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di David Stockman
Negli ultimi giorni si sono susseguite onde d'urto in tutto il mercato obbligazionario globale. Il 17 aprile il rendimento del decennale tedesco era di 5bps, ma ieri ha raggiunto i 100bps. Queto significa un movimento del 20X in 39 giorni di negoziazione.
Ha significato inoltre il totale annientamento di chi stava facendo front-running a Mario Draghi col 95% di leva nel mercato repo e non ha premuto abbastanza rapidamente il pulsante "vendere". E c'erano un sacco di pulsanti "vendere" da premere. Il rendimento del decennale italiano è salito da un minimo dell'1.03% a fine marzo al 2.21% della scorsa notte, e il rendimento del decennale spagnolo è raddoppiato in un modo simile.
Inutile dire che il seguente non è un lamento nei confronti degli speculatori obbligazionari che negli ultimi tempi sono stati ampiamente coccolati. Dopo la raccolta di centinaia di miliardi di guadagni imprevisti grazie al "whatever it takes" di Draghi, meritavano di essere presi a schiaffi.
Invece quella che abbiamo qui è solo l'ennesima dimostrazione che i mercati finanziari sono del tutto rotti. Ormai la nozione di price discovery onesto potrebbe essere relegata nel museo della storia finanziaria.
A quanto pare il catalizzatore delle vendite in preda al panico di ieri è stata una dichiarazione pubblica di Draghi, secondo cui anche se la BCE manterrà la rotta del suo programma di QE da $1,300 miliardi, non può impedire una "volatilità" di breve periodo nei trading.
Perché qualcuno dovrebbe sorprendersi è difficile da capire. La mandria nel mondo del trading va nella direzione tracciata dalle banche centrali, fino a che alcuni spericolati cadono dai loro mezzi e causano una caduta generale inaspettata, inducendo il branco ad invertire temporaneamente la rotta.
Quindi, non c'è da sorprendersi se alcuni trader sono stati presi alla sprovvista nei giorni scorsi. Nel caso del decennale italiano follemente sopravvalutato, per esempio, il prezzo è salito (e il rendimento è sceso) per quasi 33 mesi.
Ciò che è accaduto durante tale intervallo di tempo, non aveva nulla a che fare con i fondamentali economici. Nel primo trimestre il PIL reale in Italia è risultato inferiore del 3% rispetto al momento della dichiarazione di Draghi nel 2012.
Allo stesso modo, il suo sistema politico è totalmente paralizzato e il suo rapporto debito pubblico/PIL ha continuato ad aumentare. Tra le principali economie dei mercati emergenti, il suo debito schiacciante è superato solo da quello della Grecia e del Giappone.
Tuttavia le azioni di Draghi illustrano solamente una condizione ormai mondiale. Vale a dire, i sistemi finanziari sono stati trasformati in bische clandestine gestite dalle banche centrali, dove i prezzi sono stati massicciamente falsificati dalla ZIRP e dal QE e dove i movimenti di breve termine dei trading sono totalmete arbitrari (senza né capo né coda e senza una qualsiasi relazione con le condizioni economiche del mondo reale).
Di conseguenza, i casinò finanziari sono le istituzioni più pericolose, instabili e distruttive sul pianeta Terra. Chi è preoccupato per la propria ricchezza farebbe bene a trovare riparo, e il più presto possibile.
Dopo tutto, non c'è niente di unico nel mercato obbligazionario europeo. La carneficina che ha sperimentato negli ultimi giorni può accadere ovunque; è stata una momentanea fuga precipitosa della mandria di trader, innescata dalle parole di un banchiere centrale ignaro che ha gonfiato una bolla monumentale nei mercati obbligazionari europei.
A tale proposito, il mercato del Tesoro degli Stati Uniti è altrettanto vulnerabile ad un passo falso della banca centrale. Le ripercussioni europee si sono propagate nel decennale statunitense, portandolo da un rendimento del 2.09% di cinque giorni fa al 2.43% ieri. Tale movimento — che aveva già visto il decennale statunitense salire dall'1.65% di fine febbraio — non ha avuto nulla a che fare con gli sviluppi sul fronte fiscale degli Stati Uniti, o gli sviluppi nell'economia americana.
Infatti sono anni ormai che il mercato del Tesoro degli Stati Uniti — l'unico mercato di titoli più importante del mondo — è stato slegato dai fondamentali economici. In parte è colpa dei massicci acquisti della FED col QE ($3,500 miliardi di titoli del Tesoro e GSE sin dal settembre 2008), e in parte è colpa degli speculatori di carry trade entrati in scena ogni volta che Bernanke ha lasciato intendere che all'orizzonte si profilava un nuovo giro di QE.
La ZIRP è fonte di vita per la speculazione rampante; essa causa un mis-pricing dei titoli attraverso il denaro quasi gratis pescato nel mercato repo. Sin dall'autunno del 2008 non c'è stato alcun miglioramento nelle tristi prospettive fiscali di questa nazione. Il debito dello zio Sam è salito da $9,000 miliardi a $18,000 miliardi, e le passività non finanziate sono aumentate di $100,000 miliardi.
Allo stesso modo, nel firmamento macroeconomico — PIL, posti di lavoro, o il cosiddetto divario della piena occupazione — non c'è nulla che possa spiegare la discesa del decennale. Questa è tutta opera dell'intrusione della banca centrale e del soffocamento dei mercati del debito.
La dozzina di persone che gestiscono le banche centrali del mondo e le relative istituzioni, non hanno idea di quello che stanno facendo; per la maggior parte sono accademici e burocrati che sono completamente ignoranti quando si parla di mercati.
Se non avete letto l'ultima dichiarazione dal capo del FMI, eccola qui. Non vedendo alcuna "inflazione" nei beni e nei servizi in un mondo che sta annegando nella capacità in eccesso — finanziata da anni di repressione finanziaria delle banche centrali — Christine Lagarde ha affermato che la ZIRP dovrebbe essere estesa anche al 2016. Cioè, prolungata ben oltre il suo 90° mese.
"Pensiamo che un rialzo dei tassi sarebbe più appropriato nel 2016 ", ha detto Christine Lagarde durante una conferenza stampa......
Nella sua revisione annuale dell'economia degli Stati Uniti, il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che la FED dovrebbe attendere "segni più tangibili" di un'inflazione dei prezzi o dei salari rispetto alle evidenze attuali.
L'inflazione non raggiungerà il 2% (obiettivo della FED) fino a metà del 2017, ha detto la Lagarde.
I mercati del mondo sono in fiamme a causa dell'inflazione dei prezzi degli asset finanziari, ma la presidente francese del Fondo Monetario Internazionale, che a quanto pare ha studiato economia dalla pagina di Wikipedia su Keynes, non riesce nemmeno a capire una verità evidente: il prezzo più importante di tutto il capitalismo è il tasso d'interesse del mercato monetario, perché rappresenta il costo dell'entrata nel casinò.
Inutile dire che quando si tentano i giocatori d'azzardo con denaro gratuito — e poi si si continua su questa strada per altri 90 mesi — non si fa altro che nutrire le furie finanziarie. Infatti il sistema finanziario mondiale è letteralmente finito in una trappola mortale, la quale può esplodere da un momento all'altro facendo sembrare un pic-nic domenicale la recente carneficina nel bund tedesco.
Secondo l'ultimo computo delle IPO nel mondo delle start-up, per esempio, i primi venti affari — che vanno da Uber, Snapchat, Pinterest, Airbnb e Dropbox fino a Pure Storage — hanno una valutazione corrente di $100 miliardi. Invece l'equity sottostante è di $25 miliardi — la quasi totalità dei quali è stata accumulata nel corso degli ultimi due o tre anni.
Proprio così, gli scommettitori della Silicon Valley hanno gonfiato di quattro volte i propri investimenti prima di scaricarli a "sciocchi più sciocchi", i quali vengono attirati nel mercato delle IPO per quello che si rivelerà il terzo massacro finanziario di questo secolo. Nel frattempo, scorre incessante il torrente di contanti nel mercato immobiliare di San Francisco; questo significa che i proprietari di catapecchie stanno incassando $2,000 al mese in affitti per un letto e un bagno da condividere con altre 20 persone.
E' una situazione che finirà male, ma non solo lungo il tratto settentrionale della faglia di San Andreas. La falsificazione sistematica dei mercati finanziari da parte delle banche centrali ha letteralmente ammassato migliaia di miliardi di fondi investibili nel mercato obbligazionario, in quella che ormai è diventata una corsa disperata per rendimenti decenti.
Come ha sottolineato ieri Jeff Snider, ciò ha provocato l'emissione di $2,800 miliardi di nuovi titoli spazzatura, prestiti a leva e CLO (obbligazioni garantite da collaterale) negli ultimi tre anni. Tutti questi titoli sono follemente sopravvalutati, e nessuno di essi ha un minimo di liquidità a sostegno.
Quando il mercato dei mutui subprime cominciò ad incrinarsi, per poi esplodere nel marzo 2007, il suo valore era di $1,300 miliardi. Oggi il mercato statunitense dei titoli spazzatura vale $3,000 miliardi, tutte bombe finanziarie pronte a scoppiare.
Il fatto è che il sistema finanziario mondiale è saturo di speculazioni, alimentate dalle banche centrali e dalla loro inflazione del credito. Nel 2006 i bilanci delle banche centrali facevano segnare $6,000 miliardi, oggi segnano $22,000 miliardi.
Questo è tutto combustibile monetario che non può essere ritirato; può soltanto evaporare nel corso di un crollo monumentale del casinò.
Quindi, sì, dopo la carneficina degli ultimi giorni, l'indice obbligazionario statale globale ha perso $625 miliardi rispetto al picco della bolla obbligazionaria a fine marzo. Chiamatelo pure "evento preparatorio".
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
E qualcuno continua a spiegarci che questi mercati completamente falsati dalla gestione politica della moneta rappresentano il libero mercato...
RispondiEliminaMa di che parlano?
E, ciononostante, grazie alla totale ignoranza delle cose economiche, in realtà un gioco da ragazzi (leggetevi il bel testo di Francesco e rifletteteci sopra confrontandolo con la vostra esperienza quotidiana), una marea di pecore si accodano al mantra: ci sono gli esperti, i professoroni sfornati dalle nostre accademie, che stanno pensando per voi.
Pensano al posto mio?
Ma dico.... Scherziamo?
l unico buon riparo oggi è sotto la stampante. non troppo, che ci sta puzza di merda
RispondiEliminaSecondo me è stucchevole e fuorviante questa contrapposizione ideologica tra keynesiani e liberisti. Parte dalle accademie e si propaga tra curva nord e curva sud.
RispondiEliminaSono, tutte e due, teorie economiche di manipolazione del mezzo di scambio e sono solo apparentemente inconciliabili. Il potere vuole che così appaiano, ma in verità gli sono entrambe funzionali.
Non ci credete?
Vi ricordate chi decise di scollegare il dollaro dall'oro nel 1971? Lo fece su consiglio di Milton Friedman, scuola di Chicago, il libbbbberista per eccellenza.
Ma vi ricordate chi disse che "ora siamo tutti keynesiani"?
Sempre lo stesso individuo: Richard Nixon.
Che significa?
Che il potere mira solo a conservarsi, che lo status quo non fa distinzioni di sorta tra teorie economiche. Il potere divide et impera anche in questo caso.
Keynesiano per prendere i voti e creare dipendenza, liberista per fare soldi nei modi più innovativi e truffaldini possibili.
Lo status quo che si regge col fiatmoney se la ride beato ed indisturbato delle guerre tra poveri, keynesiani vs liberisti.
Scusa Francesco,
RispondiEliminaqui ci sono sostenitori della stampante della BoJ che osannano i buoni (?) risultati emersi dall'acquisto "esagerato" di "Debito Pubblico" da parte della banca centrale giapponese.
Tu cosa ne pensi, o meglio, ne hai già parlato ?
Ti lascio il Link :"Giappone Come Grecia"
http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123590341#123590341
Mi intrometto perché la domanda è interessante.
EliminaLeggo dall'articolo linkato:
"Il debito pubblico non è un problema se lo stato può creare moneta, lo diventa solo se glielo vieti."
Che i burocrati europei sfiorino (dall'alto) l'idiozia non c'è dubbio, che la salvezza sia costituita da una partita di giro su ricchezza futura è francamente risibile.
Funziona (e chissà ancora per quanto) se hai un esercito potente come nel caso degli USA, non potrebbe funzionare nel caso dell'Argentina.
Funziona (e chissà ancora per quanto) per una potenza come il Giappone, concorre a creare disastri in Venezuela.
Vale sempre la considerazione di base.
Se questo trucco va bene nei momenti di crisi, perché non applicarlo in quelli di prosperità? sai che botta di vita avrebbe l'economia? E invece si preferisce sempre aspettare i momenti duri.
Al solito: gli individui non esistono, e lo spettro di un presunto equilibrio economico aleggia indisturbato.
Poi, per carità, se si prende Zingales come termine di paragone è perché si vuole vincere senza eccessivo sforzo, e quasi verrebbe voglia di dare ragione all'autore su tutta la linea.
Riccardo Giuliani
P.S.: ho letto altri suoi post precedenti: dichiara di riconoscere la non meccanicità dell'economia. Mi arrendo.
P.P.S.: se io provo a fare giochetti del genere finisco in galera.