Il peggio non è ancora arrivato in Cina, siamo solo alle battute iniziali. Infatti cos'è il mercato azionario cinese se non un'enorme bisca clandestina in cui un branco di pianificatori monetari centrali ha imposto per decreto una crescita del valore delle azioni? Come ho spiegato nel cappello di questo articolo, la Cina è pronta a spiralizzare ulteriormente il livello d'azzardo morale legato alle spaculazioni a leva. Ovvero, cerca di "alleggerire" la sua situazione finanziaria rendendola più esplosiva. Pazzia! Il credito facile sfornato dalla stampante monetaria della PBOC ha ingolfato progressivamente i bilanci delle varie istituzioni presenti sul suo suolo: dal settore pubblico a quello privato, passando da un artificio finanziario ad un altro per sostenere il tutto. Negli ultimi tempi i conti di trading si sono moltiplicati a macchia d'olio, e improvvisamente tassisti e panettieri sono diventati grandi esperti di finanza. Inutile dire che sono stati fregati dai loro broker, poiché servendosi del margin debt si sono uniti ad una festa che ormai è agli sgoccioli. Ma una volta entrati in questo caos si sono accorti troppo tardi che erano i classici polli da spennare, come hanno dimostrato i furgoni della polizia appartati in ogni dove per impedire che qualche temerario vendesse azioni allo scoperto e andasse contro il "sogno del capitalismo rosso". Malgrado ciò, i giocatori d'azzardo più sofisticati hanno iniziato a spostare i loro patrimoni fuori da queste bische clandestine, sfoggiando un deflusso di capitali da $800 miliardi negli ultimi trimestri. Ciò è andato ad alimentare ulteriormente le bolle immobiliari sparse in tutto il globo, dall'Australia a Londra fino in Canada. L'innesco di questa situazione esplosiva è stato acceso dalla FED e dalla sua politica restrittiva in materia monetaria, cosa che ha, di riflesso, coinvolto la Cina: una delle condizioni affinché gli USA avrebbero permesso l'entrata della Cina nel paniere di valute del FMI, era quella di un peg yuan/dollaro. L'apprezzamento del dollaro s'è riverberato sulle politiche monetarie cinesi, poiché non solo ha reso più costose le politiche mercantiliste a cui erano abituati i capitalisti rossi, ma li ha anche costretti ad avere un atteggiamento più sobrio nei mercati del credito. I cambiamenti avvengono al margine, e i pezzi del domino stanno iniziando a cadere laddove il boom artificiale globale stimolato dalle politiche delle banche centrali ha attecchito per ultimo: i mercati emergenti. Il Brasile ne è l'esempio lampante. Inutile dire che, in un modo o nell'altro, è stata la FED stessa a trascinare tutti in questo guaio. Dapprima permettendo agli americani di saturarsi di debiti e inondando il mondo con dollari freschi di stampa. Questo a sua volta ha stimolato le altre banche centrali a seguire l'esempio e, per "proteggersi" in caso di crisi, ad ingozzarsi di dollari. Ciò ha significato un boom artificiale interno trainato dal settore delle esportazioni. Poi, con l'arrivo della Grande Recessione, i paesi emergenti hanno visto prosciugare la domanda d'esportazioni e si sono rivolti ai propri mercati interni. Ciò non solo ha alimentato bolle nei loro settori immobiliari e obbligazionari, ma anche in quelli delle commodity. Ora che i nodi stanno venendo al pettine, soprattutto in Cina, l'inversione epocale a cui si sta affacciando il mondo a seguito delle misure di repressione finanziaria da parte delle banche centrali, è qualcosa di mai visto prima. Col rallentamento cinese, seguiranno i bust dei vari mercati emergenti. Ciò significherà, tra le altre cose, il dishoarding delle riserve estere di questi paesi. Ovvero, inizieranno a vendere dollari per tamponare l'inchiostro rosso nei loro conti. Questo significa che gli USA vedranno ritornare in patria un sacco di liquidità che prima era stata "rapita" dalle altre economie del mondo sotto l'illusione che il dollaro sia la merce più liquida in circolazione. Questo significa che se in un primo momento il mondo soffrirà di un rullo deflazionistico a causa del re-pricing di quegli asset gonfiati artificialmente durante il periodo di boom, in seguito si trasformerà in inflazione di massa a causa della sconsideratezza monetaria delle banche centrali.
___________________________________________________________________________________
di David Stockman
Ho appena sentito una delle cheerleader della CNBC dire agli spettatori di non preoccuparsi della discesa in campo della Cina nella guerra tra valute. Vedete, gli Stati Uniti sono in forte crescita, i lavori non finiscono mai e, inoltre, sono completamente "disaccoppiati" da qualunque problema estero.
Quindi questa sottospecie di selezionatore automatico di titoli della CNBC, crede che sia saggio comprare durante i ribassi. In realtà, ha affermato di voler puntare su una parte di quelle azioni in sovrapprezzo che sicuramente continueranno a salire.
Questa storia sta diventando decisamente ridicola, ma evidenzia la corruzione del pensiero e della retorica finanziaria generata dalle stampanti monetarie dell'Eccles Building. Se si presume, come fanno loro, che siamo nel bel mezzo di una sorta di ciclo economico senza tempo, il quale può essere gestito con la manipolazione dei tassi d'interesse ed operazioni di mercato aperto da parte della FED, allora si riduce tutto ad un incrementalismo economico alimentato dalla banca centrale.
Vale a dire, il FOMC continua a "stimolare" una cosa eterea chiamata "domanda aggregata", che, a sua volta, dovrebbe portare ad un aumento della produzione, del lavoro, dei redditi, degli utili e dei prezzi delle azioni, in un circolo virtuoso senza fine. Ecco perché i bagarini di Wall Street si aspettano sempre un'accelerazione economica nei trimestri successivi e gambe perennemente rialziste.
Ed è per questo che gli speculatori negli hedge fund e i robo-trader continuano a comprare durante i ribassi. Ogni trimestre dev'essere migliore del precedente, perché la banca centrale ha il PIL saldamente posizionato su una scala mobile.
Solo che non è così. La FED sta pompando nitroglicerina monetaria nei mercati monetari e in quelli dei capitali. La stessa cosa l'hanno fatta le banche centrali di tutto il mondo. E negli ultimi 30 anni questo convoglio di gonfiatori di bolle ha giocato a questo gioco quasi senza tregua.
A quei tempi Alan Greenspan decise d'aprire i rubinetti monetari e poi capitolò davanti ai bond vigilantes nel 1994, soprattutto dopo che le banche di New York rischiarono il default a causa della crisi del peso messicano. Più o meno nello stesso periodo, Deng scoprì che Mao aveva torto — cioè, si rese conto che il potere del partito comunista doveva fuoriuscire dalla stampante monetaria, non dalla canna di un fucile. Nel loro insieme, questi cambiamenti epocali indirizzarono il sistema globale verso un'enorme espansione monetaria che ha cambiato il corso della storia economica e finanziaria.
I numeri del quadro generale non mentono. I bilanci combinati delle banche centrali del mondo sono esplosi, passando da $1,500 miliardi a $22,000 miliardi nel corso dei due decenni successivi. Tutto questo credito inimmaginabile fuoriuscito dalle banche centrali, a sua volta, ha generato una supernova di debito in tutto il pianeta. Il debito nel mercato del credito pubblico e privato è salito da $40 miliardi nel 1994 ai $200,000 miliardi di oggi.
Niente di così finanziariamente potente, come il debito a buon mercato, può salire di 5 volte in meno di due decenni senza trasformare la trama del sistema economico. Ed è questo quello che hanno fatto le banche centrali.
In una parola, hanno finanziarizzato radicalmente l'economia mondiale, hanno falsificato i prezzi degli asset finanziari, e hanno trasformato i mercati monetari e quelli dei capitali in casinò instabili che mancano di controlli ed equilibrio per quanto riguarda speculazioni e leva finanziaria.
Detto in altro modo, il sistema finanziario è ormai una scala mobile a senso unico che sale sempre più in alto, almeno fino a quando non crollerà a causa del proprio peso: shock inattesi, soprattutto quando si smette di credere nelle fatine dei denti e nelle gambe rialziste.
Di conseguenza, il vecchio ciclo economico keynesiano — giammai preciso e affidabile — è morto. La trazione intrinseca al capitalismo verso l'espansione subisce una battuta d'arresto improvvisa, imprevedibile e capricciosa quando scoppiano le bolle finanziarie alimentate dalle banche centrali.
Ma la realtà è ben peggiore. Prima del 1994 i banchieri centrali erano periodicamente disposti — tardivamente — a spingere i freni monetari, o a togliere la brocca del punch, al fine di rallentare l'espansione del credito alle imprese e le pressioni inflazionistiche.
Ma dopo 20 anni di finanziarizzazione, tutto ciò non accade più. Soprattutto perché i banchieri centrali sono pietrificati all'idea di una correzione dei mercati finanziari e di una liquidazione non controllata delle bolle che essi hanno gonfiato.
Inoltre i loro modelli macroeconomici sono macchine rumorose che non sono in grado di prevedere qualcosa di utile. E l'unica cosa utile nel nuovo mondo della finanziarizzazione creato dalle banche centrali, è il ciclo di vita delle bolle.
Ma i modelli delle banche centrali sono modelli macroeconomici TS. Presumono essenzialmente un'economia domestica chiusa — qualcosa scomparso 30 anni fa — e una curva di Phillips in stile vasca da bagno in cui non c'è inflazione fino a quando il livello dell'acqua non raggiunge il bordo della piena occupazione.
Elucubrazioni simili apprese da John Maynard Keynes a parte, oggi non si fa altro che sottostimare l'inflazione. Vale a dire, il mondo è strabordante di un'inflazione dei prezzi degli asset finanziari e immobiliari, e a tal proposito, anche tutto ciò che riguarda il tasso di capitalizzazione del mercato obbligazionario e/o le collateralizzazioni effettuate dagli speculatori amanti della leva finanziaria. Ciò comprende opere d'arte, vini pregiati, orologi di lusso e tutte le altre classi di asset simili.
Ma le banche centrali decantano un'assenza dell'inflazione al consumo. Quindi continuano a pompare denaro, alimentando in tal modo ancora più speculazioni sui carry trade e ancor più inflazione insostenibile nei mercati finanziari.
In realtà, ciò che i banchieri centrali ora vedono è la "deflazione", ma la loro risposta keynesiana è ingenua. Il tipo di deflazione che sta intorbidendo i mercati delle commodity e dei beni industriali, e che ora sta portando la Cina e gli altri mercati emergenti a distruggere le proprie valute, è stata generata dalle banche centrali stesse.
Vale a dire, dopo due decenni di repressione finanziaria e di soppresione dei prezzi riguardanti il debito e gli altri strumenti nel mercato dei capitali, l'economia mondiale è drasticamente sovradimensionata. È satura d'investimenti improduttivi — una condizione che equivale ad una campana a morto per la redditività e i futuri investimenti di capitale.
Questo è semplicemente un modo per dire che il mondo sta finendo in una depressione delle spese in conto capitale, la quale inonderà la catena dei beni d'investimento nel campo alimentare, abbattendo la produzione, le spedizioni, i redditi e l'occupazione in un crescendo vertiginoso.
Nel contempo, il sistema non sarà in grado di pulirsi in modo tempestivo perché finanziariamente costipato. Cioè, pur di mantenere denaro e debito a buon mercato, e utilizzare ogni artificio per sostenere e far levitare i mercati azionari, le banche centrali stanno nutrendo zombie finanziari in tutto il pianeta.
E questi zombie continueranno a produrre e vendere i loro prodotti ad un costo variabile, annientando di conseguenza profitti e flussi di cassa. Continueranno a farlo fino a quando avranno a disposizione l'ultima goccia di credito da istituti bancari e speculatori, i quali sono già strapieni di cose.
Inutile dire che quando infine arriverà il cosiddetto shock inaspettato — innescato dalle macchinazioni disperate dei suzerain del capitalismo rosso, o da qualche altra cosa — la brigata di pseudo-giornalisti della CNBC verrà di nuovo colta di sorpresa. Gli economisti e gli strateghi di Wall Street grideranno e chiederanno alla FED e alle altre banche centrali di tirare fuori le manichette anti-incendio.
Infatti l'ignaro ospite di mezzogiorno della CNBC, Scott Wapner, oggi ha di nuovo battuto i pugni sul tavolo. Cos'ha che non va questa gente di Pechino, ha affermato, dovrebbero tagliare i tassi d'interesse e sparare col grande bazooka dello stimolo fiscale!
Eeeeehhh?!?
Il castello di carte cinese sta vacillando a causa di un'enorme fuga di capitali in preda al panico — $800 miliardi negli ultimi trimestri. Questo è il risultato del folle pompaggio monetario che la Cina ha già intrapreso. Ma ora che Pechino ha abbandonato le limitazioni che aveva nei confronti del dollaro, gli speculatori si sono lanciati in una fuga precipitosa per vendere quanti più asset possibili. E Wapner vuole che stampino più RMB?
Gli stampatori folli presso la PBOC hanno già gonfiato la più grande bolla del debito nella storia, facendo aumentare di quattordici volte il debito nei mercati del credito. Cioè, da $2,000 miliardi a $28,000 miliardi solo negli ultimi 15 anni. Questo neo-Alfred E. Neuman pensa davvero che possano arrivare al 20X, o al 40X, senza far saltare in aria la loro economia?
In ogni caso, le cheerleader del mercato azionario non comprendono che i cosiddetti "dati in entrata" non riflettono il dispiegarsi di un classico ciclo economico keynesiano. Col rinvio continuo della normalizzazione dei tassi d'interesse, la FED sta gonfiando una bolla finanziaria sempre più pericolosa, mentre l'economia di Main Stret diviene sempre più stagnante.
Questo significa che i "compratori durante i ribassi" a Wall Street e le teste di legno nello zombie-box stanno ignorando i segnali di una collisione epica.
In questi ultimi tempi suddetti segnali si sono intensificati. Sembra che la crescita della produttività sia risultata più debole di quanto si pensasse. Infatti, sin dal picco pre-crisi nel quarto trimestre del 2007, la produttività non agricola è scesa ad un trend di crescita di appena l'1.1% annuo.
Questo dato è più importante di un barile pieno delle ultime letture sul sentimento dei consumatori, o delle imprese (che sono solo risonanze provenienti dal mercato azionario); o dei dati mensili stagionalmente mal aggiustati sfornati dai mulini statistici di Washington.
Infatti la produttività è la quintessenza della crescita e della ricchezza, e ce n'è sempre di meno. Nonostante il massiccio pompaggio monetario dell'Eccles Building dopo la crisi finanziaria, ora ci ritroviamo un calo del 50% nel tasso di crescita che aveva prevalso sin dalla prima metà del secolo (2.2%).
Se la produttività sta vacillando, allora l'unica altra fonte di crescita è il lavoro. E dal momento che il BLS sta aggiornando i propri dati, non dovrebbe sorprenderci se anche in questo campo non c'è alcuna novità positiva.
Beh, in realtà c'è qualcosa di cui val la pena di parlare. Vale a dire, durante il secondo trimestre del 2015 le ore totali di lavoro escluso il settore agricolo, rimangono bloccate lungo una linea piatta di lungo termine. Sin dalla fine del 2000, l'aumento totale delle ore di lavoro è stato solo dell'1.7%.
E, per essere chiari, questo non è un dato anunale; rappresenta praticamente l'intero ventunesimo secolo fino ad oggi.
Il grafico qui sopra ci ricorda ancora una volta il motivo per cui l'ultimo rapporto sul lavoro era una farsa e un mucchio di spazzatura statistica inutile. In un mondo in cui il lavoro è stato atomizzato, tagliato a dadini e distribuito tra ristoranti, negozi al dettaglio e posti di lavoro temporanei, a che diavolo serve il conteggio di "un uomo, un lavoro"?
E tale metrica spuria ci arriva solo dopo che i dati grezzi vengono stagionalmente mal aggiustati e stimati malamente, affinché rispecchino la volontà dell'establishment burocratico.
L'unico tipo di conteggio del lavoro che abbia un senso, è quello che ho classificato come lavori dei "capifamiglia" nel settore delle costruzioni, nel manifatturiero, nel settore energetico e minerario, nelle professioni impiegatizie, nella distribuzione, nelle tecnologie dell'informazione e nell'istruzione privata.
Questo conteggio soleva far registrare 40 ore per settimana, e qualche volta anche di più. Non stiamo parlando di una persona su una Vespa che consegna pizze, o pacchetti FedEx, per poche ore alla settimana e che secondo il Census Bureau risulta "occupato".
Questi posti di lavoro tradizionali hanno un compenso medio di circa $50,000 ogni anno, al contrario di un lavoro da 10 ore a settimana per consegnare cose in giro fruttante annualmente circa $4,000 al lordo delle imposte.
Sì, questi posti di lavoro sono ancora pochi rispetto a quanti ce n'erano alla fine del secolo scorso. Ma non aspettatevi un ragionamento simile dalla nuova prole di Alfred E. Neuman — loro invece pensano che sia tutto rosa e fiori nel mondo del lavoro.
Ma non possiamo avere una crescita del PIL senza produttività e senza ore di lavoro, e di entrambe ne abbiamo poche. E senza la crescita del PIL, le gambe rialziste dei sell-side non hanno la possibilità di materializzarsi.
Inoltre il ciclo espansivo artificiale si sta esaurendo, e ora c'è una burrasca deflazionistica che sta soffiando dai recinti di quelle economie infatuate dal debito (es. Cina e mercati emergenti).
In tale contesto uno shock inaspettato, proveniente dalle guerre tra valute e/o dal maremoto deflazionistico, rischierà di far rovesciare l'economia americana. Dopo tutto, questa mattina abbiamo appreso che le vendite aziendali continuano a crollare mentre le scorte aumentano.
Tutto questo è qualcosa che non rassogmilia affatto al ciclo economico keynesiano di nonno Jim Tobin. Invece è il preavviso che la furiosa stampa di denaro ventennale sta arrivando al termine e che la gigantesca bolla del credito si sta sgonfiando.
Acquistate durante i ribassi se proprio dovete, ma non credete alle chiacchiere dei compari di merende di Alfred E. Neuman.
Quelle persone non sanno nemmeno dov'è il loro naso.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
venerdì 18 settembre 2015
Le teste di legno della CNBC sono i nuovi compari di merende di Alfred E. Neuman
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Ciao
RispondiEliminaHanno pure fortuna nel trovare un capro espiatorio per le loro malefatte: la Cina.
Tanto, nessuno capisce cosa è il denaro e tanto meno qual è il ruolo centrale della Fed nella crisi economica globale. anzi, la Fed è il salvatore di ultima istanza....
Le armi vere di distruzione di massa le hanno in abbondanza e, se i Cinesi o altri apprendisti stregoni dovessero "esagerare", le useranno senza pensarci due volte. In nome del regime change.
P.S.: mi scuso per il tono del mio precedente commento. Il senso resta. Dopo anni di commenti "ragionevoli"...
Ciao Dna.
EliminaNon ti preoccupare. Sfoghi simili capitano anche a me. Soprattutto quando mi trovo davanti a notizie simili: European Lowflation.
Dopo la sparata sulla presunta necessità di sguazzare maggiormente nel debito pubblico, ecco la nuova sparata di Krugman: il 2% d'inflazione non è abbastanza secondo l'ex-sciroccato di Princeton, ce ne serve molta di più. A quanto pare solo il cielo è il limite. Sapete, credo che gli regalerò il mio libro. :-)
quanno cce vò, ce vò, dna.
RispondiEliminaqui keynes c entra poco. c entra un poco anche friedman. tutt e due c entrano abbastanza. ma si va oltre.
siamo ad un evidente modello non economico ma politico pianificatorio e di ritorno ad una forma soffice e raffinata di schiavitu. se resiste o no è piu questione di potere, di forza. è una risposta al socialismo, al comunismo e conseguenza della loro sconfitta. ma attraverso la loro paradossale appropriazione da parte del vincente, in un processo di cannibbalizzazione mimetica dove il vincitore mangia il vinto e si apprppria della sua natura.
qui si brucia costantemente capitale reale. che quel che si crea non è capitale fittizio (alla marx), ma debito reale che qualcuno poi dovra pagare. veramente. con capitale reale (che o va in fumo o viene requisito con l imposizione). l investimento a ben vedere si finanzia sempre in ultimo con capitali reali
Ciao Gdb.
EliminaQua probabilmente stiamo arrivando addirittura ai livelli di Gesell: Negative interest rates could be necessary to protect UK economy, says Bank of England chief economist.
Guardare fin dove si stanno spingendo i pianificatori monetari centrali, è davvero doloroso. E' un pugno al buon senso. E' soprattutto un pugno alla teoria economica. In economia non esiste niente come un tasso d'interesse negativo, le preferenze temporali degli attori di mercato sono SEMPRE positive. Questi pagliacci vorrebbero semplicemente attuare diversi raid nei risparmi degli individui attraverso tasse sul contante, o tasse sulle obbligazioni attraverso una domanda artificiale di tali titoli mediante un artifizio burocratico (es. Basilea III), o tasse sui depositi delle riserve nelle banche centrali. L'unico verbo che i pianificatori monetari centrali conoscono, è questo: rubare mediante la falsificazione.
Non hanno alcun controllo sugli attori di mercato. Non hanno alcun controllo sui tassi di riferimento. Le banche sin dallo scoppio della crisi nel 2008 si sono trincerate nelle riserve in eccesso e Main Street è tornata a spendere solo quello che riesce a guadagnare avendo raggiunto il "picco del debito". I pianificatori monetari centrali, quindi, hanno il potere d'influenzare l'ambiente economico circostante attraverso le tasse. Ma questa è una strategia che nel lungo periodo ha conseguenze impreviste. Maggiore è l'influenza che si vuole esercitare, maggiore saranno le destabilizzazioni risultanti. Esercitare il controllo sul denaro vuol dire voler esercitare il controllo sulle persone, incasellarle il più possibile lungo un percorso prevedibile. Questo vuol dire uno spostamento netto verso un'economia di comando. Hayek ci aveva messo in guardia da questo esito: The Road to Serfdom.
Non durerà, ma nel frattempo ci sarà molto dolore economico.
Keyenes c'entra eccome e significa stimolo, o con spesa pubblica,per opere improduttive perche' fuori da regole di mercato non generando profitti reali,o stampaggio di denaro per continuare a finanziare aziende che sono fuori mercato che non generano profitti reali.Poi si puo' discutere se serva o meno politicamente per tamponare gravi crisi occupazionali che potrebbero generare rivolte o disordini dovute alle precarie condizioni
EliminaCiao gdb, sono d'accordo con te.
EliminaIn occidente non siamo in un regime socialista toutcourt ma neppure in un regime liberista puro.
Siamo oltre. La terza via è il regime interventista e dirigista nel quale viviamo. Chiamiamolo socialdemocrazia. Ma ci sono tanti elementi dello stato corporativo di fascista memoria. Ci sono i campioni nazionali finanziari ed imprenditoriali, c'è il capitalismo clientelare, ci sono le associazioni di categoria, ci sono i grandi sindacati nazionali, ci sono tutta una serie di rapporti e relazioni che poco hanno a che fare con il merito e la concorrenza vera, ci stanno i posti di lavoro fittizi e clientelari, ìl voto di scambio, il parassitismo burocratico, l'eccesso regolatorio, lo strapotere dei partiti politici, ... Il tutto con sfumature diverse nelle varie realtà statuali.
Tutto questo sistema complesso sottrae spesso in maniera coercitiva risorse immense all'intera società per redistribuirsele arbitrariamente.
Lo definì bene chi lo chiamò Planned Chaos.
Tra ieri ed oggi su RC "dibattito" tra elicotteri monetaristi, geselliani coercitivi, abolizionisti del contante e promotori degli interessi negativi. Trionfo delle teorie quantitative. Il problema è solo quanto e come dare fiatmoney per stimolare il consumismo.
EliminaPer i risparmiatori si prospetta il Waterboarding monetario.
la rendita non viene meno. se prima era dovuta al capitale, ora è dovuta alla posizione.
EliminaÈ vero. Perché la piramide è politica (di relazione, non di merito) prima che economica. E per questo la finanza "conta" apparentemente, nominalmente, più dell'economia reale.
EliminaReport del 2015 sul 2013.
RispondiEliminahttp://www.freetheworld.com/2015/economic-freedom-of-the-world-2015.pdf
Pagine 8, 9 per la classifica.
Romania e Germania più libere. Italia al 68 posto.
Agli ultimi posti i mitici Brasile, Argentina e Venezuela...
Il preambolo dell'articolo sui selfbroker cinesi mi ricorda un commento di Mattick prima della crisi del 1929 in america:"Gli operai nella loro pausa la prima cosa che controllavano sul giornale era il valore delle loro azioni in borsa.Salivano, salivano sempre, finche' un bel giorno....."
RispondiEliminaSalve a tutti,
RispondiEliminagirovagando per la rete su alcuni siti si trovano sempre in ambito economico proposte curiose. Ultimamente mi sono imbattuto in una di queste, chiamata "eutanasia del rentier", ovvero l'abolizione del tasso d'interesse a livello globale. Il ragionamento dovrebbe essere questo: visto che le BC fanno di tutto per tenere bassi i tassi per evitare strette creditizie allora azzeriamoli direttamente.
Sicuramente dal punto di vista del debitore sarebbe una manna dal cielo, ma da quello del creditore sarebbe un disastro. Ma dal punto di vista del mercato in generale, una proposta del genere cosa potrebbe conseguire?
Ciao Luca,
Eliminaintroduco la risposta più completa che potrà fornirti Simoncelli. La eutanasia del rentier è una espressione famosa di Keynes. Non è affatto una novità. Con essa si illustra l'effetto di una espansione monetaria ( creazione di nuova moneta) per svalutarla al punto tale da obbligare i risparmiatori a spendere i propri risparmi con lo scopo di stimolare i consumi e di conseguenza una nuova produzione che a sua volta ridurrebbe la disoccupazione.
Si tratta di una teoria economicista assurda che presuppone un effetto benefico della svalutazione monetaria ( effetto che è di breve periodo) e presuppone la coercizione in campo economico grazie alla presenza di un deus ex machina che impone il prezzo del denaro, una banca centrale di stato. Alla faccia della libertà di come disporre dei propri risparmi. Inoltre, parte dal presupposto assurdo che la prosperità derivi dai consumi, mentre sono l'innovazione e la produzione che indovina i bisogni dei consumatori e la qualità dei prodotti che creano posti di lavoro e prosperità. Pertanto, più libertà di impresa significa alla fine più ricchezza. Mentre più coercizione significa orientare arbitrariamente, decide il potere, le risorse degli individui contro la loro libera volontà. Con l'effetto di favorire alcuni settori e di condannarne altri al di fuori di qualsiasi libera competizione.
Il controllo centralizzato del prezzo del denaro, il tasso di interesse che paga il debitore al creditore per poter subito disporre del denaro di cui il creditore dispone, è il sistema per manipolare il mercato, cioè per controllare ed orientare d'imperio le interazioni economiche tra gli individui. Se tu vuoi controllare il mercato, il modo più semplice ed occulto è quello di avere il controllo sul mezzo usato per gli scambi, cioè su ciò che viene chiamato denaro. Se tu stabilisci il prezzo del denaro, il suo costo, il suo tasso di interesse, automaticamente hai il controllo del mercato e i tutti i suoi prezzi, perché il denaro non è altro che la merce più scambiata tra gli attori di mercato. Se tu, arbitrariamente, puoi prezzarla, hai determinato il prezzo di tutto il resto.
Come si fa a fare ciò? Creando denaro dal nulla, questo perde automaticamente prezzo, costa sempre meno, si svaluta. È questo è ciò che possono fare e fanno le banche centrali con la politica monetaria. Cercano in ogni modo di non rendere profittevole l'accantonamento del denaro, il risparmio. Pertanto, ne svalutano il potere d'acquisto spingendo l'inflazione monetaria e la conseguente inflazione nei prezzi delle cose.
Quando questo sistema non funziona, allora, come sta accadendo oggi, cominciano a spingere per imporre addirittura tassi negativi di interesse per i depositi bancari, di modo che i risparmiatori preferiscano spendere i propri denari piuttosto che dover pagare la banca per lasciarceli in deposito. Ma tu che faresti se così fosse deciso? La stessa cosa che farei io e chiunque altro: toglierei i miei soldi dalle banche. Ed allora, per impedirti anche questo ed obbligarti a disporre del tuo denaro come vogliono loro, spingono per abolire l'uso del denaro in contanti. Così, con tante scuse propagandistiche contro evasori fiscali, malavitosi e via discorrendo, ti tolgono ogni possibilità di difenderti dall'esproprio dei tuoi soldi, che sei costretto a spendere fino allo sperpero, e cosa ancor peggiore ti espropriano della tua libertà di scelta.
Spero di averti dato una prima utile risposta.
Ricorda che il Potere ha un solo scopo: conservare se stesso con tutti i mezzi. E per fare questo deve controllare tutto in modo che nulla gli sfugga e possa minacciarne la conservazione.
La libertà di scelta degli individui deve perciò essere compressa in ogni modo. Palese ed occulto. Il controllo del denaro, del mezzo di scambio, è il sistema più occulto e misconosciuto.
Ciao DNA,
Eliminati ringrazio per la tua spiegazione molto chiara ed esaustiva.
Levami una curiosità: ma non sarai mica Francesco Simoncelli sotto mentite spoglie?
Eheh, ovviamente sto scherzando :-D
No Luca, io sono un navigatore come te che è sbarcato qui alcuni anni fa dopo aver letto qualche pagina web su usemlab e su vonMises.it, la mia bussola cercava libertà e qui ho trovato una ottima teoria della conoscenza o epistemologia ed ho potuto approfondire i temi della Scuola Austriaca di economia. Tutto questo perché questo blog è gestito da un giovane colto ed appassionato e disponibile come pochi alla divulgazione pacata e paziente di questi argomenti. E sai che mi sono detto? Hic manebimus optime.
EliminaSono contento di esser riuscito a soddisfare le tue domande e ti ringrazio per il paragone... sospettoso.
Beh shortare tutto lo schifo in giro ok, però direi anche che in uno scenario del genere si può tranquillamente comprare a man bassa oro e metalli come argento...
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