Bibliografia

martedì 15 settembre 2015

Bust economico, livello dei prezzi e rendimento del potere d'acquisto

Oggi ho scelto di proporre questi due articoli perché si interconnettevano alla perfezione. Il primo ci spiega come le apparenze ingannano, mentre il secondo ci fa vedere oltre le apparenze. Il gioco delle banche centrali al giorno d'oggi è proprio questo: un gioco d'apparenze. Infatti nel corso degli anni le presunte previsioni ottimistiche della FED si sono rivelate solamente delle affermazioni vuote. Ce lo ricorda, ad esempio, questo articolo del WaPo e quest'altro del Washington Times. Tutte le previsioni sfornate dai mulini statistici dell'Eccles Building sono state un fallimento dopo l'altro, basate sui modelli econometrici keynesiani (DSGE) che si presume possano predire dove andrà la società. Non è così. F. A. Hayek, in The Pretense of Knowledge, ci spiega il perché: scimmiottare le scienze naturali affinché l'economia possa incarnare il prototipo di scienza esatta al pari della matematica e della fisica, è la quintessenza dei nostri problemi economici odierni. Avere la pretesa d'essere in possesso della conoscenza necessaria per direzionarlo arbitrariamente i mercati, è quello che sta sostanzialmente distruggendo una qualsiasi speranza di ripresa genuina. Quindi la domanda è lecita: se la FED finora non ne ha azzeccata una in quanto a previsioni, cosa ci può lontanamente far pensare che sia in grado d'adottare le giuste misure per far uscire gli USA dalla crisi?
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di Frank Shostak


A giugno il tasso annuale di crescita dell'indice della spesa al consumo personale (PCE) meno cibo ed energia, era pari all'1.3% – la stessa cifra di maggio. Si noti che, in media, dall'inizio di quest'anno il tasso annuo di crescita è stato pari all'1.3%. Molti economisti hanno espresso soddisfazione circa questa presunta stabilità, nonostante il fatto che tale cifra sia inferiore all'obiettivo della FED (es. 2%). Nel frattempo, a giugno il tasso annuale di crescita della spesa al consumo personale totale era pari a -0.01% rispetto al -0.1% di maggio e all'1.4% del giugno dello scorso anno.




La stabilità del tasso annuo di crescita del PCE meno cibo ed energia, è considerata una cosa molto importante dalla maggior parte degli economisti. Si ritiene che la stabilità dei prezzi renderà più visibile il movimento dei prezzi relativi di beni e servizi, consentendo in tal modo un'allocazione più efficiente delle risorse.

C'è il pericolo che concentrarsi sulla cosiddetta stabilità dei prezzi possa portare gli economisti a trascurare il fattore chiave che rischia di mettere in moto un bust economico. Suggeriamo che questo fattore chiave sia il calo nella dinamica di crescita della massa monetaria dall'ottobre 2011 all'ottobre 2013.




Da notare che durante il 1927 fino alla fine del 1928, l'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti stava facendo registrare una certa stabilità (si veda il grafico in basso sulla sinistra).

Questo portò molti commentatori a suggerire che l'economia statunitense avesse raggiunto uno stato di stabilità economica e ad ignorare il fatto che la dinamica di crescita della massa monetaria fosse scesa bruscamente dal febbraio 1925 al giugno 1927.

Questo forte calo mise in moto un bust economico del mercato azionario nell'ottobre 1929 e il seguente crollo dell'attività economica.




Scrisse Murray Rothbard:

Una delle ragioni per cui la maggior parte degli economisti degli anni '20 non riconobbe l'esistenza di un problema con l'inflazione, fu il loro credo in una stabilità dei prezzi come obiettivo e criterio per la politica monetaria....... Il fatto che i prezzi generali fossero più o meno stabili nel corso degli anni '20, portò la maggior parte degli economisti a credere che non esistesse alcuna minaccia inflazionistica, e di conseguenza gli eventi della grande depressione li presero completamente di sorpresa.[1]

(Si noti che per la maggior parte degli economisti il termine inflazione significa aumenti persistenti dei prezzi, e non un aumento dell'offerta di moneta).

Si osservi che il tasso annuo di crescita della produzione industriale salì dal 4.6% nel febbraio 1927 al 16.6% nel luglio 1929, prima di schiantarsi a -31% nel luglio 1932.

Suggeriamo che la gravità di un bust è dettata dallo stato del bacino della ricchezza reale, vale a dire, l'esistenza di un numero sufficiente di creatori di ricchezza per sostenere varie attività in bolla emerse grazie alla politica monetaria allentata della FED.





[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Murray N. Rothbard, America’s Great Depression, Sheed and Ward, Inc Subsidiary of Universal Press Syndicate Kansas City, Third Edit. p 153.

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di Keith Weiner


In precedenza ho scritto un articolo su un certo Clarence che andava in pensione nel 1979 e su Larry che c'andava l'anno scorso. Ho creato questi personaggi per mettere in discussione il calcolo di un tasso d'interesse reale sottraendovi l'inflazione. L'idea standard è che il declino di una moneta può essere misurato utilizzando il tasso d'aumento dei prezzi. Questo punto di vista "prezzo-centrico" ci porta al concetto di potere d'acquisto — la quantità di roba che un dollaro può comprare. È inversamente proporzionale ai prezzi. Quando i prezzi salgono, il potere d'acquisto diminuisce.

Ricordiamo un po' quella storia: Clarence andava in pensione nel 1979. A quell'epoca l'inflazione era al 14%, ma egli poteva ottenere solo un interesse dell'11%. L'nteresse reale era -3% e Clarence aveva un problema: stava perdendo il suo potere d'acquisto.

Supponiamo che Clarence avesse acquistato oro. Il potere d'acquisto dell'oro sarebbe rimasto costante per il resto della sua vita.




L'oro risolve questo problema. Tuttavia, l'oro non ha alcun rendimento. Clarence sarebbe semplicemente saltato dalla padella alla brace. Certo, l'oro sfugge alla svalutazione del dollaro, però ha un tasso di rendimento pari a zero.

Diamo un'occhiata a come i tassi d'interesse a zero influiscono su Larry. Guadagna $25/mese sul suo milione di dollari. Ovviamente non può vivere di questo. Così inizia a dar fondo al suo gruzzolo comprando uova. Per un anno diletta il suo palato con le omelette. Dal momento che l'inflazione è stata leggermente negativa, oltre alle omelette aggiunge ai suoi acquisti anche un paio di torte salate.

Attraverso la lente del potere d'acquisto, non riusciamo a vedere la liquidazione della ricchezza di Larry. Ignoriamo — o lo diamo per scontato — che sta dando fondo ai risparmi di una vita per mangiare, domandandoci solamente quante vettovaglie riesca a comprare.

Se aveste una fattoria, prendereste in considerazione l'idea di venderla per sfamare la vostra famiglia per un anno? Spero di no. Un'azienda deve produrre cibo per sempre. Il suo vero valore è la resa delle colture, non la pila di pancetta da un affare una tantum.

Quanto è perversa una situazione simile? È questo quello che gli interessi a zero stanno costringendo Larry a fare.

Un dollaro acquista ancora tanti beni quanti ne acquistava l'anno scorso. Il potere d'acquisto di Larry non cambia molto. Tuttavia, la continua svalutazione ne provoca la distruzione. Un potere d'acquisto stabile non significa che il dollaro stia trattenendo il suo valore.

Significa che i prezzi sono del tutto inadeguati per misurare il decadimento monetario.

La nostra catastrofe monetaria diventa chiara quando guardiamo al crollo del rendimento del potere d'acquisto. Questo nuovo concetto non dice quanti generi alimentari si possono acquistare liquidando il capitale; ci dice quanto si può acquistare con il suo rendimento.

Nel 1979 i risparmi ($100,000) di Clarence rendevano abbastanza da sostenere il suo stile di vita da classe media. Nel 2014 i risparmi ($1 milione) di Larry non rendono abbastanza per pagare la sua bolletta telefonica. Per vivere nella classe media, Larry avrebbe bisogno di oltre un centinaio di milioni di dollari. Questo ci mostra un'iperinflazione nel prezzo del capitale, che è salito del 1100X in 35 anni.

Ci mostra anche che la produttività del capitale è al collasso. Ai giorni di Clarence, le aziende guadagnano un elevato ritorno sul capitale. Era abbastanza alto affinché Clearance potesse ottenere un interesse dell'11% su un conto di deposito a breve termine. Purtroppo il decadimento del dollaro è in una fase avanzata ora. Gli interessi sono pressoché nulli. La remunerazione del capitale è bassa, e così i mutuatari non possono pagare molto.

I pensionati ne soffrono per primi, perché non riescono a guadagnare salari. Normalmente dipenderebbero dall'interesse, ma ora sono costretti a vivere come il figliol prodigo. Consumano la loro ricchezza, non lasciano niente alla prossima generazione e sperano di non vivere troppo a lungo. I tassi d'interesse a zero hanno invertito una tradizione secolare: l'accumulo di capitale.

Il potere d'acquisto può sembrare in buone condizioni, ma il rendimento del potere d'acquisto mostra il vero stato del collasso monetario.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Oggi funziona solo l'accesso al capitale altrui. Per questo è sempre più necessaria l'espansione del controllo politico (statale, perché è solo per il bene comune) anche su settori marginali, ma comunque interessati da un afflusso di denaro.
    Le mani in pasta! Per la politica è il motto essenziale. E che bello potersele sporcare! Così, qualcosa resta attaccato!
    http://www.aerospaziocampania.it/news/Aerospazio-una-nuova-governance

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  2. non capisco la differenza sostanziale nei 2 casi della premessa del secondo articolo. in entrambi viene intaccato il capitale.

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    1. Ciao gdb.

      La differenza sostanziale sta nei tassi d'interesse e nei rendimenti del capitale, i quali negli anni addietro subivano un livello d'interventismo sostanzialmente inferiore rispetto ad oggi. Sebbene l'inflazione fosse alta, ci si poteva proteggere con un'allocazione nei metalli preziosi. Chi, ad esempio, è passato dall'argento, alle azioni Walmart, ai trentennali statunitensi e all'oro dagli anni '70 al 2008, ha investito in una strategia di successo che ha reso utili consistenti. Con l'ingresso della ZIRP nel panorama economico le cose sono cambiate perché riuscire a raggiungere un interesse consistente con cui sostenere, ad esempio, un piano pensionistico soddisfacente è compito arduo. Oltre alla sottostima dell'inflazione, la struttura della produzione industriale non è orientata alla ricerca e sviluppo, soprattutto tra le piccole e medie imprese le quali sono più penalizzate in questo ambiente economico .Tra burocrazia, fisco e riluttanza d'accendere prestiti, le poche idee di successo vengono proposte solo per attirare l'attenzione di aziende più grandi affinché assorbano quelle piccole e ricoprano i gestiroi originali con una carriola di guadagni.

      Questo riduce il panorama degli investimenti. In concomitanza, l'espansione artificiale del credito abilitata dalla banche centrali ha causato una fame di rendimenti nei casibò obbligazionari e azionari, che ormai tali mercati non stanno andando da nessuna parte. Qualche guadagno ora si fa sui volumi, ma stiamo parlando a livello di hedge fund. L'avvento della ZIRP, quindi, ha incessantemente invaso vari settori dell'economia producendo distorsioni che hanno attirato e scialacquato risorse scarse. Questo tipo di politica non dura per sempre, perché la legge dei rendimenti decrescenti finisce per intaccare severamente il bacino dei risparim reali.

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    2. Larry ci dice che i suoi risparmi non valgono nulla! Ovvero li potra' solo che mutare in pancetta e uova per il breakfast! Se avesse potuto ammassare le merci prima credo chi ci avrebbe guadagnato(ma purtoppo sono depribili, non sono oro)

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