a considerare utopico un mondo un po più onesto ed un po meno manipolato. Pensiamo così perché conosciamo questo mondo e siamo naturalmente condizionati a credere che in passato fosse sempre andata così. Il che può essere vero, ma su scala minore della realtà contemporanea a noi. Rendiamocene conto. Non sempre le cose sono andate così. Nell'uomo il lato negativo ed insicuro lo ha sempre spinto a trarre profitto con violenza ed inganno sugli altri simili. Ma se il lato negativo di questi individui non aveva a disposizione il potere immenso di cui oggi alcuni di loro dispongono costoro non potevano nuocere più di tanto. La realtà ci racconta che è la centralizzazione del potere che lo rende sempre più grande e pericoloso. Che l'anti doto non è la costruzione di un uomo nuovo e buono, ma la riduzione della sfera di azione ed influenza del potere. Le costituzioni liberali puntavano a questo obiettivo. Ma dinanzi al fiatmoney ed al suo sistema di furto downtop si sono rivelate del tutto inadeguate. Soprattutto perché non c'è coscienza dei termini del problema, e per questo è gioco facile deviare l'attenzione contro la libertà degli scambi e la libertà di scegliere il mezzo di scambio. Ed alla fine contro la libertà di scelta che è ridotta a concessione mentre è un diritto naturale ed inalienabile.
EliminaC'è molto da lavorare per svelare ai più il segreto dell'attività bancaria, il segreto del potere politico, le manipolazioni della realtà. Che la libertà non può essere concessa.
Ciao gdb e Dna.
EliminaCi stiamo avvicinando sempre di più alla resa dei conti. Ormai tutto l'armamentario delle banche centrali è stato tirato fuori, e non sta funzionando. Si arranca. Si vivacchia. Ma il tracollo sembra sempre dietro l'angolo. C'è una strana aria. L'ho potuto notare quando giovedì scorso mi sono sorpreso nel vedere uno dei tracolli più significativi in un solo giorno di trading. Il tracollo del 10% delle azioni Walmart di giovedì scorso è passato in sordina nella maggior parte dei media finanziari. A loro modo di vedere è "business as usual". Nessun allarme. Presumono che sia un evento unico nel suo genere. Non comprendono come questo sia il modello di quello che accadrà nel futuro prossimo. Infatti le strategie d'ingegneria finanziaria stanno finendo la loro magia che fino ad ora ha trainato grandi aziende come Walmart, ma anche altre come McDonald's, Tesla, Caterpillar, le grandi aziende nel settore biotecnologico, le grandi aziende nell'estrazione petrolifera, ecc. Infatti, come può Walmart credere di lanciare un piano per fare profitti "alla vecchia maniera", ovvero, con le persone che fanno acquisti, se Main Street continua a percorrere un sentiero di deleveraging e continua ad arroccarsi nei saldi di cassa data l'incipienza di una nuova recessione? Quello che abbiamo qui sono solo nuove spese in conto capitale e nemmeno uno straccio di piano di rilancio delle vendite, le quali sono in netto calo.
In sintesi, annunciare più della stessa cosa non sta funzionando. Stampare denaro, o erogare credito, a tasso quasi zero non conduce verso lidi prosperi e sostenibili. Tutto il contrario. Nel frattempo, salgono i premi per l'acquisto di monete d'argento nonostante il prezzo spot segnali altro (a causa del paper market, purtroppo). Quindi, cari lettori di Freedonia, vale proprio il detto "buy the dips"... sì, ma se stiamo parlando di oro e argento fisico.