La narrativa dei pennivendoli che si presume siano esperti d'economia e di coloro che manovrano le leve delle banche centrali, sta raggiungendo delle vette di follia impensabili. Krugman e Summers, in prima linea tra i primi; i suzerain cinesi tra i secondi, con i loro massicci interventi monetari. Sin da quando Deng salì al potere alla fine degli anni '70, proclamò che il potere fuoriuscisse dalla stampante monetaria e da quel momento in poi iniziò ad inondare il mondo con la favoletta del successo attraverso il mercantilismo. Non solo le sue esportazioni hanno invaso il mondo, ma per sostenere questo stato di cose ha creato una gigantesca espansione del credito. Parte di quel denaro è andato a comprare titoli del Tesoro USA ed europei, dollari, euro e altro pattume azionario/obbligazionario mondiale per un ammontare totale di circa $4,200 miliardi. In poco più di due decenni i capitalisti rossi hanno trasformato un'economia agricola in un mostro spaventoso da $28,000 miliardi di debiti. Senza contare l'ingegneria finanziaria strabordante, le bische clandestine dei mercati azionari, le costruzioni selvagge e quanto di più esplosivo ci possa essere nell'economia pianificata centralmente. Ma secondo la retorica di oggi, basta semplicemente l'intervento della banca centrale per risolvere gli attuali problemi economici. In sostanza, la causa degli attuali malanni economici viene considerata dai giocatori d'azzardo di Wall Street e delle altre borse mondiali come la panacea di tutti i mali. Voglio dire, secondo questi incapaci il fatto che i bilanci congiunti delle principali banche centrali del mondo siano passati da $2,000 miliardi nel 1998 a $22,000 miliardi di oggi, senza produrre alcun risultato positivo, è qualcosa di normale ed espandibile. In realtà la FED non ha nulla di ulteriormente credibile nel suo arsenale, solo la patetica dilazione dei tempi di un rialzo dei tassi. Ma fino ad adesso tutti i rinvii a cui abbiamo assistito non hanno prodotto altro che un peggioramento dell'economia più ampia. In realtà, gli abitanti dell'Eccles Building non hanno la minima idea di quali tassi "alzare" proprio perché la loro presunta onnipotenza è fasulla e non hanno presa alcuna sull'economia reale. Tutto ciò sarà palese quando al prossimo meeting del 17 settembre saremo testimoni di un nuovo rinvio dell'innalzamento dei tassi, al che molto probabilmente seguirà un nuovo QE (sotto altro nome). Le altre banche centrali del mondo, tra cui PBOC, BOJ e BCE, soffriranno dello stesso fato.
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di David Stockman
Questo sì che è stato veloce!
Quando la settimana scorsa ho scritto un pezzo in cui facevo notare che l'indice S&P 500 aveva attraversato la linea dei 2100 per la 13° volta quest'anno, significava che sin dal 13 febbraio il mercato non è andato da nessuna parte. Forse era un presagio, ma tecnicamente parlando era solo l'ennesima prova che il mercato azionario è guidato da trader giornalieri che pendono dalle labbra della FED e dagli algoritmi che comprano automaticamente durante i ribassi.
Ma giovedi e venerdì della settimana scorsa, i giocatori del casinò hanno sperimentato un brusco risveglio. Non solo hanno perso il sonno a causa del tonfo violento durante l'ultima mezz'ora di trading, ma hanno anche dovuto ridare indietro sette mesi di guadagni, stesso discorso per i punti cruciali del grafico che negli ultimi sei anni hanno convinto i robo-trader a comprare aggressivamente durante i ribassi.
Come mostrato di seguito, l'S&P 500 si è ora ritirato al livello raggiunto quasi 14 mesi fa, il primo luglio 2014; e ha anche affettato le medie mobili di 50 giorni e 200 giorni come fa un coltello caldo col burro.
Peggio ancora, i futures dell'SPX sono scesi di altri 60 punti. Se continua così, il mercato sarà calato del 10% rispetto al picco del 21 maggio e quasi dell'8% rispetto alla media mobile di 200 giorni. Quest'ultima cifra è il doppio rispetto a quella del 4% vista il 15 ottobre.
Se non è una carneficina poco ci manca, ma non crediate che i compratori durante i ribassi si lascino scoraggiare. Come ha dimostrato Doug Short nei suoi aggiornamenti, il tonfo di venerdì scorso ha portato giù l'SPX esattamente del 7.4% rispetto al suo picco di maggio (stessa cosa accaduta lo scorso ottobre).
Però dieci mesi fa le vendite si sono immediatamente bloccate quando uno dei più incoerenti uomini della FED, James Bullard, affermava che forse era giunto il momento di prendere in considerazione una proroga del QE. A tale segnale i robo-trader hanno reagito violentemente e nei successivi 30 giorni di trading hanno portato l'indice fino al 2050, o su di quasi il 7%.
Quindi aspettatevi qualche idea simile dall'Eccles Building — forse quando il consigliere di Ben Bernanke, e ora vice-presidente della FED, Stanley Fischer, spiegherà ad un pubblico traumatizzato a Jackson Hole che non siamo ancora arrivati a destinazione!
Giusto. Questo ridicolo accademico e vile burocrate monetario è probabile che racconterà alla crème de crème finanziaria riunita lì, che siamo ben al di sotto del magico 2% sul deflatore del PCE e, di conseguenza, non sarà per nulla il tempo di un "rialzo dei tassi".
Tale nozione è indicibilmente ambigua, distruttiva e vuota. La FED probabilmente rinvierà l'aumento dei tassi, ma non perché c'è troppo poca inflazione, ma perché è spaventata riguardo l'attuale decadenza nel mercato azionario. In verità, ogni autista d'autobus e postino in pensione in America sa che fino ad ora Main Street è stata "benedetta" con un eccesso d'inflazione.
Il livello dei prezzi è aumentato del 39%, o circa il 2% l'anno, se si dà credito all'IPC del BLS, e del 2.5% su base annua se si utilizza una misura onesta che include abitazioni e affitti.
Che negli ultimi mesi il tasso d'inflazione sia sotto tale livello di tendenza a causa del crollo del petrolio e di altre materie prime, è del tutto irrilevante. I tassi d'interesse a zero non possono fare nulla per una deflazione globale causata da continui investimenti improduttivi, i quali sono stati generati da anni d'interventi nei mercati e repressione finanziaria delle banche centrali.
Quindi la FED sta mantenendo il suo piede piantato sul collo dei risparmiatori e dei pensionati per permettere ai giocatori di Wall Street di fare baldoria con i carry trade, sperando così d'innescare un'altra gamba rialzista nel mercato azionario mediante un "effetto ricchezza" che dovrebbe inizialmente sommergere l'1% con vasti guadagni inattesi.
Eppure nonostante le sue cavolate, un'azione simile da parte della FED rischia di catalizzare un'altra frenesia d'acquisti durante i ribassi, accompagnata da un coro d'imbonitori di Wall Street annuncianti che il mercato ha rimbalzato e il toro è pronto per un altro sprint verso l'alto.
Non credete a questi ribassi. Non rappresentano "valore"; incarnano una trappola piazzata dalle banche centrali e resa mortale dalle bolle finanziarie in tutto il mondo che si stanno espandendo da più di due decenni.
Abbiamo già visto queste cose — esattamente sette volte sin dal fondo del marzo 2009. All'epoca, uno dei trader più astuti e sobri di Wall Street, Doug Kass, definì il 666 dell'S&P 500 un "fondo generazionale".
Inutile dire che è stata un'affermazione preveggente. Andare long non ha mai generato tanta ricchezza di carta in modo coerente e in un periodo relativamente breve di tempo. Vale a dire, negli ultimi sei anni il solo paniere Wilshire 5000 di titoli azionari americani ha guadagnato più di $15,000 miliardi di capitalizzazione di mercato; e il valore totale di tutte le azioni delle imprese nell'economia degli Stati Uniti, come riportato dalla relazione sul flusso dei fondi della FED, è salito di $20,000 miliardi, superando in tal modo le due bolle precedenti nel mercato azionario.
Questi aumenti giganteschi non avevano nulla a che fare con le tendenze di lungo termine dell'economia statunitense, che nella migliore delle ipotesi ha fatto registrare un flebile miglioramento. Invece le medie azionarie stellari e i conti di trading in forte espansione sin dal fondo del marzo 2009, sono stati alimentati da una monumentale reflazione monetaria.
La FED e le altre principali banche centrali del mondo hanno cercato di "eliminare" dal casinò qualsiasi fattore del mondo reale che nell'autunno del 2008 aveva messo in ginocchio le economie mondiali. Ma ciò che hanno compiuto, invece, è stata una falsificazione monumentale dei prezzi in quasi tutte le classi di asset. Così facendo, hanno disconnesso il mercato finanziario dall'economia reale.
È questo il vero significato del grafico qui sopra. Infatti quando si sommano il debito totale nel mercato del credito e il mercato azionario, diventa subito evidente la portata reale della finanziarizzazione insostenibile. Mentre prima del 1980 il mondo finanziario ammontava a $8,000 miliardi e ricopriva circa il 200% del PIL, ora queste cifre hanno preso il largo.
Nel corso degli ultimi 35 anni il valore del mondo finanziario statunitense è cresciuto del 13X, a $93,000 miliardi. Alla fine del 2014 rappresentava quasi il 540% del PIL. Ma nel grande schema della storia, non vi è alcun motivo per cui il reddito nazionale degli Stati Uniti dovrebbe essere capitalizzato ad un multiplo superiore a quello del 1980 — dato il forte rallentamento della crescita economica, la bomba dei pensionamenti e la saturazione del debito nei settori pubblici e privati.
Anche se quella cifra si fosse stabilizzata al 240% del PIL, in vigore quando Greenspan ha preso il timone della FED, la linea blu nel grafico qui sotto sarebbe finita a $43,000 miliardi nel 2014.
Quindi abbiamo una differenza di $50,000 miliardi. Chiamatela pure implosione finanziaria che seppellirà tutti i robo-trader e tutti i giocatori d'azzardo che compreranno durante i ribassi per l'ottava volta consecutiva.
Quindi c'è qualcosa di diverso stavolta? La risposta è che la pseudo-ripresa post-2009 è stata soltanto una falsa partenza. Ha rappresentato un'espansione della bolla che è stata gonfiata in tutto il mondo a partire dai primi anni '90.
In effetti, piuttosto che permettere la liquidazione dei precedenti boom artificiali alimentati dalla massiccia espansione del credito alle famiglie americane ed europee, i banchieri centrali hanno spinto i tassi d'interesse allo zero nello stupido tentativo di stimolare la spesa al consumo delle famiglie ormai sature di debiti.
Ma questo non ha spinto i consumatori di Stati Uniti o Europa a spendere di più, perché le classi medie di queste economie si trovavano già in un "picco del debito". Invece ha generato una fame di rendimenti tra i gestori di fondi e un flusso di capitali da $4-5,000 miliardi nei mercati del debito dei mercati emergenti.
La combinazione di una repressione finanziaria senza precedenti nei mercati dei capitali dei mercati sviluppati e un'espansione del credito alle imprese in Cina e nei mercati emergenti, ha generato un'ondata d'investimenti di capitale che il mondo non aveva mai visto. Secondo i calcoli di Thompson Reuters Datastream riguardo tutte le aziende quotate in borsa a livello mondiale, le spese in conto capitale globali sono cresciute da circa $500 miliardi l'anno nel 1995 a $2,500 miliari l'anno nel 2013.
Questo aumento del 5X è al centro dei vari investimenti improduttivi globali. Non solo sta facendo annegare il mondo in un mare stracolmo di petrolio, estrazioni minerarie, costruzioni navali, manifattura, trasporti, magazzinaggio e distribuzione di capacità, ma ha anche creato una falsa catena di moltiplicatori degli utili. Questo perché un boom della spesa in conto capitale di questa grandezza — alimentato dalla falsificazione del prezzo del capitale — è inizialmente accompagnato da enormi profitti inattesi sulla capacità esistente, sull'espansione della produzione, sui salari e sui contratti con i fornitori di nuove attrezzature, strutture e infrastrutture.
Sin dal 2013, tuttavia, la gigantesca bolla della spesa in conto capitale alimentata dalle banche centrali, ha iniziato a sgonfiarsi — anche se l'effetto ritardato del ciclo di completamento dei progetti ne ha temporaneamente frenato "l'afflosciamento". Di conseguenza l'eccesso di capacità continua ad accumularsi, il che significa che innanzitutto la fase calante dei prezzi delle materie prime, dei prezzi industriali e dei margini di profitto è appena iniziata, e che negli anni a venire la spesa in conto capitale mondiale affonderà bruscamente.
E questo a sua volta significa che la catena dei moltiplicatori degli utili, che ha gonfiato profitti, salari e bonus in tutto il mondo nel settore dei beni d'investimento, invertirà violentemente la direzione. Ciò non solo significa che i cantieri cinesi e coreani andranno presto in bancarotta e che l'Australia e il Brasile si stanno dirigendo verso una depressione, ma anche che i contraccolpi di questi processi si faranno beffe del mito statunitense del "disaccoppiamento" spacciato da Wall Street. Val la pena, quindi, di shortare la Caterpillar ed i marchi europei nel settore del lusso, i quali hanno prosperato grazie allo schema di Ponzi cinese.
Così ora arriva l'era delle sovrabbondanze, della contrazione dei profitti e di una drastica deflazione della gigantesca bolla finanziaria che le banche centrali del mondo hanno così scioccamente gonfiato. E questa volta non saranno in grado di fermare la carneficina.
Ciononostante i banchieri centrali ricorreranno a stratagemmi verbali disperati ed a manipolazioni kamikaze dei mercati per frenare l'attuale svendita, e quindi tentare di preservare i resti insanguinati della loro opera. Quando in risposta i giocatori d'azzardo si faranno infinocchiare per l'ennesima volta dalla propaganda "Comprate durante i ribassi!", sarà un ottimo momento per vendere qualsiasi cosa che non sia inchiodata a terra.
È possibile che i 2130 dell'S&P 500 si riveleranno l'opposto del pronunciamento epigrammatico di Doug Kass. Cioè, un picco generazionale. Ogni volta che il mercato tenterà di risalire nella zona 2050-2130, incontrerà probabilmente un'altra scarpa che cadrà nell'economia globale.
Inoltre, nel contesto della grande deflazione e della depressione globale dei beni strumentali, le notizie economiche negative saranno viste per quelle che sono — una conferma che la grande bolla ventennale gonfiata dalle banche centrali è finita, e che i redditi e i profitti inflazionati finiranno a terra.
Incassate i premi finché ci troviamo in prossimità dei vecchi picchi. Le opportunità sono abbondanti, a partire dal Nasdaq Biotech Index:
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Caro Francesco, tutto sensato ciò che scrive e dimostra Stockman, ma ho idea che tutto questo assurdo inganno, finanziario e non solo, durerà fin quando non si sarà ben capito chi ha egemonia reale e duratura sul mondo.
RispondiEliminaSiamo in tempi molto fluidi e pericolosi. Nulla sembra più avvenire a caso.
Le decisioni politiche, strategiche e tattiche, dominano lo scenario e, se domani non funzionassero abbastanza le politiche monetarie espansive, a sostenere la maschera del benessere nominale (la salute dello status quo), si utilizzerebbero più diffusamente tanti altri mezzi, anche più espliciti e cruenti.
Nel frattempo i furfanti di WallStreet possono continuare ad approfittare dell'espansione creditizia. Per loro una vera cuccagna targata pianificazione centrale.
Ciao Dna.
EliminaSono convinto che andrà peggio prima che possa migliorare. Soprattutto per quanto riguarda la parte "cruenta", visto che l'UE (premio Nobel per la pace, vorrei ricordare) sta facendo di tutto per provocare una guerra contro la Russia: Russia warns of 'new military confrontation' in Europe, Is Putin plotting war in Europe? Experts warn Russia is 'actively preparing' for conflict with NATO after announcing plans for 4,000 military exercises this year, War in Europe is no longer seen as completely out of the question, Tensions grow in Eastern Europe as Russia and Nato accuse each other of Cold War-style military intimidation.
Dal punto di vista economico invece, beh, Rothbard aveva ragione. I giullari di corte, ovvero, i pennivendoli come Krugman, servono solamente per giustificare le politiche folli e truffatrici dei loro "signori" (nel nostro caso, le autorità monetarie). Infatti, dopo che Krugman se n'era uscito con un pezzo simile qualche tempo fa, ecco puntuale un funzionario della FED che sottoscrive la follia keynesiana di sprofondare nel debito come soluzione ai problemi economici odierni.