lunedì 31 agosto 2015

S&P 500 a 3200: Laszlo Birinyi perderà la sua fortuna come accadde a Irving Fisher

S&P 500 a 3200. Ecco a voi l'Irving Fisher dei giorni nostri. Quest'ultimo perse tutta la sua fortuna nel crollo del mercato azionario del '29, a seguito di una previsione rialzista sulla borsa di New York. Oggi Birinyi subirà lo stesso fato, ignorando l'impotenza reale della FED di fronte alla mastodontica correzione che si profila nel settore azionario e obbligazionario sovrano/corporativo. In realtà, è stata la colossale quantità di credito fiat sfornato dalle banche centrali e il loro immagazzinamento presso i depositi delle stesse banche centrali a permettere ai tassi d'interesse di rimanere ancorati allo zero. E' stato il congelamento del ciclo economico a permettere un ambiente economico apparentemente in stato di boom, ma solo per deterimnati settori (es. azionario, obbligazionario). Main Street è stato tagliato fuori. I tassi di riferimento sono ancorati allo zero non per volontà della FED, ma perché le banche commerciali non stanno prestando denaro all'economia più ampia. E' un asino che, sebbene portato al fiume, non vuole bere: ha raggiunto il livello di picco del debito. Le banche commerciali non prestano e gli individui medi non vogliono prestiti. La banca centrale non può dire, "Tassi d'interesse aumentate!" e per magia essi aumentano. Ecco perché i banchieri centrali saranno impotenti e verranno chiamati al banco degli imputati, insieme alle loro teorie, una volta che le cose andranno fuori controllo. Nel frattempo scommetto che la FED coglierà la palla al balzo e sfrutterà la svalutazione operata dalla PBOC per rimandare ancora una volta la normalizzazione dei tassi. La giustificazione ufficiale sarà quella di non volere un dollaro più forte. Attenzione però, perché sebbene si possa dire che il rischio sia stato contenuto, ciò non è vero perché in tutti questi anni di tassi a zero si sono accumulati errori economici in quei settori gonfiati artificialmente Infatti, tassi bassi hanno scatenato una corsa per rendimenti decenti che ha finito per prezzare il pattume a livello di titoli AAA. Con la FED che ha smesso di stimolare l'offerta di moneta, o almeno la mantiene all'incirca a $4,000 miliardi, i nodi vengono al pettine e le posizioni rischiose (garantite nient'altro che da debiti e leva finanziaria) inizieranno ad essere liquidate. Le banche centrali hanno giocato tutte le loro carte e tutte sono state un fallimento. Il manuale keynesiano da cui leggono, non ha più risposte. In realtà, non le ha mai avute.
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di David Stockman


Quando il guru del mercato azionario Laszlo Birinyi ha detto oggi che l'S&P avrebbe raggiunto i 3200 entro il 2017, la sua argomentazione era essenzialmente questa:

"Quello che stiamo cercando di dire alla gente è di crederci ancora, non lasciare che le cattive notizie possano creare nervosismo... Non c'è motivo per cui non possiamo andare avanti", ha detto.

Questo mi ha fatto pensare a quando ho incontrato Birinyi nel lontano 1986. Era un calcolatore di numeri relativamente sottopagato nel reparto di ricerca azionaria della Salomon Brothers, abbastanza abile a vendere le tesi dei mercati toro. Trent'anni dopo è diventato un uomo ricco calcolando i numeri e parlando ancora di mercati toro.

Anzi non ricordo quando abbia detto di posizionarsi long sulle azioni, e come mostra il grafico riportato qui sotto, non c'è bisogno di fare i calcoli per arrivarci. Aver cavalcato il toro dai 200 nel gennaio 1986 ai 2100 di oggi dell'indice S&P 500, significa un CAGR dell'8.4% e un guadagno annuo del 10% con i dividendi.




Anche quando si sottrae l'inflazione, questa corsa trentennale resta ancora qualcosa d'impressionante. Ma, ahimè, questo è il mio punto: è troppo bello per essere vero.

In termini aggiustati all'inflazione, negli ultimi tre decenni l'indice S&P 500 è salito del 6.2% l'anno. Ciò rispetto al 2.2% annuo del PIL in termini reali, il che significa che il mercato è cresciuto quasi 3 volte più rapidamente della produzione nazionale in termini reali.

Non c'è bisogno d'essere un genio della matematica per capire che qualche decennio di questo enorme divario annuale, e la capitalizzazione del mercato azionario diventa centinaia di volte più grande del PIL.

Allo stesso modo, non c'è bisogno d'avere un dottorato di ricerca in storia per riconoscere che gli ultimi tre decenni sono assolutamente unici. Se si mandano indietro le lancette dell'orologio di altri 30 anni, per esempio, si ottiene un quadro completamente diverso.

Tra i tempi relativamente raggianti di Eisenhower nel 1956 e la vigilia dell'ascensione di Greenspan alla FED, l'indice S&P è salito solo del 4.4X, non del 10X. Ancor più significativo quando si toglie l'inflazione, poiché l'indice reale è aumentato dell'1% l'anno, non del 6.2%.

Inoltre tali tendenze meno impressionanti del mercato azionario, si sono verificate in un'epoca in cui l'economia americana era in sella alla sua sfavillante crescita del PIL al 3.5% annuo. Questa cifra rappresenta il 60% in più rispetto al periodo equivalente più recente.

E già che ci siamo, cerchiamo di disegnare la cartina tornasole definitiva confrontando la crescita reale del reddito medio delle famiglie tra i due periodi. Durante l'intervallo 1956-1986, questa misura degli standard di vita di Main Street è passata da $36,000 a circa $60,000, o l'1.7% annuo.

Da quando Birinyi scarabocchiava grafici presso Salomon Brothers ai giorni nostri, il reddito reale medio delle famiglie è cresciuto meno di $4,000, o dello 0.2% l'anno. La si può definire una stagnazione trentennale — a meno che non vi piaccia cavillare sugli errori d'arrotondamento.




Quindi la domanda è lecita: se la crescita del PIL reale è rallentata così bruscamente e se il reddito familiare ha stagnato nel corso degli ultimi 30 anni, perché il mercato azionario è stato così inesorabilmente iper-rialzista?

Poi nell'agosto 1987 arriva Alan Greenspan alla FED. Alla fine qualcosa ha cominciato a crescere.

Vale a dire, il bilancio della FED è esploso del 22X nel corso degli ultimi tre decenni. Ciò equivale ad un 11.5% annuo in termini nominali; 9.2% in termini reali; e quattro volte il tasso di crescita della produzione reale.




Il legame tra l'esplosione del bilancio patrimoniale della FED e la corsa trentennale del mercato azionario, non è affatto difficile da immaginare. Beh, a meno che non siate un economista keynesiano che crede fermamente nell'inutilità dei bilanci; e che tutto sia una questione di flussi e "domanda aggregata".

Ma questa è una razionalizzazione ridicola delle chiacchiere dell'era Greenspan e Wall Street le ritiene stupendamente convenienti. In realtà, l'implacabile stampa monetaria della FED ha causato una finanziarizzazione radicale dell'economia statunitense, la quale è stata alimentata da una supernova di debito nei mercati del credito.

Durante la corsa rialzista sopracitata, il debito nel mercato del credito degli Stati Uniti — famiglie, imprese, settore finanziario e governo — è salito di $50,000 miliardi. Ciò rispetto all'aumento di soli $13,000 miliardi del PIL. Non ci vuole un foglio di calcolo per riconoscere che il rapporto di leva della nazione è salito insieme al mercato azionario.




Infatti il rapporto di leva del 2.0X nel 1986 era già significativamente elevato rispetto al rapporto storico dell'1.5X che aveva prevalso per un secolo prima del 1971 e della follia di Nixon a Camp David. Allo scoppio della crisi finanziaria era salito di 3.5 volte, e sin da allora non è affatto sceso.




In breve, negli ultimi tre decenni abbiamo assistito ad un LBO nazionale in cui la capacità produttiva di Main Street è stata data in pegno in cambio di un accrescimento enorme del credito fiat. Cioè, la crescita impressionante del debito e della leva finanziaria, non sono stati determinati da una sorta d'epidemia di parsimonia e risparmio onesto.

Infatti sin dal 1971 il tasso di risparmio delle famiglie è sprofondato sempre di più. Quindi l'odierna montagna di debito non è stata finanziata dal risparmio onesto; è stata creata dalla banca centrale e dal sistema bancario e finanziario nel quale è finito il credito fiat.




Questo crollo del risparmio interno, solleva la questione del cane economico che non abbaia. Vale a dire, in un'economia chiusa questo tipo d'epidemia di credito fiat avrebbe causato un enorme aumento dell'inflazione al consumo.

Ma non è andata così perché mentre Greenspan stampava a tavoletta, Deng affermava che era bello essere ricchi e che il potere del Partito Comunista sotto il nuovo regime del capitalismo rosso non sarebbe più fuoriuscito dalla canna di un fucile, come diceva invece Mao. Ora sarebbe fuoriuscito dalla stampante monetaria.

Di conseguenza Greenspan ha esportato le enormi passività in dollari che si erano accumulate nel bilancio della FED, mentre la Cina, i paesi esportatori di petrolio e quelli mercantilisti asiatici, tra cui il Giappone, le avrebbero assorbite stampando quantità impressionanti di denaro.

Così facendo hanno inflazionato le loro valute, sopprimendo in tal modo i loro tassi di cambio e inondando l'America, e gran parte del mondo sviluppato, con beni artificialmente a basso costo. Nel contempo una marea di compressione salariale, altrimenti nota come "prezzo cinese", ha appiattito il costo del lavoro nelle industrie dei beni commerciabili dei mercati sviluppati e poi si è spostata ai loro fornitori, ai venditori e ai settori limitrofi.

Inutile dire che è stato questo tsunami monetario che ha permesso la massiccia finanziarizzazione dell'economia degli Stati Uniti e la corsa trentennale del mercato azionario. Con il prezzo del lavoro vicino allo zero e il capitale massicciamente sovvenzionato dalla PBOC, le esportazioni cinesi hanno praticamente invaso il pianeta.

In un mondo con denaro onesto e credito finanziato da risparmiatori reali, e non dalle stampanti monetarie delle banche centrali, le esportazioni cinesi non sarebbero mai salite di 40 volte in meno di tre decenni. Si tratta di un 17% su base annua ed è un tasso di guadagno che non può essere sostenuto senza la falsificazione sistematica dei tassi di cambio e dei prezzi degli asset finanziari da parte delle banche centrali.

In un libero mercato, la macchina esportatrice della Cina sarebbe rimasta a corto di capitale per costruire le fabbriche a basso costo e avrebbe sofferto per un'impennata dei tassi di cambio ben prima che l'aberrazione storica rappresentata nel grafico seguente avesse raggiunto il suo culmine torreggiante.




Nel breve periodo queste deformazioni nel credito, nel commercio e nei flussi di capitali, sembrano avere effetti positivi. Le vaste risaie dell'Asia sono state svuotate per riempire il sistema commerciale globale e l'economia monetaria. Così facendo, hanno assorbito l'inflazione monetaria della FED e hanno permesso agli americani di conservare il loro standard di vita nonostante il consumo alimentato dal debito.

Nel contempo i $50,000 miliardi di nuovo debito hanno fornito il carburante finanziario che ha alimentato un aumento massiccio della speculazione nel mercato azionario e dell'ingegneria finanziaria sotto forma di LBO, riacquisti d'azioni proprie ed incessanti fusioni & acquisizioni. Poi le stampanti monetarie dell'Asia orientale hanno riciclato l'inflazione monetaria della FED nel mercato interno degli asset finanziari.

Questa è la vera ragione della famosa corsa trentennale del mercato azionario. C'è stato un enorme aumento del tasso di capitalizzazione del reddito nazionale. Ma questo non riflette un miglioramento permanente in termini d'efficienza produttiva, o di redditività dell'economia degli Stati Uniti.

Infatti la crescita della produttività si è dimezzata. E se il PIL reale non fosse stato sopravvalutato a causa dei deflatori dei prezzi ridicolmente bassi, il tasso d'aumento della produttività sin dalla fine degli anni '80 avrebbe fatto registrare una mera frazione rispetto alle sue tendenze pre-1986.

No, il fatto che la capitalizzazione del mercato azionario statunitense sia salita dal 60% del PIL dopo l'entrata in scena di Greenspan al 200% di oggi, è puramente un effetto monetario. In termini pratici, riflette una gigantesca marea di speculazione a leva nel sistema finanziario.

Alla fine sono queste le conseguenze della ZIRP, del QE e degli interventi di Greenspan/Bernanke/Yellen. Hanno innescato un ciclo di speculazioni alimentate dal debito che hanno spinto i prezzi degli asset sempre più in alto, i quali, a loro volta, sono diventati la garanzia per acquistarne altri con ulteriore credito fiat.




In sintesi, all'epoca in cui Birinyi armeggiava coi suoi fogli di calcolo presso la Salomon Brothers, il settore finanziario — qui definito come il valore di mercato delle azioni più il debito nei mercati del credito outstanding — ammontava a circa $12 miliardi. Oggi ammonta a $93,000 miliardi.




Questa è davvero la madre di tutte le bolle. E potreste anche chiedervi come sia possibile che la bolla possa "continuare a gonfiarsi", quando qualcosa è destinato a cambiare. Vale a dire, il convoglio delle banche centrali del mondo sbatterà contro i limiti della stampa di denaro.

Negli Stati Uniti i burocrati keynesiani che gestiscono la FED, hanno deciso di prendersi una pausa pensando erroneamente che l'economia americana sia "aggiustata". Ma una volta che questo autunno implementeranno la cosiddetta "normalizzazione", non potranno più tornare indietro. Un'inversione verso una nuova espansione di bilancio significherebbe un ripudio degli ultimi 20 anni di politica della FED, innescando così un crollo della fiducia nel casinò e un panico su vasta scala.

Allo stesso modo, la stampante monetaria della Cina sarà costretta a fermarsi. Dopo aver sfornato un paio di centinaia di miliardi di credito all'epoca dei proclami di Deng, fino ai $28,000 miliardi di oggi, i signori del capitalismo rosso siedono in cima ad una delle piramidi di credito e speculazioni più folli nella storia umana. Il capitale è ora in fuga dallo schema di Ponzi cinese — $800 miliardi solo nell'ultimo anno.

Di conseguenza la banca centrale cinese sarà costretta ad un dietrofront. Dopo quasi tre decenni di acquisti di passività in dollari con RMB appena stampati, al fine d'impedire al suo tasso di cambio di salire, si ritrova ora nella posizione di vendere suddette passività in dollari e ridurre l'offerta di RMB al fine d'impedire al tasso di cambio di precipitare in un abisso.

Ciò significa che le principali banche centrali del mondo non hanno la potenza di fuoco per continuare a gonfiare la bolla finanziaria globale. Anzi, sono impotenti di fronte ad un'ondata deflazionistica che è il prodotto della loro falsificazione dei mercati degli asset e della loro repressione finanziaria sistematica.

In una parola, la previsione rialzista di Birinyi è inconsistente perché la corsa trentennale gestita dalle banche centrali è finita.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 28 agosto 2015

I banchieri centrali hanno giocato le loro carte


Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

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di David Stockman


Nei giorni scorsi ci sono state tante chiacchiere riguardo il crollo dei prezzi delle commodity, coronato dal calo del Bloomberg Commodity Index a livelli che non si vedevano dal 2002.

Tale evoluzione epocale è raffigurata nel grafico qui sotto.

Ma la maggior parte dei media finanziari non coglie il punto essenziale quando parla della "crisi delle commodity": le banche centrali del mondo hanno giocato le loro carte.

Il quadro dodecennale rappresentato nel grafico, non è la fine di un qualche nebuloso "superciclo delle commodity" che è apparso di punto in bianco dopo la fine del secolo. Né è la prova di una presunta carenza globale di "domanda aggregata" keynesiana che può essere sanata con un maggiore stimolo monetario della banca centrale.

No, il Bloomberg Commodity Index è una fotografia raffigurante la massiccia intrusione dei banchieri centrali di tutto il mondo nel sistema economico e finanziario globale. La loro follia monetaria senza precedenti, ha portato il bilancio globale delle banche centrali da $3,000 miliardi a $22,000 miliardi negli ultimi 15 anni.

La conseguenza è stata una falsificazione sistematica dei prezzi finanziari su scala planetaria. Questo shock monetario senza precedenti, ha generato un doppio boom economico. In primo luogo ha preso la forma di un consumismo sfrenato alimentato dal debito, seguito poi da enormi investimenti improduttivi. Ora siamo arrivati all'indomani deflazionistico.

Presto avremo un tonfo dei profitti delle imprese e un crollo dei prezzi tra le classi di asset che sono state ampiamente gonfiate da questi boom fasulli. Val la pena di raccontare come siamo arrivati fin qui.

Nella prima fase le banche centrali hanno alimentato una massiccia ondata d'indebitamento delle famiglie, spesa al consumo e spesa per immobili nelle economie dei paesi sviluppati (DM). Cosa che, a sua volta, ha innescato un boom delle esportazioni in Cina e nella sua carovana di fornitori nei mercati emergenti (EM).

Questo boom in Cina e nei mercati emergenti ha infine saturato la capacità mondiale di fornire quelle materie prime necessarie ad un'economia industriale in piena espansione. Ciò ha incluso idrocarburi, ferro, carbone, alluminio, rame, nichel, ecc.

Il risultante boom dei prezzi delle materie prime ha raggiunto il picco alla vigilia della Grande Crisi Finanziaria, la quale si è cristallizzata quando il petrolio ha raggiunto i $150 al barile nel luglio 2008. Durante il periodo di picco iniziale 2007-2008, il differenziale tra i costi monetari della produzione e l'aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali è arrivato a dimensioni senza precedenti. Ciò ha generato enormi rendite economiche per i proprietari di asset e riserve.

Anche se la spesa al consumo e la domanda per le esportazioni dei paesi sviluppati non erano sostenibili, i guadagni inattesi pre-crisi hanno generato un aumento degli investimenti di capitale alla ricerca di rendimenti superiori al normale. Poi tra l'autunno/inverno 2008-2009, i banchieri centrali hanno raddoppiato i loro sforzi a seguito del crollo del commercio mondiale e della liquidazione degli eccessi economici passati.

Il disperato tentativo da parte degli stati e delle loro banche centrali di ravvivare il tonfo dei consumi e arrestare la successiva liquidazione dei mutui ingannevoli, delle scorte in eccesso e della saturazione del lavoro nelle economie sviluppate, ha innescato il secondo boom economico artificiale. Si è manifestato in una rinnovata frenesia delle spese in conto capitale e degli investimenti pubblici infrastrutturali in Cina e nelle economie emergenti.

La spinta del credito a buon mercato ha aggiunto forza ai profitti eccezionali nel settore minerario, dell'energia, dei materiali, del trasporto e della manifattura. Nel caso della Cina, ad esempio, il credito pubblico e privato a fine 2007 ammontava a soli $7,000 miliardi, circa il 150% del suo PIL.




Durante i sette anni successivi — a causa dello stimolo maniacale di Pechino per gli investimenti in infrastrutture progettati per sostituire le esportazioni in declino — la macchina del credito della Cina ha generato nuovi debiti, triplicandone la quantità del 2007: $28,000 miliardi, o quasi il 300% del PIL.

A gettare benzina sul fuoco c'hanno pensato i banchieri centrali, i quali hanno spinto i tassi d'interesse allo zero in una folle missione per far ripartire la spesa delle famiglie ormai sature di debiti. Ma questo non ha spinto i consumatori di Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Italia, Grecia o Francia a spendere di più, perché le classi medie di queste economie avevano già raggiunto il cosiddetto "picco del debito".

Invece ha generato una folle corsa per rendimenti decenti tra i gestori di fondi e un deflusso di capitali tra i $4,000 e i $5,000 miliardi dai mercati del debito nei mercati emergenti.

La combinazione di repressione finanziaria senza precedenti nei mercati dei capitali e l'espansione del credito aziendale in Cina e nei mercati emergenti, ha alimentato un'enorme ondata d'investimenti di capitale. Era qualcosa di mai visto prima. Inoltre avrebbe influito di nuovo sulle commodity, causandone una seconda salita dei prezzi fino al picco del 2011-2013.

La domanda torrida per le commodity durante questa seconda ondata, ha scaricato cemento, acciaio, rame, alluminio e idrocarburi nelle fauci delle infrastrutture, degli appartamenti e dei progetti immobiliari commerciali in Cina, nonché nel boom dell'edilizia in altre economie dei mercati emergenti.

Oltre a ciò c'era un altro strato di domanda per le materie prime, necessarie per la costruzione di navi, macchine scavatrici, macchinari per le miniere, raffinerie, centrali elettriche, forni per l'acciaio e acciaierie; tale domanda si rifletteva direttamente nella baldoria della spesa in conto capitale.

La domanda cinese per l'acciaio da costruzione ha indirettamente portato a chiedere una maggiore quantità di vettori minerari, cosa che, a sua volta, ha richiesto più acciaio per rifornire i cantieri navali cinesi per costruirli.

In breve, un boom nelle spese in conto capitale crea una domanda auto-alimentante di materiali. Soprattutto quando è alimentata da costi bassi dei capitali e da falsi tassi di rendimento incorporati nei beni di capitale.

Qui sta l'origine dell'onda deflazionistica che ora sta agitando i mercati globali delle materie prime.

Né la baldoria dei prestiti al consumo nei mercati sviluppati, né la baldoria immobiliare e negli investimenti industriali in Cina e nei mercati emergenti, sono nati da un'economia reale e sostenibile. Erano artefatti di un'espansione monetaria orribile che ha lasciato il mondo sviluppato bloccato con un picco del debito delle famiglie e il mondo emergente bloccato in un eccesso di capacità di materie prime e beni industriali.

La ragione per cui il Bloomberg Commodities Index calerà sotto i 100 dell'indice, sarà dovuta alla legge della domanda e dell'offerta. Ci penserà la finanza zombie. Quest'ultima nasce dall'inversione del ciclo economico alimentato dalla banca centrale, quando si passa dall'accumulo di asset e dall'inflazione alla liquidazione degli asset e alla deflazione.

Ma per capire la portata potenzialmente devastante del prossimo ciclo deflattivo, è importante ricordare l'entità del mastodontico boom degli investimenti di capitale.

Nel caso delle industrie minerarie globali, le spese in conto capitale (Capex) delle prime 40 sono state pari a $18 miliardi nel 2001. Nel corso del ciclo d'espansione del 2008 sono salite a $42 miliardi. Poi, dopo una pausa temporanea durante la crisi finanziaria, sono ri-accelerate ancora una volta, raggiungendo un picco di $130 miliardi nel 2013.

A causa del crollo dei prezzi delle materie prime, i nuovi progetti e gli investimenti in ferro, carbone, rame e altri materiali industriali, sono praticamente ad un punto morto.

Ma c'è un inghippo...

I grandi progetti che erano in cantiere quando i prezzi delle materie prime e i margini di profitto hanno invertito la rotta nel 2012, sono in corso di completamento. La capacità disponibile continua a salire.

La prova è il più grande complesso minerario di ferro del mondo a Port Hedland, Australia. Ha fatto registrare un altro record di spedizioni a giugno. Ciò grazie alla produzione crescente nella vasta rete di miniere di ferro, nonostante il tonfo dei prezzi del ferro a $143 per tonnellata sin dal 2011.

L'aumento degli investimenti in esplorazione e produzione (E&P) per petrolio e gas, ha seguito un percorso simile. La spesa globale è stata di $100 miliardi nel 2000, ma è salita a $400 miliardi nel 2008 e ha raggiunto i $700 miliardi nel 2014.

Nel caso degli investimenti E&P riguardanti gli idrocarburi, la legge dei costi variabili è implacabile perché "l'ascesa dei costi" per scisti e sabbie è stata modesta rispetto agli investimenti di capitale. Di conseguenza la risposta della produzione al calo dei prezzi è stata inizialmente limitata e verrà sostanzialmente prolungata.

Cicli simili si sono verificati nel settore dei servizi, del trasporto, della manifattura, dei porti, del magazzinaggio e di altri processi industriali come la produzione chimica. Nel caso della siderurgia, per esempio, la capacità globale è raddoppiata da 1.1 miliardi di tonnellate a più di 2.3 miliardi di tonnellate nel corso degli ultimi 15 anni.

Ciò supera di gran lunga la domanda attuale. Infatti i 600 milioni di tonnellate di capacità in eccesso riportati nel grafico qui sotto, cresceranno ancora di più. La domanda d'acciaio si esaurirà, poiché il boom delle spese in conto capitale si raffredderà rapidamente. Nel solo settore siderurgico, la capacità in eccesso potrebbe facilmente raggiungere il 35%.

La maggior parte è presente in Cina, Brasile, Messico e in altri mercati emergenti. Supera di gran lunga la quantità dell'industria siderurgica di Stati Uniti, Europa e Giappone messi insieme.




Come si può vedere nel grafico qui sotto, la spesa in conto capitale totale per tutte le società quotate a livello mondiale è salita alle stelle dopo la fine del secolo.

Durante il decennio precedente (1991-2001), e nonostante il boom tecnologico di quel periodo, gli investimenti globali nel settore della manifattura, dei trasporti, delle costruzioni, delle industrie di processo e dei servizi, sono aumentati da $450 miliardi a $700 miliardi. Questo è un tasso annuo del 4.5%.

Al contrario, durante il boom della spesa in conto capitale, che ha raggiunto il picco nel 2013, tali spese sono arrivate a $2,600 miliardi l'anno. Ciò significa che sono quasi quadruplicate, raggiungendo un tasso annuo del 12% in 12 anni consecutivi.




Sin dal 2013 questa cifra sconcertante ha iniziato ad invertirsi. Ma l'effetto ritardato del ciclo di completamento ha temporaneamente interrotto la discesa. Continua quindi ad accumularsi l'eccesso di capacità, il che significa che il massiccio calo dei prezzi delle materie prime e dei margini di profitto è appena iniziato.

In sintesi, le banche centrali hanno permesso agli zombie di nutrirsi. Tagli di produzione e liquidazioni di capacità in ogni settore di materiali, vengono drasticamente ritardati dalla continua disponibilità di finanziamenti a basso costo.

La politica "extend and pretend" significa che i prezzi e i margini saranno guidati ancora più in basso di quanto sarebbe altrimenti accaduto. La finanza zombie significa profitti appiattiti per un periodo insolitamente prolungato di tempo.

Durante il doppio boom alimentato dai banchieri centrali, i margini di profitto sono saliti a livelli storicamente alti perché negli ultimi 15 anni i prezzi elevati venivano attutiti dai produttori.

Ora arriva l'era delle sovrabbondanze e dei prezzi più bassi. Il casinò azionario è convinto che i prezzi elevati siano un appuntamento fisso della vita economica. In realtà, rappresentavano la conseguenza delle bizzarrie dei banchieri centrali.

Sì, i banchieri centrali possono continuare ancora un altro po' a stimolare il PIL. Fa parte della loro inutile ricerca di svalutare i debiti monumentali che hanno alimentato e di far assorbire la massiccia capacità in eccesso. Ma hanno un solo strumento: repressione finanziaria e falsificazione sistematica dei prezzi dei mercati finanziari, in particolare i costi dei carry trade.

Ciò non farà altro che nutrire gli zombie, gonfiare ulteriormente la bolla dei prezzi degli asset finanziari e assicurare che quando arriverà il giorno della resa dei conti il casinò soffrirà di un brusco risveglio.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 27 agosto 2015

Non date da mangiare agli zombie...

Se prima poteva essere solo una forte ipotesi, adesso è una certezza assoluta: la Cina darà fuoco alle polveri. La terra dei capitalisti rossi sta per sfornare un nuovo prodotto finanziario alla cui base c'è la cartolarizzazione di titoli facenti riferimento al cosiddetto margin debt. I primi a venire spennati in un panico azionario sono coloro che si sono uniti per ultimi alla festa e di solito fanno uso di margin account per entrare nel casinò azionario. Con la convinzione che il mercato azionario salirà sempre più su, non si preoccupano del guaio in cui si stanno cacciando, sottoscrivendo un finanziamento che equivale a raccogliere monetine davanti ad un rullo compressore che infine schiaccerà coloro che si trovano sulla sua traiettoria. Prima la PBOC ha permesso ai governi locali di emettere bond municipali da scambiare con denaro fresco di stampa in modo da allegerire la loro posizione finanziaria costellata da miriadi di passività off-budget. E ora le banche commerciali potranno finanziarsi vendendo questi tipi di ABS, o ponendoli come garanzia a fronte di nuove iniezioni di liquidità. E indovinate un po'? Sono titoli classificati come AAA!!! Ma il collasso del margin debt significa anche il collasso del settore bancario ombra della Cina. Se poi consideriamo la possibilità di vendere tali titoli in giro per il mondo, la fame di rendimenti odierna dovuta alla ZIRP delle varie banche centrali e l'interconnessione globale del sistema bancario, è giunto il momento che scaldiate i popcorn. Ma questo non è un problema solo cinese, l'altra parte della storia ci conferma per l'ennesima volta (come ho ripetuto spesso) che saranno i default a catena delle aziende sostenute dal credito facile a rappresentare l'origine di una bancarotta disordinata delle maggiori nazioni occidentali. I cambiamenti avvengono sempre al margine, così come le bancarotte. L'inflazione monetaria dà, l'inflazione monetaria toglie. Ma quando qualcosa non può più andare avanti, si ferma. Soprattutto l'attuale sistema finanziario zombificato.
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di Bill Bonner


I titoli dei giornali parlano solo di storie comuni – narrazioni semplici che anche gli elettori possono capire.

La storia nascosta – la vera storia – è che questi sono tutti scontri, battaglie e scaramucce nella Grande Guerra degli Zombie.

Da un lato: lavoratori onesti, imprese, imprenditori e famiglie.

Dall'altro: ingegneri finanziari, ficcanaso, ladri, fannulloni e criminali.

È davvero così facile da capire? Probabilmente no, ma ci aiuta a mettere le cose in prospettiva.

Prendete in considerazione la proposta di un salario minimo più alto. Il Financial Times (l'equivalente britannico del Wall Street Journal) di solito si sbaglia su tutto, ma oggi fa eccezione: “Politicians cannot ‘magic up’ a national pay boost.”

Dalla notte dei tempi fino al momento in cui state leggendo questo articolo, i politici non hanno mai aggiunto un solo centesimo alla ricchezza del mondo.

Possono spostarla. Possono sopprimerla. Possono rubarla e distruggerla. Ma se ptessero creare ricchezza per decreto, l'avrebbero già fatto molto tempo fa.

Tutto ha un prezzo... e un valore. È possibile cambiare il prezzo approvando una legge, ma non si può cambiare il valore. E quando il prezzo viene disallineato dal valore, si creano distorsioni, carenze, o accaparramenti.

Perché, dunque, un salario minimo rappresenta la "legge della terra" non solo in Gran Bretagna, ma anche negli Stati Uniti e in molte altre nazioni sviluppate?

Perché i media ci raccontano la storia che i politici sono qui per proteggere i lavoratori dai datori di lavoro avidi. Ma, in realtà, ciò aiuta solo i politici a tenere in riga le masse.

La spinta del governo britannico per un salario minimo più alto è solo l'ennesimo fronte nella Grande Guerra degli Zombie.

In Cina gli zombie al potere stanno cercando disperatamente di sostenere un'economia stordita dal debito, manomettendo il mercato azionario con il denaro preso in prestito e con promesse vuote.

Secondo Anne Stevenson-Yang, una dei maggiori esperti della Cina e direttrice di J. Capital Research, il debito pubblico cinese è al 300% del PIL.

Il tasso d'interesse medio sul debito cinese è di circa il 7%. L'economia dovrebbe, quindi, crescere in termini reali tra il 14% e il 21% affinché il debito pubblico possa essere ripagato.

Ufficialmente l'economia cinese sta crescendo a circa il 7% annuo. Secondo le previsioni economiche di Lombard Research, la crescita media del PIL è stata di circa il 4.5% al netto dell'inflazione.

E sempre secondo i calcoli di Lombard, durante i primi tre mesi di quest'anno l'economia cinese ha sperimentato il suo primo trimestre di crescita economica negativa dal 2009.

Ma questo non ha fermato la Cina dall'ingozzarsi di debito. Gli investitori cinesi possono impegnare le loro case come garanzia per prestiti da usare nel mercato azionario.

Perché per Pechino è così importante mantenere alti i prezzi delle azioni?

Poiché i prezzi degli asset sono la garanzia a sostegno dell'intera struttura del capitale. Il credito degli zombie dipende da questo.

Anche in Grecia il governo Tsipras cerca di far scorrere il credito.

La Grecia è già così profondamente in debito che i suoi creditori minacciano di tagliarle qualsiasi ulteriore finanziamento d'emergenza.

Perché Atene è così desiderosa d'accendere più prestiti?

Perché questo è l'unico modo per mantenere gli zombie a libro paga dello stato.

E la metropolitana di Londra?

Ieri stavamo camminando a piedi per la City di Londra (l'equivalente di Wall Street a New York).

I marciapiedi erano affollati. Uno sciopero di 24 ore dei lavoratori sindacalizzati della metropolitana di Londra aveva lasciato centinaia di migliaia di persone a piedi.

I sindacati dei dipendenti pubblici sono diventati nidi di zombie. Dovrebbe essere il mercato a stabilire il valore del loro salario.

Ma zombie non si accontentano dei salari di mercato; vogliono che i politici ne impostino il prezzo. E sono disposti a condurre Londra ad un punto morto per ottenere il salario che vogliono.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 26 agosto 2015

Quando pensate all'oro, dovete avere le idee chiare

Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.
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di Simon Black


Il 2 aprile 2001 il prezzo dell'oro chiuse la sessione di mercato a $255.30.

E quello fu il prezzo più basso che l'oro avesse mai visto.

In termini di dollari USA, l'oro chiuse l'anno solare 2001 meglio di come chiuse il 2000. Poi fece la stessa cosa nel 2002. E ancora nel 2003.

Infatti, dopo aver raggiunto il suo minimo nell'aprile 2001, l'oro ha chiuso in rialzo per dodici anni consecutivi – qualcosa che non era mai accaduto prima in QUALSIASI mercato finanziario per QUALSIASI asset finanziario.

Poi è arrivata una correzione; il prezzo ha iniziato a scendere e l'oro è ora sulla buona strada per chiudere il 2015 come terzo anno consecutivo di ribassi.

La cosa è incredibile è che, nonostante la sua storia di guadagni e 5,000 anni di tradizione alle spalle, l'oro sta rapidamente diventando uno degli asset più disprezzati.

Ma prima di pronunciarne la morte e scriverne l'elogio funebre, prendiamo in considerazione quanto segue:


1) Niente sale (o scende) in linea retta.

Dopo 12 anni consecutivi di guadagni senza precedenti, non è raro vedere una correzione significativa.

(Provate a immaginare quanto sarà grave la correzione delle azioni...)

E come tutti i boom frenetici che sorpassano i livelli di sostenibilità, anche le correzioni sorpassano il fair value.

Tale correzione nel mercato dell'oro potrebbe durare ancora per molti anni, con prezzi potenzialmente ben al di sotto dei $1,000.

Ma poi potremmo benissimo vedere un'altra risalita verso i $2,000 e oltre.

Questa è la natura di questi mercati – essere estremamente "volubili" (e altamente manipolati).

Anche in un periodo di pochi anni, il mercato può mostrare tanta maturità quanto una mensa della scuola media, con pettegolezzi pubescenti e stupide gare di popolarità.

Ma è da miopi perdere completamente la fiducia in un asset che ha una storia di 5,000 anni a causa di un paio d'anni di ribassi.


2) Il prezzo dell'oro ha perso quasi il 5% dopo che il governo cinese ha annunciato di recente di possedere 1,658 tonnellate d'oro.

Tale importo è stato inferiore a quello che molti investitori e analisti si aspettavano, e il prezzo dell'oro è sceso di conseguenza.

Mi chiedo: da quando si crede ai rapporti ufficiali del governo cinese?

I cinesi hanno tutto l'interesse a sottovalutare le loro riserve auree.

Sanno che così facendo spingono il prezzo dell'oro IN BASSO, ed è esattamente quello che vogliono.

La Cina è seduta su migliaia di miliardi di dollari di riserve in questo momento, una parte delle quali sta rapidamente cercando di liquidare.

Quindi è chiaramente vantaggioso per il governo cinese vendere dollari, mentre è forte, e comprare oro, mentre è a buon mercato.

E se i cinesi possono spingere l'oro a scendere ulteriormente di prezzo, molto meglio per loro.


3) Tanto per cominciare tenete a mente perché possedete l'oro.

L'oro è una riserva di valore di lungo termine. Nonostante alcuni anni di ribassi, l'oro ha conservato il suo potere d'acquisto per migliaia di anni.

Le valute di carta vanno e vengono. Vengono svalutate, rivalutate e spente del tutto.

Quante cose potreste comprare oggi con il denaro di carta emesso dalla dinastia Tang del VII secolo? Zero. Non esiste più.

O una sterlina del 1817? Molto poche. Oggi vale solo pochi spiccioli.

Eppure l'oro che sosteneva la sterlina inglese del 1817 ora vale oltre $250 (£165).

Anche per quanto riguarda la storia moderna, l'oro che copriva un singolo dollaro USA vale molto di più della cartamoneta stampata 44 anni fa.

Ma ancora più importante, oltre ad essere una riserva di valore di lungo termine, l'oro è una protezione – una forma di denaro che agisce come una polizza d'assicurazione contro un sistema finanziario pericolosamente indebitato.

Quanto varranno i vostri dollari ed euro in caso di calamità finanziaria? O se ci sarà un default del governo o il fallimento della banca centrale?

Non importa ciò che accade nel sistema finanziario – sia che crolli sotto il proprio peso, sia che la criptofinanza rivoluzioni il modo in cui facciamo business – l'oro vi assicura protezione.


4) Resistere alla tentazione di valutare l'oro in cartamoneta.

Tutti noi abbiamo questa tendenza – investiamo in qualcosa e poi speriamo che guadagni valore.

Ma questo è un errore con l'oro. È una cosa difficile per alcune persone, ma cercate di non pensare all'oro in termini di prezzo in cartamoneta.

(È anche importante ricordare che c'è un enorme scollamento tra il prezzo spot dell'oro e il prezzo dell'oro fisico.)

Ricordate, l'oro non è un investimento; ci sono molte opzioni migliori là fuori se siete alla ricerca di una grande speculazione.

Quindi scambiare una pila di cartamoneta per oro, solo per fare l'operazione inversa in cambio di una quantità maggiore di valuta cartacea, non coglie il punto.


5) Detto questo, se lo trovate troppo difficile da fare, e vi accorgete che state costantemente aggiornando il prezzo dell'oro e controllando il vostro portfolio, potreste possederne troppo.

Ascoltate il vostro istinto; se non sopportate la frenesia delle rotazioni giornaliere del mercato, alleggerite il carico.

Non amate tutto ciò che non vi ama. Rimanete razionali. Accumulate abbastanza oro affinché, in caso di crisi, sentiate d'avere abbastanza "risparmi reali"... ma non accumulatene tanto che vi costringa costantemente a preoccuparvi del prezzo spot.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 25 agosto 2015

Papa Francesco ha scelto di stare dalla parte degli zombie


Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

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di Bill Bonner


Il Dow è salito di 75 punti ieri.

La stampa ha riportato l'esistenza di "una fiducia in crescita". Gli investitori credono che i pianificatori centrali abbiano le cose sotto controllo.

In Cina il governo ha avuto un certo successo nell'arrestare il calo dei prezzi delle azioni, grazie soprattutto ad una raffica d'interventi.

E la Grecia e i suoi creditori hanno calciato il barattolo così tante volte che la maggior parte degli investitori sta perdendo interesse.

Ma la Grande Guerra degli Zombie continua...

Anche Papa Francesco s'è fatto coinvolgere...

È il più grande conflitto del nostro tempo. Determinerà chi gestirà l'economia mondiale – il libero mercato o i pianificatori centrali? Stabilirà, inoltre, se la gente del mondo diventerà più ricca... o più povera.

Né gli zombie né i pianificatori centrali creano ricchezza. Si concentrano sulla sua ridistribuzione... verso sé stessi.

E finché resteranno in carica, i tassi della crescita economica globale saranno lenti... o negativi.

Ecco quanto è successo di recente nell'economia zombie del Giappone. Da Bloomberg:

Il primo ministro Shinzo Abe è salito al potere promettendo di trascinare il Giappone fuori dalla deflazione e dalla stagnazione. La sua logica prevedeva che l'aumento dei prezzi avrebbe fatto salire i salari spronando, quindi, un maggiore consumo.

Da due anni ormai i prezzi stanno aumentando, ma i salari al netto dell'inflazione sono affondati al livello più basso da almeno il 1990.

Giusto. I giapponesi – consigliati da Paul Krugman – hanno spazzato via un quarto di secolo di crescita dei salari.

Come i poveri, gli zombie saranno sempre con noi. Ma più ce ne sono... più difficile sarà sostenerli.

Combattono con le unghie e con i denti per conservare i loro guadagni illeciti. Ma mentre l'economia crolla, ci saranno meno guadagni da incassare.

Avete sentito? È il suono della frusta di Hillary...

Ieri le battaglie erano in gran parte una "guerra di parole", in cui tutti i fonemi erano o disonesti o ignoranti.

La candidata alla presidenza Hillary Clinton è dalla parte dei pianificatori; nessuna sorpresa. Ha proferito queste parole disoneste:

Molti americani stanno facendo soldi extra affittando camere libere, progettando siti web, vendendo prodotti che essi stessi avevano progettato a casa, o addirittura guidare la propria auto...

...sollevando scetticismo sulle protezioni del posto di lavoro e su quello che sarà un buon lavoro in futuro.

Ha continuato dicendo che avrebbe represso:

...quei capi che sfruttano i dipendenti, classificandoli come aguzzini o addirittura ladri dei loro salari.

Nel frattempo, gli zombie greci scendono in piazza...

La nuova economia – l'economia non zombificata – vuole trattare i lavoratori come persone d'affari indipendenti, appaltatori e partner, piuttosto che dipendenti.

Uber, Lyft, Airbnb, i consulenti basati su Internet e i liberi professionisti – tutti consentono alle persone di lavorare a loro piacimento, senza ticchettare sull'orologio o presentare note spese.

Protezioni sul posto di lavoro?

Le persone lavorano dove vogliono... quando vogliono... e come vogliono. Ma i pianificatori e gli zombie vogliono mettervi fine.

A detta loro, queste nuove imprese "violano le norme sanitarie, le norme del lavoro, i piani regolatori".

E se non riescono a trovare regolamenti che vengano violati, ne scriveranno di nuovi. Dopo tutto, questo è quello a cui servono le normative!

E ora Hillary propone nuovi modi per "reprimere", in modo che possa mantenere al lavoro quelle persone che vuole controllare – come schiavi salariati.

La Grecia non è l'unico posto in cui ci sono zombie... ora sono anche in Vaticano!

Nel frattempo, Papa Francesco è come il tipico soldato che va per la prima volta in guerra. Non ha idea di quello che lo aspetta.

Pensa di vedere l'ingiustizia – il fatto che alcune persone abbiano più cose di altre. E crede che ci sia una soluzione: gli stati devono fare qualcosa!

Abbiamo cercato i documenti pubblicati; non riusciamo a trovare un modo per spiegare o capire i pensieri del Papa.

Crede che la disuguaglianza di ricchezza sia il risultato dell'avidità e che crei una sorta di "nuovo colonialismo", qualunque cosa stia a significare.

Il resto è solo obiter dicta, slogan e luoghi comuni – non c'è alcun significato reale.

Cosa c'è di male nell'essere poveri? Finché si dispone di un tetto sopra la testa, abbastanza cibo da mangiare e TV via cavo, si sta bene.

La povertà è un ceto onorevole. E non vi è alcuna ragione per cui tutti dovremmo avere la stessa quantità di roba.

Nessuno di noi sa quanta roba Dio vuole che abbiamo... o quanta sia giusta per noi. E Gesù era sull'altro lato. Per lui, meno era più, perché i ricchi avrebbero avuto difficoltà a passare attraverso la "cruna dell'ago"... e così via.

E dove sono le prove che l'intervento statale possa essere di qualche aiuto? Più soldi farebbero del bene ai poveri? Sarebbero più felici? Sarebbero più sani? Le loro anime andrebbero in Paradiso più facilmente?

Nessuno lo sa.

Allora perché preoccuparsene?

Può essere che avere più roba sia fine a sé stesso. Questo può essere quello che la gente vuole veramente, ma è una cosa strana se suggerita da un Papa.

E così, l'uomo di Dio a San Pietro ha indossato i colori degli zombie.

E questa è una grande spinta per la squadra degli zombie...

A loro piace ammantare i loro motivi "d'avidità" universale... nascondere i loro metodi nella polvere vorticosa "dell'anti-capitalismo"... e proteggere il loro futuro con una maggiore regolamentazione e distribuzione del reddito.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 24 agosto 2015

La rivoluzione digitale e l'inflazione

Nell'articolo di oggi North non ha tutti i torti, ma credo che tralasci una componente importante nel suo discorso: i prezzi relativi. Egli stesso afferma che l'inflazione di massa sarà infine una conseguenza degli eccessi delle banche centrali, quindi, sebbene il libero mercato stia influenzando positivamente le nostre vite, gli interventi della pianificazione centrale faranno sentire il loro peso. Sovvertiranno il libero mercato? Ovviamente no, ma il disallineamento che causano nei mercati dovrà essere ripulito e questo significa, in generale, prezzi più alti laddove il sistema dei prezzi sottostimava determinati asset e prezzi più bassi laddove il sistema dei prezzi sovrastimava determinati asset. Inoltre non è affatto vero che il paniere dei prezzi viene aggiustato una volta ogni decennio, come invece suggerisce North. Infatti durante la bolla immobiliare "stranamente" i prezzi delle case non comparivano nell'indice IPC generale e adesso, con la reflazione della bolla immobiliare, gli affitti non compaiono nell'IPC generale. Eppure stanno andando alle stelle, mentre il possesso delle case è ai minimi. Per non parlare delle rette universitarie e dei prestiti per studenti. Ma un modo più subdolo con cui viene nascosta l'inflazione dei prezzi, è questo riportato dal WSJ: diminuzione del contenuto dei beni di consumo. No, non state mangiando troppe patatine o usando troppo bagnoschiuma; sono le aziende che semplicemente tendono a mettere meno prodotto nei contenitori. Mentre si può affermare che l'inflazione sia inesistente o che sia "leggermente" in ascesa, eccetto per quegli americani che non possono permettersi una casa e andando in affitto si vedono sfilare quasi tutti i soldi del loro reddito, l'inflazione dei prezzi è sicuramente presente per tutti coloro che, volenti o nolenti, devono mangiare.
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di Gary North


Ci sono dibattiti costanti sul se gli Stati Uniti si trovano in un ambiente inflazionistico o deflazionistico.

Io sostengo, e l'ho sostenuto per un decennio, che ci troviamo in un ambiente leggermente inflazionistico per quanto riguarda i prezzi al consumo. Per quanto riguarda la base monetaria, ci siamo ritrovati in un ambiente ampiamente inflazionistico perché la Federal Reserve, nel'ottobre del 2008, ha iniziato a pagare interessi sulle riserve in eccesso depositate dalle banche commerciali nei suoi depositi. Di conseguenza l'espansione della base monetaria non si è trasformata in un aumento paragonabile di M1. Inoltre c'è stato un forte calo della velocità di M1.

Per oltre un decennio ho usato l'IPC mediano, piuttosto che l'IPC, come misura dell'inflazione dei prezzi. Viene pubblicato mensilmente dalla Federal Reserve Bank di Cleveland. Lo uso perché è molto più stabile rispetto all'IPC: mese dopo mese e anno dopo anno. Voglio vedere l'andamento dell'inflazione dei prezzi. Le ampie fluttuazioni lo rendono difficile da vedere.

Quest'anno ci offre la prova del motivo per cui preferisco l'IPC mediano. Ecco i dati: gennaio (0.2%), febbraio (0.2%), marzo (0.2%), aprile (0.2%). A novembre e dicembre la cifra era sempre 0.2%.

In netto contrasto, ecco i dati relativi all'IPC: gennaio (-0.7%), febbraio (0.2%), marzo (0.2%), aprile (0.1%). Novembre e dicembre erano entrambi deflazionistici (-0.3%).

Questo è quello che ci sta dicendo l'IPC mediano: nessun cambiamento di tendenza nel 2015.

E gli ultimi 12 mesi? L'IPC mediano non ci mostra alcun cambiamento: 2.2% in tutti i mesi, da novembre ad aprile. E l'IPC? Novembre (1.3%), dicembre (0.8%), gennaio (-0.1%), febbraio (0%), marzo (-0.1%), aprile (-0.2%). Questi dati sono stati segnalati il ​​22 maggio.

La risposta standard che viene data da coloro che non capiscono il problema dell'assemblaggio degli indici dei prezzi, è questa: "Gli indici sono manipolati dal governo." La risposta corretta a questa domanda è semplice: "E allora?" Gli indici non sono manipolati tanto spesso. Forse una volta ogni decennio ci sono alterazioni, ma questo è necessario in ogni indice dei prezzi. Questo è un fatto intrinseco alla teoria di un indice dei prezzi. Se qualcuno non aggiustasse l'indice, ci ritroveremmo i frustini da calesse come componente dell'indice dei prezzi.

Dato che alcuni beni di consumo cadono in disgrazia, devono essere sostituiti. Ogni indice nella storia ha affrontato questo problema, dal Dow Jones Industrial Average all'indice Standard & Poor 500, o qualsiasi altro indice. La storia cambia e gli indici devono cambiare con essa, altrimenti diventano irrilevanti. Ma questo fatto ovvio non viene mai discusso dalle persone che hanno questa reazione istintiva: "Il governo sta manipolando le statistiche." La domanda è questa: "Questa manipolazione è giustificata dai cambiamenti dell'economia?" I critici degli indici dei prezzi non si preoccupano di discutere questo problema. Si tratta di un problema fondamentale dell'epistemologia in economia. Non è facile da risolvere.

Quindi mi sono interessato a questa tendenza. Voglio vedere se ci stiamo muovendo verso tassi più elevati d'inflazione dei prezzi, o verso prezzi abbastanza standard d'inflazione dei prezzi. Nel caso dell'IPC, ci troviamo in un ambiente leggermente deflazionistico, e ci siamo stati per oltre un anno. Ma, come ho detto, io faccio attenzione all'IPC mediano, e non all'IPC.



LA LEGGE DI MOORE E LA LEGGE DI METCALFE

Sono un convinto sostenitore della legge di Moore: il raddoppio della densità dei chip per computer nel tempo. Sono fermamente convinto del fatto che il costo delle informazioni, e il costo di comunicare queste informazioni, continuerà a diminuire rapidamente.

Considero la diminuzione del costo delle informazioni come l'indicatore più importante della produttività nell'economia moderna. Se il costo delle informazioni sta diminuendo, così come il costo di comunicare queste informazioni, allora ci troviamo in un ambiente positivo.

Faremmo meglio a comprendere anche qualcos'altro. Al diminuire del costo di determinate materie prime o servizi, la loro domanda aumenterà. Si tratta di una legge economica fondamentale. A causa della legge di Moore, che riguarda l'efficienza dei chip per computer, e a causa della legge di Metcalfe, che si riferisce al valore delle comunicazioni in queste condizioni, viviamo in un ambiente in cui l'informazione sta diventando sempre più importante, proprio perché diventa sempre meno costosa. In altre parole, l'importanza delle informazioni nell'economia globale aumenta; così come il loro uso. Vengono usate maggiori informazioni perché il loro prezzo continua a scendere.

Quindi gli statistici devono comporre l'indice dei prezzi al consumo, tenendo conto dell'aumento del peso e della pertinenza delle informazioni. Più l'informazione diventa economica in relazione ad altri beni e servizi, più diventerà importante per la nostra economia. Questo perché esiste una regola economica fondamentale: al calare del prezzo di qualsiasi cosa, ne aumenta la domanda. Se respingiamo questa regola, abbandoniamo la logica dell'economia. Pertanto, faremmo meglio a prestarvi molta attenzione.

Ma c'è qualcos'altro. Le tecnologie digitali, a differenza di tutte le altre tecnologie, riguardano ogni aspetto della nostra vita. Il costo del cibo continua a scendere, ma non consumiamo una quantità di cibo paragonabile alla sua diminuzione dei costi. Non abbiamo bisogno di quel cibo. Ciò di cui abbiamo bisogno in questi giorni, è una dieta efficace. La stessa cosa vale per le altre merci. Poiché il prezzo di alcune merci scende, iniziamo ad acquistare altri tipi di merci. Ma nel caso delle informazioni, è tutto diverso. Più diventano economiche, più ne compriamo, e più le varie aree della nostra vita ne beneficiano. Questo calo dei costi cambia il nostro modo di spendere il tempo libero. Cambia il nostro modo di guadagnarci da vivere. Cambia tutto nella nostra società, perché le informazioni, come il denaro, sono fondamentali per l'ordine sociale. In realtà, le informazioni e il denaro sono legati, perché i prezzi veicolano informazioni e il denaro è alla base della divisione del lavoro.

La diminuzione del costo della potenza di calcolo, che comprende il costo decrescente della memorizzazione dei dati, è la realtà economica più sorprendente del mondo moderno. Produce una curva esponenziale. Nient'altro nella storia dell'uomo e della natura è aumentato ad un tasso simile. Possiamo tracciarne le origini al censimento federale del 1890. Il costo delle informazioni dal 1890 fino al 1950 si è dimezzato ogni tre anni. Dal 1950 fino al 1965 è sceso della metà ogni due anni. Dal 1965 fino al 2000 è sceso della metà ogni 18 mesi. C'è un certo dibattito sul fatto che sia continuato a scendere, ma certamente non è aumentato. Nella storia dell'uomo non c'è nient'altro di paragonabile in termini di diminuzione dei costi e d'importanza.

Così, quelle persone che respingono l'introduzione del deflatore dell'informazione nell'IPC, non prendono sul serio la teoria economica, e non prendono sul serio la storia economica. In qualsiasi indice dei prezzi dev'essere preso in considerazione il calo dei costi dell'informazione. L'accuratezza delle informazioni continua ad aumentare, mentre il loro costo continua a diminuire.

Inoltre, a causa della legge di Metcalfe, il valore di questa informazione continua ad aumentare grazie ad un numero sempre crescente di partecipanti al mercato dell'informazione. Ecco la sintesi su Wikipedia:

La legge di Metcalfe afferma che il valore di una rete di telecomunicazioni è proporzionale al quadrato del numero di utenti collegati al sistema (n2). Formulata in questa forma da George Gilder nel 1993, e attribuita a Robert Metcalfe in materia di Ethernet, la legge di Metcalfe è stata originariamente presentata non in termini di utenti, ma piuttosto di "dispositivi di comunicazione compatibili" (ad esempio, fax , telefoni, ecc.). Solo di recente, con l'influenza di Internet, questa legge ha fatto riferimento agli utenti e alle reti, poiché il suo intento originale era quello di descrivere gli acquisti di Ethernet e delle connessioni. La legge è anche legata all'economia e alla gestione delle imprese, in particolare alle aziende concorrenti che cercano di fondersi tra di loro.

Di recente abbiamo appreso che quasi la metà della popolazione mondiale ha accesso a Internet: 3.2 miliardi di persone. Nel 2000 questa cifra era intorno ai 400 milioni. In altre parole, il numero di persone che ha accesso a Internet è aumentato di otto volte. Secondo la legge di Metcalfe, questo è un aumento straordinario del valore della comunicazione.

Possiamo a malapena comprendere che cosa significherebbe tornare al 2000. Sarebbe un mondo senza Google, senza Facebook, senza YouTube. Immaginate invece come fosse prima del 1995 -- un mondo senza interfaccia utente dei browser. Eppure questa trasformazione sociale è avvenuta sotto i nostri occhi. Eric Blair (alias George Orwell) aveva ragione: "C'è bisogno di una lotta costante per vedere quello che abbiamo proprio sotto il nostro naso."



LIBERO MERCATO vs. MERCATO OSTACOLATO

L'economia di mercato riduce costantemente i costi. Il motivo per cui questa diminuzione non è visibile, è da ritrovarsi nell'inflazione della banca centrale e nella riserva frazionaria. L'offerta di moneta continua a salire, quindi i costi decrescenti del libero mercato vengono nascosti al pubblico.

Non c'è dubbio che la diffusione delle tecnologie digitali abbia cambiato completamente la nostra vita nel corso degli ultimi quattro decenni. Il cellulare è l'esempio più ovvio, ma anche i televisori widescreen, Netflix e la moltiplicazione dei siti web hanno contribuito alla trasformazione della nostra vita, ed è qualcosa che sta accelerando. L'introduzione del microcomputer dalla fine degli anni '70 fino al 1995, non ha avuto lo stesso effetto culturale che invece ha avuto l'introduzione dell'interfaccia grafica utente dei browser web dopo il 1995.

Il libero mercato sconfiggerà la banca centrale. Il settore bancario centrale è allo stremo. Sta tenendo a galla artificialmente il sistema bancario a riserva frazionaria e l'insieme degli stati-nazione, i quali andranno in bancarotta in termini di politica fiscale. Questo processo alla fine porterà al de-finanziamento dello stato-nazione e ad un vasto decentramento -- a livello giudiziario, fiscale, monetario e, soprattutto, digitale. Il nuovo ordine mondiale delle cifre digitali sta indebolendo il vecchio ordine mondiale delle banche centrali e dello stato-nazione. Si tratta di uno sviluppo positivo, e la prova è il fatto che i prezzi al consumo stanno aumentando lentamente. Il costo delle informazioni continua a diminuire in modo esponenziale.

Ci sarà probabilmente un altro giro d'inflazione di massa -- aumenti dei prezzi a due cifre -- perché le banche centrali continuano a falsificare le valute digitali. Dubito che una qualsiasi società occidentale sperimenterà un'iperinflazione. Non l'abbiamo più vista sin dalla Germania del 1923 e lo stato d'Israele del 1985. Ma anche se dovesse arrivare, nelle società industriali l'iperinflazione non dura più di circa 36 mesi. Dopo di che le banche centrali sono costrette ad emettere una nuova unità monetaria. Poi l'economia digitale si riaffermerà ancora una volta.

La vita costerà di meno da questo secolo in avanti. La produzione pro-capite aumenterà. Il libero mercato è la forza dominante di oggi, non la pianificazione centrale e le banche centrali.

Ciò si riflette nelle statistiche sui prezzi al consumo.

Attenzione: non diventate dipendenti dallo stato-nazione per il vostro reddito. Lo stato-nazione è in bancarotta e si affida alle valute fiat. Arriverà il giorno della resa dei conti. Ci sarà un Grande Default.



CONCLUSIONE

Chi vi dice che l'indice dei prezzi al consumo non è rilevante, vi sta dicendo che il libero mercato non è rilevante. Vi sta dicendo che la rivoluzione informatica non è rilevante. Se non può dimostrare come la rivoluzione informatica, la rivoluzione delle comunicazioni e la rivoluzione digitale stanno influenzando i prezzi, e stanno quindi influenzando la nostra allocazione delle risorse economiche scarse, allora non possiede alcuna teoria dell'economia e di certo non ha alcuna comprensione della storia economica. Potete tranquillamente ignorarlo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 21 agosto 2015

Teorie della cospirazione ed economia keynesiana


Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

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di Gary North


Remnant Review

Uno dei segni distintivi di uno storico istruito secondo le linee di pensiero mainstream, è il suo rifiuto di quelle che sono le teorie cospirazioniste nella storia. In genere il mondo accademico scoraggia tali opinioni.

C'è una ragione: il movimento progressista. I primi storici "scientifici" erano progressisti. Il progressismo poggiava su quattro punti chiave riguardanti le istituzioni. In primo luogo, il potere redentore e messianico dell'istruzione finanziata con le tasse. Si diceva che questa fosse un'istruzione neutrale dal punto di vista intellettuale, ma anche morale. In secondo luogo, il suffragio universale. La democrazia era considerata come redentrice. In terzo luogo, la necessità di una legislazione politica che ridistribuisse la ricchezza. In quarto luogo, la presenza di burocrati professionisti che amministrassero i vari programmi politici di ridistribuzione della ricchezza -- niente clientelismo politico, niente spoglie politiche. Tutto ciò doveva essere imposto da leggi statali.

Una visione della storia basata sulle cospirazioni nega l'autorità di tutti e quattro tali punti. L'istruzione pubblica non impedisce che uomini ricchi manipolino le masse. In secondo luogo, il suffragio universale è impotente quando si tratta di sradicare i poteri dietro le quinte. In terzo luogo, i super-ricchi manipolano i politici che a loro volta creano scappatoie fiscali. In quarto luogo, i burocrati sono impotenti. Ciò significa che i pilastri del progressismo non sono riusciti a sradicare il potere della ricchezza. Vuol dire che il programma del progressismo, un programma di cosiddetto riscatto sociale, è fallito. Peggio ancora, è servito come copertura conveniente per una maggiore concentrazione di ricchezza e potere. Ciò significa che il progressismo è una falsa religione. Gli storici accademici combattono le posizioni cospirazioniste lungo tutta la trama della storia. Capiscono che tali posizioni, se ampiamente accettate, porterebbero al rifiuto politico dell'agenda dei progressisti. Indebolirebbero la legittimità del progressismo.

La versione più pericolosa di una trama storica basata sulle cospirazioni, fu quella fornita da Murray Rothbard. Sosteneva che i progressisti erano stati ingannati sin dal primo momento. Erano pedine sulla scacchiera di coloro che cercavano di arrivare al potere dello stato in nome della democrazia, solo per usarlo e mantenere fuori mercato i propri rivali. L'estrema sinistra non fa eccezione. Rothbard utilizzò il libro dello storico di sinistra, Gabriel Kolko, The Triumph of Conservatism (1963), per sostenere la sua posizione contraria alla regolamentazione federale delle grandi imprese appoggiata dai progressisti. Il risultato di questo programma politico era l'opposto di quello che spacciava la retorica: il radicamento delle grandi imprese. Kolko e Rothbard dimostrarono che l'agenda dei progressisti era stata finanziata sin dall'inizio dalle grandi imprese.



UN PROGRAMMA PER LA STORIOGRAFIA

Quegli storici che non sono dei semplici antiquari, tendono a favorire una visione della storia che è collettivistica. Sono essi stessi i prodotti del collettivismo. La maggior parte di loro è stata formata in università finanziate con le tasse. Una manciata di altri è stata formata in costose università accreditate -- accreditamento timbrato dal cartello degli studiosi universitari. Questo sistema di controllo funziona bene. Di conseguenza, preferiscono spiegare la causalità storica in termini di forze sociali impersonali che sono indipendenti dalle decisioni degli individui. C'è una certa ostilità nello studiare la storia come se fosse il risultato delle azioni di grandi leader. Non la si pensava così nel 1850, oggi invece sì.

Questo è il problema tradizionale conosciuto come "uno e i molti". Ci sono individui; ci sono anche collettivi.

Prendiamo in considerazione la riforma protestante. Come possiamo spiegarla? C'era un leader, Martin Lutero. C'era un problema di portafoglio: la vendita delle indulgenze. C'era un sistema mediatico: tipografi in cerca di rendite. C'era una struttura politica: principati tedeschi indipendenti. Ben presto ci sarebbe stata una struttura ecclesiastica separata: chiese protestanti. Martin Lutero non avrebbe avuto successo se non ci fossero state tipografie e protezione politica. Avrebbe fatto la fine di John Hus un secolo prima. Aveva influenza sui tipografi indipendenti in cerca di profitto e su un leader politico locale. Ma senza Lutero, non ci sarebbe stata alcuna riforma in nord Europa nella sua epoca. Gli storici che favoriscono il collettivismo, sostengono che sarebbe spuntata una qualche altra figura simile a quella di Lutero. Non c'è modo di dimostrarlo.

Penso che dobbiamo studiare i grandi uomini e le grandi forze sociali. Quindi vi consiglio questo approccio investigativo:

  1. Seguire l'organizzazione.
  2. Seguire i leader.
  3. Seguire la confessione.
  4. Seguire il denaro.
  5. Seguire i media.

I grandi leader non sarebbero tali se non ottenessero influenza attraverso le idee, le organizzazioni, i soldi e i sistemi di comunicazione. In altre parole, i grandi leader devono essere in grado d'esercitare una certa influenza e ci sono molti modi per esercitarla a livello istituzionale. Un leader è come una leva. Ha bisogno di un punto d'appoggio per spostare qualcosa.

Allo stesso tempo, non esistono grandi movimenti sociali che non sono rappresentati e motivati ​​da grandi leader. Un movimento deve avere un qualche tipo di rappresentazione visibile. Qualcuno deve incorporare i principi del movimento. La gente dà fiducia agli individui, non alle forze sociali invisibili. I movimenti che non dispongono al loro interno di persone che ispirano fiducia, non avranno mordente.

La storia sarebbe stata diversa se le persone chiave non fossero diventate influenti. Se togliete George Washington dalla storia del Nord America, esso sarebbe stato molto diverso da quello che è oggi. Lo stesso vale per i presidenti americani come Lincoln, Wilson e Roosevelt. Togliete la leva della guerra, e la maggior parte dei presidenti sarebbe stata dimenticata. In verità, la maggior parte dei presidenti è stata dimenticata. E' la guerra che permette ai presidenti di ottenere la maggior parte delle note nei libri e di vendere biografie best-seller. I presidenti che sono stati i grandi difensori della libertà nella storia di questo paese, sono stati quelli che hanno evitato la guerra. Ma chi vuole leggere una biografia di Martin Van Buren, o John Tyler, o Grover Cleveland? Non molte persone.

Gli storici guardano al passato e cercano punti di svolta. Hanno una frase per descriverli: bacini idrografici. I presidenti spartiacque sono stati quei presidenti di guerra. Questi sono i presidenti che hanno cambiato la direzione verso cui il paese si stava muovendo.



COSPIRAZIONI E STATO

Ora arriviamo alla questione delle cospirazioni. Il cospiratore più influente dei tempi moderni è stato Vladimir Lenin. Toglietelo dal XX secolo e tale secolo sarebbe stato significativamente diverso. Non ci sarebbe stato nessun Hitler, nessuno Stalin e nessun Mao. Non c'è dubbio che Lenin fosse un cospiratore. Era un maestro della cospirazione. Costruì il movimento bolscevico sulla cospirazione. Ciò che scriveva era alla luce del sole, ma era un cospiratore superbo.

Le teorie della cospirazione sostengono che gli uomini chiave, operanti dietro le quinte per almeno la maggior parte della loro carriera, hanno cambiato la direzione della storia. Inoltre, le teorie della cospirazione sono osteggiate dalla maggior parte degli storici con una formazione accademica. Gli storici che credono nelle cospirazioni molto presto si vedono bloccata la loro carriera. Ciò è particolarmente vero per quelle persone che associano importanti leader politici ad attività cospirative dietro le quinte. Il caso più evidente nella storia americana è rappresentato dalle manovre di Franklin Roosevelt per spingere i giapponesi ad attaccare la flotta degli Stati Uniti nel 1941. Chiunque sostenga che Roosevelt sapesse che i giapponesi stavano per attaccare le forze navali degli Stati Uniti verso la fine del novembre o all'inizio del dicembre 1941, viene etichettato come storico revisionista, e non guadagnerà mai influenza significativa all'interno della professione.

Il movimento conservatore ha sempre avuto una sorta di tradizione letteraria nascosta legata alle teorie della cospirazione. Ce ne sono varie forme. Possono identificare società segrete. Possono identificare gruppi illegali che hanno fornito soldi. Ma qualunque sia la natura della catena di comando, è stata nascosta alla popolazione e spesso è gestita in modo diverso rispetto alla retorica pubblica di quei leader politici che fanno parte della cospirazione.

I conservatori scelgono diversi leader come rappresentanti dei movimenti di cospirazione, ma c'è una tendenza ad accettarli all'interno del lato non politico del movimento conservatore. La John Birch Society è il caso evidente. Si può anche datare il momento in cui è cambiata. Robert Welch la cambiò dopo le elezioni presidenziali del 1964. Trasformò la Birch Society in un'organizzazione molto diversa. Prima del 1964 era esplicitamente anti-comunista. Dopo il 1964 divenne anti-Federal Reserve, anti-banchieri e anti-Council on Foreign Relations. Fu per questo motivo che Hans Sennholz si dimise come scrittore per l'American Opinion. Era chiaramente un oppositore del settore bancario centrale. Era un oppositore dei banchieri in generale; era un oppositore della riserva frazionaria. Ma gli anti-cospiratori tendono ad essere anti-banchieri in generale, non distinguendo tra banche commerciali a livello locale e banche centrali a livello nazionale. Un classico esempio è Ellen Brown. Il movimento Greenback è sempre stato anti-bancario in generale.

Murray Rothbard era certamente un grande sostenitore di una storia basata sulle cospirazioni. Ma Rothbard comprese un punto fondamentale: le cospirazioni guadagnano influenza attraverso il potere politico. Non hanno quasi alcuna influenza in un'economia competitiva. Questa era anche l'opinione di R. J. Rushdoony. Quando si parla di cospirazioni nella storia, stiamo sempre parlando di organizzazioni clandestine che cercano il controllo attraverso il potere politico. Le cospirazioni che non cercano il controllo attraverso il potere politico, sono semplicemente gruppi con interessi particolari. C'è una grande differenza tra cospirazioni e tali gruppi: i mezzi per acquisire potere e quindi mantenerlo nel lungo periodo. I rappresentanti di una cospirazione hanno un programma nascosto. C'è una difesa pubblica di un determinato programma per ottenere il potere, ma è solamente una farsa. Questa è l'essenza della cospirazione. C'è una netta separazione tra retorica pubblica e piani nascosti per ottenere il potere e quindi usarlo per scopi molto diversi da quelli espressi nelle retorica pubblica.

Quando un uomo d'affari dice che sta solo cercando di fare soldi, di solito ci crediamo. Quando dice che sta cercando di fare soldi per favorire la popolazione, dovremmo porci questa domanda: "Sta chiedendo al governo d'intervenire in suo favore?" Se la risposta è no, allora potrebbe dire la verità. Potrebbe pensare che ci sia un collegamento tra servire la popolazione e fare profitti. Certo, questo era il punto di vista di Ludwig von Mises. Era anche l'opinione dei fondatori della Scuola Austriaca. C'è coerenza tra la ricerca del proprio bene e la ricerca del bene pubblico in una società di libero mercato. Questa era la posizione che Adam Smith articolò nel 1776. Ma Smith non si fidava degli uomini d'affari che si riuniscono per formare un cartello. Non si fidava degli imprenditori che vogliono acquisire qualsiasi tipo di supporto dal governo civile. Questa era anche il punto di vista di Mises, Rothbard ed altri economisti Austriaci.

Se prendiamo sul serio il saggio di Mises sul calcolo economico e sul socialismo, e se prendiamo sul serio l'articolo di Hayek sull'uso della conoscenza nella società, allora dobbiamo concludere che ci sono due tipi di conoscenza economica. Una è la conoscenza che possiedono le commissioni. L'altra è il tipo di conoscenza che possiedono gli individui. Il secondo tipo di conoscenza è la forma cruciale di conoscenza, secondo Mises e Hayek. E' una conoscenza decentrata. E' una conoscenza di condizioni specifiche, in luoghi specifici, in determinati periodi di tempo. Il libero mercato consente agli individui di trarre vantaggio da questa conoscenza decentrata. La conoscenza è coordinata attraverso il sistema dei prezzi. L'intervento dello stato nel funzionamento di tale sistema, impedisce la diffusione di una conoscenza precisa mediante i prezzi. Sia Mises sia Hayek ritengono che la conoscenza centralizzata posseduta dalle commissioni, sia inferiore alla conoscenza decentrata del libero mercato. Entrambi credevano che la conoscenza decentrata e coordinata dal sistema profitti/perdite, fosse la forma significativa di conoscenza nella società. Questa conoscenza è ciò che rende possibile la cooperazione sociale.

Mises non scrisse sulle teorie della cospirazione. Scrisse invece sui gruppi con interessi particolari che cercano di conquistare il potere attraverso l'azione dello stato. Rothbard era un teorico della cospirazione, ma ha sempre cercato quelle cospirazioni ben oltre i semplici gruppi con interessi particolari che cercavano il sostegno dello stato. Non si fidava della retorica statale riguardo il bene della società, ma si fidava di questa retorica quando applicata al mercato competitivo. Non discusse di complotti all'interno del contesto di una libera concorrenza di mercato. Questo perché credeva, come Mises e Hayek, che la conoscenza decentrata attraverso il libero mercato andasse a beneficio della società. In caso contrario, avrebbe prodotto perdite. In altre parole, i processi competitivi associati al sistema profitti/perdite sono sufficienti per mantenere sotto controllo le cospirazioni. Possono ottenere potere solo servendo le richieste dei consumatori. Nel quadro di un sistema di mercato competitivo, non vi è alcuna minaccia proveniente dalle cospirazioni.

I conservatori che si lasciano coinvolgere nelle cospirazioni, tendono a non capire questa distinzione tra i due tipi di conoscenza. Questo è uno dei grandi problemi del movimento conservatore. Alcune persone vedono complotti ovunque. Per quanto riguarda la ricerca del potere politico, questo sospetto è spesso giustificato. Ma quando viene applicato al processo di mercato, manca completamente il punto. Il processo di decentramento, che è coordinato attraverso il sistema profitti/perdite, favorisce il progresso economico e la libertà economica.

Ci sono conservatori che vedono complotti ovunque. Pensano che esponendo qualche personaggio nefasto che sta cercando di fare soldi per sé, sia sufficiente a giustificare una sorta di boicottaggio di quell'individuo e di tutto ciò che ha creato. Non indagano se quella persona sta portando avanti i suoi piani nefasti per mezzo della concorrenza di mercato o per mezzo della competizione politica. Se sta cercando di estendere la sua influenza per mezzo della concorrenza di mercato, e si arricchisce di conseguenza, perché un qualsiasi conservatore dovrebbe preoccuparsene? Finché il cospiratore non chiede alle persone con pistole e disintivi di difendere la sua quota di mercato, i critici dovrebbero concentrarsi sulle operazioni di quelle istituzioni che suddetto individuo ha creato. In breve, seguire il denaro. Se il denaro finisce nel governo civile, allora si ha una buona ragione per cercare quei fatti che potrebbero puntare ad una cospirazione. Ma se i soldi finiscono in una società, o una corporazione a scopo di lucro, e il governo non è stato chiamato a difenderla, allora è tutto fumo e niente arrosto. L'individuo esercita potere privato su un'organizzazione che fornisce benefici pubblici? Se sì, e allora?



CONCLUSIONI

L'umanità è progredita al punto in cui è progredita la divisione sociale del lavoro. Il libero mercato è il grande accordo istituzionale per estendere la divisione sociale del lavoro. Lo fa tramite le azioni volontarie. Non c'è costrizione.

Maggiore è il grado di divisione sociale del lavoro, più precisa è la conoscenza a disposizione dei partecipanti. La conoscenza è decentrata. Questo è stato il punto di Mises e di Hayek.

Non preoccupatevi delle cospirazioni che sono limitate al mercato libero. Preoccupatevi delle cospirazioni che si basano sulla coercizione dello stato per realizzare i loro programmi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/