Bibliografia

martedì 18 agosto 2015

I banchieri centrali sono tutti degli idioti?

L'articolo di oggi ci ricorda il proverbio che un po' tutti i lettori credo abbiano sentito: "Sbagliare è lecito, perseverare è diabolico." Alla luce del seguente articolo, non c'è modo migliore per spiegare la natura "gestionale" dei banchieri centrali. Il denaro fiat, infatti, non permette  solo una ridistribuzione delle risorse all'interno della società da coloro che hanno accesso per primi alla nuova liquidità, ma permette anche una ridistribuzione del "potere" decisionale nei mercati: dai consumatori ai pianificatori centrali. Questo potere fa gola agli individui, poiché attraverso di esso riescono a vivere al massimo col minimo sforzo. C'è un problema: la pianificazione centrale è fallimentare nel lungo periodo, non riesce ad elaborare un piano che sia in accordo con la visione del futuro della società nel suo complesso. Perché? Perché le decisioni importanti vengono prese al margine. Questo significa che le singole azioni degli individui contano; invece la pianificazione centrale si fida scioccamente degli aggregati. Pensa che se riesce a controllare un bacino ampio d'individui, riuscirà a sopravvivere alle forze di mercato avverse. Nel breve periodo è possibile, nel lungo no. Le decisioni vengono prese al margine e le banche centrali (o la pianificazioen centrale più in generale) non hanno le informazioni adatte per predire laddove nasceranno questi cambiamenti. Sebbene, quindi, sovvenzionino artificialmente determinate attività imprenditoriali, finiranno per perdere il controllo della trama dei loro piani presumibilmente ben congeniati. Uno dei tanti esempi recenti, è la zombificazione del settore dell'estrazione dell'olio di scisto. Avendo accesso a denaro prezzato erroneamente attraverso i mercati dei capitali, i produttori d'olio di scisto possono continuare ad operare sul mercato nonostante il calo del prezzo della materia estratta. Ciò crea industrie zombie che rimandano nel tempo quel processo Schumpeteriano che permetterebbe una sana pulizia dei mercati; inoltre l'offerta viene costantemente rimpolpata di nuove unità, mentre la domanda raggiunge il picco e vengono implementate nuove misure d'ingegneria finanziaria per tenere a galla suddette industrie zombie. Pompare ulteriore denaro non solo fa aumentare il rischio nel mercato dei capitali, ma permette la creazione di strumenti finanziari tossici che circolano nel sistema finanziario come se fossero di ottima qualità, i quali servono solo a soddisfare la fame di rendimenti degli investitori. E' così che le banche centrali hanno aggiunto polvere da sparo al barilotto già pieno a seguito della Grande Recessione. E' così che la pianificazione centrale s'è scavata la propria tomba. Le deformazioni economiche sono onnipresenti nei mercati, e a poco a poco faranno perdere il controllo della situazione ai banchieri centrali. Finirà male.
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di Bill Bonner


Sì, è inutile nasconderlo. Vorremmo vedere una depressione. Corta, rapida e decisiva – una fine rapida e tagliente all'espansione del credito più grande di tutta la storia.

Come disse il segretario del Tesoro Andrew Mellon dopo il crollo del mercato azionario nel 1929:

Liquidare il lavoro, liquidare le azioni, liquidare i contadini, liquidare gli immobili. Ciò ripulirà il marciume dal sistema. I costi alti della vita scenderanno. La gente lavorerà di più, vivrà una vita più morale. I valori si aggiusteranno, e la gente intraprendente potrà raccogliere i cocci da quelle persone meno competenti.

"È incredibile", ha esclamato il nostro collega Merryn Somerset Webb. Merryn è il direttore della rivista MoneyWeek a Londra. "I prezzi degli immobili londinesi continuano a salire. È così costoso vivere qui che i nostri scrittori non possono più permetterselo. Sto pensando di spostare la mia attività ad Edimburgo."

Non si può costruire un'economia solida su un mondo immobiliare insostenibile, su debiti impagabili e su prezzi degli asset insostenibili. Ma non è questo quello che sta accadendo. L'unico modo per arrivare a qualcosa di più affidabile... più reale... e più sano... è quello di lavare via la sbobba finanziaria e la roba viscida che si è accumulata nel corso degli ultimi 30 anni.

In un modo o nell'altro, deve finire l'espansione del credito che ha avuto inizio dopo la seconda guerra mondiale. Su questo non abbiamo alcun dubbio. Contrariamente a quanto accaduto nell'ultimo mezzo secolo, il credito non può aumentare più rapidamente del reddito. È matematicamente, economicamente e finanziariamente impossibile.

Ma quando finirà? "Il problema con voi", dice un fedele lettore (o almeno a parole), "è che di solito avete ragione... ma siete sempre in anticipo." In anticipo? Certo. Nel caso della bolla del credito, l'abbiamo anticipata di 40 anni. Abbiamo visto la scritta sul muro nel 1970! Abbiamo pensato: "La fine è vicina per il sistema a moneta fiat." Dopo tutto, i soldi di carta non durano mai per molto tempo.

Ma abbiamo letto male i graffiti... Non sappiamo quanto sia "vicina", perché quattro decenni più tardi il sistema a moneta fiat è ancora forte.

E indovinate un po'? Siamo ancora sicuri che è diretto verso una debacle.

Ma quando? "Potrebbero volerci altri due o tre decenni." Questa è stata la risposta che abbiamo ottenuto da un banchiere centrale. La sera scorsa abbiamo sperimentato la rara delizia di cenare con uno di loro. Terremo segreta la sua identità per proteggere il suo lavoro e la reputazione della banca centrale. Ma è stata una boccata d'aria fresca, e anche un sollievo. Ora possiamo dire con fiducia: non tutti i banchieri centrali sono degli idioti.

Ecco cosa ci ha detto:

Ovviamente è condannato, ma non necessariamente presto. Finché la principale tendenza dell'economia sarà verso la deflazione, le banche centrali potranno stampare denaro senza provocare inflazione dei prezzi al consumo. Possono acquistare obbligazioni e continuare a comprarle.

Quando acquistano obbligazioni, tendono ad abbassare i tassi d'interesse. Inoltre finanziano i disavanzi pubblici. E, dall'esempio del Giappone, sembra che possano farlo quasi all'infinito.

Proprio così: possono mandare avanti lo spettacolo... fino a quando non potranno farlo più. Nessuno lo sa quando finirà. È nel futuro, dove nessun uomo ha un GPS o una mappa in mano...

E noi speriamo d'arrivarci solo nella speranza di scoprire una depressione. Tutti gli altri sperano di scoprire molti altri anni d'inflazione dei prezzi degli asset, boom, bolle e manipolazioni delle banche centrali. Questa distinzione è importante. Almeno NOI la pensiamo così.

Tutti nel governo, nel mondo dell'industria, nel mondo del commercio e nel mondo accademico, hanno un pregiudizio nei confronti delle bolle. Wall Street vuole vendere azioni e obbligazioni. Il settore industriale e commerciale vuole vendere i suoi prodotti... per non parlare delle fusioni e delle acquisizioni. E i governi di tutto il pianeta hanno deficit da paura e stanno contando su bassi tassi d'interesse per pagare le loro guerre e i programmi clientelari.

Chi parla per il futuro? Chi si alza in piedi per un'economia sana? Chi difende la causa dell'uomo della strada... del piccolo investitore... del piccolo imprenditore... dei poveracci?

Chi vuole una depressione?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. come sappiamo, e come Sto arrivando! anche quel banchiere centrale, la deflazione non è una "tendenza" meteorologica come il bel tempo. non è una casualità che vabbeh, finche c è questo va bene. è il risultato di boom e bust "controllati". dunque mi pare di capire da quelle parole che finche riescono a reggere la tendenza verso la deflazione sopravviveranno, ma sono molto poco fiduciosi di riuscire a contenere il boom prossimo venturo senza impazzimento dei prezzi.

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    1. Ciao gdb.

      Finché persisterà il mito del mercantilismo, ci saranno nazioni disposte a sostenere l'attuale sistema fiat. Cina e Giappone sono l'esempio più lampante, poiché i principali detentori esteri di Treasuries. Per questo i banchieri centrali hanno ancora fiducia. Per questo verranno colti di sorpresa. L'ennesima prova di ciò ci arriva dal fallimento dell'esperimento giapponese. Ovvero, come stimolare un morto schiacciato da un macigno pesante il 230% del PIL. I pianificatori centrali monetari non si rendono conto che il QE è un trucco da salotto una tantum che funziona finché ci sono bilanci puliti. Quando gli azzardi morali pullulano in tutto l'ambiente economico, non c'è modo che un price discovery sano guidi l'economia verso una crescita sostenibile, mentre invece ci sono tutte le possibilità che la conduca verso un'erosione crescente del bacino della ricchezza reale ed una stagnazione costante delle risorse produttive della nazione. Quando il ri-ordinamento dei prezzi esploderà in faccia a questi mercantilisti da strapazzo, sarà una supernova che inonderà l'ambiente economico più ampio portando deflazione in quegli asset prezzati al di sopra i livelli che sarebbero prevalisi in un mercato onesto ed inflazione in quegli altri sottostimati. Sarà paragonabile ad una bastonata in testa.

      Il mercantilismo instupidisce. Le possibilità che gli stupidi ricevano botte in testa sono alte.

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