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di Greg Canavan
Questa settimana sembra che sia iniziata da dove era finita l'altra. Cioè, con la Cina e la Grecia sotto i riflettori. La Grecia e l'Europa sembra proprio che stiano per implodere. Di più su questo argomento tra un attimo.
In primo luogo voglio raccontarvi qualcos'altro, qualcosa che sta accadendo nel mondo e che finora nessuno vi ha raccontato.
Venerdì scorso lo Shanghai Cooperation Council (SCC) ha accolto con favore l'India e il Pakistan. Si uniscono ai membri fondatori Cina e Russia, nonché ad una serie di altri paesi dell'Asia centrale. Le ammissioni sono avvenute nella città russa di Ufa, in un vertice organizzato da Vladimir Putin.
Come riporta il Financial Times, il consiglio è un "forum per i colloqui sulla sicurezza e sull'integrazione economica che copre una vasta area geografica sulla quale né gli Stati Uniti né l'Unione Europea hanno influenza, ma che comprende molti paesi d'importanza strategica globale."
In un periodo storico in cui il dominio degli Stati Uniti sulla scena mondiale sta calando, fatto evidenziato da una disintegrazione del Medio Oriente, l'emergere dello SCC rappresenta uno sviluppo significativo.
Quando si è bombardati dall'incessante ciclo di notizie dei media occidentali, a volte è difficile fare un passo indietro e guardare il quadro più ampio dell'economia globale. Ma rifletteteci un attimo e potrete vedere come il vasto blocco delle economie emergenti sta iniziando a chiedere un percorso economico diverso da quello proscritto dall'Occidente.
Questo percorso è caratterizzato da una morsa sulla politica monetaria globale e da istituzioni globali che formano e sostengono il "sistema". Infatti questo sistema agisce come una tassa sul resto del mondo, con i proventi che scorrono negli Stati Uniti attraverso il processo del signoraggio (permettendo agli Stati Uniti di pagare beni e servizi con denaro stampato quasi a costo zero).
Questo ha permesso agli Stati Uniti d'avere enormi disavanzi di bilancio e delle partite correnti per decenni. Quando si gestisce la valuta di riserva globale, il mondo allunga molti metri di corda con cui ci si può impiccare.
È da questo sistema globale che paesi come la Cina e la Russia si stanno divincolando. Sanno che non sono abbastanza forti da provocare un rapido cambiamento, quindi stanno unendo le forze convergendole nel loro blocco economico: sperano di destabilizzare le fondamenta dell'attuale ordine economico mondiale.
Jim Rickards, direttore di Strategic Intelligence, pensa che la soluzione al problema siano i "DSP". Si tratta di una moneta sovranazionale denominata "diritti speciali di prelievo", creata nel 1969 e amministrata dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Nei prossimi sei mesi il Fondo Monetario Internazionale è destinato a cambiare la sua composizione, poiché la probabile ammissione dello yuan cinese al suo paniere di valute, andrà a fare compagnia a quelle già presenti: dollaro statunitense, euro, yen e sterlina.
Rickards pensa che presto questi DSP avranno una maggiore importanza nel sistema finanziario internazionale, andando a sostituire il dollaro USA e fungendo da "valuta" di riserva mondiale. Ecco un'anticipazione del prossimo pezzo di Rickards:
Gli individui non avranno i DSP, solo le varie nazioni li avranno nelle loro riserve. Queste nazioni non hanno alcun desiderio di rompere tale sistema, perché sono tutte d'accordo. Gli Stati Uniti non sono più il capo. Ora ci sono "Cinque Famiglie": Cina, Giappone, Stati Uniti, Europa e Russia, le quali operano attraverso il Fondo Monetario Internazionale.
Gli unici perdenti sono i cittadini dei paesi membri del FMI — persone come voi e me — le quali soffriranno dell'inflazione della valuta locale. Mi sto preparando con oro e hard asset, ma la maggior parte delle persone sarà colta di sorpresa, come i greci in fila davanti ai bancomat.
Un grande esempio della scomparsa delle istituzioni occidentali è quello che sta succedendo in Europa in questo momento. L'unione monetaria si sta rivelando un disastro. L'Europa si sta lacerando nello stesso modo in cui accadde 100 anni fa. Dal punto di vista sociale ed economico, le implicazioni potrebbero essere profonde.
La Germania è di nuovo la protagonista. Invece di offrire alla Grecia una riduzione del debito in cambio di riforme, sta giocando duro. Ed è estremamente difficile dire a che gioco stia giocando la Grecia.
Dopo il referendum della scorsa settimana e il "no" all'austerità, venerdì sera il parlamento greco ha votato per più austerità. Si scopre che la richiesta di un referendum e l'imposizione dei controlli sui capitali siano stati solo dei bluff.
Avendo seguito la vicenda su Twitter durante il fine settimana, ho appreso che la Grecia non ha nemmeno messo a punto i preparativi per uscire dalla zona Euro e tornare alla dracma. Non hanno, e non avevano, alcun piano B.
L'ex-ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, ha scritto un pezzo graffiante sul Guardian. Ha accennato alle sproporzioni nel preparare il paese ad una nuova moneta in un breve lasso di tempo:
Per uscire dovremmo creare una nuova moneta da zero. Nell'Iraq occupato l'introduzione di una nuova cartamoneta ha impiegato quasi un anno, la mobilitazione delle forze armate USA, tre aziende di stampa e centinaia di camion. In assenza di tale sostegno, il Grexit sarebbe l'equivalente di una grande svalutazione con 18 mesi d'anticipo: una ricetta per liquidare tutto lo stock di capitale greco e trasferirlo all'estero con ogni mezzo.
Inoltre il primo ministro Alexis Tsipras ha detto di non avere un mandato che gl'imponga d'uscire dalla zona Euro. Il potere contrattuale della Grecia risiedeva nella minaccia di un'uscita credibile. Ora che la minaccia non è più credibile, la Grecia è in balia dei suoi creditori.
Francia e altri vogliono qualche compromesso. La Germania è tutto bastone e nessuna carota. Vuole che la Grecia accetti le riforme prima d'approvare un altro piano di salvataggio. Questo nonostante il fatto che le riforme dure non abbiano portato a niente di rassomigliante ad una crescita sostenibile.
Senza una cancellazione (anche parziale) del debito, non accadrà. Ma secondo Varoufakis, la ristrutturazione del debito non è mai stata all'ordine del giorno:
Nella mia prima settimana come ministro delle finanze sono stato ospite di Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo (i ministri delle finanze della zona Euro), il quale mi ha messo davanti ad una scelta netta: o accettare la "logica" del piano di salvataggio e abbandonare eventuali richieste di ristrutturazione del debito, o il nostro accordo di prestito "sarebbe saltato" – la ripercussione non detta era che le banche della Grecia sarebbero state chiuse.
La Germania sembra intenzionata a rompere la zona Euro, o almeno a rompere la Grecia per mandare un messaggio agli altri: non seguire lo stesso percorso. Questa è semplicemente coercizione e dominanza economica senza sostegno militare.
L'élite europea ha perso la bussola. Quello che sta facendo dovrebbe essere condannato in tutto il mondo. Invece è la Grecia a sopportarne il peso. Forse si tratta semplicemente d'ideologia politica, come ha sottolienato Phil Anderson, direttore di cicli Cycles, Trends and Forecasts, la scorsa settimana in un aggiornamento per i suoi abbonati.
Gli eventi greci sono un gioco tra l'ideologia di destra e di sinistra. Vi posso assicurare che se il governo greco fosse stato molto più di destra, i guai sarebbero finiti già da un bel pezzo.
La storia è inequivocabile su questo punto.
Dal 1917 ogni governo di sinistra che ha preso il potere democraticamente (o meno), soprattutto i comunisti, ha immediatamente attirato l'attenzione degli Stati Uniti e (adesso) dei paesi della NATO.
Forse il gioco finale è un cambiamento di sistema? Questo è l'unico modo per mantenere la morsa dell'élite al potere. Non c'è da stupirsi se agli occhi del mondo l'Occidente sta perdendo il bandolo della matassa.
Sedetevi e prendete appunti, cari lettori, stiamo entrando in un periodo storico molto turbolento.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Prendete qualsiasi articolo che abbia come tema il "rialzo dei tassi d'interesse" come questo, noterete che nessuno s'interroga su quali tassi verranno aumentati. Perché? Perché nessuno lo sa, visto che la FED non ha potere alcuno sull'economia reale. Può influenzarla, ma non può dire: "Tassi: aumentate!" L'onnipotenza della FED è un bluff, così come quella di tutte le altre banche centrali. Articoli come questo di Bloomberg presuppongono che la FED abbia un piano per rialzare i tassi e che funzioni. Non è affatto così.
RispondiEliminaMa c'è un passaggio che val la pena di notare: “[...] Yields on Treasury one-month bills rose Wednesday to the highest since November, while those on two-year notes touched the highest since 2011. Longer maturities slumped as well. Benchmark 10-year yields added five basis points to 2.27 percent.”
La curva dei rendimenti continua ad invertirsi. È in arrivo una recessione.
Sempre rassicuranti questi articoli....
RispondiEliminaRickards parla di oro e hard asset; per l'oro fisico ok lo compro e lo nascondo, ma gli hard asset come si fa?
(sono sicuro di aver chiesto una cosa ovvia ma... abbiate pazienza, bisogna pur iniziare da qualche parte a capire termini e procedure)
grazie.