Bibliografia

mercoledì 1 luglio 2015

La Grecia è il canarino nella miniera


Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

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di Bill Bonner


Questo è un giorno da "Allarme Arancione" nei mercati. “Greeks Line Up at Banks; ATMs Run Dry” era il titolo del Drudge Report. Altre versioni con lo stesso contenuto sono apparse in tutti i media finanziari. La Grecia è il classico canarino nella miniera per capire quello che potrebbe accadere ai vostri risparmi. Forse ricorderete la nostra previsione: in una crisi, le banche si muoveranno velocemente per bloccare l'accesso al vostro denaro. In primo luogo, limiteranno i ritiri di denaro. Poi o chiuderanno le porte, oppure finiranno i contanti.

È proprio questo quello che sta accadendo ora in Grecia...

La resa dei conti che sta andando avanti da mesi laggiù, sta raggiungendo l'apice.

Il governo greco ha annunciato che metterà le richieste dei creditori al vaglio del voto popolare.

"Ehi, come vi sentite nel dover pagare il nostro debito nazionale?" hanno intenzione di chiedere al volgo.

E come pensate che risponderà il volgo?

L'ipotesi migliore è che risponderanno: "Basta!"

Cosa che taglierà fuori le banche dai nuovi fondi... e le farà rimanere a corto di quelli vecchi.

I depositanti intelligenti l'hanno capito molto tempo fa. Hanno portato via i loro soldi dalle banche greche. Ora anche il resto delle persone se ne sta rendendo conto. In effetti, stanno votando con i loro soldi – ritirandoli fin quanto possono.

Naturalmente le banche hanno cercato di proteggere quel denaro che non è loro. Piraeus Bank e Alpha Bank hanno limitato l'importo che poteva essere ritirato. Tutto quello che si poteva ritirare da un bancomat di Piraeus, ad esempio, erano €600 ($667).

Questo ha spinto sempre più persone a mettere le mani sul proprio denaro. Sabato scorso si sono formate lunghe file presso gli sportelli automatici. Un banchiere ha stimato che alle 11:30 circa €110 milioni ($122 milioni) avevano lasciato le banche.

Non tutte le banche commerciali sono aperte di sabato. In Grecia erano chiuse anche quelle che normalmente avrebbero aperto.

E ora il primo ministro greco, Alexis Tsipras, dice che le banche greche resteranno chiuse, e saranno imposti controlli sui capitali fino al 7 luglio.

Ai greci sarà consentito prelevare un massimo di €60 ($67) al giorno. Ed è precluso il trasferimento dei loro risparmi su conti al di fuori della Grecia.

Il senso di panico e di morte imminente è stato accentuato dal governo cinese che è intervenuto per fermare un tonfo del mercato azionario.

Nelle ultime due settimane lo Shanghai Composite Index ha perso il 20% del suo valore. È come se il Dow perdesse 3,600 punti. Tutto ciò innervosisce gli investitori. O li rende disperati.

Se ciò accadesse negli Stati Uniti – cosa che sicuramente accadrà – potete scommetterci il cappello che i federali interverranno. I cinesi stanno facendo lo stesso. Hanno appena tagliato il tasso di rifinanziamento della banca centrale al livello più basso di sempre.

Servirà a qualcosa?

Leggiamo cosa dice John Rubino di DollarCollapse.com:

Nel frattempo la Cina ha trascorso gli ultimi due decenni a erigere infrastrutture che a posteriori sono due volte più inutili di quello che sembravano di primo acchito.

Ora sta giocherellando con tutti i tipi di leve fiscali e monetarie di cui non ne capisce appieno le funzioni, cercando di mantenere un tasso di crescita del 7% che ormai è sempre più fittizio.

Anche in questo caso, il modo migliore per affrontare una bolla è quello di non gonfiarla affatto. Il secondo modo migliore è quello di lasciarla scoppiare e consentire al mercato di ripulire il pasticcio.

Il modo sbagliato per gestire una bolla è quello d'intervenire dall'alto per farla andare avanti. Guardate dove una simile strategia ha condotto il Giappone e gli Stati Uniti.

Restate sintonizzati per altri sviluppi più eccitanti...

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. C'è parecchio fermento in questi giorni riguardo la Grecia, ovviamente per buone ragioni. Infatti, nonostante il mezzo default di qualche anno fa con realtivo haircut degli obbligazionisti, la Grecia continua a soffrire. Questo perché è una dolina finanziaria. Questo perché i problemi sono strutturali non ciclici. Gli errori commessi a seguito della baldoria monetaria e fiscale durante il decennio 1999-2009, sono ben profondi e necessitano una pulizia. Soprattutto perché ne sono stati commessi molti altri dopo quella data. Qualunque siano le misure d'austerità implementate, non saranno sufficienti a compensare gli errori economici commessi finora. Ritornare alle condizioni pre-boom è impossibile, proprio perché sono insostenibili; e le misure d'austerità significano infrangere le promesse che fino a questo momento sono state fatte. In poche parole, tutte le strade portano al default.

    A meno che... a meno che non si guadagni altro tempo attraverso nuovi prestiti e nuovi errori economici ovviamente, corrodendo progressivamente tutte quelel garanzie che verranno poste a sostegno delle nuove linee di finanziamento. Ciò servirà a guadagnare tempo, nulla più. In attesa di cosa? In attesa di un effetto ricchezzaa cascata che la BCE sta aspettando da 5 anni ormai, e che mai arriverà. I bilanci sono saturi, le banche commerciali hanno bilanci disastrati, li ivnetari sono strabordanti. C'è bisogno di una correzione, ma questo significherebbe la fine dell'Unione Europea da un punto di vista politico, nonché un contagio sistemico. I pianificatori centrali non possono permetterselo. E' per questo che Draghi disse che non esiste un piano B. L'uscita della Grecia apre un ventaglio troppo ampio di possibilità che vanno al di là della possibilità d'immaginazione degli eurocrati. A mio avviso quindi, la Grecia, in un mondo o nell'altro, verrà mantenuta nell'UE. Il gioco ormai è solo uno: quello sulla fiducia. Se la Grecia dovesse essere lasciata andare a titolo definitivo, non paserà molto prima che la stessa fine la facciano Portogallo, Spagna e Italia. Forse non "volontariamente", sarà il mercato che ci penserà. Come? La fiducia degli investitori, dapprima rassicurata attraverso un'impossiiblità di un'uscita della Grecia inizierà ad essere pervasa dai dubbi... anche perché ormai nei media mainstream è una nenia tediante quella che recita "i nostri conti sono a posto". Quindi, se si diceva che la Grecia non potesse uscire e poi è uscita, chi può affermare con sicurezza che il mercato obbliazionario dell'UE è davvero solido? Questo è il vero pericolo che gl ieurocrati vogliono evitare.

    Nessuna delle due parti vuole abbandonare il tavolo ed entrambe tentano di rincorrersi. La farsa di questa negoziazione a muso duro gioca tutto sulla fiducia: far credere che entrambe le posizioni abbiano qualcosa che l'altra vuole. Ce l'hanno? Sì, una paura tremenda. Entrambe le parti sanno che se le loro strade si separano tutto finirà in un disastro. Alla fine troveranno un accordo, ma tra un anno a questa parte saremo punto e dacccapo, perché calciare il barattolo non è la soluzione. La BCE, già adesso esposta quasi al doppio del suo attivo nei confronti del debito greco (ELA + TARGET2), verrà ulteriormente incagliata. Lo stesso vale per le garanzie dietro tali finanziamenti: i contribuenti europei.

    Nel 2007 JP Morgan salvò Bear Stearns, in seguito si disse che la crisi era finita. Un anno dopo toccò a Freddie & Fannie, e si disse che la crisi fosse risolta. Poi arrivò la Lehman. Stiamo vedendo la stessa storia in Europa, su scala maggiore. I pezzi del domino non smetteranno di cadere fin a quando non arriverà il Grande Default.

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    1. Ciao Francesco
      Le tue spiegazioni sono sempre illuminanti. Un faro nella notte tempestosa.
      Le bc non sono ancora sincronizzate, ma per fare che? Per cristallizzare lo status quo attuale. I tbtf devono sopravvivere a spese della platea più ampia possibile. Ma al margine, piano piano, la platea comincia a rendersi conto della insostenibilità del drenaggio palese ed occulto pervicacemente perpetrato ai suoi danni. Non può durare. Finirà male per gran parte dello status quo contemporaneo. E per i seguaci più convinti ed accecati.
      Molti non vedono e non vedranno la scritta sul muro. Mai.
      Continuo ad ammirare il finale del Candide di Voltaire.

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  2. Visto che nei momenti di crisi il pensiero magico raggiunge altezze sublimi; vorrei dare un mio contributo in questo senso, capace di unire l'ignoranza economica alla "sapienza" del marketing:
    "Smettila di credere alle favole, i soldi si possono stampare ma non ti danno da mangiare.
    Fai come me: STAMPA CIBO!"

    Riccardo Giuliani

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  3. Eccola qui, l'ennesima prova che in realtà la Grecia altro non è che una dolina finanziaria che risucchierà pacchi e pacchi di aiuti economici senza migliorare la propria situazione: Bild report that Deutsche Bank expects debt cut for Greece (and more).
    E' una questione strutturale, non cilcica. E' una questione di causa/effetto economici. Stavolta è diverso, proprio perché il problema non verrà risolto tirandovi contro denaro fiat creato ex-novo.

    A questo punto, non passerà molto prima che lo zio Mario inizi a monetizzare anche il pattume obbligazionario greco. Per il "bene" dell'Europa, sia chiaro...

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  4. Sebbene la Grecia abbia ricevuto prestiti-ponte dal FMI, essi non sono serviti affatto a cancellare gli errori economici che si sono accumulati nel corso del tempo. Anzi, ne hanno acuito la criticità. Questo vuol dire che più si terrà in vita questo zombie, più risorse economiche scarse verranno sprecate invece d'essere messe a miglior uso da parte del settore produttivo. Una lenta agonia attende il popolo greco. Ma attenzione, perché il precedente rappresentato dal salvataggio di stato di MPS può benissimo essere impugnato dalla Grecia. E visto che sono a corto di soldi, potrebbero benissimo richiedere un nuovo salvataggio europeo. Questo a sua volta vuol dire che la Germania dovrà mettere di nuovo mano al portafoglio. O forse no visto che in autunno ci sono le elezioni?

    Ma cosa importa, tanto il Dow ha toccato la soglia dei 20,000 e agli investitori retail a quanto pare piace sognare ad occhi aperti mentre qualcuno ruba loro anche le braghe.

    Ed ecco, per l'ennesima volta, la dimostrazione di come la formula "più della stessa cosa" sia solo lo sfoggio dell'inettitudine dei policymaker. Come ricordato spesso nei miei articoli, fornire risorse monetarie ad una dolina finanziaria come la Grecia non sarebbe servito a nulla tranne che acuirne i problemi economici. Lo stesso vale per MPS. Ma questa gente ha una paura tremenda di una determinazione onesta dei prezzi, poiché significherebbe la fine della caterva di azzardo morale finora alimentato dalle banche centrali.

    La parte esilarante di questa triste storia è rappresentato dal sentiment permabull di tutti quegli allocchi che, leggendo probabilmente Barron's, stanno scommettendo sulla capacità dei pazzi di poter continuare a calciare il barattolo. Ma quest'ultimo s'è fatto troppo pesante e si rischia di spezzarsi la gamba a calciarlo. Quando accadrà, non resterà loro che guardare di sotto perché sarà una discesa impervia e rocambolesca.

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