Bibliografia

martedì 8 settembre 2015

Perché non è affatto il momento di ballare sulla tomba dell'oro

La ZIRP (zero interest rate policy) ha invaso e continua ad invadere il mondo. Rappresenta il tentativo disperato di una banda d'incapaci di sostenere il cartello a cui fa riferimento la propria istituzione. I banchieri centrali, in sostanza, non servono ad altro. Ma il manuale keynesiano da cui stanno leggendo non "funziona più". In realtà non ha mai funzionato. Infatti se dapprima invocavano la necessità di controllare artificialmente i tassi d'interesse per la "stabilità dei prezzi" e la "massima occupazione", hanno portato agli estremi le loro politiche. Perché? Perché questi sono trucchi che funzionano una tantum. O almeno, finché ci sono bilanci puliti nell'ambiente finanziario. Attualmente, avendo raggiundo il picco del debito, non ci sono e le misure da implementare per continuare a dare l'illusione della prosperità sono finite. Solo una lenta agonia costituita da un'estremizzazione di quelle già attuate, le quali, da come si vede in questo grafico, hanno scatenato bolle in ogni dove nell'ambiente finanziario... anche nel pattume obbligazionario col rating CCC. È così che ci avviciniamo al fatidico settembre, in cui si presume che la FED debba normalizzare la sua politica monetaria e mentre la Cina cerca di tenere in piedi con il nastro adesivo un'economia piena di città fantasma, infrastrutture inutili e deserte, un'ingegneria finanziaria strabordante e milioni di conti di trading pronti a fallire sotto i folli dettami dei capitalisti rossi. Sarà un autunno interessante.
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di Bill Bonner


PARIGI – Oggi l'aiuto ci arriva da una direzione inaspettata – Alan Greenspan!

Dopo tanti anni di burocratese e credito facile (gran parte delle colpe per la crisi del 2008 possono essere inviate alla sua casella di posta), avevamo dimenticato le opere passate di Greenspan.

Sì... prima di diventare un funzionario pubblico riusciva a passare per un uomo onesto.

E il suo saggio del 1966, “Gold and Economic Freedom”, è un classico. Ci aiuta a spiegare come si concluderà questa bolla creditizia.

Siamo seduti in un bar a Parigi. È agosto. Le famiglie hanno levato le tende e si sono recate in campagna. Quindi questa parte della città è tranquilla.

A quest'ora del mattino, di norma, ci sarebbero bambini che vanno a scuola con gli zaini in spalla. Le strade sarebbero intasate di pendolari. E i bar sarebbero affollati con tutti i tipi di persone.

Ma i bambini sono andati, insieme ai loro genitori. Sono rimasti solo alcuni padri che si cacciano nei guai, insieme ad alcuni anziani, turisti e minorati mentali.

Non siamo sicuri di quale categoria siamo i rappresentanti.

Ad un tavolo siedono un paio di donne anziane che si godono un caffè. Ad un altro ci sono un uomo e una donna. Entrambi attraenti. Sui quaranta. Stanno parlando di beni immobili. Probabilmente pianificano una relazione.

Ad un altro tavolo c'è un uomo della nostra età. Beve il suo caffè. Potrebbe leggere il giornale, ma l'edicola è chiusa per ferie. Non ci sono giornali da leggere – non in questo quartiere. Così guarda in strada, a nulla in particolare.

Due operai – i loro abiti imbrattati con macchie bianche – siedono ad un altro tavolo. Stanno facendo una pausa caffè.

Gli autobus passano. Ci sono poche auto. I passanti si muovono lentamente. E sarà una calda giornata estiva.

Il Dow è calato un po' venerdì scorso. Anche le azioni di Shanghai sono calate. E anche il petrolio.

Ma l'oro è salito di $7.40 l'oncia. Quindi cerchiamo di ritornare all'oro.

E un avant-propos...

La povertà è meglio della ricchezza: i poveri credono ancora all'illusione che il denaro possa renderli felici.

Le persone con i soldi lo sanno meglio, ma sono riluttanti a dirlo per paura che l'ammirazione che attraggono possa trasformarsi in disprezzo.

"Vuoi dire che hai tutto quel ben di Dio e non sei più felice di me?"

"Proprio così."

Parliamo di queste cose perché sono al centro della truffa dello stato – l'idea che possa rendere più felici i poveri.

Nella sua forma più semplice, lo stato dice alle masse: ehi, togliamo il denaro ai ricchi e lo diamo a voi.

Questa strategia ha due grandi vantaggi (dal punto di vista elettorale). In primo luogo, lo stato offre denaro in cambio di voti. In secondo luogo, offre qualcosa di più importante: lo status.

Dopo che si ha cibo, riparo, vestiario e alcune necessità, tutto il resto è status, vanità e potere. Il denaro in più aiuta a farci sentire bene con noi stessi... e attrae gli amici. Non è solo il denaro che conta. E' la propria posizione nella società.

Da questo punto di vista, portare via i soldi da una persona ricca e darli ad un povero può sembrare un bene. In entrambi i casi, il divario si restringe.

Mai, dall'inizio dei tempi fino al 2015, lo stato ha creato ricchezza. Non ha modo di farlo e nessuna intenzione di farlo. Tutto ciò che può fare è aumentare il potere, la ricchezza, o lo status di alcune persone – a spese di altre.

Questo è un risultato del tutto soddisfacente per la maggior parte delle persone, almeno nel breve termine.

Ma quanto più lo stato interviene e s'intromette – più vengono portati via potere, status e ricchezza da alcune persone – tanto più diminuisce la ricchezza di tutti.

Il problema con il socialismo, come osservò Maggie Thatcher, è che si finisce per rimanere a corto dei soldi degli altri.

Se ne rimane a corto perché c'è solo tot. ricchezza disponibile... e perché la ridistribuzione della ricchezza distorce i segnali e gli incentivi necessari per creare nuova ricchezza.

Ciò significa che la società diviene più povera rispetto ad altre società che non stanno rubando da un gruppo per dare ad un altro. Dopo un po', la differenza diventa un problema.

I ficcanaso vedono che stanno rimanendo indietro e cambiano le loro politiche per cercare di tornare in gara. (Questo è più o meno quello che è successo in Gran Bretagna e in Cina negli anni '70 e nell'Unione Sovietica negli anni '80.) O la società più povera viene conquistata da quella più ricca (che ha più soldi da spendere per le armi).

C'è un'altra cosa degna di nota...

Anche se è vero che il "livellamento sociale" può avere un aspetto gradevole per le masse (affossando il ricco, in modo da diminuire la differenza tra i due gruppi)... è anche vero che il livellamento è proprio quello che i gruppi di potere non vogliono che accada.

Anche quando le élite se la prendono coi "ricchi" tramite tasse, confische e prelievi, tendono a proteggerli in altri modi.

Permettono razioni speciali – per cure mediche speciali... pensioni speciali... parcheggi speciali... e autisti, valletti e assistenti vari.

Uno studio ha scoperto che c'era più differenza tra il modo in cui vivevano i membri del Partito Comunista e le masse in Unione Sovietica, di quella che c'era tra i ricchi e i poveri nell'America di Reagan.

Tutto questo ci porta all'attuale presente... e all'oro.

Dal punto di vista tradizionale, l'oro è una forma di denaro.

Il denaro non ha alcun valore intrinseco. È l'economia che dà al denaro il suo valore. Quanto più un'economia produce, tanto più ogni unità di denaro acquista valore. Non importa se si tratta di oro, carta, o conchiglie.

Ma proprio come l'uomo comune viene ingannato dal denaro (poiché pensa che una quantità maggiore lo renderà più felice), anche i politici vengono ingannati dal denaro.

La loro convinzione è un po' più sofisticata. Sanno che è l'economia, e non il denaro, a creare ricchezza. Ma credono che l'aggiunta di denaro (e più domanda) la farà funzionare meglio... e renderà le persone più ricche.

E nel sistema monetario post-Bretton Woods di oggi, non aggiungono denaro fisico (oro, carta, o monete); aggiungono credito digitale.

Questa nuova forma di denaro porta la truffa ad un nuovo livello. Abbiamo cercato di capire (e spiegare) come funziona il sistema e perché sia destinato a fallire.

Ma Alan Greenspan – benedetto sia il suo piccolo cuore corrotto – l'aveva spiegato ben prima che venisse gonfiata la bolla del credito:

Con un gold standard, la quantità di credito che un'economia può sostenere è determinata dagli asset tangibili, dal momento che ogni strumento di credito è in definitiva una rivendicazione su un certo asset tangibile.

Ma i titoli di stato non sono sostenuti da ricchezza tangibile, solo dalla promessa del governo di rimborsarli con le entrate fiscali future, e non possono essere facilmente assorbiti dai mercati finanziari.

Un grande volume di nuovi titoli di stato può essere venduto al pubblico solo a tassi d'interesse progressivamente più elevati. Così, la spesa in disavanzo in un gold standard è severamente limitata.

L'abbandono del gold standard ha permesso agli statalisti d'utilizzare il sistema bancario come mezzo per un'espansione illimitata del credito.

Di più giovedì prossimo.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Tre osservazioni.

    Articolo talmente esemplificativo, ma corretto, che su RC scatenerà i soliti statolatri contro il libbbberismo selvaggio, il turbokapitalismo, e via sciorinando l'armamentario novecentesco più logoro, in una spirale terminologica e bisconcettuale da far rabbrividire e sconsolare profondamente. Ma, d'altronde, è improbabile che da un terreno socialclericofasciocattocomunista come questo possa nascere anche una sola ideuzza nuova per un futuro che non ci sarà.

    La premessa di Bonner è molto ostica se uno pensa a chi non arriva alla n settimana del mese. Ma dipende dall'ignoranza sulla natura del denaro. In realtà, se ci si ponesse la domanda "cosa ho da scambiare?" gran parte dell'ignoranza sul denaro sarebbe scomparsa... e pure gran parte del potere del pianificatore centrale politico e monetario.

    Infine, cito una riflessione di gdb che ricordo più o meno così: la massima libertà consiste nel liberarsi da se stessi.
    Alla faccia dello status, della sovrastruttura, del personaggio pirandelliano che, indossato o fattoci indossare, può imprigionarci.

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    1. Ma tu ancora frequenti RC? Io lo frequentavo, soprattutto un paio di anni fa, poi l'ho abbandonato perchè ormai era diventato una colonia di troll, maleducati e provocatori. Meno male che poi ho scoperto questo sito, che oltre ad essere una fonte sempre ricca di informazioni e materiale di studio è anche un luogo pacifico su cui poter discutere civilmente.

      Veramente ottima la massima di gbd, sulla quale riflettere.

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  2. Esiste una traduzione italiana del saggio di Greenspan "Gold and Economic Freedom" ?

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    1. Ciao Alberto.

      Puoi trovare una traduzioen del saggio di Greenspan qui.

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    2. Come abbia potuto Greenspan rinnegare idee tanto chiare ed argomentate e sostituirle con l'interventismo keynesiano della FED anni 80-90 resta un mistero..

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  3. Il libero mercato non esiste più. Nikkei in 6 ore +1000 punti... e tutti dietro.
    E' tutto, ma proprio tutto, politica, piano, progetto, strategia, tattica, controllo, manipolazione, inganno, truffa.
    Nulla avviene più a caso in un vortice di azioni e reazioni e si vede una rapida escalation verso un destino sempre più chiaro fino alla minaccia di guerra o alla guerra vera e propria. La politica proseguita con altri mezzi.

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    1. Beh, il libero mercato ha smesso di esistere da un bel po' di tempo. Schumpeter l'aveva ben descritto fin dal 1942. Ormai c'è ben poco da sperare, si può soltanto volere.

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