martedì 11 agosto 2015

Incolpate la FED per il crollo delle commodity


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di Bill Bonner


VANCOUVER, Canada – Quando vi abbiamo lasciato alla fine della scorsa settimana, il mondo stava cadendo a pezzi.

Come sapete, l'economia funziona col credito elettronico... non col denaro sonante ormai sorpassato. Senza le banche che pompano ulteriore credito nel sistema – tramite i prestiti – l'economia si affloscia.

Venerdì il Dow è sceso di 163 punti – ovvero, circa dell'1%.

Più significativa è stata l'azione nel mercato dell'oro. Al prezzo di questa mattina, $1,103 l'oncia, l'oro è negoziato $100 al di sotto di quello che pensavamo fosse il "minimo".

Perché?

Potrebbe essere che l'oro stia segnalando una recessione/depressione globale. La gente tende a comprare oro quando teme l'inflazione. Tutto quello che vediamo oggi è un crollo deflazionistico globale.

Il quotidiano People's Daily – l'organo ufficiale del Partito Comunista – ci dice che il consumo cinese d'energia elettrica sta accelerando al tasso più lento da 30 anni a questa parte.

Sappiamo tutti che i dati sul PIL della Cina sono inaffidabili, ma gli elettroni non mentono. Scorrono con l'economia. E ora stanno solo aumentando ad un lento 1.3% l'anno – il che suggerisce un grande rallentamento dell'economia cinese.

Secondo le stime degli economisti di Bloomberg – in contrasto con quelle ufficiali di Pechino – l'economia cinese sta crescendo al ritmo più lento da 25 anni a questa parte.

Nel frattempo, sull'autostrada delle commodity, c'è un enorme tamponamento a catena.

Il crollo nel mercato del petrolio – che negli ultimi 12 mesi ha visto un calo del 53% nel prezzo di un barile di greggio – ha lasciato un'enorme chiazza nera.

Venerdì un barile di petrolio greggio veniva venduto a $48.14 – solo 42 centesimi sopra il suo minimo di 52 settimane. Nel complesso, le commodity sono ai minimi da 13 anni.

E i minatori di carbone sono scivolati sul petrolio e il gas a buon mercato.

A marzo spiegavamo il motivo per cui l'energia fosse così economica. La FED ha abbassato così tanto il prezzo del capitale, che ormai non costa quasi nulla accendere un prestito.

Abbiamo quindi ipotizzato che quando sarebbe finito il denaro a buon mercato, il petrolio a buon mercato avrebbe fatto la stessa fine.

Ma non è successo – non ancora almeno...

Finora il credito a buon mercato della FED ha acuito e prolungato il mercato orso del petrolio. I produttori che avrebbero dovuto chiudere i battenti mesi fa, stanno ancora pompando – tenuti in attività grazie ai finanziamenti ultra-economici.

Il carbone sfoggia prezzi addirittura più convenienti rispetto al marzo scorso, quando scrivevamo su questo argomento. Oggi il prezzo del carbone è giù del 70% rispetto a quattro anni fa.

Questo sta spingendo i produttori di carbone ai margini della solvibilità...

Ad esempio, Alpha Natural Resources, un grande produttore di carbone metallurgico – utilizzato principalmente per la produzione dell'acciaio – è stato cancellato dal New York Stock Exchange, perché il prezzo delle sue azioni è stato "anormalmente basso". La bancarotta è il prossimo passo.

E questo invece ci arriva da OilPrice.com, dove apprendiamo che il grande produttore di carbone Walter Energy:

ha annunciato il 15 luglio che è sull'orlo di dichiarare bancarotta. I creditori senior vedranno il loro credito trasformato in capitale societario, e se la società non riuscirà ad invertire la rotta, non potrà far altro che vendere tutti i suoi asset.

"Di fronte alle attuali condizioni depresse nel mercato del carbone, dobbiamo fare ciò che è necessario per adattarci alla nuova realtà nel nostro settore", ha detto in un comunicato stampa il CEO di Walter Energy, Walt Scheller.

Anche il Dr. Copper dice che per l'economia globale sarà una seconda metà d'anno molto turbolenta.

Il rame ha guadagnato il titolo di "dottore"; gli anziani dicono che è "l'unico metallo con un dottorato di ricerca in economia."

Il rame va in tutto – case, uffici, elettronica, automobili, ecc. Anche se non è una correlazione perfetta, quando il prezzo del rame scende, anche l'economia mondiale è destinata a scendere.

Da Bloomberg:

Goldman ha riferito che probabilmente i prezzi scenderanno di un altro 16% entro la fine del prossimo anno e prevede che la domanda cinese crescerà al ritmo più lento in quasi due decenni.

Mercoledì scorso Goldman ha abbassato la sua previsione per il prezzo del rame: un calo del 44% fino al 2018.

Perché questo grande rallentamento? Perché il mondo sta cadendo a pezzi?

Perché non si può fingere una ripresa economica...

Invece di "stimolare" la ripresa, i federali ne hanno "simulata" una.

Hanno forzato il prezzo del capitale quasi a zero. I produttori di materie prime hanno abboccato. Hanno preso in prestito denaro e aumento la produzione.

Ma la domanda globale non poteva tenere il passo.

Non è possibile ottenere una domanda reale dal credito vuoto. La domanda reale viene da Main Street, non da Wall Street.

Ed è per questo che è necessaria una ripresa reale, non una falsa.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. L'economia si affloscia. La finanza non ancora. Col fiatmoney a buon mercato certi profitti cartacei volano ed il potere politico spinge per far entrare gli ultimi risparmi nel calderone borsistico scaldato dalle banche centrali contro ogni logica sensata e soprattutto contro i dati reali, pessimi, dell'economia reale. Ciò che era insostenibile e sarebbe dovuto morire sta ancora formalmente in piedi. Le mani più grandi lo sanno benissimo ed ora che le bolle stanno per esplodere od afflosciarsi, si ritraggono ed invitano le mani piccole ad entrare nel prossimo mattatoio.
    Mollate l'oro! Mollate i risparmi! Mollate ogni prudenza! Mollate qualsiasi alternativa all'unico impero! Ci vuole più politica!
    Perdete ogni speranza voi che entrate... e pure voi che già ci state! Scappare sarà sempre più difficile.

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    1. Tra l'altro, chissà se vedo bene, le grandi mani di Buffett usano il fiatmoney racimolato, che eufemismo!, a WallStreet per acquistare Precisione Castparts, settore componenti energia ed aerospazio. Insomma, esce un po' dalla finanza ed investe nel complesso militare industriale. Finmeccanica, nel suo piccolo, molla i supertreni per l'aerospazio, la sicurezza e la difesa.
      Nonostante i gufi parlino di guerra tra valute, la situazione è già oltre le valute...
      I casi sono due. O grande guerra imminente tra terrestri, oppure grande guerra imminente contro gli extraterrestri.
      Opto per la seconda. Sono anni che ci preparano con videogames e film. Così si spiega la spesa interventista per la banda larga ( larga perché sono tanti quelli che ce magnano ) contro il digital divide ( cosi war on cash fino in Aspromonte!!! ). A proposito, ma il digital divide se magna?
      Anche lo yuan svalutato e la recessione russa sono pezzi di questo puzzle...
      Tutto torna... Krugman lo aveva intuito. Nessuna sorpresa per lui...

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    2. Ciao Dna.

      Se non fosse arrivato il denaro fiat Buffet così come Brinyi sarebbero rimasti nello scantinato della memoria finanziaria. Adesso che la FED ha tirato il freno a mano, sebbene continui a rimanere intorno ai $4,000 miliardi di base monetaria, il gioco non sarà più quello di salire più in alto tra gli zombie finanziari, ma di mangiarsi a vicenda. Sopravvivere finché possibile. Questo significa ricorrere a qualsiasi misura d'ingegneria finnìanziaria per strappare un giorno in più di vita. Inutile dire che, in un modo o nell'altro, è stata ancora una volta la FED a trascinare tutti in questo guaio. Dapprima permettendo agli americani di saturarsi di debiti e inondare il mondo di dollari freschi di stampa. Questo a sua volta ha stimolato le altre banche centrali a seguire l'esempio e, per "proteggersi" in caso di crisi, ad ingozzarsi di dollari.

      Ciò ha significato un boom artificiale interno trainato dal settore delle esportazioni. Poi, con l'arrivo della Grande Recessione, i paesi emergenti hanno visto prosciugare la domanda d'esportazioni e si sono rivolti ai propri mercati interni. Ciò non solo ha alimentato bolle nei loro settori immobiliari e obbligazionari, ma anche in quelli delle commodity. Ora che i nodi stanno venendo al pettine, soprattutto in Cina, l'inversione epocale a cui si sta affacciando il mondo a seguito delle misure di repressione finanziaria da parte delle banche centrali, è qualcosa di mai visto prima. Col rallentamento cinese, seguiranno i bust dei vari mercati emergenti, come il Brasile ad esempio. Ciò significherà, tra le altre cose, il dishoarding delle riserve estere di questi paesi. Ovvero, inizieranno a vendere dollari per tamponare l'inchiostro rosso nei loro conti. Questo significa che gli USA vedranno ritornare in patria un sacco di liquidità che prima era stata "rapita" dalle altre economie del mondo sotto l'illusione che il dollaro sia la merce più liquida in circolazione. Questo significa che se in un primo momento il mondo soffrirà di un rollo deflazionistico a causa di re-pricing di quegli asset gonfiati artificialmente durante il periodo di boom, in seguito si trasformerà in inflazione di massa a causa della sconsideratezza monetaria delle banche centrali.

      Prima Tokyo, poi Harare... passando per Caracas. È questo l'inevitabile itinerario della pianificazione monetaria centrale, acclamato a gran voce dai cosiddetti sovranisti monetari.

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    3. Ciao Francesco
      La vendita dei dollari e dei bond americani da parte della Cina, in primis, è una delle possibili reazioni alla esclusione dai DSP del FMI ipotizzate da tanti commentatori estranei al mainstream. Oggi su zero hedge c'è anche un pezzo di Hugo Salinas Price sulla svalutazione dello yuan contro l'oro com'è possibile scenario anti dollaro. Mi pare un articolo che dimentica il ruolo anti politico o anti interventista dell'oro e pertanto un po' irrealistico.
      Comunque, nessuno sa esattamente quali mosse possano prospettarsi da qui in avanti, ma certamente è già una guerra mondiale tra superpotenze.
      Le tue logiche riflessioni seguono il dettato austriaco, ma credo che vedremo ancora tante interferenze con il loro regolare svolgimento.
      A livello personale resto ancora allibito dalla profonda ed irrimediabile ignoranza che circonda questi temi, dalla insopportabile arroganza che sostiene le tesi più assurde, dalla pervicace propaganda mistificatrice che tanti adepti produce.

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